LA MIGLIORE SOLUZIONE PER DISINTOSSICARSI DAI METALLI PESANTI LA TROVATE A QUESTO LINK :
ALGA ANTARTICA DURVILLAEA
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Ogni Organismo, risponde in maniera differenziata, agendo secondo precise leggi biologiche e biochimiche adeguandosi ogni istante, alle varie esigenze di stimolazione esterna dell’atmosfera nella quale vive; infatti tutte le variazioni iono atmosferiche, anche minime, modificano ad ogni istante quelle dei liquidi ( il Terreno o Matrice ) dei corpi dei vari organismi viventi”
Alghe Brune: definizione
L’epiteto volgarmente attribuito alle Phaeophyceae, alghe brune, è dovuto al colore brunastro-nero conferitogli dai pigmenti che le compongono: queste sostanze colorate – note come fucoxantina e feocroma – camuffano perfettamente il colore verde della clorofilla, che tende ad annerire.
Descrizione botanica
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A differenza di quelle verdi, le alghe brune sono tutte pluricellulari e presentano forme diverse (in genere filiformi, discoidali o ramificate). Sono organismi piuttosto complessi, se rapportati alle altre tipologie di alghe; vivono in ambienti marini, in particolare in acque fredde ed ossigenate: alcune alghe brune vivono in prossimità delle zone superficiali, altre, invece, nelle profondità oceaniche.
Le 1.500 specie, suddivise in 250 generi, si differenziano tutte dal punto di vista morfologico: infatti, nel corpo vegetale (chiamato tallo) si distingue perfettamente una radice, un asse e le foglie. Nel mondo delle alghe, più che di radice, si parla di rizoide, in grado di tenere fissata l’alga al substrato; l’asse è chiamato cauloide, mentre le foglie – ramificate, estese e pituttosto ampie – sono note come filloidi.
Le alghe brune possono essere costituite da due tipi di talli: l’apoplastico, che rappresenta il tallo più semplificato, e l’ipoplastico, notevolmente più complesso (le divisioni cellulari avvengono in ogni direzione dello spazio). I cloroplasti sono costituiti da membrane fotosintetiche, suddivise, a loro volta, in lamelle con tilacoidi; la membrana è costituita internamente da cellulosa ed esternamente da acido alginico.
In funzione della famiglia di appartenenza, le alghe brune presentano una modalità diversa di riproduzione.
Composizione chimica
Anche le alghe brune, come quelle verdi e rosse, contengono clorofilla (precisamente, di tipo a e c) oltre ad essere particolarmente ricche di caroteni (tra cui il beta-carotene e le xantofille) ed altri pigmenti accessori (fucoxantina). La particolare composizione chimica delle alghe brune permette di effettuare la fotosintesi anche nelle profondità oceaniche, zone in cui lo spettro solare non vi arriva completamente. Il citoplasma cellulare è composto da un polisaccaride, noto come laminarano.
Le alghe brune producono ingenti quantità di mucillagini (es. alginati), utilissime al mantenimento dell’idratazione algale.
Le alghe brune sono ricche di idrati di carbonio e di iodio: proprio per la loro ingente quantità di iodio, sin dal passato le alghe brune vengono ampiamente sfruttate per il trattamento del gozzo endemico (ipotiroidismo).
In particolare, si ricordano l’alga Kalm, l’alga kombu e l’alga Kelp: la ricchezza in termini di iodio è sfruttata nella fitoterapia al fine di stimolare la ghiandola tiroide. (NON VANNO BENE PER GLI IPERTIROIDEI)
È doveroso ricordare che i prodotti erboristici a base di alghe brune (e di alghe ricche di iodio in generale) devono essere utilizzati con estrema cautela anche da chi è affetto da ipotiroidismo: l’iperdosaggio potrebbe infatti provocare situazioni di ipertiroidismo, associato ad alterazioni dell’umore, tremori, disfunzioni tiroidee, tachicardia ed ipertensione arteriosa.
Impieghi
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Come accennato nel paragrafo precedente, la proprietà più importante attribuibile alle alghe brune è correlata all’ingente quantità di iodio in esse contenute: a tal proposito, le alghe brune sono largamente utilizzate dall’industria erboristica e farmaceutica per la produzione di prodotti contro l’ipotiroidismo e d stimolanti del metabolismo in genere (ampio utilizzo in integratori dimagranti). Inoltre, sembra che le alghe brune vantino blande proprietà diuretiche, oltre ad essere decongestionanti delle vie urinarie (uso interno).
