Nell’epoca contemporanea, intrisa di scientismo e materialismo, la maggior parte degli scienziati ritiene che il concetto di vita ultraterrena o è una sciocchezza, oppure, se realmente esistesse, è completamente indimostrabile. Eppure, un ricercatore afferma che la fisica quantistica è in grado di fornire prove certe dell’esistenza dell’aldilà.
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Perchè la morte fa così paura? Certamente perchè è l’oblio a sconvolgere la nostra coscienza e a smuovere la paura primordiale della morte.
L’uomo vuole vivere, sente se stesso come un essere fatto per la vita e il rischio di essere consegnato al non-essere perpetuo è fonte di una profonda angoscia esistenziale.
Se da una parte le religioni, sapienze antiche, prospettano la certa continuazione della vita nell’aldilà, fornendo una straordinaria mitigazione della paura della morte e un sostanziale significato alla vita del credente, la società contemporanea tende ad esorcizzare la paura della morte o cancellandola dall’esperienza quotidiana, evitando di parlarne o di pensarvi, oppure spettacolarizzandola in fiction televisive e cinematografiche nelle quali l’eroe di turno causa la morte dei nemici come se fossero mosche.
Da qualche tempo, però, ad interessarsi al fenomeno della morte e della sua possibile funzione come passaggio verso un nuovo stato di vita c’è anche la scienza, in particolare quella disciplina definita come ‘fisica quantistica‘, una branca della fisica che studia il comportamento delle particelle a livello atomico e subatomico.
Tra i ricercatori più appassionati della questione vi è il professor Robert Lanza, direttore scientifico presso l’Advanced Cell Technology e professore aggiunto presso la Wake Forest University School of Medicine.
Come ricercatore ha pubblicato centinaia di articoli scientifici e numerose invenzioni e ha scritto, fino ad ora, più di 30 libri, tra i quali “Principles of Tissue Engineering” (Principi di ingegneria dei tessuti) e “Essentials of Stem Cell Biology” (Fondamenti di biologia delle cellule staminali), due pubblicazioni che sono riconosciute come riferimenti definitivi in campo scientifico.
Lanza sostiene la teoria del Biocentrismo, secondo la quale la morte come noi la conosciamo non sarebbe altro che un’illusione generata dalla nostra coscienza. “Ci hanno insegnato a pensare che la vita sia solo l’attività generata dalla combinazione del carbonio e di una miscela di molecole, che vivremo per un certo tempo e che poi finiremo per marcire sottoterra”, scrive Lanza sul suo sito web. “In effetti, noi crediamo nella morte perchè ci è stato insegnato che moriremo, o più specificamente, ci hanno insegnato che la nostra coscienza è un fenomeno associato al nostro organismo e che questa morirò con esso”.
La sua Teoria del Biocentrismo, però, afferma che la morte non può essere l’evento terminale che pensiamo che sia. Il Biocentrismo si attesta come la teoria del tutto e mette la vita al centro e all’essenza dell’attività dell’Universo. Lanza spiega che la vita e la biologia sono il centro dell’esistenza. Anzi, è la vita stessa a creare l’Universo e non il contrario.
Ciò significa che è la coscienza della persona a determinare la forma e la dimensione degli oggetti nell’Universo. La filosofia realista di provenienza greca ha sempre affermato che la realtà esiste di per sé, a prescindere dall’esistenza dell’osservatore.
La fisica quantistica, invece, ha scoperto che l’osservatore è determinante nella formazione della realtà. In effetti, la realtà che noi percepiamo con i nostri sensi è l’incontro tra il ‘funzionamento di base dell’Universo’, che potenzialmente può assumere infinite forme, e la ‘presenza dell’osservatore’, che ne determina con la sua coscienza la forma.
Praticamente, la realtà è come la pensiamo! Lanza fa un esempio sul modo in cui percepiamo la realtà intorno a noi: una persona percepisce il cielo come di un certo colore, e gli viene insegnato che quel colore si chiama ‘blu’. Ma le cellule del cervello di un’altra persona potrebbero percepire un colore diverso, che chiamerebbe sempre blu, ma che potrebbe corrispondere al mio ‘verde’.
Lanza pone questo postulato alla base della sua teoria: tutto ciò che percepisci del mondo non può esistere senza la tua coscienza: la nostra coscienza è alla base della realtà. Ponendo questo postulato nell’osservazione più generale dell’Universo, significa che lo spazio e il tempo non si comportano in maniera ‘dura’ e ‘veloce’ come ci sembra di percepire. In sintesi, essi non esistono di per sé fuori di noi, ma sono un prodotto della nostra coscienza!
