Come vedremo, รจ interessante notare come alla base del problema dellโantibiotico-resistenza ci siano le logiche tipiche dellโeconomia di mercato.
La questione diventa piรน chiara quando si cercano le soluzioni al problema: logica vorrebbe infatti che, se i ‘batteri killer’ sono resistenti a tutti gli antibiotici conosciuti, se ne ricercassero di nuovi. Invece la maggior parte delle molecole in circolazione risale agli anni โ70, perchรฉ lโantibiotico รจ un prodotto poco remunerativo: si usa (o si dovrebbe usare) per un periodo di tempo limitato e il prezzo รจ relativamente basso, mentre i costi di ricerca e sviluppo di un nuovo principio attivo sono talmente elevati che le societร farmaceutiche investono ormai solo nella cura delle malattie croniche (i cui malati consumano il farmaco per tutta la vita), oppure per i chemioterapici e gli antiretrovirali (che hanno un prezzo elevatissimo).
Le logiche di mercato appaiono dunque essere non solo la causa principale del problema (in quanto responsabili del consumo scriteriato di antibioticiโฆ), ma anche il principale ostacolo alla sua soluzione.
Vi sono vari progetti di ricerca che mirano a sostenere la messa a punto di antimicrobici, tra cui prove cliniche su antibiotici non brevettati, sono finanziati dalla comunitร europea, ma continuano a mancare gli investimenti industriali per mettere a punto questi nuovi antibiotici.
Le societร farmaceutiche cioรจ si tirano indietro anche quando si parla del solo sviluppo…
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
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Morire per una banale cistite o per una ferita che si infetta non รจ piรน unโeventualitร remota nei Paesi occidentali. La resistenza agli antimicrobici, cioรจ la capacitร dei microrganismi di alcune specie di sopravvivere e moltiplicarsi in presenza di concentrazioni di antibiotici di regola sufficienti per inibire o uccidere microrganismi della stessa specie, รจ in costante aumento in tutta Europa.
Questo problema, di cui si parla poco o nulla, ha assunto negli ultimi anni grande rilevanza: lโEcdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ritiene che la resistenza agli antibiotici rappresenti โla piรน grande minaccia nellโambito delle malattie infettiveโ. Perchรฉ, se gli antibiotici non funzionano, molte malattie finora facilmente curabili si trasformano in patologie mortali.
Leggere: www.corriere.it
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Gli antibiotici li ingeriamo quotidianamente senza volerlo (nรฉ saperlo) anche attraverso la carne macellata, perchรฉ vengono somministrati agli animali per prevenirne (e non solo curare) le malattie,
Troppi antibiotici accelerano lโevoluzione delle specie batteriche creando i โsuperbatteriโ o โbatteri killerโ
(Dati Commissione europea, Piano dโazione di lotta ai crescenti rischi di resistenza antimicrobica, 2011)
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E, come ha dichiarato a marzo 2012 Margaret Chan, direttore generale dellโOrganizzazione mondiale della sanitร (che nel 2011 aveva dedicato la Giornata mondiale della salute proprio a questo problema), โunโera post-antibiotici significa di fatto la fine della medicina moderna cosรฌ come la conosciamoโ.
I germi responsabili di infezioni anche assai gravi e pericolose per la vita, quali โPseudomonasโ, โKlebsiellaโ, โAcinobacter baumaniiโ ed altri Gram-negativi, enterococchi, stafilococchi e pneumococchi hanno ormai raggiunto in diversi ambienti un tale grado di resistenza multipla da diventare intrattabili anche con i piรน recenti antimicrobici, mentre problemi di primo piano sono posti dagli enterococcchi resistenti alla vancomicina (VRE), dagli stafilococchi meticillino-resistenti (MRSA), dai bacilli Gram-negativi che elaborano ร-lattamasi ad ampio spettro, da pneumococchi penicillino ed eritromicino-resistenti, per non citare le serie preoccupazioni connesse alla multiresistenza del โMycobacterium tuberculosisโ, responsabile della TBC.