Abbiamo visto che le alghe brune sono costituite da alginati: trattasi di sostanze mucillaginose, utili per la formulazione di prodotti erboristici e farmaceutici coadiuvanti delle diete ipocaloriche (proprietà principalmente sazianti).
L’acido alginico è utilizzato anche nell’industria alimentare, in particolare per la produzione di gelati.
Le alghe brune sono utilizzate anche nella sfera dell’agricoltura, come ottimi fertilizzanti organici.
Riassunto Alghe brune: in breve
Alghe brune:descrizione generale
Le Phaeophyceae sono chiamate alghe brune per la loro particolare colorazione brunastra-nera. Sono organismi pluricellulari piuttosto complessi.
Alghe brune: pigmenti
Fucoxantina e feocroma
Alghe brune: descrizione botanica
Habitat: vivono in ambienti marini, in particolare in acque fredde ed ossigenate
Esistono 1.500 specie suddivise in 250 generi
Morfologia: distinzione di radice (rizoide), asse (cauloide) e foglie (filloidi)
Tallo: ipoplastico ed apoplastico
Membrane: fotosintetiche, suddivise in lamelle con tilacoidi
Composizione della membrana: cellulosa (parte interna) ed acido alginico (parte esterna)
Citoplasma cellulare: composto dal laminarano (polisaccaride)
Alghe brune: composizione chimica
Clorofilla di tipo a e c
Caroteni (tra cui il beta-carotene e le xantofille)
Pigmenti accessori (fucoxantina)
Polisaccaride (laminarano)
Mucillagini (es. Alginati)
Idrati di carbonio
Iodio
Alghe brune e iodio
Alga Kalm, alga kombu ed alga Kelp ? particolarmente ricche di iodio: sfruttate nella formulazione di prodotti fitoterapici per il trattamento del gozzo endemico
Iperdosaggio ? ipertiroidismo, alterazioni dell’umore, tremori, disfunzioni tiroidee, tachicardia, ipertensione arteriosa e letargia
Alghe brune: impieghi
Formulazione di prodotti contro l’ipotiroidismo
Blande proprietà diuretiche
Decongestionanti delle vie urinarie
Coadiuvanti delle diete ipocaloriche (grazie agli alginati)
Industria alimentare (produzione di gelati)
Agricoltura: ottimi fertilizzanti organici
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/benessere/alghe-brune.html
La clorella:
La clorella è molto utile nei trattamenti depurativi ma non dovrebbe essere assunta per un periodo superiore ad 1 o 2 mesi consecutivi. Tutto dipende dalle proprie condizioni di salute e da come l’organismo ha reagito al detox dai metalli pesanti. Il medico e l’erborista sapranno fornirvi maggiori informazioni al riguardo. Ad esempio, si potrà interrompere l’assunzione per un certo periodo e poi riprenderla.
L’assunzione della clorella è sconsigliata in caso di immunodeficienza e di malattie autoimmuni. La clorella può contenere iodio: attenzione dunque per chi soffre di allergie a questa sostanza o di problemi alla tiroide
VI E’ UN’ALTRA ALGA BRUNA INTERESSANTE: La Durvillea Antartica
Per una completa depurazione dell’organismo. Assorbe i metalli pesanti, come piombo e mercurio, impedendone l’assorbimento da parte dell’organismo
A cura del dott. D’Alessandro
La Durvillea Antartica, come indica il nome, è un’alga bruna che vive nell’Antartico aggrappata alle sponde rocciose, e per tutto il periodo più freddo dell’anno vive sotto la calotta glaciale. È la sua composizione, ricca di zuccheri e polisaccaridi, a conferirle la sua straordinaria capacità di resistenza in particolare nei confronti del freddo. Quest’alga ha delle OTTIME proprietà depurative per il nostro organismo ed è in grado di apportare notevoli benefici alla nostra salute.
Uno dei principali responsabili delle proprietà salutari di quest’alga è l’acido alginico che è contenuto nella parete cellulare delle alghe brune.
L’acido alginico ha due proprietà importanti: innanzi tutto non viene assorbito dal nostro organismo, inoltre ha proprietà gelificanti. Questa molecola forma delle masse gelatinose in grado di assorbire metalli pesanti tra cui piombo, cadmio, mercurio ed altre sostanze tossiche, impedendone l’assorbimento da parte dell’organismo… cosa che altre alghe non fanno…. Per questo viene impiegato come valido depurativo.
L’alga non presenta tossicità.
L’acido alginico e i suoi sali (di sodio, potassio, magnesio) sono noti per l’elevata capacità di scambio e le proprietà chelanti in grado di eliminare dall’organismo i metalli pesanti e numerose altre sostanze tossiche.