L’esperimento della doppia fenditura
Nella presentazione della sua teoria biocentrica, Lanza ha citato il famoso esperimento della doppia fenditura, a fondamento delle sue affermazioni. L’esperimento ha mostrato che quando un osservatore guarda passare una particella attraverso due fenditure poste in una barriera, la particella si comporta come un proiettile, passando attraverso una delle due fenditure. Tuttavia, se l’osservatore smette di guardare la particella, questa inizia a comportarsi come un’onda, riuscendo a passare attraverso entrambe le fenditure nello stesso tempo.
Questo significa che la materia e l’energia possono presentare le caratteristiche sia delle onde che delle particelle e che il loro comportamento dipende dalla percezione e dalla coscienza di un osservatore.
La fisica quantistica sembra confermare le teorie dei filosofi idealisti, i quali hanno sempre pensato che la realtà fosse un prodotto della mente dell’uomo. Una volta che spazio e tempo vengono accettati come costrutti della nostra mente, significa che la morte, e l’idea di mortalità, sono anch’esse un fenomeno legato all’esperienza sensoriale della nostra coscienza. Con la morte del nostro organismo, la nostra coscienza entra in una condizione dove non esistono pi confini spaziali e temporali: l’eternità!
Secondo Lanza, la vita è un’avventura che trascende il nostro modo ordinario di pensare. Quando moriamo, non entriamo nel mondo caotico del non-essere, ma torniamo alla matrice fondamentale dell’Universo: “con la morte, la nostra vita diventa un fiore perenne che torna a vivere nel multiverso”, il luogo delle possibilità infinite. Se non sapessimo che si tratta di uno scienziato, penseremmo di ascoltare un uomo di religione.
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Ma Robert Lanza non è l’unico scienziato a ritenere che la fisica quantistica giustifichi l’esistenza della vita eterna. Un medico americano, il dottor Stuart Hameroff, e un fisico quantistico inglese di fama mondiale, Sir Roger Penrose, hanno sviluppato una teoria che potrebbe dimostrare definitivamente l’esistenza dell’anima.
Secondo la Teoria Quantistica della Coscienza elaborata dai due scienziati, le nostre anime sarebbero inserite in microstrutture chiamate “microtubuli”, contenute all’interno delle nostre cellule cerebrali.
La loro idea nasce dal considerare il nostro cervello come una sorta di “computer biologico”, equipaggiato con una rete di informazione sinaptica composta da più di 100 miliardi di neuroni . Essi sostengono che la nostra esperienza di coscienza è il risultato dell’interazione tra le informazioni quantiche e i microtubuli, un processo che i due hanno definito “Orch-OR” (Orchestrated Objective Reduction). Con la morte corporea i microtubuli perdono il loro stato quantico, ma le informazioni in essi contenute non vengono distrutte.
In parole povere, la coscienza non muore, ma torna alla sua sorgente. “Quando il cuore smette di battere e il sangue non scorre più, i microtubuli smettono di funzionare perdendo il loro stato quantico”, spiega il dottor Hameroff, professore emerito presso il Dipartimento di Anestesiologia e Psicologia e direttore del Centro di Studi sulla Coscienza presso l’Università dell’Arizona.
“L’informazione quantistica contenuta nei microtubuli non è distrutta, non può essere distrutta, ma viene riconsegnata al cosmo. Quando un paziente torna a vivere dopo una breve esperienza di morte, l’informazione quantistica torna a legarsi ai microtubuli, facendo sperimentare alla persona i famosi casi di premorte”.
La grande portata di questa teoria è evidente: la coscienza umana, così intesa, non è il semplice prodotto che emerge da un processo biologico, né si esaurisce nell’interazione tra i neuroni del nostro cervello, ma è un informazione quantistica in grado di esistere al di fuori del corpo a tempo indeterminato.
Certamente la prospettiva è entusiasmante, dato che queste teorie sono in grado di dare un senso alla morte. Ma la domanda che sorge conseguentemente allora è questa: qual è lo scopo dell’esperienza che facciamo nello spazio e nel tempo qui sulla Terra?
Il fenomeno dell’Entanglement rappresenta l’aspetto più sconvolgente mai scoperto dalla fisica quantistica odierna, e sembra coinvolgere non solo le particelle elementari, ma anche il mondo macroscopico e psichico.
