La funzione primaria dei nostri reni è quella di provvedere alla depurazione ed eliminazione delle sostanze tossiche che si formano nel sangue giorno dopo giorno durante i processi metabolici. Nel caso in cui la giusta funzionalità di questi organi sia compromessa, per cause patologiche o per malattie genetiche, è vitale ricorrere all’emodialisi. Tuttavia d’ora in poi non potrebbe più essere indispensabile. Gli scienziati hanno, infatti, sviluppato il rene bionico.
In cosa consiste l’emodialisi?
L’emodialisi non è altro che un lavaggio artificiale del sangue, tramite un macchinario che aiuta il paziente a ripulirlo dalle scorie e dai liquidi in eccesso, che non vengono più ad eliminati in modo naturale attraverso l’urina.
Il sangue viene fatto passare in una macchina e attraverso un filtro speciale che rimuove le sostanze dannose ed i sali in eccesso, in particolare il potassio e sodio il cui accumulo inciderebbe in modo rilevante sul livello della pressione arteriosa.
Il trattamento di emodialisi è purtroppo irreversibile, il soggetto deve sottoporsi ricorrenti sedute almeno tre volte a settimana per un periodo di quattro ore, l’unica alternativa per i pazienti nefropatici cronici è il trapianto di rene.
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Sicuramente la vita di questi pazienti non è semplice, tutta la loro esistenza dipende da una macchina, per fortuna la moderna biotecnologia fa progressi da giganti nel campo della ricerca.
Grazie al rene bionico tantissimi malati potranno finalmente dire addio all’emodialisi
Gli scienziati americani hanno messo a punto un rene bionico ossia un rene artificiale, dotato di filtri in silicio, che una volta impiantato nel paziente, non solo provvederà alle esigenze del corpo, ma gli ridarà una migliore qualità della vita e la libertà di vivere un po’ più serenamente la malattia.
La vera anima di questo dispositivo è un micro chip di silicio, dalle dimensioni ridotte, ma in grado da fungere da filtro allo stesso modo delle cellule renali, sarà in grado di eliminare le scorie presenti e di riassorbire i costituenti necessari secernendo la giusta quota di eritropoietina, allo stesso modo dei reni sani.
Un normale intervento chirurgico permette d’impiantare nel corpo del paziente questo piccolo rene artificiale, non sarà necessario rimuovere quelli esistenti, perché verrà posizionato vicino a questi, verrà collegato alla vescica ed ad una fornitura di sangue.
Funziona principalmente in base alla pressione sanguigna, non sarà più necessario quindi l’ausilio di una pompa o di energia elettrica, e sicuramente darà nuova speranza e fiducia a tutti i malati cronici in fase finale che attendono il trapianto renale.
Addio emodialisi: gli scienziati hanno creato il rene bionico
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