L’alginato sodico solubile, reagendo con il piombo o con altri metalli pesanti, forma dei chelati insolubili destinati ad essere espulsi dall’organismo attraverso le feci. Quest’ultima sorprendente proprietà fa’ delle alghe un alimento indispensabile nella dieta di tutti coloro che sono costretti a vivere in ambienti particolarmente contaminati. E’ possibile assumere questo prezioso alimento attraverso integratori specifici per la depurazione del nostro organismo.
Per saperne di più.
Nell’agosto del 1945 la seconda bomba atomica statunitense, dopo quella di Hiroshima, fu sganciata sulla città di Nagasaki. Il Dr. Akizuki, che lavorava in un ospedale ad appena un miglio dal centro dell’esplosione, raccolse tutti i pazienti sopravvissuti nei sotterranei del fabbricato distrutto e, con mezzi di fortuna, li nutrì con una strettissima dieta a base di riso integrale ed alghe.
A differenza dei degenti di altri ospedali che perirono nei giorni susseguenti a causa delle radiazioni, quelli del Dr. Akizuki, incluso egli stesso ed i suoi collaboratori, si salvarono tutti.
Alcuni scienziati condussero delle ricerche sul meccanismo tramite il quale alcuni alimenti o sostanze potessero proteggere dalle radiazioni ionizzanti dei tumori.
Nel 1964 ricercatori del Gastro-Intestinal Laboratory della McGill University di Montreal dimostrarono che gli alginati contenuti nelle alghe riducevano fino all’80% la quantità di stronzio assorbito dall’intestino.
Si osservò che l’alginato di sodio contenuto nelle alghe brune “agganciava” il composto radioattivo che veniva successivamente espulso dal corpo. In successivi esperimenti, compiuti negli anni ‘70, scienziati giapponesi verificarono che, introducendo alginato di sodio estratto da alghe brune in cavie assieme a calcio e stronzio, si constatava una riduzione dell’assorbimento dello stronzio a livello osseo fino all’80%, senza che ciò interferisse con quello del calcio.
In un suo libro, nel quale comparava ed elaborava vari studi sia statunitensi sia giapponesi, Steven Schecter afferma: “Non esiste nessun altro gruppo di alimenti maggiormente protettivo nei confronti di elementi radioattivi e di altri contaminanti ambientali delle alghe.
Esse possono prevenire l’assimilazione di diversi radionuclidi e metalli pesanti come cadmio, bario, zinco ed altre pericolose sostanze presenti nell’ambiente”.
Recentemente alcuni studi sulle microalghe hanno individuato nuove sostanze, le fitochelatine, con importanti proprietà disintossicanti dai metalli pesanti
Come e perché disintossicarsi dai Metalli Pesanti
Cibo, igiene personale, medicinali,
vaccini, aria, acqua hanno in comune una cosa: metalli pesanti. Il problema dei metalli tossici è particolarmente toccante: si calcola che nel corso della nostra vita mangiamo 1/3 di cucchiaino di mercurio, 1 cucchiaino di piombo, 1 di arsenico, 1,5 kg di alluminio. Di seguito spiego dove si trovano questi metalli, come evitarli, quali effetti hanno sull’organismo, come testarne la presenza ed infine i rimedi naturali per eliminarli dal corpo.
Alcuni metalli sono indispensabili per il corpo: il rame, il ferro, il manganese e lo zinco. Altri a basse dosi sono terapeutici come l’argento, l’oro, il bismuto, il gallio e il litio. Ma c’è una categoria di metalli che in qualunque dosaggio risultano tossici, questi sono i metalli pesanti tossici: piombo, mercurio, alluminio, arsenico, cadmio e nichel.
Nell’organismo si legano prima alle proteine del sangue, per poi distribuirsi nei diversi compartimenti a seconda delle loro proprietà. Così ad esempio il piombo si distribuisce nell’osso e nei tessuti molli, il mercurio si accumula nel rene, ecc. Ogni giorno la concentrazione dei metalli pesanti aumenta perché gli organi non sono in grado di smaltirli e quindi si accumulano nel tempo provocando danni a seconda del metallo e di dove si è depositato. In piccola parte vengono eliminati per via renale, (mercurio e il cadmio) oppure con la bile (l’arsenico) e attraverso le feci (l’alluminio).
EFFETTI SULL’ORGANISMO
È stato dimostrato in migliaia di studi che questi metalli sono tossici per piante, animali e cellule umane (in laboratorio in vitro), ma la comunità medica non ha ancora definito chiaramente la questione riguardo l’uomo, cosa che è molto scottante.