M. Sandal, La fine dellโera antibiotica, in โIl postโ, 20 novembre 2011
Leggere: www.ilpost.it
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Perchรฉ una specie batterica รจ resistente agli antimicrobici?
Le possibilitร sono due: o quel batterio รจ di per sรฉ resistente allโazione di un dato antibiotico (in questo caso si parla di resistenza intrinseca), oppure puรฒ sviluppare un certo grado di insensibilitร (la cosiddetta resistenza acquisita), attraverso un processo di selezione naturale che avviene in tempi straordinariamente brevi (i microrganismi crescono e si riproducono molto rapidamente, alcuni in appena 20 minuti).
Questo fenomeno a sua volta puรฒ essere innescato o da una mutazione casuale del materiale genetico (altamente probabile data la consistenza numerica della popolazione microbica), di modo che mentre i batteri โnormaliโ vengono eliminati dallโazione di un certo antibiotico, quelli โmutantiโ si moltiplicano e prosperano (e possono essere trasmessi ad altri animali o persone); oppure โ caso quasi unico in natura โ i batteri possono acquisire i geni di resistenza che gli sono necessari per sopravvivere direttamente da altri microbi di specie diversa (non necessariamente patogeni), attraverso i plasmidi coniugativi, sottili anelli di DNA che veicolano i geni da una cellula a unโaltra: le informazioni passano cosรฌ di specie in specie, mettendo a disposizione di ciascun individuo un assortimento genetico pressochรฉ illimitato.
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Inoltre, mentre i microbi che risultano resistenti a una sola famiglia di antibiotici possono essere trattati con principi attivi di diverso tipo, quando i batteri sviluppano quella che viene definita come โresistenza multiplaโ, cioรจ la resistenza a quattro o piรน antimicrobici appartenenti a classi diverse, il problema diventa davvero serio. Non perchรฉ la malattia provocata in questi casi sia piรน grave di quella provocata dai microrganismi sensibili, ma perchรฉ diventa piรน difficile da trattare, dato il numero ridotto di farmaci efficaci. Ciรฒ dร luogo a un decorso piรน lungo, a costi ospedalieri piรน elevati e, nei casi limite, alla morte dei pazienti.
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Ogni anno in Europa una sottoserie di batteri resistenti ai medicinali provoca la morte di circa 25.000 persone. Oltre ai decessi evitabili (il cui costo non รจ quantificabile in termini monetari), il fenomeno comporta un surplus di spese per la sanitร e di perdite di produttivitร per almeno 1,5 miliardi di euro (1).
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Nelle strutture sanitarie la resistenza antimicrobica costituisce una minaccia particolarmente grave, che si manifesta sotto forma di infezioni contratte in seguito a un ricovero in ospedale o a un soggiorno in una struttura sanitaria, e nellโUnione circa 4 milioni di pazienti soffre ogni anno di unโinfezione connessa alle cure medico-sanitarie.
In Italia e in Grecia dal 15 al 50% delle infezioni da โKlebsellia pneumoniaeโ โ una delle principali cause della polmonite โ รจ resistente anche al carbapenem, lโantibiotico โultima spiaggiaโ, e risulta quindi praticamente incurabile.
Nel Regno Unito la UK Health Protection Agency sta monitorando lโinsorgere di infezioni da gonorrea antibiotico-resistente e afferma che โil rischio di gonorree incurabili nel futuro รจ estremamente realeโ.
Il direttore del Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc), Marc Sprenger, intervistato sul fenomeno dei cosiddetti batteri killer, ha dichiarato: โLa situazione รจ critica. Dobbiamo dichiarare guerra a questi batteriโ.
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La rivista scientifica Nature Reviews Microbiology, in un articolo firmato da 28 ricercatori europei e americani, riporta dati preoccupanti: nel 2007 il numero di infezioni da batteri antibiotico-resistenti in Europa ha superato i 400.000 casi, totalizzando 2.5 milioni di giorni di ricovero collettivi.
Inoltre un gene batterico per le resistenze agli antibiotici, chiamato bla-NDM-1, si va diffondendo dallโIndia al mondo occidentale e ha giร aumentato la mortalitร dei ricoveri ospedalieri.
