Due studiosi italiani scoprono la lingua universale prima della torre di Babele. Secondo i due studiosi sembrerebbe che un’antica mano informatrice abbia inserito nel D.N.A. della nostra civiltà un linguaggio astronomico.
La scoperta, apre le porte delle antiche conoscenze e i monumenti del sito di Giza, decodificati alla luce del codice, segnalano un messaggio millenario partito da una civiltà, non storicamente riconosciuta dalla scienza ufficiale, vissuta la bellezza di 13 millenni or sono.
Sicuramente parlare di un messaggio partito la bellezza di 13000 anni fa e indirizzato agli esseri umani del 2000 d.c. ,può far sorridere più di uno studioso, ma le riprove che gli studiosi hanno trovato sono al di sopra di qualsiasi sospetto.
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Una volta padroni del codice, ci si accorge che il messaggio millenario è stato inserito nel D.N.A. della nostra civiltà: si trova in tutte le mitologie antiche, in tutte le forme religiose e in tutte le tradizioni tramandate dal passato.
“Il codice degli dei” si prefigge lo scopo di dimostrare senza tema di smentite che la lingua unica prima della famosa torre di Babele era astronomica e che la comprensione di questo “linguaggio” ci porterà a risolvere il più grande segreto celato alla nostra civiltà, la sua vera origine.
Riporto qui di seguito l’articolo dello scopritore del codice: Giorgio Terzoli. (ABBIAMO ANCHE LAVORATO E SCRITTO INSIEME… ORA E’ MORTO E LO SALUTO CON ONORE)
Premessa Partendo dagli studi del professor De Santillana , ho scoperto un codice astronomico precessionale tramite il quale si esprimevano tutte le culture antiche.
Per onor di merito è giusto dividere questa scoperta in due parti ben distinte ,la prima che chiameremo codice De Santillana_Von Dechend (“Il Mulino di Amleto”), intuita dagli studiosi nel 1969 e la seconda, che ho definito codice Terzo (dal nome del sottoscritto Giorgio Terzoli).
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ll codice de Santillana- von Dechend Giorgio de Santillana nacque a Roma nel 1901.
Nel 1938 dovette abbandonare l’Italia in seguito a leggi razziali, in quanto ebreo e da allora visse negli Stati Uniti ,dove insegnò per lungo tempo al Massachusset Institute of Tecnology. La sua splendida opera “Il mulino di Amleto”, pubblicata negli Stati uniti nel 1969, fu il frutto di un lungo lavoro in collaborazione con la professoressa Herta von Dechend, la quale insegnò per molti anni all’università di Francoforte.
De Santillana e la Von dechend, mettendo in correlazione un numero infinito di miti che arrivavano dal nostro profondo passato, scoprirono una serie di elementi a dir poco incredibili: tutta la mitologia antica aveva gli stessi argomenti ,gli stessi personaggi (anche se con nomi diversi ma riconoscibili), gli stessi arredi scenici e gli stessi numeri, che apparivano quasi per magia in ogni tema mitologico.
Motivi ricorrenti si riscontravano in Cina, in Arabia o in Egitto, a dispetto dei luoghi o dei tempi. I miti o le tradizioni che arrivavano da tutte le ere e dai posti geografici più impensati ,quali miti amerindi, cinesi ,greci ,egiziani ,indiani , polinesiani ,sumeri ,ittiti ,scandinavi, germanici ecc contenevano gli stessi personaggi ,gli stessi arredi scenici ,le stesse trame e gli stessi numeri.
Dopo accurati studi i due professori ,seppure con un certo imbarazzo scientifico, riconobbero nei numeri in questione i dati per calcolare la precessione degli equinozi .L’imbarazzo scientifico crebbe a dismisura quando i due studiosi furono costretti ,dall’evidenza dei fatti ,a dichiarare che nella lingua comune del mito erano congelati elementi di alta astronomia.
I miti non solo descrivono esperienze comuni, ma lo fanno utilizzando lo stesso linguaggio simbolico comune ,gli stessi personaggi riconoscibili e gli stessi motivi letterali.
Secondo i due studiosi sembrerebbe che un’antica mano informatrice abbia inserito nel D.N.A. della nostra civiltà questi concetti. I valori per calcolare con precisione la precessione degli equinozi ,sotto forma di numeri specifici si possono trovare nelle più antiche tradizioni umane.
La prova schiacciante della loro magnifica intuizione si trova nei numeri per calcolare la precessione degli equinozi ,i quali appaiono in ogni antica tradizione o in qualsiasi mito. Considerando che l’origine della mitologia si perde nella notte dei tempi ,lo stesso de Santillana afferma che nel 4000 a.c. all’inizio della nostra storia ,erano già barcollanti per l’età ,la scoperta prendeva carattere di eccezionalità.
Se prendiamo in esame che la scienza ufficiale farebbe risalire la scoperta della precessione degli equinozi al primo secolo a.c., da parte di un astronomo greco Ipparco ,la scoperta dei due studiosi potrebbe da sola costringerci a riprendere in serio esame buona parte della storia conosciuta.
Gli equinozi sono i due momenti dell’anno in cui il giorno e la notte hanno eguale durata su tutto il pianeta. L’equinozio di primavera cade il 20 marzo ,mentre quello d’autunno il 22 settembre. Per effetto della precessione degli equinozi ,il punto vernale o punto gamma o equinozio viene raggiunto ogni anno con qualche frazione di anticipo ,con il risultato che il sole molto lentamente si sposta attraverso tutte e dodici le costellazioni dello zodiaco.
