Per un neonato, l’allattamento al seno materno per almeno sei mesi sarebbe un vero e proprio scudo contro i futuri problemi di pressione. Lo sostiene uno studio pubblicato sugli Archives of Disease in Childhood.
La ricerca, condotta in Estonia e Danimarca, ha coinvolto 2000 bambini di eta’ tra i 9 e i 15 anni.
Ne e’ emerso che piu’ il periodo di allattamento al seno si protrae, maggiori sono i benefici per la salute andando avanti con gli anni. In particolare, lo studio ha messo in evidenza come la pressione si mantenga piu’ bassa anche in eta’ adulta, nonostante i differenti stili di vita e regimi dietetici tenuti dai vari soggetti.
Dopo aver diviso i bambini in gruppi omogenei, per eta’, peso e altezza, i ricercatori hanno verificato che, indipendentemente dai fattori che possono influenzare la pressione, i bimbi che erano stati nutriti con il latte materno facevano registrare dei valori di pressione massima (sistolica) inferiore rispetto a quelli non allattati al seno.
Si e’ inoltre notato come questi benefici siano direttamente e proporzionalmente collegati alla durata dell’allattamento materno.
Gli effetti positivi del latte materno contro i rischi dell’ipertensione, sarebbero addirittura equiparabili, in eta’ adulta, ad una dieta povera di sodio o ad costante attivita’ fisica.
L’importanza della ricerca e’ quindi quella di aver reso noto un effetto dell’allattamento al seno fino ad ora sconosciuto in termini di salute pubblica.
FONTE : Jugo.it
IL DECALOGO PER ALLATTARE AL SENO
Latte umano e’ alimento specie specifico, con una composizione disegnata dalla natura per meglio rispondere alle esigenze biologiche e psicologiche del bambino.
All’allattamento materno sono universalmente riconosciuti una lunga serie di vantaggi sia per il bambino, sia per la madre, sia in termini piu’ allargati per l’intera societa’.
Il percorso nascita seguito dalle donne ha portato negli ultimi decenni ad un calo vistoso dell’allattamento esclusivo al seno, spesso non dovuto a problemi fisici di puerpera e/o neonato ma imputabile a limiti organizzativi legati sia alla gestione della coppia madre/bimbo all’interno delle strutture ospedaliere, che alle esigenze lavorative nel puerperio.
Le controindicazioni assolute all’allattamento materno sono veramente poche: infezioni virali in atto nella madre (in particolare HIV ed Herpes bilaterale del capezzolo), alcolismo e tabagismo spinti, tossicodipendenza, tumore della mammella, assunzione di farmaci con assoluta controindicazione, malattie metaboliche rare del neonato.
Visto la bassa incidenza di tali patologie, appare chiaro che la maggior parte delle donne puo’ allattare il proprio figlio al seno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms), fin dagli anni ottanta, ha iniziato una campagna per la promozione dell’allattamento esclusivo al seno considerato un intervento semplice, economico e di sicura efficacia per la salute di madre e bambino.
Ecco le dieci regole d’oro per sostenere l’allattamento al seno.
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1 DEFINIRE UNA LINEA DI CONDOTTA SCRITTA per l’allattamento al seno e farla conoscere a tutto il personale sanitario. E’ necessario che tutto il personale sanitario che interagisce con mamma e neonato abbia un atteggiamento uniforme e scientificamente validato nei confronti dell’allattamento al seno. Questo per evitare messaggi contrastanti che mandino in confusione la donna.
2 FORNIRE A TUTTO IL PERSONALE SANITARIO LE COMPETENZE necessarie per l’attuazione completa di questa linea di condotta. Requisito fondamentale per le professioni sanitarie e’ quello di acquisire conoscenze specifiche sull’allattamento seno, basate su evidenze scientifiche (percorso Educazione Continua in Medicina).
3 INFORMARE TUTTE LE DONNE IN GRAVIDANZA sui vantaggi e sulle tecniche di allattamento al seno. L’educazione prenatale delle donne dovrebbe coprire essenzialmente due aree: l’informazione sui benefici dell’allattamento al seno per motivare le future madri, prospettando anche le difficolta’ incontrate con maggior frequenza e le possibili soluzioni, cosi’ da preparare la gravida ad una scelta informata. A tale proposito particolarmente utile risulta essere il confronto, (discussione in piccoli gruppi con il coinvolgimento della famiglia – marito/partner e/o la futura nonna materna) su falsi miti e tabu’ relativi all’allattamento al seno. L’istruzione pratica sulle tecniche dell’allattamento al seno per rafforzare le competenze e la sicurezza materna che deriva dal fare qualcosa di veramente speciale per il proprio bambino (empowerment).
4 AIUTARE LE MADRI AD INIZIARE L’ALLATTAMENTO AL SENO entro mezzora dal parto. Il contatto precoce fra madre e figlio, subito dopo la nascita, ha un effetto positivo sull’allattamento al seno: riduce la pratica di somministrare le supplementazioni e riduce il pianto del bambino. Il contatto pelle-a-pelle supervisionato dal personale addetto alle cure immediate alla nascita va proposto non appena possibile dopo il parto ed idealmente protratto durante le prime due ore, creando le condizioni climatiche favorenti la suzione del bambino al seno, che non sempre si realizza spontaneamente nella prima ora di vita. L’intervento degli operatori sanitari deve comunque attenersi a criteri di sicurezza.
