Qualsiasi problema possa mai avere, io sarò sempre al suo fianco. Queste parole semplici e schiette esprimono al meglio il senso della vera e propria impresa compiuta dal quattordicenne americano Hunter Gandee, che ha percorso nell’arco di due giorni la distanza di 40 miglia (praticamente la stessa di una maratona olimpica) portando sulle spalle il fratello Braden, 7 anni, disabile. La corsa, ribattezzata “marcia della paralisi cerebrale” (cerebral palsy swagger), negli intendimenti del giovane originario del Michigan ha voluto essere un messaggio d’amore verso il fratello e, allo stesso tempo, di prevenzione e sensibilizzazione sul tema della disabilità. L’impresa di Hunter richiama alla memoria quella del cinese Yu Xukang, il “papà dell’anno”, che ogni mattina percorre a piedi trenta chilometri portando il figlio disabile sulle spalle per consentirgli di frequentare regolarmente la scuola. Per prepararsi adeguatamente all’impresa, Hunter Gandee si è sottoposto per mesi a test fisici e atletici, che gli hanno consentito di affrontare la sfida in eccellenti condizioni di forma. Hunter, definito da tutti “estremamente protettivo nei confronti del fratello minore”, in accordo con la famiglia e coi medici e ricercatori dell’università del Michigan ha voluto mostrare il “vero volto” della disabilità, nello specifico di quella derivante da paralisi cerebrale. La maratona è stata molto dura e intensa, e più volte Hunter ha dovuto rallentare il ritmo prima di tagliare il traguardo. Il cuore di un fratello oltre l’ostacolo, un messaggio d’amore e di integrazione.
fonte : http://www.contactsrl.it/blog/2014/06/11/braden-hunter-gandee/#sthash.A509iZ7O.dpuf
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