Antara: i sussurri alla vita interiore delle cellule . Che cosa succede alla mia energia quando mi parlo con gentilezza?
Le cellule stanno ascoltando
Esiste una saggezza antica che sussurra verità dimenticate: ogni singola parte del corpo è dotata di coscienza ed anima. Questa frase rivoluzionaria, custodita dalle donne della medicina indigena come un seme prezioso, ha dato inizio a un viaggio straordinario verso la scoperta della capacità di guarigione del corpo umano
Come guarire parlando con le cellule
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
C’è un momento in cui il respiro rallenta e il mondo esterno si fa sottile. In quel momento il corpo apre una porta silenziosa. Le cellule ascoltano. Hanno memoria di oceani e foreste, di notti stellate e di mani che curano. Ogni singola parte del corpo è dotata di coscienza e anima, dicono antiche voci femminili, e forse è per questo che quando ci rivolgiamo al corpo con parole gentili esso risponde con gesti minimi o potenti.
Ho iniziato da qui. Un dolore ostinato abitava le mie giornate e io chiedevo alle cellule del mio corpo di mostrarmi un varco. In meditazione ho provato a parlare a loro con semplicità. Vi sento. Sono qui con voi Possiamo collaborare? Vi prego, collaborate con me, vi voglio bene !
L’aria è diventata più leggera, come se il tessuto interno si distendesse. I muscoli hanno trovato una nuova cadenza. Le fibre hanno ricordato il gesto della guarigione. Nelle regioni di dolore si è accesa una corrente sottile, simile a una rete di lucciole che si cercano nel buio. ALLORA ho richiesto alle mie cellule: possiamo comunicare e cooperare per guarire da questa condizione? Era un pensiero audace, una breccia nella certezza del dolore, un invito alla possibilità
Quella notte, attraverso la meditazione, si aprì un varco verso uno stato di profonda calma. Era come scendere in acque tranquille dove la superficie agitata del mondo non poteva più disturbare. La fiducia guidava il cammino, anche nell’ignoto. Dopo circa un’ora, qualcosa di incredibile accadde. Il dolore era sparito , senza aver preso niente ne’ fatto niente di fisico. Le mie cellule mi avevano ascoltata ! Ero a loro molto grata!
… Ma non succede sempre, non sempre siamo in sintonia con noi stessi, figuriamoci con le nostre cellule!
Pero’ io continuo. Ho un unico valore non corretto nel mio sangue: sono due mesi che tutte le sere recito con il cuore, con amore e in uno stato di meditazione e fiducia, una preghiera alle mie cellule del DNA e RNA di silenziare con profonda pace il gene PCSK9 affinche tutto ritorni in equilibrio … E sono sicura che quando ritornero’ a rifare l’esame del sangue , tutto sara’ sistemato. Ho fiducia in loro e sento, cioe’ percepisco che mi hanno ascoltata. Non so perche’ ci sia voluto tutto questo tempo o forse lo so: le mie incredulita’ che a volte risorgono dal nulla. Sono una mentale ma esplosiva . Quindi lavoro con la mente e a volte sconvolgo il corpo per un eccesso di fuoco. Fiducia e fuga
Parlare con le cellule è un atto semplice e insieme raffinato
Immaginate il corpo come un ecosistema. Nervi, tendini, legamenti, pelle. Ognuno è una voce in un coro che desidera intonarsi
Quando ci siediamo in quiete, il sistema nervoso riconosce un rifugio. Le onde della mente si fanno più lente e il confine tra pensiero e sensazione si ammorbidisce. Non è magia. È fisiologia che incontra immaginazione guidata. La respirazione calma modula il tono del nervo vago, attenua le difese e prepara il terreno a una risposta di ristoro. In questo terreno le parole che rivolgi a te stessa, alle tue cellule, diventano segnali. Il corpo li traduce in micro allentamenti, in calore che torna, in una percezione diversa del dolore
Non si tratta di comandare ma di accordarsi. E’ un po’ come appoggiare la mano su un ramo e sentirne il ritmo linfatico. Le immagini interiori fanno da ponte. Vedi la muscolatura come un intreccio che respira. Vedi i nervi come sentieri che recuperano la propria continuità. Vedi la pelle come un paesaggio che si ricompone. Quando l’emozione trova parole chiare, il corpo le riconosce e risponde con segnali che la mente può comprendere
Tra poesia e scienza
Molte tradizioni spiegano la salute come armonia del flusso. La scienza osserva che stati di rilassamento profondo possono favorire l’equilibrio di ormoni e mediatori, modulare l’infiammazione, migliorare la percezione del dolore. Non serve contrapporre i linguaggi. Possiamo lasciare che si incontrino. La poesia insegna a scegliere parole che nutrono. La fisiologia insegna a osservare i loro effetti.