5 MOSTRARE ALLE MADRI COME ALLATTARE e mantenere la produzione di latte anche in caso di separazione dal neonato.
6 NON SOMMINISTRARE ALIMENTI O LIQUIDI DIVERSI DAL LATTE MATERNO, salvo su precisa prescrizione medica. Esistono situazioni mediche (ad esempio un calo ponderale neonatale eccessivo, maggiore al 10% o mal tollerato) in cui e’ indicato ricorrere alle supplementazioni (integrazioni alimentari), ma queste non vanno estese alla totalita’ dei bambini sani, a termine, di peso appropriato, per non correre il rischio di interferire con il successo dell’allattamento al seno. La supplementazione di soluzione glucosata nei primi due giorni di vita non e’ necessaria per evitare l’ipoglicemia.
Le supplementazioni interferiscono concretamente con il processo naturale dell’allattamento, in quanto annullano il meccanismo di feed-back (interazione) tra madre e bambino, su cui si basa l’adeguata calibrazione dell’offerta materna. Inoltre possono minare la fiducia della donna nelle proprie competenze di nutrice e di madre.
7 SISTEMARE IL NEONATO NELLA STESSA STANZA DELLA MADRE in modo che stiano insieme 24 ore su 24 durante la permanenza in ospedale. Per rooming-in si intende la permanenza di madre e bambino nella stessa stanza per il periodo di tempo piu’ lungo possibile nell’arco delle 24 ore, ovvero sia di giorno che di notte, ad eccezione del tempo strettamente necessario alle procedure assistenziali.
E’ quindi indispensabile che la madre venga sostenuta e guidata dal personale ostetrico/pediatrico nella presa in carico del bambino, specie nei casi in cui le condizioni personali e/o cliniche materne e del bambino, non le permettano una precoce gestione autonoma del figlio. Il rooming-in viene suggerito come modello organizzativo valido a promuovere l’allattamento al seno in quanto sono favorite le poppate al seno a vera domanda, riducendo il bisogno di supplementazioni di liquidi diversi dal latte materno, potendo inoltre rappresentare un’utile periodo di precoce conoscenza fra madre e neonato, di addestramento della madre nella gestione del bambino, e nell’affrontare e superare le difficolta’ connesse (rifiuto di succhiare, pianto, poppate frequenti, ecc?).
Un’altra caratteristica positiva del rooming-in e’ quella di poter contare sulla capacita’ materna di rilevare precocemente nel neonato le manifestazioni proprie dei comuni disturbi dell’adattamento neonatale ed i segni di allarme di eventuali patologie. Mamma e bambino nel periodo intercorrente fra nascita e dimissione dall’ospedale vanno quindi separati il meno possibile.
8 INCORAGGIARE L’ALLATTAMENTO tutte le volte che il bambino necessita di essere nutrito. L’allattamento a domanda del bambino, ammesso che sia attaccato correttamente al seno materno, (per evitare una poppata inefficiente e l’insorgenza di ragadi mammarie) anticipa e stimola la galattopoiesi (produzione del latte), aiuta a prevenire l’ingorgo mammario, diminuisce l’incidenza e l’entita’ dell’ittero neonatale, riduce il calo ponderale, anticipa il successivo recupero di peso ed aumenta la durata complessiva dell’allattamento al seno.
E’ tuttavia necessario uno speciale sostegno alla madre nei primi giorni dopo il parto per consentirle di rispondere alle poppate a domanda del bambino, che possono essere transitoriamente anche molto frequenti.
9 NON USARE TETTARELLE ARTIFICIALI O SUCCHIOTTI durante il periodo dell’allattamento. L’uso del -ciuccio- puo’ essere comodo per ridurre l’ansia materna dei primi giorni di vita.
Tuttavia secondo la teoria detta della -nipple confusion- (confusione del capezzolo), i ciucci e le tettarelle dei biberon possono interferire con l’allattamento naturale riducendo il tempo speso dal bambino al seno, peggiorando la tecnica di suzione con un conseguente aumento di ragadi ed ingorgo mammario.
10 FAVORIRE LA CREAZIONE DI GRUPPI DI SOSTEGNO all’allattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo la dimissione dall’ospedale.
E’ noto che nelle prime settimane dopo il parto la percentuale di allattamento al seno esclusivo si riduce per effetto delle difficolta’ incontrate dalla madre, in particolare per la percezione di un’insufficiente produzione di latte.
I primi quaranta giorni dopo la nascita sono i piu’ delicati in quanto il processo di lattazione e’ soggetto alla fase della calibrazione durante il quale la produzione di latte si stabilizza.
Indipendentemente dall’efficacia dei loro interventi, gli operatori sanitari (anche territoriali) possono incontrare difficolta’ a sostenere adeguatamente nel tempo la donna che allatta, per cui e’ ipotizzabile in caso di bisogno il ricorso alle risorse (ove presenti) disponibili sul territorio.
Fra queste vanno ricordati i gruppi di sostegno mamma a mamma ed i consulenti della -Leche League- (www.lalecheleague.org)
Questi gruppi potrebbero riuscire meglio ad instaurare quel rapporto continuativo uno-ad-uno che e’ la base per aumentare la fiducia nella madre che allatta e per consentirle quindi di superare le difficolta’.
Tali programmi di sostegno assieme alla sensibilizzazione ed all’informazione attraverso i mass-media contribuiscono a rafforzare nella societa’ la cultura dell’allattamento al seno.
Per informazioni 0372 405 225
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