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Curare Tumori Senza Chemioterapia!
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Curare tumori senza chemioterapia!

TUMORI, IEO MILANO RIFONDA EMATOLOGIA: NUOVA SQUADRA AL LAVORO PER CURE LIBERE DALLA CHEMIOTERAPIA-CHEMIO-FREE

PER LA CURA DI LINFOMI, LEUCEMIE E MIELOMI’

Milano, 14 mag. (AdnKronos Salute) 10:12

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Lotta ai tumori del sangue con farmaci molecolari ritagliati su misura in base al Dna di ogni singolo paziente, per terapie intelligenti e personalizzate il piรน possibile chemio-free.

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Un programma di Drug Discovery mutuato da centri leader d’Oltreoceano come l’universitร  di Harvard a Boston e l’MD Anderson di Houston, e un ambulatorio aperto h24 per accompagnare i malati verso la speranza della guarigione senza mai farli sentire soli.

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Perchรฉ “una carezza e un sorriso qualche volta curano piรน dei farmaci”, dichiara Umberto Veronesi all’Adnkronos Salute.

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Cosรฌ l’Istituto europeo di oncologia di Milano rifonda l’Ematologia, forte di una squadra che ha arruolato i migliori cervelli italiani e stranieri all’insegna della nuova medicina delle 5P: Predittiva, Preventiva, Personalizzata, Partecipativa e Psicologica.

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Una P in piรน rispetto al modello americano celebrato dalla rivista ‘Nature’, aggiunta da Veronesi, padre della medicina della persona.

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“Non piรน malati, ma uomini e donne”.

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Il nuovo team ‘Ematologia Ieo per la cura di linfomi, leucemie e mielomi’ si รจ presentato alla cittร  in un incontro aperto al pubblico, introdotto da Veronesi – fondatore e direttore scientifico emerito dell’Irccs di via Ripamonti – e dal suo ‘erede morale’ Roberto Orecchia, da gennaio direttore scientifico.

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“Un’integrazione di competenze unica in Europa”, annunciano dall’Istituto.

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I nomi sono tra i piรน noti alla comunitร  scientifica: Pier Giuseppe Pelicci, direttore del programma di Ematologia; Stefano Pileri, direttore dell’Unitร  di diagnosi emolinfopatologica; Corrado Tarella, direttore della Divisione di oncoematologia clinica; Francesco Bertolini, direttore del Laboratorio di ematologia clinica, e Riccardo Dalla Favera dell’Istituto di genetica del cancro della Columbia University di New York – pioniere della genetica dei linfomi – come consulente e collaboratore scientifico del programma.

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“L’ematologia รจ stata l’avamposto delle nuove terapie oncologiche”, ricorda Pelicci citando come esempi “trapianto di midollo e farmaci molecolari.

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La nuova Ematologia Ieo รจ un esempio unico in Europa di integrazione tra ricerca, diagnostica avanzata e clinica”, prosegue.

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L’obiettivo a lungo termine รจ “una possibilitร  di cura per tutti i pazienti con tumori ematologici, con terapie molecolari e senza chemioterapia.

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Stiamo lavorando a una rete di interazioni nazionali e internazionali per garantire un accesso precoce dei nostri pazienti ai farmaci sperimentali piรน innovativi”, ma l’Ieo vuole mettere la firma su nuovi farmaci molecolari.

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“Ce n’รจ un bisogno urgente e abbiamo creato un programma di ricerca dedicato, che integra nella comunitร  dei ricercatori di base Ieo un team di chimici medicinali con esperienza industriale di Drug Discovery”.

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Passare dal Dna alla terapia in mesi invece che in anni, all’Ieo รจ un sogno giร  diventato realtร  per il ‘Bpdcn’ , tumore raro di sangue e cute fino a ieri senza possibilitร  di trattamento.

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Ma l’unione fa la forza, e il mix fra l’esperienza diagnostica di Pileri e quella di laboratorio di Bertolini ha permesso di scoprire che farmaci giร  disponibili per altre malattie ematologiche (demetilanti) in nuove combinazioni possono bloccare il Bpdcn.

