Un gruppo di ricercatori ha dimostrato che i cani conservano i ricordi delle proprie esperienze anche se si tratta di eventi che al momento non appaiono rilevanti e non è quindi importante ricordarli. Si tratta della prima dimostrazione dell’esistenza di una memoria episodica – o di qualcosa di molto simile – in animali diversi dai primati(red).
I cani hanno la capacità di ricordare azioni complesse anche se non hanno una particolare importanza nel momento in cui si verificano. Hanno, cioè, qualcosa di molto simile alla memoria episodica degli esseri umani, che conserva i ricordi in prima persona delle esperienze di vita. A dimostrarlo è uno studio condotto da tre etologi dell’Università Eötvös Loránd di Budapest, Claudia Fugazza, Ákos Pogány e Ádám Miklósi, che firmano un articolo pubblicato su “Current Biology”.
L’ipotesi che animali non umani possiedano una memoria episodica è oggetto da decenni di accese dispute in ambito scientifico. Per dimostrare che una persona possiede la memoria episodica basta infatti farle qualche domanda, ma nel caso degli altri animali bisogna affidarsi al loro comportamento, escludendo al tempo stesso qualsiasi altra possibile spiegazione di quel comportamento (per esempio che sia frutto di un addestramento/condizionamento).
Due immagini dei test eseguiti dai ricercatori: a sinistra l’addestratore tocca l’ombrello; a destra il cane ripete l’azione. (Cortesia Mirko Lui)
Fugaza e colleghi hanno ideato un esperimento che risolve il problema. Hanno prima addestrato un gruppo di cani a imitare le loro azioni quando sentivano il comando “fa come me”. Successivamente, li hanno addestrati in modo che si sdraiassero subito dopo aver visto gli sperimentatori compiere un’azione (diversa, ovviamente, dallo sdraiarsi). Quando i cani si erano ormai abituati a eseguire sistematicamente questo comportamento (che non richiede la memorizzazione dell’azione compiuta dall’addestratore), al cane è stato impartito – dopo un lasso di tempo variabile fra qualche minuto e un’ora – il comando “fa come me”. E i cani hanno eseguito anch’essi l’ultima azione dell’addestratore.
Il punto saliente è che i cani non avevano alcun motivo specifico per ricordare
quell’azione, dato che il compito che si aspettavano di dover eseguire era quello di sdraiarsi. Tuttavia, l’avevano memorizzata: la loro memoria non è dunque attiva solo in funzione di un’utilità immediata, ma registra una propria biografia.
In pratica, sono dotati quanto meno di una memoria simil-episodica, come la definiscono con prudenza i ricercatori, la cui esistenza in animali non umani finora era stata dimostrata solo nelle grandi scimmie. “Da una prospettiva evolutiva – ha detto Fugazza – questo implica che la memoria simil-episodica non è qualcosa di unico e non si è evoluta solo nei primati ma è una capacità più diffusa nel regno animale”
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
http://www.lescienze.it/news/2016/11/24/news/cani_memoria_episodica_simil-episodica-3323099/?ref=nl-Le-Scienze_25-11-2016
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.