L’autore, usando un linguaggio chiaro e accessibile a tutti, ci guida in un viaggio entusiasmante nei laboratori e nei centri di ricerca mondiali, dove stanno realizzandosi alcune tra le più grandi avventure scientifiche umane, in un crescendo coinvolgente che ci porta dal mondo microscopico di fotoni ed elettroni, ai misteri del DNA, del cervello e della coscienza, fino ad arrivare ai fenomeni psichici e a quelli di coscienza collettiva.
Un unico meccanismo fisico sincronico sembra unire tra loro tutti questi fenomeni, dove particelle, materia e coscienza si fondono in una sola realtà olografica, rendendo concreti e spiegabili fenomeni come la telepatia, il teletrasporto, la precognizione, la visione remota e la psicocinesi.
Nel 1975, con “Il Tao della fisica”, Capra diede alla scienza un contributo dirompente, stabilendo dei paralleli tra quelle che continuavano a essere due realtà separate, la fisica e la metafisica, la scienza e lo spirito.
Spingendosi ancora più in là, il fisico quantistico Amit Goswami pone le premesse non di un parallelismo, ma di una completa integrazione tra questi due campi, spiegando il perché, ricorrendo ad aneddoti ed esempi coloriti tratti dalla cultura popolare, in un linguaggio comprensibile a tutti. Scrive nell’introduzione: “La fisica quantistica non basta per immergerci nel mistero della materia: è mai evidente che essa, in quanto tale, non è completa; per completarla è necessario l’osservatore, la coscienza”.
Nell’ultima parte del libro Goswami spiega come la nuova scienza possa aiutare a compiere un enorme balzo avanti nella coscienza; discute della creatività del corpo nei processi di autoguarigione, del potere delle pratiche spirituali, di come scegliere la propria via di meditazione e dei cinque livelli della crescita spirituale, che culmina nella capacità di trascendere le leggi fisiche della natura.
http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/11/25/la-fisica-quantistica-dimostra-che-la-vita-continua-dopo-la-morte/
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Una delle maggiori preoccupazioni dell’uomo è sapere ciò che gli accadrà dopo la morte. Continuerà la vita o sprofonderemo nel buio totale nel quale la coscienza cessa di esistere? Questa domanda è talmente importante che alcune persone sviluppano una preoccupazione intensa che sfocia nella paura della morte.
Tuttavia, secondo Robert Lanza, un biologo che lavora nella Advanced Cell Technology, ed insegna come professore aggiunto presso la Wake Forest University School of Medicine, la morte non esisterebbe, o almeno non così come la concepiamo. Secondo questo illustre biologo che in questi ultimi anni si è dilettato nel mondo della fisica quantistica, la morte sarebbe solo un’illusione creata dalla nostra coscienza. Per dimostrarlo, utilizza appunto la stessa fisica quantistica.
Un cenno alla fisica quantistica
Nel secolo scorso abbiamo assistito a dei cambiamenti epocali nei paradigmi scientifici e numerose scoperte hanno spostato le fondamenta del nostro tradizionale modo di vedere e comprendere la realtà. Alcune di queste scoperte hanno raggiunto un punto che potrebbe sembrare pura fantascienza, ma non lo è.
Tuttavia, ora sappiamo che la materia è costituita per il 99% di spazio vuoto e che le particelle quantistiche sono punti di dimensione pari a zero. Ora sappiamo che viaggiare nel futuro è possibile a condizione di spostarsi ad una velocità enorme, che le particelle possono teletrasportarsi attraverso un muro e possono anche essere presenti in due posti contemporaneamente.
Oggi la fisica quantistica è molto di più di una serie di leggi e teorie esclusive di poche grandi menti, perché i suoi risultati potrebbero avere un impatto sulla nostra comprensione del mondo e nella quotidianità.
La chiave è il biocentrismo
Lanza propone una nuova disciplina, il biocentrismo, in cui la biologia ha un ruolo essenziale dal momento che secondo questo scienziato, è la nostra stessa coscienza che crea l’universo e non il contrario. Lanza spiega attentamente questa teoria in un libro che ho appena iniziato a leggere la settimana scorsa (in inglese): “Biocentrismo”.
Secondo questa teoria, non sarebbero stati i fenomeni fisici a creare la realtà ma la vita stessa. Questo suggerisce che la coscienza determinerebbe l’esistenza degli oggetti nell’universo e anche molti fenomeni che diamo per scontati, come lo spazio e il tempo.
