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Biodinamica Biochimica Meridiani Cinesi, Molecole Dell'acqua
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Biodinamica Biochimica MERIDIANI CINESI, MOLECOLE DELL’ACQUA

Biodinamica, una nuova visione della fisiologia e della fisiopatologia

Fabio Burigana, medico gastroenterologo, racconta studi ed esperimenti condotti come presidente di AMeC che possono dare nuovo spessore alle medicine energetiche

Fabio Burigana, medico gastroenterologo, da tempo si occupa e pratica le medicine non convenzionali.

Siamo agli inizi, ai fondamenti della medicina energetica. Queste cose possono essere il substrato di una base della medicina fondata sulla teoria quantistica dei campi, che abbracci l’omeopatia,l’agopuntura cinese e tutte le terapie energetiche REIKI compreso e la medicina tradizionale cinese. Naturalmente la medicina convenzionale non va certo buttata via, ci sono cose che funzionano molto bene.

Stiamo entrano in una nuova fase?
Cerchiamo di fare una rete, ma i clinici non hanno grande interesse: difficilmente intraprendono strade nuove sia nel convenzionale sia nel non convenzionale.

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MERIDIANI CINESI, MOLECOLE DELL’ACQUA
BIOCHIMICA E BIODINAMICA

I punti dei meridiani di agopuntura, sulla base delle ricerche effettuate, sarebbero zone di modulazione delle oscillazioni degli elettroni che originano a livello dei mitocondri dei diversi organi.

Le molecole si incontrano grazie al ruolo mediatore dell’acqua su un sottofondo elettromagnetico: dalla biochimica alla biodinamica. Gli elettroni attivati nei mitocondri e modulati nei punti di agopuntura, dunque, grazie alla fisica dell’acqua, attivano particolari vie metaboliche cellulari.

Alterazioni delle oscillazioni elettroniche si ripercuotono in alterazioni biochimiche e dunque in situazioni patologiche. Se viene invertito lo spin dell’elettrone, che può essere valutato come sensibilità a un campo magnetico debole, siamo di fronte a situazioni patologiche più serie.

Studi ventennali sperimentali che hanno portato a una nuova visione della fisiologia:
“Siamo agli albori di una nuova fisiologia del rapporto corpo e mente” ha detto intervenendo al secondo convegno di biofisica informazionale, è corretto?

Le implicazioni sono tante, è un campo nuovo, non esistono altri gruppi che si occupano di aspetti di questo genere. Dal grosso lavoro svolto coi pazienti tumorali, la prima cosa di cui mi ero accorto era la diversa sensibilità al campo magnetico di questi pazienti.

A partire da questo fenomeno, basandomi sugli studi dell’acqua di Emilio Del Giudice, abbiamo realizzato un modello fisiopatologico, non più solo biochimico, ma elettromagnetico biochimico.

L’80% delle reazioni biochimiche che conosciamo deriva dal gruppo di Albert Szent-Györgyi, scienziato ungherese naturalizzato americano, Premio Nobel per la Fisiologia e Medicina nel 1937, uno dei padri della biochimica. A lui dobbiamo un concetto essenziale: conosciamo la maggior parte delle reazioni biochimiche che avvengono nel corpo, cosa fondamentale per la farmacologia, ma non sappiamo cosa esattamente succede in vivo. Le reazioni avvengono a livello biochimico per termodinamica o diffusione, dice la teoria classica. Györgyi sostiene che le cose non possono stare così: ogni molecola nel vivente incontra esattamente la molecola precisa e miliardi di reazioni avvengono contemporaneamente senza sbagliare un colpo (a parte qualcuno, ma questo significa malattia o morte).

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Qual è, dunque, il segreto?

Györgyi lo dice: è la natura oscillatoria delle molecole. Il campo è complesso e vastissimo e meriterebbe un volume. Ogni molecola ha una sua vibrazione, le molecole che hanno oscillazioni simili in un certo range, con una certa frequenza, tendono a incontrarsi.

L’acqua fa da grande mediatrice in questo incontro grazie ai suoi elettroni che oscillano pure a certe frequenze. Sono elettroni “quasi liberi”, come nei metalli, quelli dell’acqua presente nei tessuti organici.

È acqua “attivata”, di cui parla Gerald Pollack nella Quarta fase dell’acqua, che si sposa con le teorie di Del Giudice. Questa ha una serie di caratteristiche fisico-chimiche, Pollack la chiama EZ (Exclusive Zone Water). Questi elettroni quasi liberi hanno oscillazioni differenti e sono quelle che attraggono o respingono certe molecole per far sì che si incontrino o non si incontrino.

Montagnier ha ricostruito delle molecole del Dna di una clamidia, nucleotidi eccetera, dando il segnale elettromagnetico nell’acqua.

Era la dimostrazione che quando si parla di energia si riferisce a qualcosa di molto preciso: frequenze specifiche che avvicinano o allontanano le molecole, facendo sì che si formino o meno dei legami chimici.

Questo l’aveva intuito Györgyi: dietro la biochimica c’è l’elettromagnetismo dell’acqua Purtroppo non aveva ancora le conoscenze fisiche per dimostrarlo. Per esempio certe considerazioni dello spin elettronico: bisogna entrare nella fisica quantistica dei campi. La nostra fortuna è quella di collaborare con fisici che se ne occupano.

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