Negli Usa i dati non sono migliori: lโincidenza di ricoveri ospedalieri dovuti a infezioni antibiotico-resistenti รจ aumentata del 359% in dieci anni, da 37.005 casi nel 1997 a 169.985 nel 2006.
Louise Slaughter, una deputata democratica, ha rivelato lo scorso marzo in unโintervista al Guardian che โogni anno 100.000 americani muoiono in ospedale per unโinfezione batterica, e non รจ che la punta dellโiceberg. Il 70% di queste infezioni รจ resistente ai trattamenti utilizzati abitualmenteโ.
Fra queste, il MRSA (uno stafilococco resistente alla meticillina) รจ responsabile del decesso di 19.000 pazienti allโanno e provoca sette milioni di visite dal medico o nei pronto soccorso, come riporta Maryn McKenna, giornalista specializzata in salute pubblica: โOgni volta che una persona contrae lโMRSA, i costi sanitari sono moltiplicati per quattro. La resistenza agli antibiotici รจ un peso enorme per la salute pubblica nella nostra societร โ, il cui costo stimato si aggira negli Stati Uniti sui 20 miliardi di dollari lโanno.
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Sebbene la resistenza agli antibiotici sia di per sรฉ un fenomeno biologico naturale (un recente studio su Nature ha dimostrato che giร 30.000 anni fa esistevano batteri resistenti), oggi lโabuso di antibiotici elimina tutti i ceppi batterici tranne quelli resistenti, che quindi prendono il sopravvento.
Il tasso di sviluppo delle resistenze risulta inoltre โamplificato da una serie di fattori, quali lโutilizzazione inadeguata di antimicrobici terapeutici in medicina umana e veterinaria, lโutilizzazione di antimicrobici a fini non terapeutici e lโinquinamento ambientale da antimicrobici, che accelerano lโapparizione e la propagazione di microorganismi resistenti e comportano gravi conseguenzeโ (2).
Ed รจ interessante notare come alla base del problema ci siano le logiche tipiche dellโeconomia di mercato.
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Lโutilizzazione inadeguata di antimicrobici in medicina veterinaria.
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Secondo lโOrganizzazione mondiale della sanitร , la metร degli antibiotici prodotti nel mondo รจ destinata agli animali, e la percentuale sale allโ80% negli Stati Uniti, dove gli animali da allevamento, secondo un recente rapporto della Fda (Food and Drug Administration), consumano 13.000 tonnellate di antibiotici lโanno (3). Dato lโuso massiccio di antibiotici, alcuni batteri ordinari, allโorigine di banali diarree o di infezioni alle vie respiratorie in varie specie animali, hanno sviluppato una maggiore resistenza ai farmaci piรน frequentemente utilizzati in medicina veterinaria.
Ma qual รจ la ragione di un impiego cosรฌ elevato di antimicrobici?
Evitare le infezioni a rapida diffusione negli allevamenti intensivi con un gran numero di giovani animali ristretti in aree limitate, e accelerare la produzione contenendo tempi e costi (alcuni antibiotici funzionano anche come promotori della crescita). Piuttosto cioรจ che migliorare le condizioni igieniche di allevamento e la quantitร di cibo a disposizione degli animali (stalle piรน grandi e piรน pulite e dosi extra di mangime equivalgono a maggiori costi), si preferisce impiegare quantitร massicce di antimicrobici, con un aumento esponenziale della pressione di selezione di germi patogeni resistenti.
Per esempio, per la National Turkey Federation (la lobby Usa degli allevatori di tacchini), gli antibiotici permettono di diminuire di un terzo il costo di produzione. In particolare, essi diminuiscono il tempo di crescita e sono necessari perchรฉ gli animali possano riuscire a vivere ammucchiati a migliaia nei pollai: senza antibiotici, ci vorrebbero piรน infrastrutture agricole e 175.000 tonnellate di cibo in piรน (4).