Pertanto, quando accettiamo che lo spazio e il tempo siano sono solo strumenti della nostra mente che usiamo per orientarci, la morte diventa priva di significato perché non è un punto di arrivo, non è un fine a se stesso. Il problema consiste nel fatto che ci è stata trasmessa l’idea che la morte è associata al corpo fisico e questo, prima o poi muore. Tuttavia, la nostra coscienza è molto di più che semplici proteine e acidi nucleici.
Un esperimento incredibile: La doppia fenditura
Lanza dice che ciò che vediamo non potrebbe esistere senza la coscienza, la quale ha la sua importanza nell’universo. Pertanto, comprendere l’universo dal punto di vista del biocentrismo prevede di considerare che la nostra esperienza sensoriale non sia altro che un vortice di informazioni che si verificano nella nostra mente. Se accettiamo questa concezione dello spazio e del tempo, allora non c’è la morte, perché questa sarebbe una forma per trascendere il nostro pensiero di tutti i giorni.
Nel suo libro, Lanza cita numerosi esperimenti nel campo della fisica quantistica che gli scienziati non sono ancora giunti a capire approfonditamente, ma che si adatterebbero perfettamente come pezzi di un grande puzzle nella teoria del biocentrismo.
Uno degli esperimenti più interessanti è quello della “doppia fenditura”. In pratica, questo esperimento consiste nella emissione di un fascio di luce su di uno schermo sul quale esistono due fenditure. La cosa divertente è che quando i fisici concentravano la loro attenzione su di una particella questa attraversava una fessura o l’altra comportandosi come materia. Al contrario, se non veniva osservata, la particella attraversava entrambe le fenditure contemporaneamente sotto forma di onda.
Secondo Lanza, ciò significa che il comportamento di questa particella è determinato, in qualche modo, dall’osservatore esterno, che a sua volta indicherebbe che materia ed energia hanno un legame comune e che il loro comportamento dipenderebbe dalla percezione della persona che osserva.
Le implicazioni del biocentrismo sono molte, nel caso in cui questa teoria che è anche strettamente collegata con i precetti del buddismo venisse accettata dalla comunità scientifica. Per ora, stimola molte domande: Come vivremmo se la nostra percezione della morte cambiasse e smettessimo di considerarla un punto di arrivo? Cosa farebbero le persone se sapessero di avere la capacità di influenzare la realtà? Sarebbe questa la fine della presunta oggettività tanto osannata dalla fisica classica e più in generale dalla scienza?
Fonte:
Lanza, R. & Berman, B. (2009) Biocentism: How life and consciousness are the keys to understanding the true nature of the universe.
http://www.tecnologia-ambiente.it/la-morte-non-esiste-lo-dimostra-la-fisica-quantistica
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GLI SCIENZIATI SOSTENGONO CHE LA TEORIA QUANTISTICA DIMOSTRA CHE LA COSCIENZA DOPO LA MORTE SI SPOSTA IN UN ALTRO UNIVERSO
UN LIBRO INTITOLATO “IL BIOCENTRISMO: COME LA VITA E LA COSCIENZA SONO LE CHIAVI PER COMPRENDERE LA NATURA DELL’UNIVERSO” HA SUSCITATO INTERESSE IN INTERNET, PERCHÉ CONTIENE L’AFFERMAZIONE CHE LA VITA NON FINISCE QUANDO IL CORPO MUORE, E CHE INVECE PUÒ DURARE PER SEMPRE. L’AUTORE DI QUESTA PUBBLICAZIONE, LO SCIENZIATO DR. ROBERT LANZA, CHE È STATO VOTATO COME IL TERZO PIÙ IMPORTANTE SCIENZIATO VIVO DAL NEW YORK TIMES, NON HA DUBBI CHE CIÒ SIA POSSIBILE.
OLTRE IL TEMPO E LO SPAZIO
Lanza è un esperto di medicina rigenerativa e direttore scientifico della Advanced Cell Technology Company . All’inizio è diventato conosciuto per la sua vasta ricerca sulle cellule staminali, e famoso per diversi esperimenti di successo sulla clonazione di specie animali in via di estinzione .
Ma non molto tempo fa, lo scienziato si e’ lasciato coinvolgere con la fisica, la meccanica quantistica e astrofisica . Questa miscela esplosiva ha dato vita a una nuova teoria del Biocentrismo, che il professore va predicando da allora. Il Biocentrismo insegna che la vita e la coscienza sono fondamentali per l’universo. E ‘ la coscienza che crea l’universo materiale, non il contrario .
