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Il Didgeridoo: ponte ancestrale tra il cielo e la terra, strumento di guarigione e armonia universale

Il Didgeridoo: ponte ancestrale tra il cielo e la terra, strumento di guarigione e armonia universale

Il Didgeridoo, antico strumento musicale e sacro della tradizione aborigena australiana, è un lungo tubo di legno
ricavato da un albero di eucalipto scavato dalle termiti che risuona con un suono profondo e vibrante, un suono che sembra emergere dalla terra stessa, un suono che è musica ma anche preghiera, un suono che è medicina per l’anima e per il corpo

Il suono del Didgeridoo è prodotto dalla vibrazione delle labbra e dalla respirazione circolare, una tecnica che richiede pratica e maestria ma che una volta padroneggiata permette di creare un flusso continuo di suono un flusso che è come un fiume che scorre senza inizio e senza fine che avvolge chi ascolta in un abbraccio sonoro che calma la mente e apre il cuore

Le Origini ancestrali: il Didgeridoo nel tempo del sogno

Il Didgeridoo emerge dalla notte dei tempi della cultura australiana, uno strumento che rappresenta il legame indissolubile tra il popolo aborigeno e la terra che lo ha generato. Conosciuto con i nomi tradizionali di yiḏaki o mako nella lingua Yolŋu del Territorio del Nord, il Didgeridoo è uno dei più antichi strumenti a fiato dell’umanità, con testimonianze archeologiche che risalgono almeno a 1.500 anni fa. Nel contesto del Dreamtime, il tempo mitico aborigeno, il Didgeridoo riveste un significato sacro che trascende completamente la nostra comprensione occidentale ordinaria della musica.

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Il Dreamtime rappresenta non solo il passato ancestrale ma una dimensione spirituale contemporanea, sempre presente e accessibile attraverso le pratiche rituali. In questa cornice cosmologica, il Didgeridoo funge da ponte tra il mondo materiale e il regno spirituale, uno strumento attraverso il quale i suonatori tradizionali canalizzano le energie ancestrali e comunicano con gli spiriti del territorio e i totem del clan

La comprensione più profonda del Didgeridoo richiede l’abbandono della prospettiva occidentale che separa nettamente la musica dalla spiritualità, dalla medicina e dalla ritualità

Per il popolo aborigeno australiano, questi ambiti formano un’unità inscindibile dove ogni suono prodotto dallo strumento rappresenta una comunicazione consapevole con il cosmo e una partecipazione attiva nel suo perpetuo ordine

Le leggende tramandate di generazione in generazione attraverso la tradizione orale descrivono come il Didgeridoo sia stato il primo strumento utilizzato durante la creazione del mondo, come il suono primordiale che organizzò il caos primigenio e rese manifesta la realtà materiale. Questa comprensione mitica trova affascinanti paralleli con le scoperte contemporanee della fisica quantistica che suggeriscono come la vibrazione sonora sia effettivamente fondamentale nell’organizzazione della materia

La forma e la costruzione: il dialogo tra l’uomo e la natura

Il Didgeridoo rappresenta un straordinario esempio di come il popolo aborigeo abbia sviluppato una relazione profonda e consapevole con il proprio ambiente naturale. Tradizionalmente, come gia’ dicevo, esso è ricavato da rami di eucalipto naturalmente scavati dalle termiti nel corso di mesi o anni. La ricerca del legno adatto rappresenta una vera pratica iniziatica di osservazione e ascolto, dove il creatore di Didgeridoo sviluppa un’acutezza percettiva straordinaria per riconoscere quale albero contiene la cavità ideale. Questa ricerca non è casuale ma rappresenta un dialogo consapevole tra il maestro artigiano e il territorio, dove si manifestano segnali invisibili agli occhi non  allenati. Dopo il taglio, il tronco subisce un processo di asciugatura che può durare da sei a otto mesi, durante il quale il maestro artigiano attende con pazienza il momento giusto per procedere

I tunnel termitici, che potrebbero sembrare difetti, si rivelano invece come qualità preziose che conferiscono al Didgeridoo i caratteri unici di vibrazione e il timbro particolare. Ogni galleria scavata dall’insetto rappresenta un percorso microscopico che l’onda sonora seguirà, creando un paesaggio acustico complesso e ricco di armonici. La lunghezza, il diametro e la forma generale dello strumento influenzano profondamente il suono e la tonalità: lunghezze più brevi producono frequenze più alte, mentre lunghezze più lunghe generano suoni più profondi e risonanti. Nessun Didgeridoo produce esattamente lo stesso suono di un altro, poiché ogni strumento è il risultato di una combinazione unica di variabili naturali. Questa unicità conferisce a ogni Didgeridoo un’identità propria, quasi una personalità acustica che dialoga con il musicista in modo specifico e inimitabile