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Se lโimpiego sconsiderato di antibiotici fosse un rischio per la salute dei soli animali di allevamento sarebbe giร grave, ma il vero problema รจ che i batteri resistenti finiscono nella catena alimentare umana, e dal momento che รจ difficile prevenire la contaminazione delle carcasse durante la macellazione e le successive tappe che portano la bistecca o il petto di pollo sulla nostra tavola, i batteri resistenti passano dal tratto gastrointestinale degli animali al nostro organismo.
Per esempio gli enterococchi degli animali da allevamento possiedono geni di resistenza ad antibatterici usati in medicina umana, e lโimpatto di questo pool di geni sulla nostra salute ha causato di recente molti problemi. ร interessante rilevare infatti che la diffusione di resistenza ad antimicrobici negli allevamenti, per esempio salmonella e campylobacter, resistenti ai fluorochinoloni, รจ un fenomeno che va di pari passo con i medesimi fenomeni rilevati negli ospedali, e antibiotici simili sono utilizzati in ambedue gli ambienti.
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Un studio pubblicato dalla rivista medica Clinical Infectious Diseases nel 2011 rivela che la metร della carne di bue, di pollo, di maiale e di tacchino venduta nei grandi magazzini degli Stati Uniti contiene germi resistenti agli antibiotici (in particolare lo stafilococco MRSA).
A.E. Waters et al., Multidrug-resistant staphylococcus aureus in US meat and poultry, in โClinical infectious diseasesโ, 15 aprile 2011 http://cid.oxfordjournals.org/โฆ/โฆ/2011/04/14/cid.cir181.full
V. anche: E. Capuano, Animali ingozzati con gli antibiotici, in โEC planetโ, 26 febbraio 2012.
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Nellโagosto 2012 il gigante agroalimentare Cargill ha ritirato dal mercato 16.000 tonnellate di tacchino contaminate da un ceppo di salmonella resistente ai medicinali, responsabile di un caso di morte e un centinaio di ricoveri.
P.S. – Monsanto, la multinazionale degli Ogm vende la soia geneticamente modificata tramite compagnie di semi, come la Cargill. Questi mangimi geneticamente modificati vengono utilizzati per nutrire il polli della Sun Valley (il piรน grande allevatore di pollame inglese) anche questa societร รจ di proprietร della Cargill. Il piรน grande cliente della Sun Valley รจ McDonald’s, la catena di ristoranti fast food piรน grande e piรน famosa del mondo.
VEDI: “Contrabbandare gli OGM di nascosto” Inchiesta di Greenpeace
(febbraio 2000 da Tactical Media Crew: http://www.tmcrew.org/mcd/mcmonsanto.html )
www.tmcrew.org
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Per non parlare dellโimpiego negli allevamenti di ormoni, utilizzati abitualmente in numerosi Paesi, per accelerare la crescita dei vitelli. Alcuni omogeneizzati di carne presentano dei livelli di estrogeni talmente elevati che potrebbero essere messi in relazione con la crescita del seno in bambine di 2-3 anni.
www.universonline.it
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Lโinquinamento ambientale da antimicrobici.
Alcuni ricercatori hanno mostrato peraltro che gli antibiotici non sono presenti solo nella carne, ma anche nei cereali o nei legumi coltivati nel terreno fertilizzato col letame del bestiame. Inoltre situazioni di resistenza pericolose si sono verificate per impiego di antibiotici ai fini di controllare la crescita batterica e fungina in orticoltura: per esempio la โBurkholderia cepaciaโ, usata per le sue proprietร antifungine per il trattamento delle discariche, per lโaumento dei raccolti e per impedire il deterioramento di frutta e vegetali, puรฒ esser responsabile, come patogeno, di gravi infezioni in pazienti con fibrosi cistica ed essere resistente a tutti gli antibiotici.
Per la protezione di verdure e alberi da frutto, in alcune aree, ai convenzionali pesticidi chimici (vietati in Italia dal 1971) si preferisce lโuso di antimicrobici che agiscono su microrganismi simili a pericolosi patogeni umani, come la โPseudomonasโ e la โBurkholderiaโ.