Quando ci avviciniamo al corpo con rispetto cambiano il respiro, la postura, la qualità dell’attenzione. È una danza lenta tra significato e materia
Ci sono ricerche curiose sulla sensibilità dei sistemi viventi all’intenzione. Io le interpreto come inviti a coltivare la qualità della presenza. Non prendo nulla come dogma. Scelgo di stare nella domanda:
che cosa succede al mio corpo quando cambio tono interiore. Che cosa succede al dolore quando lo ascolto senza giudizio. Che cosa succede alla mia energia quando mi parlo con gentilezza?
La spiegazione e’ semplice ma profonda: una meditazione regolare è necessaria per allenare il cervello a raggiungere uno stato di onde alpha e theta. È proprio in questo stato che avviene la comunicazione tra mente conscia e corpo fisico, come due antiche lingue che finalmente si riconoscono
Durante questa comunicazione, tre punti fondamentali emergono come pilastri della cooperazione con il corpo:
Avvicinarsi al corpo con compassione, consci del fatto che le cellule provano emozioni come esseri sensibili che abitano il tempio della carne. Creare fiducia coinvolgendo il corpo in una conversazione mentale positiva in merito ai desideri condivisi per sconfiggere la malattia tramite la cooperazione autentica. Immergersi nella conversazione elaborando pensieri e parole che creino una sequenza di emozioni elevate e spontanee, come onde che si alzano naturalmente dall’oceano
Il cuore della pratica
Chiamo questa via Antara, parola che indica l’interno. Antara è uno spazio più che una tecnica. È l’arte di tornare a casa mentre resti dove sei. In Antara l’attenzione scende, come una goccia di pioggia che trova la terra. Non forzi. Accompagni. Ti siedi comoda. Appoggi la lingua in modo naturale. Lasci le spalle cadere un poco. Porti la mano sul punto in cui il respiro si sente meglio. Ogni inspiro è un sì alla vita che entra Ogni espiro è un lasciare andare
Quando ti rivolgi alle cellule utilizza un linguaggio semplice:
Ti vedo. Grazie per quello che fai. Da oggi scegliamo equilibrio. Se c’è dolore lo saluti come una messaggera. Le chiedi cosa protegge. La rassicuri. Offri al corpo immagini di ordine e bellezza. Una trama che si ricuce. Un fiume che riprende corso. Un giardino che torna fertile. Riposi in queste immagini finché un segnale interno ti dice che basta così
Intenzione, fiducia, emozione
L’intenzione è la direzione del cuore. Non la forzi. La chiarisci. La fiducia è un terreno che si coltiva a piccoli gesti. L’emozione è il vento che spinge la barca. Quando le tre componenti si allineano, il corpo percepisce coerenza. La mente smette di domandare prove e comincia ad accorgersi di sfumature nuove. A volte il cambiamento è evidente. A volte è sottile come un fruscio. Entrambi sono preziosi
Quando l’intenzione è autentica il corpo lo sa. Si rilassa la mascella. Gli occhi prendono luce. Il battito trova un ritmo più ampio. Se provi sensazioni di calore o di micro scosse non c’è nulla di misterioso. Sono tessuti che ritrovano la loro grammatica. Se non senti nulla di particolare va bene lo stesso. Non si misura la profondità di una radice dal rumore che fa sotto il terreno allungandosi
Creatività che guarisce
La guarigione è anche creatività. È trovare immagini, suoni, gesti che riportano continuità tra ciò che senti e ciò che vivi. Scrivere poche righe al mattino per dare al corpo un vocabolario pulito. Cantare a bassa voce per sciogliere la gola. Camminare tra alberi veri o immaginati per ricordare alle articolazioni la gioia del movimento. Non serve fare molto. Serve farlo con presenza
Ogni cellula ama essere vista. Quando la guardi con dignità ricordandole che fa parte di un tutto intelligente, essa si riallinea alla sua funzione. Il corpo risponde alla qualità della narrazione. Se ti ripeti di essere rotta, l’organismo si organizza attorno a quella immagine. Se ti racconti che stai imparando equilibrio, l’organismo cerca strade per confermarlo.