Il suono e la respirazione circolare: l’arte del respiro ininterrotto

Il suono del Didgeridoo emerge dalla tecnica straordinaria della respirazione circolare, una pratica che trasforma completamente il modo in cui il musicista interagisce con il proprio corpo e con il flusso del respiro. Attraverso questa tecnica il suonatore mantiene un flusso di aria continuo attraverso lo strumento inalando contemporaneamente attraverso il naso, creando un drone profondo e ininterrotto che sembra non avere inizio né fine.

Questa tecnica apparentemente impossibile rappresenta invece una delle grandi conquiste dell’ingegno umano primitivo, un perfezionamento tecnico che richiede mesi o anni di pratica consapevole. Il musicista sviluppa gradualmente la capacità di separare il flusso respiratorio in due canali indipendenti, permettendo alle guance di svuotarsi mentre i polmoni si riempiono nuovamente d’aria

Questo è realizzato immagazzinando aria nelle guance e usando questa riserva per mantenere il flusso d’aria nello strumento mentre si inspira attraverso il naso. Questa tecnica crea un suono continuo e armonioso, che può essere usato per la meditazione e la guarigione. Il respiro circolare è anche un’arte che unisce il corpo e l’anima, creando un ponte tra il mondo fisico e quello spirituale.
Definizione scientifica: Il respiro circolare è una tecnica avanzata di respirazione che permette di mantenere un flusso costante di aria attraverso uno strumento a fiato, come il didgeridoo.

Il suono specifico del Didgeridoo si caratterizza per essere un drone profondo con una gamma di frequenza che tipicamente oscilla tra i 55 e gli 80 Hertz, con complessi armonici che si estendono fino a frequenze più elevate

Queste basse frequenze producono un effetto di vibrazioni risonanti che il musicista sente profondamente all’interno del corpo, quasi come se l’intero organismo divenisse un risonatore. Il suonatore modula il suono muovendo la lingua, controllando la forma della cavità orale e variando la tensione delle labbra, creando così una vasta gamma di timbri che mimano i suoni della natura: il trimbulare dei coccodrilli, il verso degli uccelli, il sibilo del vento.

Quando il musicista pratica la respirazione circolare, favorisce l’attivazione del sistema nervoso parasimpatico, il sistema responsabile della risposta di “riposo e digestione”. La pratica costante ricalibra gradualmente il sistema nervoso autonomo verso uno stato di predominanza parasimpatica

Le funzioni rituali e cerimoniali: guarigione spirituale nel Tempo del Sogno

Nella tradizione aborigena il Didgeridoo rappresenta un veicolo spirituale multivalente attraverso il quale le comunità canalizzano l’energia ancestrale e invocano la guarigione profonda.

Questo veniva impiegato nelle cerimonie di guarigione per facilitare il rilascio delle energie perverse dal corpo dell’individuo malato. Si credeva che le vibrazioni profonde potessero penetrare negli strati più profondi dell’essere umano, scuotendo via le stagnazioni energetiche e i blocchi emozionali. La guarigione non era concepita come un’azione unidirezionale; rappresentava una riarmonizzazione collettiva dove l’intera comunità partecipava al processo di reintegrazione spirituale

Nelle cerimonie di risoluzione dei conflitti, il Didgeridoo fungeva da intermediario attraverso il quale le tensioni latenti potevano essere ritualizzate e trasformate in comprensione e riconciliazione. Uno strumento di pace.

Le cerimonie del Tempo del Sogno raccontano le grandi storie cosmiche della creazione, ogni suono rappresenta un capitolo nella narrazione epica della relazione tra il popolo e il territorio sacro. Nelle cerimonie descritte in alcuni dipinti rupestri ,il Didgeridoo accompagnava i cantanti e i danzatori in un’esperienza rituale che permetteva ai partecipanti di rinvigorire il legame spirituale con il luogo ancestrale. I suoni specifici prodotti dai diversi didgeridoo del gruppo, rappresentavano entità diverse del paesaggio sacro: la voce di un antenato particolare, lo spirito di un albero venerabile, l’energia del fiume che nutriva il territorio. Attraverso l’esperienza sonora collettiva i partecipanti entravano in comunione con il territorio stesso, sperimentando direttamente la realtà del Dreaming dove passato, presente e futuro coesistono in un eterno ora.