E’ stato dimostrato che l’alluminio è strettamente legato al morbo di Alzheimer e che il mercurio causa processi neurodegenerativi cerebrali.
Inducono la formazione di radicali liberi (i metalli pesanti distruggono i legami molecolari e liberano radicali liberi), molecole chimiche estremamente pericolose per le nostre cellule tanto da essere soprannominate “killer cellulari”, responsabili dell‘insorgenza e dell’aggravamento di molte malattie come diabete, malattie cardiovascolari, tumori ed invecchiamento precoce.
I metalli pesanti possono determinare fenomeni irritativi, intossicazioni, malattie degenerative, ed avere azione mutagena o cancerogena a seconda degli organi colpiti: si va dal sangue al rene, al sistema nervoso centrale o periferico, al sistema respiratorio, all’apparato gastrointestinale, all’apparato cardiovascolare e alla cute.
Tutti i metalli pesanti tossici sono in grado di penetrare la placenta e causare gravi malformazioni al nascituro o inaspettati aborti spontanei.
I metalli pesanti interferiscono con i minerali essenziali alterando molte reazioni enzimatiche e quindi causando disfunzioni ormonali. Anche l’autismo è stato collegato ai metalli pesanti.
DOVE SI TROVANO
MERCURIO: vaccini, alcuni farmaci, aria (aerei ed industrie), pesci grandi (tonno, salmone), amalgame dentali;
PIOMBO: acqua (tubature), aria (inquinamento atmosferico), frutta e verdura (pesticidi e fertilizzanti);
ARSENICO:acqua (tubature), falde acquifere, riso;
ALLUMINIO: cibi in scatola, alcuni formaggi, deodoranti e altri prodotti “di bellezza”, alcuni farmaci (es. antiacidi), vaccini, caffè (moka in alluminio), aria (aerei ed industrie), acqua (aerei ed industrie);
CADMIO: frutta e verdura (pesticidi e fertilizzanti);
NICHEL: oggetti metallici, pentole non in acciaio inox, monete, alcuni gioielli.
TEST PER RILEVARE LA PRESENZA DI METALLI PESANTI NELL’ORGANISMO
Fiamma Ferraro, medico esperto in disintossicazione di metalli pesanti, autrice del libro La Terapia Chelante spiega: “Quanto al livello di accumulo e al tipo di metalli tossici maggiormente presenti nell’organismo, una “diagnosi” non è semplice, perché le dosi infinitesimali di questi metalli assunte ogni giorno, più che circolare nel sangue o essere espulse nell’urina, si depositano in luoghi disparati (non sempre nei capelli, ma nel tessuto adiposo, in organi vari e nelle ossa).
Il test considerato più attendibile è il “test di provocazione nelle urine”.
I risultati migliori li ho tuttavia ottenuti con un apparecchio di nome Oligoscan, il quale misura mediante la procedura della spettrofotometria, i livelli di metalli presenti e accumulati nei tessuti (non solo dei metalli tossici ma anche di quelli, come ferro e altri, indispensabili alla vita e dannosi solo se in eccesso).”
Quindi il mineralogramma, spesso usato per valutare la presenza e quantità dei metalli pesanti dall’analisi del capello, non viene preso in considerazione come test attendibile, sebbene altri affermino il contrario.
TERAPIA CHELANTE
Così continua la Dott.ssa Ferraro: “Pur con ogni cautela è impossibile evitare questi metalli al 100%, e quindi occorrono misure di disintossicazione mirate, semplici, ripetute, e soprattutto prive di effetti collaterali. La terapia chelante (detta chelante perché le sostanze impiegate “afferrano”, come tra le chele di un granchio, i metalli tossici e li “accompagnano” fuori dall’organismo), nella forma classica per infusione endovenosa è nata decenni fa per contrastare le intossicazioni acute. Per gli altri casi vi è poi una miriade di agenti chelanti, che vanno da quelli blandi (alcune alghe, selenio, aglio) a quelli un po’ più aggressivi (S-acetilglutatione, zeolite, estratto di pectina modificata e altri).
L’abilità terapeutica sta nell’individuare bene agenti e modalità di somministrazione (orale, per intramuscolo, cerotto, supposta). Nella maggior parte dei casi utilizzo agenti chelanti naturali.
I protocolli chelanti standardizzati, endovenosi, nati per le intossicazioni acute, pur necessari in certi casi, non sono sempre consigliabili e, oltre ad essere invasivi e costosi, non sono sempre privi di effetti collaterali. Una disintossicazione troppo intensa e rapida può provocare effetti negativi, soprattutto in chi non ha gli organi di eliminazione (fegato e reni) in ottime condizioni.