La biologia ascolta la poesia e la traduce in tono, postura, ormoni, riparazioni invisibili
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APPROFONDIMENTO:
ANTARA: il dialogo interiore della guarigione
ANTARA è una parola sanscrita che significa “all’interno” e racchiude in sé la verità essenziale di questo metodo: la guarigione non arriva da fuori ma germoglia dalle profondità del nostro essere. È un viaggio verso l’interno, un ritorno alla sorgente dove corpo e mente si riconoscono come parti di un’unica coscienza vivente
Questo approccio terapeutico si fonda sulla comprensione che ogni cellula del nostro corpo possiede una forma di intelligenza sensibile, capace di ascoltare, rispondere e cooperare quando viene contattata con l’intenzione giusta e le emozioni autentiche
ANTARA nasce dall’integrazione tra la saggezza della medicina orientale, gli studi sull’agopuntura e le scoperte della biocomunicazione cellulare. È un metodo che unisce il rigore della terapia ipnotica con la profondità della meditazione contemplativa, creando un ponte tra la mente conscia e l’intelligenza corporea
Il cuore di ANTARA risiede nella capacità di raggiungere quello stato di coscienza dove le onde cerebrali rallentano fino alle frequenze alpha e theta. In questo stato, simile al momento tra la veglia e il sonno, le barriere tra mente e corpo si dissolvono come nebbia al sole del mattino. È qui che diventa possibile stabilire una conversazione autentica con le cellule, i tessuti, gli organi.
La pratica di ANTARA inizia con il silenzio. Non un silenzio vuoto ma pregno di presenza, dove la mente impara a quietarsi e il respiro diventa un’ancora che ci radica nel momento presente. Attraverso la meditazione regolare, il cervello si allena a scivolare naturalmente in questi stati di coscienza espansa dove la comunicazione interiore diventa possibile
Il primo passo è avvicinarsi al proprio corpo con compassione profonda. Non come qualcosa di rotto da aggiustare ma come un alleato intelligente che merita rispetto e comprensione. Ogni cellula è un essere sensibile che percepisce le nostre emozioni, che registra i nostri pensieri, che risponde alla qualità della nostra attenzione.
Quando ci avviciniamo con durezza o impazienza, le cellule si contraggono. Quando portiamo gentilezza e gratitudine, si aprono come fiori al sole
Il secondo passo consiste nel creare un dialogo mentale basato sulla fiducia reciproca. Non si tratta di comandare al corpo di guarire ma di invitarlo a una collaborazione. È una conversazione dove si riconoscono i desideri condivisi: sia la mente che il corpo vogliono stare bene, vogliono funzionare in armonia, vogliono tornare all’equilibrio naturale. Questo riconoscimento crea un campo di cooperazione dove la guarigione può emergere spontaneamente
Il terzo passo è forse il più importante: l’immersione totale nella conversazione attraverso emozioni elevate e spontanee. Non emozioni forzate o simulate ma quelle che sgorgano naturalmente quando ci connettiamo veramente con la possibilità della guarigione.
È la differenza che Backster ha osservato nelle sue piante: l’intenzione autentica crea una risposta, quella artificiale viene ignorata.
