- Non reprimere le sensazioni di gioia. La repressione della gioia porta alla tristezza. Una gioia non condivisa o non comunicata porta ha un effetto contrario, genera dolore. La gioia deve essere comunicata anche se come per tutte le emozioni esiste anche in essa un nucleo duro, privato e oscuro, a volte non chiarito nemmeno per chi lo sperimenta, occorre però insegnare ai ragazzi e alle ragazze che la gioia è narrabile, anzi che per chi al prova è un dovere nei confronti degli altri e delle altre provare a renderli/e partecipi. Forse è la poesia o la lirica, il medium migliore per poter comunicare la gioia: il noto Inno alla gioia di Schiller, che Beethoven ha reso ulteriormente immortale nel Quarto Movimento della IX Sinfonia, presenta interessanti spunti in questo senso
- Abbracciare la gioia. La gioia è una emozione dalla quale si è abbracciati: una sorta di abbraccio materno, un ritorno adulto o adolescenziale in un grembo che ci accoglie e ci culla. Ma è anche una emozione di proiezione, che ci scaglia verso l’alto e verso il futuro, che ci toglie da noi stessi: la gioia è un’estasi, porta al di là da se stessi (ek-stasis) proprio nel momento in cui ci sprofonda in noi.
- Riconoscere il carattere Divino della Gioia. Il noto Inno alla gioia di Schiller, che Beethoven ha reso ulteriormente immortale nel Quarto Movimento della IX Sinfonia, presenta interessanti spunti in questo senso: Gioia!
Bella scintilla degli dèi figlia dell’Eliso,
Noi veniamo nel tuo tempio glorioso con il viso ardente.
Il tuo fascino unisce ciò
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che la moda separò;
Tutti gli uomini diventano fratelli
dove le tue dolci ali riposano. Che colui che ha la fortuna di avere un amico; che colui che ha conquistato una ragazza divida la sua allegria!
- Non temere il cambiamento. La gioia porta ad un cambiamento, la gioia è metabasi, profondo sconvolgimento. Non temere che si possa perdere. Nella Mente di Dio la gioia è infinita e vi è gioia infinita nelle nostre anime.
- Saper entrare nelle Gioie altrui ! Difficilissimo imparare a gioire delle gioie altrui, scoprendo quali sono le fonti di gioia per le persone che circondano la nostra vita. Molto più facile essere vicini al prossimo quando vi sono problemi e dolori. Ci siamo mai chiesti quali sono le fonti di gioia dei nostri amici e se abbiamo mai alimentato queste fiamme ? Portare la gioia negli altri è possibile lavorando nello specifico sulla dimensione della festa, della condivisione, del coinvolgimento e del dono !
- Lodare sempre la gioia quando entra nella nostra vita. La gioia porta al ringraziamento, e alla lode: non vivere la gioia in egoismo ma riconoscerne il carattere di dono e imparare a ringraziare; tutte le benedizioni, soprattutto quelle sul cibo o sui raccolti, sono lode per chi ha dato gioia e sacrificio al suo lavoro. Imparare a ringraziare, significa non tanto «dire grazie» ma «rendere grazie». Nel rendere grazie, si entra in un ciclo di consapevolezza che esiste un dare e un avere, donare e ricevere … e di conseguenza significa comprendere che non vi è termine nella manifestazione della lode, e che ognuno rendendo grazie ad un altro continua questo atto senza fine … che ci permette di diventare tutti co-creatori insieme al Divino !
www.spaziosacro.it
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