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Ma la logica del profitto sta contaminando lโambiente anche in altri modi: per esempio con la diffusione esponenziale di detersivi antimicrobici per la pulizia della casa e della persona (lโultima frontiera del marketing delle multinazionali del settore), che promettono lโeliminazione del 99,9% dei batteri per farci sentire piรน sicuri, dimenticandosi di informarci che lo 0,1 rimanente si svilupperร indisturbato, e che fornirร materiale genetico di resistenza a tutte le generazioni di microrganismi futuri.
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Lโuso inappropriato di antibiotici in medicina umana.
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LโEcdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) riporta che piรน del 50% delle prescrizioni di antibiotici negli ospedali sono superflue o inapropriate, e che i Paesi europei dove si concentra questa pratica sono gli stessi dove รจ maggiore lโincidenza di batteri resistenti: Grecia, Cipro, Italia, Ungheria e Bulgaria.
Gli antimicrobici andrebbero utilizzati infatti soltanto se necessario e secondo prassi ottimali, perchรฉ la resistenza antimicrobica รจ direttamente connessa al modo in cui i pazienti e gli operatori sanitari che redigono le prescrizioni utilizzano i farmaci.
Lโutilizzazione inadeguata dei principi attivi (per esempio, per motivi sbagliati o per inesattezza), comporta lโapparizione e la selezione di microbi resistenti ai medicinali. Le abitudini cattive di medici e pazienti sono talmente radicate da giustificare la creazione dellโEuropean Antibiotic Awareness Day (la giornata europea per lโutilizzo consapevole degli antibiotici: qualcuno in Italia ne ha mai sentito parlare?), che si svolge il 18 novembre di ogni anno con lโobiettivo di evidenziare alcune pericolosissime โmalpracticeโ, condotte sia da parte dei medici (generici e ospedalieri), che da parte dei pazienti.
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Sul fronte medico lโEcdc cita per esempio la prescrizione abituale di antibiotici ad ampio spettro, cui dovrebbe essere preferita unโanalisi precisa del bacillo responsabile dellโinfezione e, attraverso lโantibiogramma, lโindividuazione di un principio attivo specifico.
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Oppure lโabitudine di prescrivere antibiotici anche in caso di forme virali, che โ non si ricorderร mai abbastanza โ non sono sensibili agli antimicrobici, allโunico scopo di evitare mai accertate sovrainfezioni batteriche.
O ancora lโabitudine nelle strutture sanitarie allโabuso delle profilassi antibiotiche per prevenire le sempre piรน frequenti infezioni ospedaliere, invece di focalizzarsi maggiormente sui protocolli di igiene e sullโisolamento dei casi accertati.
Sul fronte dei pazienti, bisogna soprattutto evitare di interrompere le terapie antibiotiche senza averle completate o di usare gli antibiotici avanzati dalla cura di malattie precedenti (come pure richiederne di nuovi senza ricetta a un farmacista compiacente), per successivi disturbi senza aver prima consultato il medico; e limitare lโuso di detersivi e detergenti disinfettanti ai casi di assoluta necessitร .
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Tuttavia, preso atto che il problema delle resistenze รจ noto fin dagli anni โ50 (per penicillina ed eritromicina), come mai gli antimicrobici si sono usati cosรฌ tanto e con tanta leggerezza in medicina umana? Quando piรน del 50% delle prescrizioni รจ inutile o inappropriato, in un territorio vasto come lโUnione europea, non si puรฒ parlare di un fenomeno casuale.
O nelle universitร si insegna ai medici ad abusarne (e pare che non sia cosรฌ), oppure la pressione arriva da altri portatori di interessi.
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Immaginiamo dunque che le aziende che si erano imbarcate in questo settore, scoprendolo poco remunerativo, abbiano cercato in tutti i modi di vendere il prodotto per guadagnare sulle economie di scala, facendo pressioni alle autoritร sanitarie affinchรฉ chiudessero un occhio sugli usi inappropriati (ricordiamo che i Paesi dove il fenomeno รจ piรน vasto sono Grecia, Cipro, Italia, Ungheria e Bulgaria, nazioni in pool position anche per quanto riguarda la corruzione).
