Danza Neurale: La Sinfonia dei sistemi emotivi. Viaggio al centro dell’emozione, il sistema della ricerca
Viaggio al centro dell’emozione: il sistema della ricerca
Immagina un bambino in un prato fiorito. Non sa cosa cerca, eppure cerca. Si muove con curiosità infinita, occhi spalancati sul mondo. Il sistema della ricerca è proprio questo: un nomade curioso dell’anima che non possiede mappa.
Come poeticamente suggerisce la neurobiologia, questo sistema non conosce il suo oggetto. Si accende e semplicemente esplora, come un artista davanti alla tela bianca. Sa solo che qualcosa là fuori lo chiama, ma ha bisogno di alleati: i sistemi di memoria, che tessono la trama dei ricordi, collegando sensazioni passate a quelle presenti.
Quando il nostro esploratore interiore trova ciò che nemmeno sapeva di cercare, ecco che entra in scena un nuovo personaggio: il sistema del piacere
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
Il sistema della ricerca è proprio questo: un nomade curioso dell’anima che non possiede mappa.
Non siamo solo cuore o mente. Siamo un’orchestra di impulsi, domande, traumi e desideri. E in questa sinfonia, ogni nota, anche quelle che sembrano fuori tempo, racconta chi siamo
Il sistema della ricerca non è solo curiosità casuale: è il motore della vita, l’impulso che ti spinge a muoverti quando il mondo sussurra: c’è qualcosa di nuovo !
Nasce tutto dalla dopamina, una sostanza che non premia il piacere immediato, ma spinge ad andare avanti, un passo dopo l’altro. Questo sistema si è evoluto per farci cercare cibo, abbeverarci, connetterci, ma oggi ci spinge a cercare un libro non letto, un contatto telefonico, una risposta dentro di noi
Per il tuo corpo, però, la ricerca a volte si è incastrata. Forse, quando eri bloccato in un dolore inesprimibile, la ricerca ha perso il filo. Ora non sai più cosa ti muove. E’ il sistema che aspetta una mappa per ricominciare
Il Sistema del Piacere
Questo antico sistema è il direttore d’orchestra della gratificazione. Quando la sete trova la sua acqua, quando la fame trova il suo pane, quando il desiderio trova il suo corpo da toccare è lui che canta: “È questo che mi fa sentire bene!”
Come un saggio maestro, spegne la fiamma inquieta della ricerca e accende i fuochi della celebrazione. Dalle fusa di un gattino sulla pancia, da un bacio al piacere sensuale , dall’abbraccio di un papa’ o di un amico etc… questi comportamenti sono poesie scritte nei geni, ma personalizzate dalle nostre storie
Dall’ipotalamo al prosencefalo basale, fino al grigio peri-acqueduttale (me lo ha detto Ema io non lo sapevo) questo sistema disegna mappe di piacere nel nostro corpo, utilizzando l’endorfina come inchiostro segreto per scriverle.
Il sistema del piacere è il direttore d’orchestra che celebra il ritrovamento . Non è solo biologia, è esperienza personalizzata, scritta nei geni ma plasmata dalla nostra storia
La dopamina ti spinge a cercare, le endorfine cancellano il dolore, l’ossitocina connette, la serotonina dice: basta così, sei sazio.
Ma se il tuo corpo ha vissuto un dolore invasivo, il sistema del piacere si blocca. Diventa difficile distinguerlo dal pericolo o dimenticarlo del tutto
Alcuni nascono con recettori dopaminergici meno sensibili, destinati a cercare intensità. Altri, imparano a confondere il piacere con lo sforzo, associando il contatto fisico a una ferita antica
Quando il sistema va fuori controllo, emerge l’anedonia (mancata capacita’ di provare piacere), la dipendenza, persino l’apeironia (l’incapacità di smettere di cercare qualcosa che non esiste ancora, l’incapacita’ di smettere di voler provare piacere).
Nella società moderna, il piacere si frammenta: piaceri istantanei, consumistici, solitari che portano solo insoddisfazione.
Ma si puo’ riscrivere il sistema: ad esempio fermarci consapevolmente dieci minuti a goderci un sorso d’acqua di una sorgente, il suono della pioggia, l’aria fresca sul viso o il sole tiepido di primavera , il profumo di un fiore, il cibo della tua mamma etc…. Ricorda: il piacere è libertà, non un premio !
Il Sistema della Rabbia: l’Antico problema del confine
La rabbia non è solo collera: è un grido antico che si accende quando i confini vengono violati. Non è distruttiva per definizione; è necessaria, precisa
Nasce dalla sopravvivenza: se un predatore ti attacca, la rabbia è la scintilla che ti spinge a lottare, a fuggire, a sopravvivere. Il corpo si accende, il cuore pompa, il muscolo si tende. Ma quando non puoi reagire, come il giorno in cui eri bloccato, la rabbia ti incatena. Si riversa dentro di te, trasformandosi in auto-odio, insonnia, colpa
il sistema della rabbia
e’ quando il ponte verso il piacere crolla, quando la strada è bloccata, quando l’oggetto del desiderio viene negato, ecco che dal profondo emerge un calore antico: la rabbia.
