PROBLEMI INTESTINALI NELLE SCLERODERMIE E TERAPIE FLEBOLOGICHE E FISIATRICHE
INTESTINO
Anche la motilità di tutto il resto del canale alimentare è alterata con un netto rallentamento del tempo di svuotamento gastrico e dei tempi di transito dell’intestino tenue e del colon.
Queste alterazioni sono dovute alla fibrosi dei nervi viscerali che guidano e coordinano la motilità e in seguito anche dei muscoli che la supportano.
Nel 60 % dei pazienti si possono osservare alterazioni radiologiche del piccolo intestino, quali dilatazioni, ristagno di mezzo di contrasto (MIO) etc, E comportano gonfiore, , anoressia, nausea, vomito o malassorbimento delle sostanze nutritive con comparsa di feci schiumose per la presenza di grassi non digeriti.
Ovviamente, il cattivo assorbimento delle sostanze alimentari, può portare a quadri di malnutrizione più o meno evidenti (perdita di peso, anemia, deficit vitaminici, osteoporosi, etc.).
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Anche il transito del colon è rallentato con conseguente stitichezza con assenza di stimolo e comparsa di segni radiologici di dilatazione del colon.
Il ristagno delle feci può anche comportare la condizione chiamata SIBO, (in italiano sindrome da sovracrescita batterica intestinale) in cui una quantità eccessiva di batteri fermenta nell’intestino tenue, di solito più o meno sterile, comportando un “furto” degli alimenti all’assorbimento intestinale da parte dei batteri.
Puo’ comportare occlusioni intestinali da ricovero
Riduzione, da parte del pancreas, della secrezione di enzimi e sostanze che servono per digerire e in seguito far assorbire gli alimenti, da cui deriva un aggravamento del malassorbimento già indotto dalla sovracrescita batterica del piccolo intestino e dalla sua alterata motilità.
Alle numerose alterazioni del tratto gastroenterico, vi sono anche le anomalie della motilità esofagea : difficolta’ a deglutire, percepire che il cibo rallenta la sua discesa e a volte, per l’alterata motilita’ vi sono reflussi di saliva nelle vie respiratorie
ESAME NON INVASIVO PER LA SCLERODERMIA:
il test al lattulosio per la valutazione del tempo di transito intestinale e il test all’idrogeno per valutare la sovvracrescita batterica consentono in maniera rapida e precisa una valutazione della motilità viscerale e di determinale la presenza di una flora intestinale anomala.
?FLEBO PER LA SCLERODERMIA
NELLA SCLERODERMIA una particolare attenzione va posta ai pazienti che mostrano complicanze gravi quali quadri pseudo-occlusivi intestinali.
Tali pazienti presentano un quadro clinico simile a quello che insorge per altre cause (come ad esempio un ostruzione meccanica), ma non sono candidati alla terapia chirurgica quanto piuttosto alla sola terapia medica. In questo caso ci si può avvalere dell’uso della nutrizione per via endovenosa (nutrizione parenterale), possibilmente a cicli o per brevi periodi, al fine di mettere a “riposo” l’intestino ed aiutarlo a ripristinare il suo equilibrio.
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nella sclerodermia
Tra le manifestazioni intestinali vi è anche la stipsi da rallentato transito.
La forma più grave è la pseudo-ostruzione intestinale cronica.
Essa è il risultato di una importante compromissione della funzionalità motoria intestinale.
Si manifesta con episodi ricorrenti caratterizzati da nausea, vomito, dolore e distensione addominale seguiti da una forte stipsi La condizione può esitare in ischemia o perforazione.
Da un punto di vista diagnostico sarà necessario il ricorso a TC o RMN ad alta risoluzione per escludere eventuali stenosi meccaniche. . Da un punto di vista terapeutico l’obiettivo primario è quello di evitare la chirurgia.
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nella sclerodermia
Accanto alla terapia farmacologica è importante l’esercizio costante della fisioterapia per mantenere allenata la muscolatura e mobili le articolazioni che, sotto l’effetto tirante della pelle indurita, potrebbero andare incontro ad atrofia-rigidità. In quest’ottica anche il massaggio ha una funzione importante
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