Se se si innonda una cellula di luce UV al punto che il 99 per cento della cellula, incluso il suo DNA, viene distrutto, è possibile riparare il danno quasi interamente e in un solo giorno, semplicemente illuminando la cellula con la stessa lunghezza d’onda ad una intensità molto più debole…..
Il bio fisico Popp fu colpito dal fatto che la foto-riparazione cellulare funziona più efficientemente a 380 nm: la stessa frequenza a cui reagiscono i composti che generano cancro e a cui gli stessi si “arrampicano”. Questo fu il punto in cui Popp fece il suo salto logico: se le sostanze cancerose reagiscono solo a questa frequenza, questo deve essere connesso in qualche modo alla foto-riparazione.
Quindi…deve esserci una luce nel corpo, che è responsabile della foto-riparazione.
I VEGETALI EMANANO LUCE… Pop fece il suo secondo esperimento su delle patate che erano sempre state al buio…le pianticine vennero messe nel fotomoltiplicatore (apparecchio che invento insieme ad un suo studente), queste registrarono una intensità di luce persino più elevata. In più, i fotoni nei sistemi viventi che avevano esaminato, erano più coerenti di qualsiasi altri avessero mai visto.
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
Popp pensò quindi che fosse probabile che quando mangiamo vegetali assumiamo i fotoni e li immagazziniamo.
Questa energia è la forza agente in tutte le molecole del nostro corpo. I fotoni attivano i processi del corpo come un direttore d’orchestra che porta ogni singolo strumento nel suono collettivo….
Queste ed altre ricerche provarono a Popp che una delle fonti più essenziali di luce ed emissioni di biofotoni era il DNA, che era come un diapason per il corpo. Se avesse suonato una certa frequenza, certe molecole lo avrebbero seguito. Con le emissioni biofotoniche, Popp credette di avere una risposta alla questione della morfogenesi e della formazione- costruzione della forma, della coordinazione e comunicazione cellulare, che poteva avvenire solo in un sistema olistico con un direttore d’orchestra centrale:il DNA
Popp nei suoi esperimenti mostrò che queste emissioni di debole luce erano sufficienti per orchestrare il corpo. Le emissioni dovevano essere a bassa intensità perché queste comunicazioni avessero luogo ad un livello quantico; se di intensità maggiore avrebbero avuto un effetto solo nel mondo più grande.
Il numero dei fotoni emessi sembrava essere connesso alla posizione dell’organismo sulla scala evolutiva: tanto più complesso l’organismo, tanto meno fotoni venivano emessi
Ora: che tipo di luce è presente in chi è malato? Popp fece delle prove (con la macchina costruita ndt), su una serie di pazienti malati di cancro. In ognuno dei casi, questi pazienti avevano perso i loro ritmi periodici naturali e la loro coerenza. Avevano perso il loro collegamento con il mondo: in effetti la loro luce stava svanendo……
*
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
Con la sclerosi multipla, però, si nota l’esatto opposto. La SC è uno stato di troppo ordine. I pazienti con questa malattia introducono troppa luce, inibendo così l’abilità delle loro cellule a fare il loro lavoro.
Troppa armonia cooperativa impedisce fessibilità ed individualità: come nel caso di troppi soldati che marciano allineati mentre attraversano un ponte, provocando la sua caduta……. !!!!
La coerenza perfetta è uno stato ottimale tra il caos e l’ordine. Con troppa cooperazione, è come se i membri individuali dell’orchestra non siano più in grado di improvvisare.
In effetti, i pazienti di sclerosi multipla, affogano nella luce.
Popp esaminò anche gli effetti dello stress. In uno stato di stress, sale il livello di emissione di biofotoni: un meccanismo di difesa, disegnato per ristabilire l’equilibrio del paziente..
Tutti questi fenomeni, portarono Popp a pensare alle emission di biofotoni, come ad una specie di correzione apportata da un sistema vivente di fluttuazioni al Campo Punto Zero.
In un mondo perfetto, tutte le onde si cancellerebbero a vicenda attraverso un’ interferenza distruttiva. Ma questo non è possibile con il Campo Punto Zero, dove queste minime fluttuazioni di energia disturbano costantemente il sistema. Emettere fotoni è un gesto compensativo per fermare il disturbo e tentare una sorta di equilibrio energetico….
Come pensò Popp, il Campo Punto Zero obbliga un essere umano ad essere una candela.
Il corpo più sano avrebbe la luce più bassa e sarebbe più vicino alla stato zero: lo stato più desiderabile per un essere vivente per essere vicini al nulla.!!!!
Il DNA usa frequenze di ogni varietà, come uno mezzo informativo e questo suggerisce invece un sistema feedback di comunicazione perfetta attraverso onde che codificano e trasferiscono informazioni…..
