Canapa è il nome generico di piante a fiore angiosperma che, unitamente al luppolo (Humulus lupulus), è uno dei due generi appartenenti alla famiglia delle Cannabaceae, dette anche Cannabinacee, le infiorescenze femminili essiccate delle piante di Cannabis prendono il nome di Marijuana.
Negli ultimi anni l’uso terapeutico dei derivati della cannabis sta vivendo un globale processo di rivalutazione, lo sviluppo delle conoscenze sul sistema dei cannabinoidi endogeni progredisce di pari passo all’individuazione di nuovi potenziali campi di utilizzo terapeutico.
L’Italia è purtroppo su questo terreno molto indietro rispetto agli USA e alla gran parte dei paesi europei, da queste premesse è nata, nel Marzo del 2001, la decisione di dare vita in Italia all’ Associazione per la Cannabis Terapeutica (ACT), uno spazio comune a pazienti, medici e a tutti i cittadini che vogliano impegnarsi per colmare il ritardo del nostro Paese in quest’ambito.
La Toscana, di recente è stata la prima regione italiana ad approvare l’utilizzo terapeutico della cannabis, infatti il Consiglio Regionale ha approvato una disciplinare che ne regolarizza l’utilizzo per scopi curativi.
Il provvedimento è stato accompagnato da una relazione che motiva l’approvazione: l’utilizzo dei cannabinoidi si baserebbe su acquisizioni di tipo scientifico, su sperimentazioni a livello mondiale; nella seconda parte, vengono poi chiariti quali siano gli ambiti nei quali può essere utilizzata la cannabis, ad esempio si cita la cura del glaucoma, il controllo di spasticità croniche, ed anche per controllare il dolore cronico che è associato alla sclerosi multipla.
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Attraverso le sperimentazioni scientifiche è stato visto che l’uso dei cannabinoidi, potrebbe avere come effetti la riduzione delle quantità di oppiacei, come la morfina ed eviterebbe così l’assuefazione che si riscontra nei pazienti oncologici sottoposti alla loro somministrazione, sempre per diminuire il dolore cronico.
I cannabinoidi possono essere somministrativi solo presso strutture sanitarie regionali, aziende ospedaliere universitarie, e strutture private che però sono accreditate e sono già in prestazione di regime ospedaliero; ovviamente, le aziende sanitarie dovranno seguire le direttive che saranno emanate dalla Giunta Regionale.
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