Visita SpazioSacro.it : Corsi, Seminari e Scuola di Naturopatia e di Reiki
saluto ragazzi
saluto ragazzi

AT SALUT: IL SALUTO CHE È ANDATO PERDUTO

AT SALUT: IL SALUTO CHE È ANDATO PERDUTO
(E il silenzio di un mondo che non si ascolta più)

C’era un tempo in cui il saluto era un rito, un ponte tra le persone. Bastava incrociare lo sguardo di un passante, il vicino di casa, il panettiere sotto casa e sentire un semplice “At Salut!”, un segno di rispetto, di presenza. Un riconoscimento dell’altro.

Ora quel ponte sembra essersi sgretolato.
Il silenzio è diventato la risposta più comune. I messaggi lasciati senza risposta, le conversazioni che si chiudono senza un “grazie”, gli incontri che finiscono nel nulla, senza traccia.

Il saluto non è una formalità, è un riconoscimento
Salutare significa dire all’altro: “Ti vedo”, “Tu esisti, e la tua presenza è importante”.
Non è solo un’abitudine sociale, è qualcosa di più profondo. È il segnale che stiamo condividendo lo stesso spazio, che le nostre esistenze si sfiorano, anche solo per un istante.

Ma oggi la comunicazione si sta trasformando in un consumo. Le persone prendono e non restituiscono. Chiedono aiuto, informazioni, un favore, un consiglio… e poi spariscono. Senza una parola. Come se tutto fosse dovuto

Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:

TANTI SEMINARI E CORSI SU SPAZIOSACRO.IT :
spaziosacro.it portale medicine analogiche
visita il sito spaziosacro.it [ click qui ]

Dove è andato a finire il senso del ringraziamento?
Una volta si diceva: “Chi non sa ringraziare, non sa amare”.
Oggi, il grazie è percepito come superfluo, come qualcosa di scontato. Forse perché viviamo nell’epoca del “pretendere” più che del “ricevere con gratitudine”.

Lo vediamo nel digitale:

Persone che leggono senza mai lasciare una traccia, neppure un commento.
Richieste di lavoro o di aiuto che si dissolvono nell’aria, senza nemmeno una risposta.
Like messi senza pensarci, senza che vi sia un vero coinvolgimento.
Messaggi lasciati nel vuoto, come se il silenzio fosse l’unico modo di comunicare.

L’era della connessione ci ha resi muti
Paradossalmente, più siamo connessi, meno ci parliamo.
Abbiamo mille modi per comunicare, ma li usiamo sempre meno per la gentilezza, per la riconoscenza, per la bellezza dell’incontro.

E chi è sensibile, chi è educato a certi valori, chi ancora crede nella reciprocità, si sente sempre più solo in mezzo a una folla di sguardi distanti.

E quindi? Cosa possiamo fare?
Resta solo isolarsi? Rifugiarsi nelle montagne e abbandonare questo mondo?

No, perché la nostra voce serve a chi ancora vuole ascoltare

Allora proviamo a resistere.
A salutare, anche se nessuno risponde
A dire grazie, anche se sembra inutile
A commentare, a partecipare, a lasciare una traccia, anche se il mondo sembra non vedere
Perché chi è educato alla bellezza delle parole, non può lasciarsi trascinare nel silenzio

Forse non cambieremo il mondo.
Ma possiamo essere il riflesso di ciò che vorremmo vedere
E magari, un giorno, qualcuno imparerà di nuovo a rispondere:
“At Salut!

E allora, dopo aver attraversato questo viaggio tra saluti dimenticati, mani neppure sfiorate e cuori invisibili, possiamo chiederci:

Cosa significa davvero salutare?

In India, non si dice solo “Ciao”.
Lì si dice “Rama Rama Rama”, e in quel saluto si riconosce la scintilla divina nell’altro.
In Tibet, si dice “Tashi Delek”, e quel saluto è una preghiera in movimento:
“Che la buona sorte ricada su di te, che la pace universale ti avvolga.”

E noi, qui, oggi, in questo angolo di mondo e di tempo, cosa potremmo dire?
Potremmo dire semplicemente:
“piacere di vederti”
Non per curiosità. Non per invadere
Ma per riconoscere

Ti vedo perché esisti
Ti saluto perché ci siamo sfiorati in questo frammento di vita
E ti benedico, perché ogni incontro, anche il più breve, ha il diritto di lasciare una piccola luce

Forse non cambieremo il mondo con un saluto
ma cambieremo noi stessi.
E forse, salutandoci davvero, con la voce o con lo sguardo, scopriremo che non siamo mai stati soli

E allora At Salut non sarà solo un ricordo di una lingua che si spegne,
ma diventerà un nuovo modo di restare umani.

A chi legge queste parole, da me a te: At Salut, anima in cammino !
La mia luce riconosce la tua.

GRAZIE!

In INDIA non usano mai per salutarsi frasi come “BUON GIORNO” Non significano molto
Essi dicono RAMA RAMA RAMA
Essi si salutano utilizzando il NOME DI DIO. E’ UN ATTO SIMBOLICO

E vuole significare:
“VEDO DIO IN TE, BENVENUTO SONO FELICE.
BENEDETTO PER ESSERE PASSATO ACCANTO A ME!”

Piacerebbe anche a me salutarvi in questo modo
Ma come si fa?
SEMPLICEMENTE:
Benedetti VOI che siete qui a leggere accanto al mio cuore!

 

Spazio Sacro Centro Olistico e Scuola di Reiki Bologna

 

 

author avatar
admin
Associazione Culturale SpazioSacro.it Operiamo nel campo delle medicine analogiche dal 1998. Proponiamo molteplici corsi e seminari in tutta Italia. Visitate le nostre scuole: la Scuola di Reiki "Spazio Sacro" e la Scuola di Naturopatia "Spazio Sacro".


CATEGORIE DEL BLOG

Crescita spirituale
CURE NATURALI
Dalla Nostra Associazione
Mondo Olistico
Notizie scottanti
Passa il Favore di Trevor
Scuola di Naturopatia
Studi Scientifici
Teorie e Scoperte
admin

Associazione Culturale SpazioSacro.it