Popp cominciò quindi ad indagare con questa idea: se le sostanze chimiche causanti il cancro potevano alterare le emissioni biofotoniche del corpo, allora poteva essere che altre sostanze poteva introdurre una migliore comunicazione…
Così si chiese se certi estratti di piante potessero cambiare il carattere delle emissioni di biofotoni dalle cellule cancerose, per far si che queste comunicassero di nuovo con il resto del corpo…..
*
LEGGI TUTTO
“Scienziati di frontiera, per tutto il globo, hanno scoperto le prove di un campo di energia quantica. Il campo non solo spiegherebbe l’omeopatia, ma potrebbe essere la forza maggiore a cui attingere per poterci guarire”
cosi esordisce l’articolo di Lynne McTaggart della rivista inglese online e cartacea “What Doctors don’t Tell you” , che sintetizzo e traduco nel seguito.
“Fritz-Albert Popp pensò di aver scoperto una cura per il cancro. Era il 1970 e Popp, un biofisico teorico dell’Università di Marburg in Germania, insegnava radiologia : l’interazione della radiazione elettromagnetica (EM) sui sistemi biologici.
Aveva esaminato il benzo[a]pyrene, un idrocarburo policiclico – noto per essere uno dei più letali cancerogeni per l’essere umano – e lo aveva illuminato con la luce ultravioletta (UV).
Scopri cosi che il benzo[a]pirene assorbiva la luce e la ri-emetteva ad una frequenza completamente diversa. Fece quindi lo stesso test sul benzo[e]pirene, un altro idrocarburo policiclico e virtualmente identico al precedente, salvo che per una piccolissima alterazione nella sua struttura molecolare. Questa minima differenza in uno degli anelli del composto fu critica, poiché rese innocuo agli umani il benzo[e]pirene e la luce UV vi passò attraverso inalterata.
Popp si arrovellò su questa differenza e continuò a fare esperimenti con la luce UV ed altri composti. Fece il test su 37 sostanze chimiche diverse, alcune causanti cancro, altre no. Sempre i composti che erano cancerogeni prendevano la luce UV, la assorbivano e cambiavano la frequenza.
Non solo: ognuno dei cancerogeni reagiva solo alla luce di una specifica frequenza, quella di 380 nm (nanometri) . Popp continuò ad indagare e si imbattè in informazioni su un fenomeno chiamato “foto riparazione” (‘photorepair’).
Se se si innonda una cellula di luce UV al punto che il 99 per cento della cellula, incluso il suo DNA, viene distrutto, è possibile riparare il danno quasi interamente e in un solo giorno, semplicemente illuminando la cellula con la stessa lunghezza d’onda ad una intensità molto più debole.
Ancora oggi gli scienziati non comprendono questo fenomeno, ma nessuno solleva controversie sul tema.
Popp fu anche colpito dal fatto che la foto-riparazione funziona più efficientemente a 380 nm: la stessa frequenza a cui reagiscono i composti che generano cancro e a cui gli stessi si “arrampicano”. Questo fu il punto in cui Popp fece il suo salto logico: se le sostanze cancerose reagiscono solo a questa frequenza, questo deve essere connesso in qualche modo alla foto-riparazione. Quindi…deve esserci una luce nel corpo, che è responsabile della foto-riparazione. Un composto causa il cancro perché blocca questa luce costantemente e la scavalca, quindi la foto-riparazione non può più funzionare.
Uno studente di nome Bernhard Ruth gli si avvicinò per chiedergli la supervisione della laurea. Popp disse a Ruth che lo avrebbe fatto solo se gli avesse potuto dimostrare che il corpo umano emanava luce. Ruth pensò che l’idea era ridicola e si mise subito al lavoro per produrre la strumentazione che doveva dimostrare che l’ipotesi di Popp era sbagliata.
In due anni Ruth costruì una macchina che assomigliava ad un grande detector di raggi X che usava un fotomoltiplicatore per contare la luce, fotone per fotone. Nel 1976, erano pronti per il loro primo test con delle pianticine di cetriolo. Il fotomoltiplicatore indicò che le pianticelle emettevano dei fotoni, o onde di luce, di una intensità sorprendentemente elevata.
LE CELLULE EMETTONO LUCE !
Nel caso in cui la luce avesse avuto a che fare con l’effetto della fotosintesi, era bene fare il test successivo con le patate fatte crescere al buio. Questa volta, quando le pianticine vennero messe nel fotomoltiplicatore, queste registrarono una intensità di luce persino più elevata. In più, i fotoni nei sistemi viventi che avevano esaminato, erano più coerenti di qualsiasi altri avessero mai visto.