Ha più senso disintossicarsi spesso in modo blando che non con misure forti ogni 10 anni. Ci intossichiamo un pochino ogni giorno e quindi dovremmo disintossicarci un pochino con una certa frequenza. Ognuno è tuttavia un caso a sé e non vi sono modalità di disintossicazione standardizzate e valide per tutti.”
RIMEDI NATURALI PER RIMUOVERE I METALLI DANNOSI DAL CORPO
ZEOLITE: Minerale vulcanico caratterizzato da una struttura cristallina a carica negativa naturale che attrae e lega metalli tossici, radionuclidi, sostanze chimiche provenienti dai cibi e dalle medicine, virus, batteri, funghi e loro tossine, tossine fermentative che derivano da una alimentazione scorretta e da una flora batterica in disequilibrio ed eccessi di acidità nell’organismo. Puo’ dare forte stitichezza in soggetti delicati.
CORIANDOLO: “Questa erba da cucina è in grado di mobilitare mercurio, cadmio, piombo e alluminio tanto nelle ossa che nel sistema nervoso centrale. È probabilmente l’unico agente efficace nel mobilitare il mercurio immagazzinato nello spazio intracellulare (allegato al mitocondri, tubulina, liposomi ecc) e nel nucleo della cellula (invertendo il danno al DNA di mercurio).
” Tratto da Dietrich Klinghardt, MD, PhD – Chelazione: Come Rimuovere dal Corpo Mercurio, Piombo e altri metalli. Il grande vantaggio è che questa pianta attraversa la barriera emato-encefalica grazie al mercaptano, una sostanza ad azione chelante, e quindi è ottima per ripulire il cervello. La tintura madre di questa pianta ha la capacità di estrarre i metalli dai tessuti, ma una volta estratti questi metalli rimangono in circolazione e non vengono efficacemente espulsi dall’organismo. È quindi necessario abbinare il coriandolo ad altre sostanze efficaci nell’espulsione come la zeolite o la clorella.. (vedremo che e’ piu’ corretta L’ALGA BRUNA)
MSM: Il metil-sulfonil-metano è una forma organica di zolfo e si trova naturalmente in frutta, verdura (aglio, cipolla e svariate crucifere) e pesce, ma viene facilmente distrutto dalla cottura e dalla preparazione dei cibi. Si trova anche sotto forma di integratore: i gruppi solfidrici si legano ai metalli tossici, in particolare a piombo, cadmio e mercurio, ma non se non abbiamo prima una riserva di zolfo utilizzabile. Ha un ruolo importante nel mantenimento della stabilità e dell’integrità del tessuto connettivo e delle proteine. Lo zolfo è considerato dagli esperti di nutrizione utile per l’integrità delle articolazioni, dei capelli, della pelle e delle unghie.
CLORELLA: E’ un alga d’acqua dolce che agisce come una resina a scambio ionico e ha un buon effetto nel legare i metalli nello stomaco, soprattutto il mercurio, ma non è altrettanto efficace nel mobilitarli ed espellerli dagli altri organi: non raggiunge i metalli intracellulari e non attraversa la barriera ematoencefalica. È comunque una fonte significativa di nutrienti come vitamine, amminoacidi, acidi grassi e minerali. Favorisce le funzioni depurative dell’intero organismo grazie alla clorofilla, assorbe grandi quantità di tossine nell’intestino, risana la flora batterica ed elimina dal fegato e dai tessuti i residui tossici
Per noi meglio l’ALGA BRUNA PIU’ CLOROFILLA
GLUTATIONE: E’ il più potente antiossidante prodotto dall’organismo tanto che ci sono oltre 25 mila studi medici pubblicati sull’argomento. Ha inoltre una grande capacità disintossicante grazie alla sua facoltà di chelare i metalli pesanti tossici quali piombo, cadmio, mercurio ed alluminio eliminandoli dal corpo. Alimentazione povera di vitamine e minerali e ricca di cibi raffinati, sistema immunitario debole, stress e sedentarietà sono tutte situazioni che ostacolano la sintesi del glutatione nel corpo. Diversi studi hanno mostrato che l’integrazione esterna di glutatione non viene assorbita dal corpo. E’ invece ottimo per aumentare la presenza di glutatione nel corpo supplementare la cisteina, il selenio (presente anche nel riso, noci brasiliane e frattaglie) e lo zolfo, che sono elementi di cui il glutatione necessita per funzionare.