Egli impiega circa 2160 anni per attraversare ogni singola costellazione e compie un intero giro in circa 25.920 anni.
I NUMERI PRECESSIONALI INDIVIDUATI DAI DUE STUDIOSI 72 = UN GRADO PRECESSIONALE 144 = DUE GRADI PRECESSIONALI 2.160 = TRENTA GRADI PRECESSIONALI (UN’INTERA COSTELLAZIONE ZODIACALE) 4320 = SESSANTA GRADI PRECESSIONALI (DUE COSTELLAZIONE PRECESSIONALI) 25920 = TRECENTOSESSANTA GRADI PRECESSIONALI EQUIVALENTI A UN’INTERO CICLO.
I MITI ASTRONOMICI In relazione a questa scoperta si può azzardare che l’intera mitologia non era basata su racconti veri o presunti di personaggi straordinari e valorosi, ma ci parla in termini astronomici sulle traiettorie dei pianeti e del grande ciclo della precessione degli equinozi ,il quale cambia inesorabilmente il cielo e in particolar modo la posizione del Sole ,il giorno dell’equinozio ,all’interno di una delle dodici costellazioni zodiacali.
IL CODICE TERZO Elaborando il codice scoperto dai due professori sono riuscito a trovare altri elementi comuni presenti in tutta la mitologia ,tramite i quali possiamo decifrare con senso logico e compiuto il significato della maggior parte dei testi mitologici. IL 12 associato a qualcosa di circolare. Tutti i 12 mitologici, affiancati ad un concetto circolare, corrispondono alle dodici costellazioni zodiacali che la precessione incontra nel suo lento incedere. I 12 cavalieri della tavola rotonda ,i 12 apostoli ,i 12 saggi ,le 12 montagne ,i 12 piatti ,le 12 tribù ecc.
L’orologio cosmico La precessione degli equinozi determina un grande orologio cosmico comprendente ore od ere precessionali di ben 2160 anni infatti, l’equinozio di primavera staziona circa 2160 anni in una costellazione zodiacale. Sapendo che ora siamo alla fine dell’era astronomica dei pesci possiamo stabilire con una certa sicurezza le epoche o le ore precessionali.
Gli animali mitologici. Gli animali presenti nella mitologia simboleggiano le costellazioni zodiacali e nella maggior parte dei casi sono il riferimento diretto alla costellazione che, nell’epoca specifica, portava l’equinozio di primavera. Gli dei correlati al sole. Gli dei correlati al sole fanno sempre riferimento all’era precessionale in questione.
Nella tomba astronomica di Senemmut abbiamo la possibilità di osservare Horus (il dio solare egiziano) con una lunga asta in mano che indica con precisione dove si trovava il sole precessionale all’epoca in questione ,all’incirca alla metà della costellazione del Toro. (data che corrisponde al nostro 2450 a.c. esattamente la data attribuita dalla scienza ufficiale alla tomba)
Il dio solare Sumero-Ittita ,Tesup o Teschub ,lo si rappresentava sotto forma di Toro. Abbiamo in questo chiarificante esempio la dimostrazione che gli Ittiti identificavano la loro divinità solare con la costellazione che ospitava il sole al momento dell’equinozio di primavera (la costellazione del Toro).
I sumeri comparvero in mesopotamia nel Quarto millennio A.C. ( all’inizio dell’era precessionale del Toro ) ed infatti la divinità solare sumera viene dipinta sopra a un Toro simbolico che rappresenta l’omonima costellazione.
Utilizzando l’orologio precessionale la figura sumera ci indica anche che il sole si trovava all’inizio dell’era astronomica del Toro (4320 a.c. ) infatti ,la divinità è sulla parte iniziale della costellazione del Toro ,le corna ,indicandone l’inizio.
GLI EROI E LE PROVE PER DIVENTARE TALI Analizzando la mitologia ho riscontrato che le fatiche e le terribili prove che la figura dell’eroe deve affrontare sono simboliche ed astronomiche. Ercole ,Giasone ,Ulisse e Teseo sono la stessa figura dell’uomo che per diventare eroe deve compiere un percorso pieno di pericoli e di prove alquanto bizzarre.
Se analizziamo che Ercole deve uccidere il Leone celeste ,Ulisse deve seguire le stelle di Orione e Giasone e Teseo affrontare un terribile Toro, oserei dire che siamo costretti ad ammettere che le prove degli Eroi sono costellate da prove precessionali.
La lingua universale prima della nostra Storia. Si è sempre ricercata la lingua universale che si parlava tra i popoli prima del diluvio universale e per molto tempo si è creduto che questa fosse una scrittura comune a tutte le popolazioni, un idioma comune ,una sorta del nostro inglese commerciale.
Oggi abbiamo la possibilità di dimostrare che prima della scrittura era presente un gergo astronomico precessionale, comune a tutte le culture storiche e preistoriche.
Possiamo affermare che prima della nostra storia esistevano conoscenze astronomiche e scientifiche e che tale sapienza veniva utilizzata in convenzioni mitologiche per esprimerle.
Non potrebbe essere la scoperta di questo codice, la più grande scoperta archeologica? GIORGIO TERZOLI
http://xoomer.virgilio.it/silvano/misteri219.html
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