Questo spiegherebbe anche perchรฉ, pur conoscendo il fenomeno delle resistenze, non si siano riservate le molecole piรน potenti allโuso ospedaliero, come risorsa di ultima istanza, e siano state invece immesse tutte sul circuito delle farmacie (ricordiamo che piรน un antimicrobico si usa piรน in fretta la sua efficacia si brucia).
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Le logiche di mercato appaiono dunque essere non solo la causa principale del problema (in quanto responsabili del consumo scriteriato di antibiotici), ma anche il principale ostacolo alla sua soluzione.
Una relazione pubblicata nel 2009, The bacterial challenge: โtime to reactโ, mette in luce la lacuna esistente tra i problemi crescenti connessi ai batteri multiresistenti nella Ue e la necessitร pressante di mettere a punto nuovi antimicrobici per rispondere ai fabbisogni medici. Lo studio raccomanda una strategia europea per colmare questa lacuna, strategia che peraltro รจ stata implementata negli ultimi anni: vari progetti di ricerca che mirano a sostenere la messa a punto di antimicrobici, tra cui prove cliniche su antibiotici non brevettati, sono finanziati dalla comunitร europea a titolo del settimo programma quadro, ma continuano a mancare gli investimenti industriali per mettere a punto questi nuovi antibiotici.
Le societร farmaceutiche, cioรจ, si tirano indietro anche quando si parla del solo sviluppo.
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La Commissione europea nota, con unโamarezza quasi comica, che โle restrizioni quanto allโutilizzazione degli antibiotici (da lei stessa invocate, n.d.a.) non favoriscono gli investimentiโ, e conclude che โรจ urgente rafforzare la ricerca e lo sviluppo e instaurare un nuovo modello commerciale per gli antibioticiโ, il quale โ scommettiamo โ comporterร la possibilitร di fissare prezzi elevati per i futuri principi attivi (5).
Anche il team di autori europei e statunitensi del giร citato articolo di Nature Reviews Microbiology, caldeggia azioni governative, tramite incentivi e partnership tra ricerca pubblica e privata, per superare quella che chiamano โmarket failureโ, cioรจ un vero e proprio fallimento dellโeconomia di mercato nel campo dei farmaci: per esempio in Gran Bretagna รจ stata lanciata lโiniziativa Antibiotic Action per incentivare la collaborazione tra sanitร , accademia e industrie.
Gli autori notano che esistono numerose sorgenti naturali di molecole potenzialmente attive non ancora esplorate, per esempio i microrganismi marini.
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Rispolverare vecchie molecole antibiotiche โ magari scartate inizialmente ma che possono essere nuovamente utili alla luce di tecnologie piรน moderne, cambiando dosaggi, somministrazione o indicazioni โ รจ unโaltra delle strategie proposte per tamponare lโemergenza.
E si deve pensare a terapie alternative (pur sempre scientificamente comprovate), che riducano la nostra dipendenza dai farmaci: piรน vaccini innanzitutto (su questo non sono d’accordo – N.d.C.) (i vaccini sono molto redditizi), ma anche terapie probiotiche mirate, ovvero coc ktail di batteri โbuoniโ che vivono nel nostro corpo senza recare danni, ma contenendo lo sviluppo dei germi patogeni.
Combattere i patogeni antibiotico-resistenti non รจ impossibile: le infezioni ospedaliere da MRSA in alcuni Paesi europei stanno lentamente diminuendo, grazie a programmi mirati di contenimento.
Ma in generale la situazione sta precipitando rapidamente, e cโรจ un serio disinteresse generale.
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Il premio Nobel Joshua Lederberg, uno dei pionieri della genetica dei batteri (a lui si deve la scoperta che i batteri possono scambiarsi geni), ha dichiarato nel 1990 che โil dominio dellโuomo sulla Terra, a meno del suicidio della nostra specie, รจ oggi seriamente sfidato solo dai batteri patogeni, per i quali noi siamo la preda, e loro sono i predatori. Non cโรจ alcuna garanzia che in questa gara evolutiva saremo noi a uscire vincitoriโ.
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Con buona pace dellโeconomia di mercato.
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Fonte: www.metodoruffini.it
Da: www.rivistapaginauno.it
                                                                                                                                
        
                                        
                                        
          
          
          
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