Popp pensò quindi che fosse probabile che quando mangiamo vegetali assumiamo i fotoni e li immagazziniamo.
Questa energia è la forza agente in tutte le molecole del nostro corpo. I fotoni attivano i processi del corpo come un direttore d’orchestra che porta ogni singolo strumento nel suono collettivo.
A diverse frequenze, mettono in opera diverse funzioni. Popp trovò che le molecole nelle cellule rispondevano a certe frequenze e che un raggio di vibrazioni proveniente dai fotoni produceva una varietà di frequenze in altre molecole del corpo. Le onde della luce chiarivano la questione su come il corpo fosse in grado di eseguire complicate imprese con diverse parti del corpo istantaneamente oppure fare due o più cose allo stesso tempo.
Trovò anche che il DNA poteva inviare un’ampia gamma di frequenze, alcune delle quali sembravano collegate a certe funzioni. Se il DNA immagazzinava questa luce, avrebbe naturalmente emesso più luce se “aperto” come una cerniera lampo.
Queste ed altre ricerche provarono a Popp che una delle fonti più essenziali di luce ed emissioni di biofotoni era il DNA, che era come un diapason per il corpo. Se avesse suonato una certa frequenza, certe molecole lo avrebbero seguito.
Era anche possible, si rese conto, che fosse inciampato su una connessione mancante nella teoria corrente del DNA, che forse poteva valere come il più grande miracolo di tutti nella biologia umana, ossia come una singola cellula può trasformarsi in un essere umano completamente formato.
Con le emissioni biofotoniche, Popp credette di avere una risposta alla questione della morfogenesi e della Gestaltbildung (formazione- costruzione della forma) della coordinazione e comunicazione cellulare, che poteva avvenire solo in un sistema olistico con un direttore d’orchestra centrale.
Popp nei suoi esperimenti mostrò che queste emissioni di debole luce erano sufficienti per orchestrare il corpo. Le emissioni dovevano essere a bassa intensità perché queste comunicazioni avessero luogo ad un livello quantico; se di intensità maggiore avrebbero avuto un effetto solo nel mondo più grande.
Il numero dei fotoni emessi sembrava essere connesso alla posizione dell’organismo sulla scala evolutiva: tanto più complesso l’organismo , tanto meno fotoni venivano emessi.
Animali rudimentali e piante tendevano ad emettere 100 fotoni/cm2/sec ad una lunghezza d’onda di 200-800 nm, che corrisponde ad una frequenza molto alta di onda EM, all’interno della gamma visibile, mentre gli umani emettono solo 10fotoni/cm2/sec allastessa frequenza.
Ora: che tipo di luce è presente in chi è malato? Popp fece delle prove (con la macchina costruita ndt), su una serie di pazienti malati di cancro. In ognuno dei casi, questi pazienti avevano perso i loro ritmi periodici naturali e la loro coerenza. Aveva perso il loro collegamento con il mondo: in effetti la loro luce stava svanendo.
Con la sclerosi multipla, però, si nota l’esatto opposto. La SC è uno stato di troppo ordine. I pazienti con questa malattia introducono troppa luce, inibendo così l’abilità delle loro cellule a fare il loro lavoro. Troppa armonia cooperativa impedisce fessibilità ed individualità: come nel caso di troppi soldati che marciano allineati mentre attraversano un ponte, provocando la sua caduta.
La coerenza perfetta è uno stato ottimale tra il caos e l’ordine. Con troppa cooperazione, è come se i membri individuali dell’orchestra non siano più in grado di improvvisare. In effetti, i pazienti di sclerosi multipla, affogano nella luce.
Popp esaminò anche gli effetti dello stress. In uno stato di stress, sale il livello di emissione di biofotoni: un meccanismo di difesa, disegnato per ristabilire l’equilibrio del paziente..
Tutti questi fenomeni, portarono Popp a pensare alle emission di biofotoni, come ad una specie di correzione apportata da un sistema vivente di fluttuazioni al Campo Punto Zero.
In un mondo perfetto, tutte le onde si cancellerebbero a vicenda attraverso una interferenza distruttiva. Ma questo non è possibile con il Campo Punto Zero, dove queste minime fluttuazioni di energia disturbano costantemente il sistema. Emettere fotoni è un gesto compensativo per fermare il disturbo e tentare una sorta di equilibrio energetico.
Come pensò Popp, il Campo Punto Zero obbliga un essere umano ad essere una candela. Ilcorpo più sano avrebbe la luce più bassa e sarebbe più vicino alla stato zero: lo stato più desiderabile per un essere vivente per essere vicini al nulla.
Il DNA usa frequenze di ogni varietà, come uno mezzo informativo e questo suggerisce invece un sistema feedback di comunicazione perfetta attraverso onde che codificano e trasferiscono informazioni.
