Un sorriso lanciato verso la persona con cui stiamo parlando può modificarne i gesti.
In situazioni quotidiane, infatti, lo sguardo può facilmente incontrare un viso sorridente, o al contrario arrabbiato, proprio mentre si sta svolgendo un’azione.
Cogliere o meno quest’espressione, non conta infatti il sesso dell’interlocutore, può avere conseguenze importanti.
Lo afferma una nuova ricerca condotta dalla Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste (Sissa).
Un’espressione emotivamente carica può alterare la traiettoria delle azioni, anche quando non ha nessuna relazione con il contenuto del gesto, e l’effetto è palese anche quando si cera di ignorarlo.
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Secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio, Elisabetta Ambron e Francesco Foroni, quel che conta in è l’emozione espressa dal viso: “Con le facce emotivamente neutre l’effetto distraente non si osserva”, spiega Ambron.
Il tipo di azioni studiate dai due scienziati della Sissa sono i movimenti che si possono eseguire con una mano per esempio per afferrare qualcosa o puntare il dito verso un oggetto.
Si tratta di una classe molto importante di movimenti, che avvengono a ‘portata di braccio’ e che sono essenziali per la sopravvivenza.
“Molti studi hanno valutato cosa può interferire con questo tipo di movimento, per esempio le emozioni o altri aspetti cognitivi, ma il nostro è il primo a studiare l’effetto di stimoli cosi evolutivamente importanti e carichi di significato per l’essere umano come le facce”. Gli scienziati sottolineano come “solo quando le facce erano cariche emotivamente, la traiettoria tracciata dal dito tendeva a deformarsi nella direzione dello stimolo distrattore, cosa – osservano – che non accadeva con le facce inespressive o altri stimoli di controllo”.
L’effetto osservato ha implicazioni importanti anche nella vita quotidiana: “Provate a pensare che conseguenze può avere per esempio mentre si guida un’automobile – commenta Ambron – Pensiamo che questo effetto possa evidenziarsi non solo con le foto di facce o con i visi reali, ma anche con disegni che li rappresentano in maniera schematica.
In futuro pensiamo di indagare questa possibilità.
Se così fosse – conclude – chi progetta i vari tipi di segnaletica stradale per esempio dovrebbe tenere conto di questa influenza”.
http://www.lasaluteinpillole.it/salute.asp?id=25822
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