La pratica della guarigione con il Didgeridoo nella tradizione aborigena affrontava un’ampia gamma di condizioni, dalle malattie fisiche alle sofferenze emozionali ai blocchi spirituali. Gli anziani saggi sapevano intuitivamente quali frequenze utilizzare e quale durata della pratica era necessaria per diverse condizioni. Un bambino con febbre riceveva il suono di un Didgeridoo particolare giocato in una modalità specifica, mentre un individuo sofferente di lutto riceveva un suono diverso che facilitasse il rilascio emozionale e la riacettazione della ciclicità della vita.

Questa comprensione sofisticata della relazione tra frequenza sonora e stato fisiologico-emotivo preannuncia di molti secoli le scoperte contemporanee della CIMATICA (la scienza che studia come le vibrazioni sonore organizzano la materia e modificano gli stati biologici) e questo ci da da pensare….

Il Tempo del Sogno è un’eterna danza di creazione,
dove la terra, il cielo, le stelle si uniscono in un canto senza fine
È il cuore palpitante della cultura aborigena,un legame sacro tra passato, presente e futuro

L’utilizzo odierno: dal sacro all’universale

Nel nostro mondo contemporaneo il Didgeridoo è divenuto uno strumento terapeutico universalmente riconosciuto, praticato in ospedali, centri di meditazione e studi yogici in tutto il pianeta. Musicisti innovativi hanno dimostrato la versatilità straordinaria del Didgeridoo attraverso la fusione consapevole tra i suoni aborigeni tradizionali e la musica elettronica contemporanea, creando sessioni immersive che attraggono milioni di ascoltatori in tutto il mondo

Nel contesto della medicina alternativa il Didgeridoo viene impiegato come strumento di sound therapy, terapia del suono, applicabile dalla riduzione dello stress ,alla terapia emotiva, dal supporto energetico alla facilitazione di esperienze meditative profonde

I suonatori contemporanei descrivono il Didgeridoo come beneficiante di tre forme fondamentali :
il primo, l’infrasound che funziona come un massaggio sonoro senza tocco, penetrando in profondità nei tessuti per alleviare il dolore cronico e accelerare la guarigione del trauma osseo

il secondo, elimina le energie stagnanti emotive e energetiche

il terzo, facilita la meditazione dove i toni permettono ai principianti di entrare facilmente in stati cerebrali theta e delta che richiederebbero altrimenti anni di pratica meditativa tradizionale

Nel contesto della medicina energetica tradizionale cinese e dell’Ayurveda, il Didgeridoo viene utilizzato come strumento per armonizzare i chakra del corpo

Secondo queste tradizioni antiche, ogni chakra vibra in una particolare frequenza e la pratica di suonare il Didgeridoo in quella frequenza specifica riporta il chakra in armonia quando è bloccato o squilibrato

La ricerca scientifica : validazione del sapere ancestrale

Negli ultimi due decenni la comunità scientifica internazionale ha iniziato a condurre ricerche sistematiche per comprendere i meccanismi fisici attraverso i quali il Didgeridoo produce effetti terapeutici misurabili

Uno studio condotto presso l’Università di Zurigo nel 2005 ha esaminato l’effetto della pratica del Didgeridoo sulla sindrome dell’apnea ostruttiva del sonno, una condizione caratterizzata da interruzioni pericolose della respirazione durante il sonno. I risultati pubblicati nel British Medical Journal hanno dimostrato che i pazienti che suonano il Didgeridoo quotidianamente per quattro mesi presentavano una riduzione significativa degli episodi di apnea, una diminuzione della sonnolenza diurna e un notevole miglioramento della qualità del sonno. Anche i partner dei pazienti riportavano una riduzione dei disturbi del sonno causati dal russamento dell’individuo affetto dalla patologia

Ricerche aggiuntive hanno dimostrato benefici significativi nel trattamento dell’asma, con studi che mostrano un miglioramento della funzione respiratoria nei bambini aborigeni che praticavano il didgeridoo settimanalmente.