Popp si rese conto che la luce nel corpo può persino tenere in mano le chiavi della salute e malattia. In un esperimento, egli paragona la luce proveniente da uova di galline allo stato libero , con quelle di galline in batteria. I fotoni del primo caso erano molto più coerenti che nel secondo caso.
Continuò poi ad usare emissioni di biofotoni come un mezzo per misurare la qualità del cibo. Il cibo più sano, ha l’ìntensità di luce più bassa e più coerente. Ogni disturbo nel sistema fa aumentare la produzione di fotoni
La salute era uno stato di perfetta comunicazione subatomica ed una cattiva salute era uno stato di crollo di comunicazione. Ci ammaliamo quando le nostre onde non sono sincroniche.
Gli ci vollero ca. 25 anni, per raccogliere conversioni dalla comunità scientifica: alcuni scienziati nel mondo, selezionati, iniziarono a considerare che il sistema di comunicazione del corpo sia probabilmente un network complesso di risonanza e frequenza. Formarono cosi the International Institute of Biophysics, composto da 15 gruppi di scienziati provenienti da centri internazionali nel mondo.
Dalle sue ricerche emerse anche che la risonanza d’onda non era usata solo per comunicare all’interno del corpo, ma anche tra “cose” viventi. Popp si rese conto che questo scambio avrebbe potuto svelare iI segreto di alcuni tra gli enigmi più persistenti nel regno animale : come gruppi di pesci o di stormi possano creare una coordinazione perfetta ed istantanea.
Molti esperimenti hanno rivelato che si tratta di una forma di comunicazione silenziosa, che agisce come un elastico invisibile, anche quando gli animali sono separati da lunghe distanze.
Popp cominciò quindi ad indagare con questa idea: se le sostanze chimiche causanti il cancro potevano alterare le emissioni biofotoniche del corpo, allora poteva essere che altre sostanze poteva introdurre una migliore comunicazione…
Così si chiese se certi estratti di piante potessero cambiare il carattere delle emissioni di biofotoni dalle cellule cancerose, per far si che queste comunicassero di nuovo con il resto del corpo.
Cominciò sperimentando una serie di sostanze non tossiche che si supponeva fossero efficaci nel trattare il cancro. Ma queste sostanze, invece, aumentarono i fotoni dalle cellule tumorali, rendendole ancora più mortali per il corpo.
La sola storia positiva fu relativa al vischio, che sembrava aiutare il corpo a “risocializzare” le emissioni di fotoni delle cellule tumorali, riportandole alla normalità. In uno dei numerosi casi, Popp si imbattè in una donna poco più che trentenne che aveva cancro al seno e alla vagina. Popp trovò un rimedio al vischio che creava coerenza nei campioni dei tessuti cancerosi di questa giovane. In accordo con il medico, la donna interruppe ogni trattamento salvo quello con l’estratto di vischio. Dopo 1 anno, tutti i suoi test di laboratorio erano ritornati normali.
( Ricordo che Iscador, il nome di un rimedio antroposofico al vischio, è usato da decenni da medici antroposofici – medicina Steineriana- come rimedio anticancro, ndt)
Per Popp, l’omeopatia era un altro esempio di risucchio di fotoni. Aveva cominciato a pensare alla omeopatia come ad un “assorbitore di risonanza”. L’omeopatia poggia sul principio “simile cura simile” . Quindi come un diapason, una soluzione omeopatica adatta al caso, può attrarre ed assorbire le oscillazioni abnormi, consentendo al corpo di ritornare alla salute normale.
Popp pensò anche che il segnale molecolare elettromagnetico, potesse spiegare anche l’agopuntura.
Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, il corpo umano ha un sistema di meridiani. Che corrono nella profondità dei tessuti, attraverso i quali scorre una energia invisibile , la forza vitale che i cinesi chiamano CH’I. Questo “Ch’i” entra nel corpo attraverso questi punti di agopuntura e scorre verso le strutture più profonde dell’organo (che non corrispondono a quelle della biologia occidentale) , fornendo cosi energia (o forza vitale).
La malattia interviene quando questa energia è bloccata in un punto lungo “le vie”. Secondo Popp, il sistema dei meridiani trasmette onde specifiche di energia a specifiche zone del corpo.
Traduzione e sintesi di Cristina Bassi
FONTE: http://www.wddty.com/human-energy-fields-fritz-albert-popp.html
Contenuti estratti da:
The Field: The Quest for the Secret Force of the Universe,
by Lynne McTaggart, to be published this October (2009) by HarperCollins
https://sadefenza.wordpress.com/2016/05/08/la-luce-e-il-campo-di-energia-per-la-salute/
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.