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“L’attivitร  dell’emolinfopatologo – avverte Pileri – passa dall’osservazione al microscopio alla gestione delle biopsie in biobanche hi-tech”, da scandagliare mappando il Dna a caccia di nuovi bersagli terapeutici.

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Ma per farlo “รจ urgente che il nostro Paese, al pari di Germania, Francia e Regno Unito, istituisca centri di riferimento per la diagnostica avanzata con tecnologie sofisticate e personale altamente specializzato”. Secondo Dalla Favera, italiano negli Usa dal 1978 e appena eletto membro della National Academy of Sciences americana, “l’unicitร  della nuova Ematologia Ieo รจ l’aver costituito una squadra di cervelli proveniente da diverse istituzioni, convincendoli a trasferire in Ieo la loro esperienza e la loro cultura.

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A differenza del mondo anglosassone – osserva – questa situazione non รจ usuale in Italia.

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L’ematologia italiana รจ fra le prime 5 al mondo e il nuovo team Ieo potrร  ulteriormente sviluppare questa eccellenza, collaborando con gli altri poli del Paese”.

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“Nel rapporto medico-paziente ho sempre creduto nella condivisione.

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Per questo abbiamo deciso in Ieo di coinvolgere i nostri pazienti nella gestione della loro malattia e del nostro approccio alle cure”, puntualizza Tarella che ha fortemente voluto attivare “un servizio di assistenza specialistico aperto 24 ore al giorno, fra i primi in Italia, per assicurare un contatto immediato con l’ospedale tutte le volte che รจ necessario.

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Insieme all’Unitร  di psicologia guidata da Gabriella Pravettoni – aggiunge – stiamo sviluppando un approccio personalizzato che analizza e interpreta varie componenti cognitive, psicologiche e comportamentali.

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E stiamo sostenendo la crescita dell’Associazione italiana pazienti ematoncologici-Aipe, fondata 20 anni fa dai miei assistiti, completamente gestita dai malati e dedicata ai loro bisogni”. E se nella medicina delle 5P il malato smette di essere paziente per tornare persona, “il medico deve diventare anche amico e un po’ psicoanalista” DICE ORA UN FAMOSO ONCOLOGO ITALIANOโ€ฆ.

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“Prima di iniziare una terapia dobbiamo dialogare moltissimo con la persona – insegna l’oncologo – Dobbiamo conoscere chi รจ, che problemi personali ha, com’รจ il suo rapporto con la famiglia, quali sono le sue aspettative, le sue frustrazioni e i suoi desideri, come vive il rapporto con i medici e con l’ospedale in cui si trova.

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Allora sรฌ che possiamo decidere cosa possiamo fare, cosa dobbiamo fare e cosa dobbiamo non fare.

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La malattia del corpo si puรฒ curare, spesso guarire – riflette lo scienziato – Ma la vera sfida della medicina psicologica รจ togliere dal cervello l’angoscia e la paura che il male ha provocato, e che purtroppo restano anche oltre la guarigione.

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Ecco perchรฉ una carezza e un sorriso qualche volta curano veramente”. “Non dobbiamo dimenticare – conferma Orecchia all’Adnkronos Salute – che il nuovo processo di cura non parte dal malato, bensรฌ dal sano.

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La medicina predittiva (prima P) permette di scoprire quale patologia รจ piรน a rischio, e con quella preventiva (seconda P) cerchiamo di evitarla.

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Se poi la malattia insorge, la medicina personalizzata (terza P) ci aiuta a trovare l’approccio terapeutico piรน efficace e meno pericoloso, il piรน utile al paziente e di conseguenza il piรน sostenibile per il Servizio sanitario nazionale.

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La quarta P attraversa tutto questo percorso, che va partecipato dal paziente e dalla sua famiglia.

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E infine la quinta P, la nostra P di medicina psicologica – conclude il direttore scientifico Ieo – ci aiuta a non perdere mai di vista che il malato รจ prima di tutto, e resta per sempre, una persona”.

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