Oltre ai benefici respiratori, la ricerca neuroscientifica ha documentato l’attivazione del nervo vago attraverso la stimolazione vibrazionale, un effetto che si estende significativamente al di là degli ambiti specificamente respiratori. Il nervo vago, il decimo nervo cranico, rappresenta il principale veicolo del sistema nervoso parasimpatico e la sua stimolazione produce una cascata di effetti biologici benefici: riduzione della frequenza cardiaca, abbassamento della pressione arteriosa, diminuzione dei marcatori biologici dello stress come l’amilasi salivare

Studi condotti in Giappone hanno documentato come dieci settimane di pratica regolare della meditazione con il didgeridoo producevano miglioramenti significativi nella variabilità della frequenza cardiaca, un indicatore cruciale della tonicità vagale e della resilienza del sistema nervoso autonomo.

I ricercatori hanno osservato riduzioni misurabili negli enzimi dello stress e miglioramenti nei profili di umore come valutati mediante strumenti psicometrici standardizzati

Esperimenti di “neuroimaging funzionale” hanno rivelato che l’ascolto del didgeridoo produce una deattivazione dell’amigdala, la struttura cerebrale responsabile dell’elaborazione della paura e dell’ansia. Questo effetto neurobiologico e’ parallelo gli effetti neurologici osservati nella pratica meditativa tradizionale, suggerendo che il Didgeridoo attiva i medesimi circuiti neurali di quiete e sicurezza che i contemplatori esplorano attraverso decenni di pratica meditativa

Una ricerca pubblicata in una rivista scientifica peer-reviewed di eccellenza ha dimostrato che una singola sessione di trenta minuti di meditazione con il didgeridoo produceva una riduzione dello stress ancora maggiore rispetto alla meditazione silenziosa, suggerendo che la qualità ipnotica del suono rappresenta un elemento facilitante cruciale nell’induzione di stati mentali alterati benefici

Il richiamo del Didgeridoo nel tempo della riconciliazione

Oggi il Didgeridoo è usato non solo nelle cerimonie tradizionali ma anche nella musica moderna nei concerti nelle registrazioni dove il suo suono profondo e misterioso aggiunge un tocco di magia e di autenticità

In un mondo sempre più frenetico e frammentato il Didgeridoo ci ricorda l’importanza del silenzio dell’ascolto della connessione con noi stessi e con la terra. E’ uno strumento che ci invita a rallentare a respirare a sentire a essere presenti ed è proprio questa presenza questa consapevolezza che può portare guarigione che può portare equilibrio che può portarci a riconnetterci con la nostra essenza più profonda

Il didgeridoo emerge da 40.000 anni di storia umana come un testimone vivente della saggezza accumulata di una cultura che ha mantenuto un rapporto di profondo rispetto e reciprocità con il territorio che ha chiamato casa
Nel nostro momento storico contemporaneo, caratterizzato da una crisi ambientale acuta, disconnessione culturale diffusa e sofferenza psicologica , il Didgeridoo ci offre un invito straordinario a ricordare chi siamo e quale potrebbe essere il nostro rapporto consapevole con tutte le creature

Le vibrazioni del Didgeridoo non sono solo onde sonore fisiche; rappresentano un messaggio ancestrale, una chiamata al risveglio, un’invocazione all’unità che la ricerca scientifica contemporanea sta adesso iniziando a validare e ad articolare nel linguaggio della neuroscienza e della fisiologia

Quando ascoltiamo o suoniamo il Didgeridoo, entriamo in comunione con milioni di persone che nel corso dei millenni hanno utilizzato questo strumento per connettersi al divino, per guarire dalla sofferenza, per celebrare la vita e la bellezza del creato

Siamo invitati a ricordare che la guarigione non è semplicemente un processo tecnico di riduzione della malattia, ma piuttosto un ritorno consapevole a uno stato di armonia, di appartenenza, di partecipazione consapevole nella grande sinfonia dell’esistenza

Il Didgeridoo continuerà a risuonare nei secoli a venire, non solo come testimone di un passato magnifico, ma come ponte vivo verso un futuro dove l’umanità ha riconosciuto il valore inestimabile della saggezza indigena e ha integrato pienamente il riconoscimento della nostra interdipendenza radicale con il corpo vivente della terra stessa

In questo riconoscimento risiede la possibilità di una vera riconciliazione: non un semplice chiedere perdono per le ingiustizie del passato, ma un’effettiva reintegrazione della conoscenza ancestrale nel cuore pulsante della nostra civiltà contemporanea…..e tutte al suono risvegliante del Didgeridoo!

GRAZIE

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