Lanza puntualizza che la struttura dell’universo stesso, nonché le leggi, le forze e le costanti dell’universo, sembrano essere messe a punto per la vita, e come questo implichi che ‘intelligenza esisteva prima alla materia. Egli sostiene inoltre che spazio e tempo non sono oggetti o cose, ma piuttosto strumenti della nostra comprensione innata (animale). Lanza dice che noi portiamo lo spazio e il tempo in giro con noi “come le tartarughe con gusci”, nel senso che quando il guscio si stacca (spazio e tempo), noi esistiamo ancora.
La teoria implica che la morte della coscienza semplicemente non esiste. Quest’ultima esiste solo come pensiero perché le persone si identificano con il loro corpo. Essi credono, prima o poi, che morendo
il corpo pure la loro coscienza scompaia. Se il corpo genera coscienza, allora la coscienza muore quando il corpo muore. Ma se il corpo riceve la coscienza nello stesso modo in cui un decoder riceve i segnali satellitare, poi, naturalmente, la coscienza non finisce con la morte del veicolo fisico. In realtà, la coscienza esiste al di fuori dei vincoli di tempo e spazio . È in grado di essere ovunque: nel corpo umano e fuori di essa. In altre parole , esso è non- locale nello stesso senso che gli oggetti quantici non sono locali.
Lanza ritiene inoltre che universi multipli possano esistere simultaneamente . In un universo, il corpo può essere morto. E in un altro continua ad esistere, assorbendo la coscienza che e’ migrata in questo universo. Ciò significa che una persona morta, anche se passa attraverso lo stesso tunnel, non finisce all’inferno o in paradiso, ma in un mondo simile da lui o da lei già una volta abitato, ma questa volta vivo. E così via, all’infinito . E’ quasi come effetto matryoshka postmortem cosmico.
MONDI MULTIPLI
Questa teoria instilla-speranza, ma allo stesso tempo estremamente controversa di Lanza ha molti sostenitori inconsapevoli, non solo comuni mortali che vogliono vivere per sempre, ma anche alcuni noti scienziati . Questi sono i fisici e astrofisici che tendono a concordare con l’esistenza di mondi paralleli e che suggeriscono la possibilità di universi multipli. Multiverso (multi – universo) è il cosiddetto concetto scientifico, che essi difendono . Essi credono che non esistano leggi fisiche che vietino l’esistenza di mondi paralleli.
Il primo era uno scrittore di fantascienza HG Wells che lo ha proclamato nel 1895 nel suo racconto “The Door in the Wall”. E dopo 62 anni, questa idea è stata sviluppata dal Dr. Hugh Everett nella sua tesi di laurea presso l’Università di Princeton. In sostanza, questi sostiene che in ogni momento l’universo si divide in innumerevoli casi simili. E l’esatto momento successivo, questi universi ” neonati “, si suddividono in un modo simile. In alcuni di questi mondi si potrebbe stare nel presente a leggere questo articolo in un universo e guardare la TV in un altro.
I fattori scatenanti di questi multiplyingworlds (universi che si moltiplicano) sono le nostre stesse azioni, spiega Everett. Se facciamo alcune scelte, subito un universo si divide in due differenti versioni di risultati.
Nel 1980, Andrei Linde, scienziato dell’Istituto del Lebedev della fisica, ha sviluppato la teoria di universi multipli. Egli è ora professore alla Stanford University. Linde ha spiegato: Lo spazio è costituito da molte sfere di gonfiaggio, che danno origine a sfere simili, e queste, a loro volta, producono sfere in numero ancora maggiore, e così via all’infinito . Nell’universo, queste sono distanziate. Non sono consapevoli della reciproca esistenza. Ma esse rappresentano parti di uno stesso universo fisico.
Il fatto che il nostro universo non è solo è supportato da dati ricevuti dal telescopio spaziale Planck. Utilizzando i dati, gli scienziati hanno creato la mappa più accurata dello fondo di nanoonde, la cosiddetta radiazione fossile cosmica di fondo, che è rimasto dall’inizio del nostro universo. Hanno anche scoperto che l’universo ha un sacco di recessi oscuri rappresentati da alcuni buchi e lacune.
Il fisico teorico Laura Mersini – Houghton presso l’Università della Carolina del Nord sostiene assieme ai suoi colleghi: esistono le anomalie del fondo di nanoonde a causa del fatto che il nostro universo è influenzato da altri universi esistenti nelle vicinanze. E buchi e le lacune sono un risultato diretto di attacchi contro di noi da universi limitrofi.