ATTIVITA’ FISICA: Il movimento fisico rimette in moto tutto il nostro corpo che quindi è stimolato a buttare fuori tutte le scorie depositate: pulisce il corpo grazie alla stimolazione dell sistema linfatico e attraverso la sudorazione e respirazione. Per chi non si sente di fare sport impegnativi, anche una camminata a passo sostenuto ha un buon effetto sul corpo se fatta per almeno un’ora. !!!
RIMEDI LEGGERI: Alghe, psillio, semi di lino, aglio, acido malico (contenuto nelle mele e nell’aceto di mela)
UTILIZZARE NELLA VITA QUOTIDIANA PRODOTTI NATURALI, AVERE CURA DELLA PROPRIA IGIENE ORALE, NON UTILIZZARE MONILI ANALLERGICI , CURARE L’ALIMENTAZIONE…..LA CASA E IL VESTIARIO….
https://www.dionidream.com/disintossicazione-metalli-pesanti/
Estratto dI CIPOLLA in gocce ci e’ stato consigliato da un grande esperto per ripulirci da virus e batteri !!! (non e’ sufficiente mangiare cipolle)….
POICHE’ SI PARLA DI DEPURARSI…. ECCO UN ARTICOLO SULL’
INQUINAMENTO AMBIENTALE INDOTTO
Di Marcos A. Peñaloza- Murillo- Dottore dell’ Università di Scienze, Dipartimento di Fisica, dell’ Università de: Los Andes, Merida.
Gli sviluppi scientifici ed i progressi tecnologici possono essere usati per lo studio e per un uso pacifico dell’ ambiente naturale, traducendosi in risorse che favoriscono il benessere, la salute e la sicurezza internazionale dell’umanità (Golden & DeFelice- 2006)
Dalla scoperta, nel 1946, di Irving Langmuir (Premio Nobel 1946) e di Vicente Schaefer, nel laboratorio della compagnia nordamericana General Eletric, che un pezzo di ghiaccio secco potrebbe creare una tormenta di neve virtuale, molti sono stati i tentativi di riprodurre la pioggia artificiale. …E CI SONO RIUSCITI…
Progetti come il Whitetop (Università di Chigago) a fine degli anni 50, il National Hail Research Experiment (Fondazione Nazionale per la Scienza, NSF), il Colorado River Basin Pilot Project (Ufficio Reclami) ed il Florida Area Cumulus Experiment I e II (Amministrazione Nazionale Atmosferica e Oceanica, NOAA) durante gli anni 60 e 70, sono stati portati avanti negli Stati Uniti per far piovere come risultato di iniezioni relativamente piccole di materiali chimici nelle nubi, come lo ioduro di argento (Kerr, 1982a, 1982bb, Lambright & Changnon, 1989).
D’altra parte il progetto nordamericano Stormfury, per controllare la dinamica degli uragani e attenuare le sue minacce, iniziò negli anni 60 e durò fino al 1980 con l’uragano Allen (Kerr, 1982b). Più recentemente, altri studi propongono metodi per mitigare gli uragani introducendo antropogeneticamente cicloni tropicali usando getti liberi comprimibili (Alamaro et al. 2006) o contaminandoli per ridurre la loro intensità (Cotton et al., 2007)
Quello detto precedentemente, nonostante manifesti che le scoperte scientifiche ed i progressi tecnologici, in materia di modificazione e di manipolazione artificiale dell’ ambiente naturale ed i suoi processi (es. tempo atmosferico o meteorologico), possono essere usati anche per scopi militari e ostili di altra indole, che sono incompatibili con il mantenimento della sicurezza internazionale, il benessere e con la salute degli esseri umani.
Come primo esempio di quanto detto, si può citare l’operazione Mangosta dell’ Agenzia Centrale d’ Intelligence (CIA) degli Stati Uniti. Realizzata tra il 1961 e il 1962, questa operazione ha avuto come scopo spargere qua e là funghi nelle piantagioni di canne cubane per causare malattie tra i raccoglitori delle piantagioni delle canne da zucchero. Più tardi la CIA ha ammesso che durante gli anni 60 iniziò una ricerca clandestina per montare una guerra contro le semine di vari paesi sotto il programma MK-ULTRA. Alla fine di quella decade, il governo cubano ha cercato di mobilitare la popolazione per ottenere un raccolto di milioni di tonnellate di zucchero, ma la CIA fece un sabotaggio contro il raccolto manipolando le nuvole per produrre piogge torrenziali ALTROVE lasciando i campi di canne, secchi (BLUM, 1995).