In ANTARA, le emozioni non sono considerate semplici stati d’animo ma veri e propri linguaggi chimici ed energetici che le cellule comprendono perfettamente. Quando proviamo gratitudine sincera per il nostro corpo, questa gratitudine si traduce in cascate di neurotrasmettitori che bagnano ogni cellula come pioggia benefica. Quando visualizziamo la guarigione con gioia autentica, questa gioia diventa un segnale che il corpo interpreta come direzione verso cui muoversi
Le emozioni spontanee sono essenziali perché portano con sé una qualità vibrazionale che non può essere replicata artificialmente. Sono come impronte digitali energetiche che il corpo riconosce come autentiche. Questo spiega perché la meditazione meccanica o le affermazioni ripetute senza sentimento falliscono: mancano della firma emozionale che attiva la risposta cellulare
Il Campo di energia universale
ANTARA riconosce che la comunicazione tra mente e corpo non avviene solo attraverso i canali nervosi o ormonali conosciuti dalla medicina convenzionale. Esiste un campo sottile, ancora misterioso per la scienza tradizionale ma ben conosciuto dalle pratiche contemplative orientali, che connette tutte le parti del nostro essere e ci lega all’universo stesso.
È un oceano di coscienza nel quale siamo tutti immersi, un tessuto invisibile ma reale che sostiene la vita
Attraverso la meditazione profonda, ANTARA ci insegna a sintonizzarci consapevolmente con questo campo. Quando lo facciamo, l’energia concentrata della nostra intenzione può essere diretta verso specifiche aree del corpo che hanno bisogno di guarigione.
Non è magia ma una tecnologia interiore antica quanto l’umanità stessa, riscoperta e riformulata per la comprensione moderna
L’Esperienza della guarigione creativa
ANTARA apre la porta a forme di guarigione che possono essere descritte solo come creative. Quando mente e corpo entrano in questo dialogo profondo attraverso il campo di energia universale, possono accadere trasformazioni che sfidano le aspettative mediche convenzionali. Muscoli paralizzati che ritrovano movimento, dolori cronici che si dissolvono, tessuti che rigenerano più velocemente
Queste guarigioni non sono miracoli nel senso soprannaturale ma manifestazioni naturali di capacità che il corpo possiede già. ANTARA semplicemente rimuove gli ostacoli che impediscono a queste capacità di esprimersi. È come togliere i detriti da un fiume: l’acqua sa già dove andare, ha solo bisogno che il percorso sia libero
La creatività in questo contesto significa che ogni processo di guarigione è unico, emerge dalle specifiche necessità di quel corpo, di quella mente, in quel momento particolare. Non ci sono protocolli rigidi ma principi guida che si adattano fluidamente alla situazione individuale
La Pratica quotidiana
ANTARA non è una tecnica da applicare solo quando si è malati ma una pratica quotidiana di connessione con il proprio corpo. È un modo di vivere che riconosce costantemente l’intelligenza cellulare e mantiene aperto il canale di comunicazione. Anche quando non c’è malattia da guarire, questo dialogo interiore nutre il benessere, previene gli squilibri, mantiene l’armonia
La pratica inizia con sessioni meditative dedicate dove si scende intenzionalmente negli stati alpha e theta. Con il tempo, questa capacità di comunicazione diventa sempre più naturale e può essere attivata anche in momenti brevi
Etica della cura
Questa via non sostituisce cure mediche quando servono. È una compagna. Unisce sapere antico e conoscenza moderna. Invita a consultare professionisti di fiducia e a integrare le pratiche interiori con scelte concrete. Alimentazione gentile. Movimento adatto. Riposo vero. Relazioni che nutrono. Ogni scelta è un mattone di casa
La cura non è una gara. Non chiede prove di valore. Chiede pazienza, ascolto, costanza. Chiede di saper celebrare anche i passi piccoli. Chiede di perdonare i giorni storti. Ogni volta puoi ricominciare dal respiro
Le cellule stanno ascoltando. La mente può parlare il loro linguaggio quando diventa limpida e affettuosa.
La scienza offre mappe. La poesia offre sentieri. Insieme tracciano una geografia del ritorno a sé Antara è questo tornare all’interno per tornare al mondo con un corpo più amico
Che tu possa incontrare la tua voce giusta. Che tu possa sentire il momento in cui il dolore si fa racconto e poi si scioglie. Che tu possa riconoscere la libertà quando bussa dalla stanza più segreta e ti invita a danzare. Grazie!