ANIMA
Quindi, vi e’ abbondanza di luoghi o di altri universi dove la nostra anima potrebbe migrare dopo la morte, secondo la teoria del neo-biocentrismo. Ma esiste l’anima? C’è qualche teoria scientifica della coscienza, che potrebbe ospitare una simile affermazione? Secondo il dottor Stuart Hameroff, un’esperienza di premorte accade quando l’informazione quantistica che abita il sistema nervoso lascia il corpo e si disperde nell’universo. Contrariamente a interpretazioni materialistiche della coscienza, il dottor Hameroff offre una spiegazione alternativa di coscienza che può forse fare appello sia alla mente scientifica razionale che intuizioni personali.
La coscienza risiede, secondo Stuart e anche il fisico britannico Sir Roger Penrose, nei microtubuli delle cellule cerebrali, che sono i luoghi primari di elaborazione quantistica. Dopo la morte, questa informazione viene rilasciata dal corpo, il che significa che la vostra coscienza va con esso. Essi hanno sostenuto che la nostra esperienza della coscienza è il risultato di effetti di gravità quantistica in questi microtubuli, una teoria che hanno definito la Riduzione Obiettiva Orchestrata (Orch – OR) .
La coscienza, o almeno proto-coscienza è teorizzata da loro essere una proprietà fondamentale dell’universo, presente anche al primo momento dell’universo durante il Big Bang. “In una tale schematica esperienza proto-cosciente sta la proprietà fondamentale della realtà fisica alo stesso tempo accessibile a un processo quantistico associato con l’attività cerebrale”.
Le nostre anime sono infatti costruite dal tessuto stesso dell’universo – e possono essere esistite fin dall’inizio dei tempi. I nostri cervelli sono solo ricevitori e amplificatori della proto-coscienza che è intrinseca al tessuto dello spazio-tempo. Così, c’è davvero una parte della vostra coscienza che è non materiale e che vivrà dopo la morte del corpo fisico ?
Dr Hameroff ha detto al Science Channel Attraverso il documentario Wormhole: “Diciamo che il cuore smette di battere, il sangue smette di scorrere, i microtubuli perdono il loro stato quantico . L’informazione quantistica all’interno dei microtubuli non viene distrutta, non può essere distrutta, si distribuisce e si dissipa nell’universo generale. Robert Lanza potrebbe aggiungere che non solo esiste nell’universo, esiste forse in un altro universo .
Se il paziente è resuscitato, rianimato, questa informazione quantistica può andare indietro nel microtubuli e il paziente dice: “Ho avuto un’esperienza vicina alla morte”.
E aggiunge: “Se non tornano in vita, e il paziente muore, è possibile che questa informazione quantistica può continuare a esistere al di fuori del corpo, forse a tempo indeterminato, come anima”.
Questa interpretazione della coscienza quantistica spiega le cose come esperienze di premorte, proiezione astrale, esperienze fuori del corpo, e anche la reincarnazione senza bisogno di ricorrere a ideologia religiosa. L’energia della vostra coscienza potenzialmente viene riciclata in un corpo diverso a un certo punto, e nel frattempo esiste al di fuori del corpo fisico a un altro livello di realtà, e forse in un altro universo.
Fonte: http://xposethereal.com
Tradotto da noi per A.M.A. (articolo apparso sul blog il 12.01.2014)
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LA NUOVA FISICA CI DICE CHE LA VITA DOPO LA MORTE E’ “INEVITABILE” PER CONSEGUENZA LOGICA E STATISTICA.
Quella che segue non è proprio una lettura semplice ed immediata, lo ammetto, magari dovrete ritornare su certi concetti, rileggerli più volte per “digerirli”, ma vi assicuro che è un efficace compendio delle nuove acquisizioni a cui ci sta conducendo la cosiddetta “nuova fisica”, figlia di una scienza senza condizionamenti o paraocchi ideologici, nè stupidi e sorpassati pregiudizi materialistici, ormai stantio retaggio ottocentesco. Essa ci conduce ad implicazioni davvero fondamentali per la nostra esistenza ed il nostro modo di guardare alla vita, e che in futuro certamente modificheranno radicalmente culture, costumi, mentalità e modi di vivere. Pertanto vi consiglio di leggere con cura questa “gemma” che contiene la sintesi scientifica fatta dal fisico teorico Frederik Van Der Veken che io ho semplicemente tradotto dall’inglese.