Come secondo esempio si può citare l’ Operazione Popeye. Tra gli anni 1967 e 1972, gli Stati Uniti hanno proceduto a realizzare il primo uso sistematico e ostile conosciuto nella storia delle tecniche di modifiche ambientali- metereologiche, nel quadro della guerra nel Sud Est Asiatico, in un’operazione segreta che si è realizzata nei territori di Cambogia, Laos e Vietnam del Nord e del Sud. L’origine dei tifoni estremamente forti e delle torrenziali piogge del 1971 nel Vietnam del Nord, sono relazionati con suddetta operazione. L’operazione è stata a carico del 45° squadrone del Riconoscimento del Clima (WRS, in inglese) con il proposito di allargare il monsone sul Vietnam del Nord, principalmente sulla strada Ho Chi Minh. La semina di nuvole si faceva con particelle di ioduro di argento, dando come risultato un’ estensione del monsone nell’area seminata in 30 – 45 giorni. Questo faceva si che intense piogge rendessero difficile il traffico stradale saturando il suolo e con grandi crescite dei fiumi.
Queste missioni sono state portate avanti da aerei modificati C-130, F-4 e A-1, che realizzarono oltre 2300 missioni di semina delle nuvole su quelle strade. Sebbene le piogge aumentarono, la forza aerea degli Stati Uniti non ha mai potuto determinare se quello era dovuto al loro progetto segreto. Il progetto fu considerato come relativamente soddisfacente.
Ed un terzo esempio, è l’emblematico e famoso Programma di Investigazione di Aurora Attiva per Alta Frequenza
(conosciuto come HAARP nelle sue sigle in inglese: High Frequency Active Auroral Research Program…. E anche MUOS)
Questo programma è stato stabilito nel 1992 dalla forza aerea americana (USAF), l’armata americana (USN) e l’ Agenzia di Progetti di Investigazione Avanzata degli Stati Uniti. Situato in Gokona, Alaska, usa una serie di antenne di alta potenza che trasmettono attraverso onde radio ad alta frequenza una enorme quantità di energia alla ionosfera per riscaldarla ( Metz &Perkins, 1974). Per Chossudovsky (2007), dal punto di vista militare, l’ HAARP è , teoricamente, un’arma strategica MILITARE, che opera dall’atmosfera esterna ed è capace di destabilizzare sistemi agricoli ed ecologici in tutto il mondo.
Attualmente il sistema HAARP è pienamente operante e in molti aspetti fa sembrare piccoli i sistemi convenzionali e strategici delle armi. Si vocifera che questo sistema abbia creato grossi “buchi” nella nostra ionosfera ed in qualche modo abbiano interferito con le attivita’ solari…. Danneggiandole entrambe)
Anche se non esiste un’evidenza certa del suo uso per scopi militari, documenti dell’ USAF suggeriscono che l’ HAARP e MUOS forma parte integrale della militarizzazione dello spazio. E sarebbe fuori dubbio che le antenne sono già state sottoposte a test di routine ( Busch, 1997)..GIA’ ATTIVATE
Visti i precedenti, e incoraggiato dal passato con la Guerra Fredda, l’ ambiente naturale di una nazione o stato, considerato ancora come un possibile scenario di conflitto bellico può, potenzialmente, essere usato nell’attualità come bersaglio militare per distruggere indirettamente le forze difensive di un paese o sminuire la capacità di reazione del nemico, mediante un metodo di guerra conosciuto come Guerra Ambientale.
Questo concetto di guerra, riferito anche come Guerra Geofisica è stato introdotto, come una preoccupazione nell’ambito internazionale nella decade degli anni 70, in seno all’ Organizzazione delle Nazioni Uniti (ONU) quando nella sua ventinovesima sessione fu approvato, il 9 dicembre del 1974, numero cinque della risoluzione N° 3264 (XXXIX), d’includere nel programma provvisorio delle sessioni seguenti, cioè, nella sua trentesima ( XXX) sessione dell’anno 1975, un tema titolato Proibizione di influire sull’ ambiente e sul clima con scopi militari e ostili di altra indole che siano incompatibili con il mantenimento della sicurezza internazionale, con il benessere e con la salute degli esseri umani (ONU, 1974). Questo portò l’ ONU, nella sua trentesima sessione, ad approvare il Convegno ENMOD (Environmental Modification) il 10 dicembre 1976, attraverso la Risoluzione 31/72 (ONU, 1976).
