La musica segreta delle piante: non metafora, ma biofisica vibrante
Esiste un concerto che non ha bisogno di strumenti, un’orchestra senza musicisti, una sinfonia che le piante compongono da milioni di anni e che solo ora stiamo imparando ad ascoltare
Non si tratta di poesia, non è una metafora , è pura biofisica: un linguaggio di segnali elettrici e vibrazioni sottili che attraversano foglie e radici, raccontando come la pianta respira, reagisce al sole, percepisce il tocco di una mano o il pericolo di un insetto
In parole semplici, quella che potremmo chiamare “biofisica vibrante” si riferisce allo studio di come le vibrazioni e le oscillazioni energetiche interagiscono con i sistemi viventi. Ogni cosa nell’universo, dalle particelle subatomiche alle cellule, vibra a specifiche frequenze. Queste vibrazioni non sono metaforiche, ma letteralmente misurazioni di energia in movimento. La biofisica vibrante esplora come le cellule emettono e rispondono a specifici schemi vibrazionali, come gli organismi utilizzano frequenze per la comunicazione intercellulare e come i campi elettromagnetici interagiscono con i tessuti biologici
E’ Plants Play che rendere udibile l’invisibile (inudibile)
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
Questa musica nascosta viene catturata da un dispositivo reale chiamato Plants Play, nato dall’intuizione di Edoardo Taori e Federica Zizzari, due ricercatori-artisti italiani che hanno costruito un ponte tra il mondo vegetale e il nostro
Il dispositivo, verificabile e scientificamente fondato, utilizza due piccoli sensori applicati sulla pianta per registrare le variazioni di impedenza elettrica, ossia le fluttuazioni nella conducibilità dei tessuti vegetali.
Questi segnali vengono elaborati da un algoritmo che li traduce in note musicali in tempo reale, senza ripetizioni o schemi prefissati.
Ogni suono è un riflesso diretto dello stato fisiologico della pianta e della sua interazione con l’ambiente
La scienza dietro la musica delle piante
La base scientifica di questa tecnologia è solidamente ancorata nella biofisica vegetale. Gli studi mostrano che le piante generano potenziali elettrici attraverso:
Potenziali d’azione: simili a quelli del sistema nervoso animale, ma basati sul movimento di ioni calcio, potassio e cloro attraverso le membrane cellulari
Potenziali di variazione: risposte elettriche più lente a stimoli ambientali come cambiamenti di luce, temperatura o umidità
Segnalazione idraulica: variazioni di pressione nei vasi linfatici che si propagano e generano segnali elettrici misurabili.
La ricerca di Stefano Mancuso dell’Università di Firenze e del professor František Baluška dell’Università di Bonn ha dimostrato che le piante utilizzano questi segnali elettrici per coordinare risposte a stimoli esterni, in modo non dissimile da un sistema nervoso primitivo
Un dialogo in tempo reale
Se tocchi la pianta, la musica cambia. Se arriva la pioggia, il ritmo accelera. Se ti avvicini in silenzio, le note si fanno più profonde, quasi un respiro
“Non siamo noi a comporre,” spiegano Taori e Zizzari, “ma la pianta stessa. Noi abbiamo solo costruito un traduttore che opera attraverso un algoritmo gaussiano, che assegna frequenze musicali in base all’ampiezza e alla frequenza dei segnali bioelettrici.”
Studi condotti presso l’Università di Wageningen nei Paesi Bassi hanno confermato che questi segnali elettrici variano significativamente in risposta a:
Cambiamenti di illuminazione
Stress idrico
Contatto fisico
Presenza di danneggiatori
Persino a vibrazioni sonore nell’ambiente circostante
Applicazioni e implicazioni
Plants Play non è solo uno strumento artistico, ma anche un potente strumento di ricerca
I botanici lo utilizzano per studiare:
Come le piante rispondono a diverse condizioni ambientali
Il ritmo circadiano delle attività vegetali
L’impatto dell’inquinamento sulle funzioni vegetali
La comunicazione tra piante vicine
Nel campo terapeutico, la musica generata dalle piante viene utilizzata in sessioni di meditazione, sound therapy e per creare ambienti sonori rigeneranti in spazi urbani
Una rete vibrante e intelligente
Questo approccio si inserisce nel crescente corpo di ricerche sulla “plant intelligence”, un campo scientifico che esplora come le piante, pur senza sistema nervoso centrale, esibiscano comportamenti adattivi complessi e forme di memoria
La scienza qui non contraddice la poesia, ma la amplifica. Ci ricorda che il mistero non è meno affascinante perché misurabile, e che a volte servono un paio di sensori e un algoritmo per ricordarci che siamo circondati da voci che aspettavano solo di essere ascoltate
Forse un giorno ascolteremo un intero bosco suonare, e riconosceremo in quella sinfonia un linguaggio antico che parla anche di noi, della nostra appartenenza a una rete più grande, vibrante, e meravigliosamente intelligente !!!
Oltre il visibile
Il dispositivo Plants Play, con il suo design elegante e non invasivo, rappresenta una rivoluzione silenziosa nel nostro modo di percepire il mondo vegetale. Non pretende di interpretare “emozioni” delle piante, ( e chissa se veramente non e’ possibile!) ma traduce processi fisiologici reali in un linguaggio accessibile ai nostri sensi
Come ha osservato il botanico Anthony Trewavas dell’Università di Edimburgo (simpatico individuo): “Le piante sono esseri intelligenti con straordinarie capacità di elaborazione delle informazioni, solo che operano su scale temporali e con modalità così diverse dalle nostre che abbiamo impiegato secoli per iniziare a comprenderle”
Plants Play non inventa nulla, traduce, rende udibile ciò che era solo silenzio elettrico e ci ricorda che la natura non è mai stata muta, solo in attesa di essere ascoltata con orecchie nuove, con tecnologia rispettosa, con la volontà di capire oltre il visibile e l’udibile
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Nota: Plants Play è un dispositivo reale sviluppato da Edoardo Taori e Federica Zizzari. La tecnologia si basa su principi scientifici verificabili di elettrofisiologia vegetale, un campo in continua espansione nelle scienze botaniche moderne
GRAZIE
www.spaziosacro.it