grafica dello spazio-tempo
Nel corso degli ultimi 100 anni abbiamo assistito a grandi cambiamenti nei paradigmi scientifici, e grandi e numerose scoperte hanno scosso le fondamenta del nostro modo di vedere la realtà al punto che, alcune di esse, possono sembrarci addirittura fantascientifiche: noi sappiamo oggi che la materia è costituita per il 99% da spazio vuoto e che le particelle quantistiche sono punti zero-dimensionali. E’ verificabile sperimentalmente che il viaggio nel futuro è possibile viaggiando ad altissime velocità ed esistono particelle quantistiche in grado di teletrasportarsi attraverso muri impenetrabili e di essere in due posti contemporaneamente e, inoltre, di cambiare il proprio comportamento in presenza di un osservatore cosciente. La meccanica quantistica è molto di più di un insieme di teorie ed interpretazioni, essa ci fornisce l’innegabile prova che tutto ciò che conosciamo, le opere e l’esperienza, si strutturano in modi che possiamo definire “surreali”, e non è l’unico campo della scienza che ci fa riflettere a fondo circa il vero senso e la vera natura della realtà. Anche le neuroscienze, che studiano il nostro sistema nervoso, ci inducono a riflessioni profonde sul mistero più grande e tuttora irrisolto della scienza: la coscienza. Il concetto di coscienza proposto nel corso del 2012 è che essa sia il risultato delle scariche elettriche che si verificano nel sistema nervoso e lo fanno funzionare; quando questa attività diventa irregolare o insolita a causa, per esempio, di lesioni cerebrali, sperimentiamo le cose in maniera diversa dal solito. Ad esempio, esiste una malattia rara che può verificarsi come conseguenza di emicrania e diabete e che si chiama “sindrome di Capgras” (detta anche sindrome del sosia); detta malattia fa si che chi ne è colpito si convinca profondamente che tutti i propri cari, familiari ed amici, siano degli impostori, dei sosia che fingono di essere suoi familiari. Per il resto essi si comportano in modo del tutto normale, ma anche di fronte a ragionamenti logici e ferrei che vengono ad essi fatti per dimostrargli che i loro parenti non sono affatto degli impostori, essi continuano ad articolare altrettanti complessi ragionamenti per spiegare in che modo quegli “impostori” si siano sostituiti ai propri familiari. Anche altri disturbi possono, per esempio, causare nei pazienti la perdita della capacità di descrivere o percepire la metà destra del volto delle persone, ma essi non saranno mai consapevoli di questa loro condizione e non accetteranno mai il fatto di soffrire effettivamente di questa malattia. Noi siamo convinti che le nostre capacità matematiche e razionali ci permettano di fare distinzioni oggettive, e che il nostro intelletto sia il “motore” delle nostre incredibili conquiste scientifiche e del nostro progresso tecnologico: ciò è certamente vero, ma le stesse capacità intellettuali che possediamo in vario grado, possono portarci anche a convincerci della realtà di pure illusioni e a restare bloccati in esse (la profezia Maya vi ricorda forse qualcosa a livello planetario? ndr). Come accade ai malati della sindrome di Capgras. In poche parole possiamo dire che sono i modelli alla base della nostra coscienza a definire la nostra percezione dell’intera realtà. Sembra, inoltre, che la nostra coscienza funzioni più come un orologio digitale che come uno analogico: invece di un flusso costante di esperienza, le nostre esperienze possono essere suddivise in intervalli di “quanti” di tempo equivalenti a 0,042 secondi, ciascuno dei quali corrisponde a un momento di coscienza. Questo si chiama “quantizzazione” e significa che qualcosa può essere suddiviso fino a giungere ai più piccoli blocchi che compongono un “edificio”. Ogni stato di coscienza consiste di un certo numero di informazioni che potrebbero, teoricamente, essere registrate in un “disco rigido” che, non è ancora alla portata delle odierne conoscenze; nonostante ciò, si sta assistendo nei laboratori di tutto il mondo ad enormi progressi nel campo della ricerca che ha lo scopo di creare un simulatore del cervello umano il più perfetto possibile.