Secondo l’ Articolo II dell’annesso unico della prima di queste risoluzioni, l’influenza alla quale si riferisce questa guerra denota l’influenza attiva sulla superficie terrestre, i fondali marini e oceanici, il sotto suolo, l’ambiente marino, l’atmosfera e qualunque elemento dell’ ambiente naturale, è destinato a provocare danni attraverso, tra gli altri, l’alterazione diretta o indiretta di elementi dell’equilibrio energetico e idrico dei fenomeni meteorologici (cicloni, anticicloni, sistemi di fronti nuvolosi) (Lettera d dell’articolo II);
SE SI VIETA VUOL DIRE CHE SI PUO’ FARE!
la modifica diretta o indiretta dei parametri fisici e chimici delle acque, litorali marittime e fondi marini e oceanici che conducano alla modificazione del regime idrologico, lo scambio di acqua e dell’ecologia della massa biologica di mari e oceani (lettera e); lo stimolo diretto o indiretto, per qualsiasi mezzo o metodi, di onde sismiche che producano terremoti ed i processi e fenomeni concomitanti, così come quelli che producano ondate distruttive negli oceani, incluso del tipo di maremoti (lettera f); la creazione di campi elettromagnetici e acustici artificiali stabili negli oceani e mari (lettera h); la modifica, con qualsiasi mezzo e metodo, dello stato naturale dei fiumi, laghi, pantani e altri elementi idrici dei continenti che producano la diminuzione del livello delle acque, secca, inondazioni, sommersione, distruzione di installazioni idroelettriche o altre conseguenze negative (lettera i).
Così, l’uso della guerra geofisica o ambientale potrebbe causare ( O HA GIA’ CAUSATO)uno squilibrio nella ionosfera, la modifica dello strato di ozono (che protegge la terra dai raggi ultravioletti), provocare siccità e tempeste di neve, la distruzione di argini e dighe, compromettere l’equilibrio dinamico del ciclo idrologico e la temperatura in varie parti del mondo, la stimolazione delle onde di marea, tsunami, ecc…
Tuttavia, cambiando dimensioni e modalità, ma nello scenario ambientale come un possibile teatro di operazioni per azioni violente contro la natura, più che un mezzo come un fine, abbiamo il Terrorismo Ambientale.
Gli esempi da dire sono tanti….
A luglio del 2000, i lavoratori dello stabilimento chimico Cellatex, al nord della Francia, scaricarono 790 galloni di acido solforico nel Fiume Mouse perché furono negati loro dei benefici lavorativi. Non è chiaro se quello che hanno cercato di fare era di uccidere la fauna selvatica, la gente o tutte e due, ma un analista francese ha segnalato che questa era la prima volta in cui il nostro ambiente e la salute sono stati presi in ostaggio per esercitare pressione, una situazione inaudita fino a quella data (Chalecki, 2001).
Nel 1989 ha avuto luogo un attacco con cianuro contro uve cilene per avvelenarle. Anni dopo, poco prima del Natale 1994, la minaccia di anatre avvelenate in Vancouver (Columbia Britannica, Canada) ha causato perdite per più di un milione di dollari (Chalecki, 2001).
Un esempio emblematico del terrorismo ambientale, che a sua volta si confonde con la guerra ambientale, è stato quello dell’applicazione dell’agente arancio durante la guerra nel Vietnam. In un’operazione chiamata Ranch Hand, che non ha fatto distinzione tra i combattenti e civili, le forze armate nordamericane hanno distrutto con questa sostanza il 36% delle zone forestali di mangrovie nel Vietnam del Sud, si stima che la stessa non tornerà al suo stato naturale probabilmente per un secolo (Chalecki, 2001).
il terrorismo ambientale viene definito da Chalecki (2001) come l’uso illegale della forza contro le risorse ambientali in siti per privare le popolazioni dei loro benefici e/o distruggere un’altra proprietà; ma indipendentemente dalla definizione che si adotti, gli atti terroristici, generalmente, hanno quattro componenti essenziali: motivazione, mezzi, bersaglio, nemico.
Il terrorismo ambientale può essere più efficace di qualsiasi altro attacco con armi convenzionali su bersagli civili o armi di distruzione di massa (chimiche, biologiche, radiologiche o nucleari).
Si deve considerare tali minacce come possibili, nel suo schema e strategia difensiva e sarebbe molto interessante sapere come questi problemi sono stati affrontati a livello globale (convegni) e fino a dove il nostro paese è coinvolto nell’ambito internazionale per prevenire ENTRAMBE LE MINACCE.
Marcos A. Peñaloza-Murillo è Dottore dell’ Università di Scienze, Dipartimento di Fisica, dell’ Università de: Los Andes, Merida.
Fonte: http://www.aporrea.org/
Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA
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