Ad oggi non sono state ancora assorbite completamente dall’opinione pubblica alcune delle più grandi e sconvolgenti scoperte della ricerca scientifica del secolo scorso, e quello che la scienza ha scoperto nel campo della conoscenza della coscienza umana negli ultimi decenni sta appena iniziando a farsi strada faticosamente tra le tante informazioni senza importanza che ogni giorno ci bombardano. Ciò che la scienza sta scoprendo sulla coscienza umana cambierà di sicuro in futuro il nostro modo di guardare la vita….Nel 2007 il pioniere della ricerca sulle cellule staminali Robert Lanza, ha elaborato una teoria che postula che il tempo, lo spazio ed anche la nostra intera realtà, non sono affatto ciò che noi da sempre crediamo che siano seguendo la semplice evidenza che i nostri sensi ci rimandano ogni giorno. Sebbene ancora incompleta, questa teoria è stata accettata come promettente e foriera di futuri rivoluzionari sviluppi da molti fisici premi Nobel e dagli astrofisici della NASA. Questa teoria, detta del “biocentrismo”, descrive la realtà come un processo che coinvolge profondamente la nostra coscienza e spiega che, senza l’intervento, appunto, della nostra coscienza, tutta la materia si trova in uno stato indeterminato di probabilità, il tempo non ha esistenza reale e lo spazio è solo un concetto che usiamo per dare un senso alle cose. Se guardiamo alla meccanica quantistica e alle neuroscienze per riempire i vuoti di questa teoria, tutto ciò che ci rimane altro non sono che stati quantizzati di coscienza; la realtà, come la conosciamo non esiste, e se avesse un qualsiasi tipo di esistenza che si potesse “visualizzare”, essa si presenterebbe ai nostri ipotetici occhi come un mare infinito di informazioni statiche nelle quali tutte le probabilità esistono contemporaneamente. Immaginare tutte queste probabilità in uno spazio zero-dimensionale e senza tempo non è facile per noi e la nostra mente che è, per l’appunto, spazio-temporale, e forse mai riusciremo a capire cos’è la realtà in realtà (scusate il gioco di parole). Ogni più piccola parte di informazione esiste, compresi i “blocchi” di informazioni che descrivono perfettamente i momenti di coscienza che noi sperimentiamo da un momento all’altro. Nella meccanica quantistica è stata elaborata la teoria dell’universo olografico nella quale l’intero universo può essere visto come una struttura bidimensionale contenente tutte le informazioni che ci sembra di percepire in maniera tridimensionale. In un nuovo modello tutta l’esistenza è codificata nei momenti quantizzati di coscienza che contengono tutte le nostre esperienze. Ogni momento di coscienza è una realtà in sé, e abbiamo esperienza del tempo come ovvia e semplice, ma ogni momento di coscienza contiene un diverso insieme di memorie ed esperienza, indipendentemente dalla nostra sensazione di “linea temporale”. Domani potrebbe accadere prima di ieri….dai nostri ricordi dipendono le informazioni codificate in ogni istante di coscienza ed essi possono dirci solo qualcosa circa la realtà che viviamo in questo momento; ogni percezione del tempo come una “continuità” è, in realtà, un’illusione. Per questo l’astrofisico della NASA David Thompson ha definito la teoria di Lanza una “sveglia” data all’umanità che soggiace dormiente all’illusione della realtà come connaturata dallo spazio e dal tempo. Quando guardiamo al Big Bang o quando osserviamo le particelle quantistiche saltare avanti e indietro nel tempo, abbiamo l’arroganza di presumere che il tempo si muova solo in avanti ed in linea retta, e quella di considerare queste anomalie temporali come insolite e intuitive. In realtà non vi è alcuna indicazione del fatto che la nostra percezione e la memoria definiscano la direzione del tempo. Tutto ciò sembra suggerire che la nostra realtà sia sempre sul punto di disintegrarsi completamente o che, almeno, essa sia altamente incoerente e casuale in qualsiasi momento. Ma il motivo per cui noi sperimentiamo un mondo rigido, con leggi naturali profondamente strutturate è perché modelli coerenti evolvono secondo principi matematici. Dal momento che ogni modello possibile può esistere all’interno di un infinito, l’unico collegamento tra due momenti indipendenti quantizzati di coscienza è l’informazione nuova che si sovrappone ad essi. Le leggi secondo le quali noi realizziamo la nostra realtà sono semplicemente quelle più probabili a realizzarsi fra le infinite altre. Del resto modelli strutturati e coerenti si possono trovare anche nel caos, essi sono necessari all’esistenza della coscienza e la realtà che viviamo si evolve lungo i rami più probabili del proprio modello specifico. Se i disturbi neurali come la sindrome di Capgras ci hanno insegnato qualcosa è che abbiamo una capacità incredibile di razionalizzare le stranezze nella nostra realtà. C’è una evidenza, però, che diventa difficile confutare: che il modello di momenti quantizzati di esperienza è intrinsecamente infinito e, statisticamente, dunque, una vita dopo la morte è semplicemente inevitabile.
http://www.metafonicamente.it/la_nuova_fisica.html
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