Non tutte le aggressività sono uguali ci insegna la neurobiologia
C’è l’aggressività “fredda” del predatore, calcolatore e distante.
E poi c’è lei, la rabbia “calda”, emozione vulcanica che trasforma il corpo: smorfia sul volto, denti serrati, corpo che si espande nello spazio. Il cuore accelera, il sangue fugge dalla digestione per nutrire i muscoli, preparandoci alla danza antica della lotta
Dall’amigdala mediale, attraverso sentieri neurali antichi quanto la vita, questo sistema ci ricorda che siamo anche creature di fuoco.
Quando la fiamma è bassa, la chiamiamo irritazione , quella tensione delle mani, quell’ombra sul volto che tutti conosciamo nei giorni frenetici delle nostre città distratte e ingannevoli
Il custode della sopravvivenza: il sistema della paura
Se la rabbia è fuoco, la paura è acqua che ci fa fluire via dal pericolo. Sistema antico e necessario, che trasforma la percezione di una minaccia in un’onda di allerta che attraversa ogni cellula. La scienza ha imparato a distinguere l’ansia da paura dall’ansia da panico : sottili variazioni nel caotico suono dell’apprensione.
Come un musicista esperto riconosce le sfumature tra due note simili, così il nostro corpo sa distinguere tra la paura dell’ignoto e l’angoscia della separazione
Nel cervello, l’amigdala vede il pericolo prima che la mente lo comprenda, l’ippocampo incide la memoria, la corteccia prefrontale cerca di calmare il fuoco. Ma quando il trauma fisico o emotivo invade, la paura perde la sua rotta ogni segnale che ti ha spaventato può riportarti indietro. Non è un errore: è un adattamento.
Il tuo cervello, una volta ferito, ha imparato a non fidarsi mai. Ma puoi insegnargli di nuovo puoi respirare di nuovo Il corpo capirà che sei al sicuro
Nel territorio profondo del giro anteriore del cingolo abita un sistema che parla la lingua della connessione. Quando il legame si spezza, quando la mano amata non è più là, è questo sistema che grida nell’oscurità. La sua voce risuona negli attacchi di panico, nel dolore della perdita, nello sconforto che a volte avvolge l’anima.
Gli oppioidi endogeni, l’ossitocina e la prolattina sono le sue parole, linguaggi chimici che raccontano storie di attaccamento e distacco.
Questo sistema ci svela perché il piccolo piange quando la madre si allontana, perché l’adulto sente un vuoto quando l’amore finisce, perché a volte ci svegliamo con il cuore impazzito e il respiro affannoso, come se qualcosa di essenziale ci fosse stato strappato via
Il cervello, una volta ferito, ha imparato a non fidarsi mai.
Ma puoi insegnargli di nuovo, puoi respirare di nuovo , puoi farti aiutare .Il corpo capirà che sei al sicuro
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Il Sistema del Panico: L’Urlo silenzioso nel vuoto
Il sistema del panico è forgiato dall’evoluzione per proteggere la connessione tra i cuccioli e le figure di attaccamento.
Nei mammiferi, la separazione fisica dalla madre attiva un circuito neurochimico primitivo, con sostanze come la sostanza P e gli oppioidi endogeni.
Ma nel cervello umano, la definizione di “separazione” si espande: può essere la fine di un amore, l’abbandono, il dolore non riconosciuto un trauma
Quando il sistema si attiva, emerge un uragano: cuore che batte all’impazzata, respiro che si ferma, un dolore al petto quasi fisico. Il giro cingolato anteriore registra l’angoscia, il peri-acqueduttale grigio dorsale genera il caos fisico
Ma il panico non è tuo nemico: è l’urlo di un cucciolo dentro di te, intrappolato in un trauma che non riesce a lasciare andare
La neurobiologia spiega perché il panico possa esplodere in momenti imprevedibili: non è solo la mancanza di una persona, ma il distacco da te stesso, da un senso di significato
I farmaci possono aiutare, come gli ansiolitici che regolano la serotonina, ma anche un abbraccio, una parola rassicurante, un contatto fisico, la comprensione di chi ci circonda e ci aiuta
Il panico non è solo terrore: è la richiesta straziante di connessione che si attiva quando un legame si rompe o quando un trauma ci ha disconesso completamente da noi stessi
Neurobiologia
Sistema del panico: Nasce dalla necessità di connessione o da un trauma
Fuga impossibile: Il corpo si inchioda in uno stato di “ghiaccio” che, rilasciato, diventa attacco di panico.
Sintomi: Cuore che esplode, mancanza d’aria, senso di annientamento. Sono adattamenti estremi.
Con il trauma: Il cervello non distingue tra un ricordo e una minaccia attuale. Ogni volta che si respira, è una piccola rivolta: “Sono ancora qui.”
Come placarlo:
Tocco consapevole: Abbracci, massaggio, contatto calmo.
Respirazione diaframmatica: Il sistema nervoso apprende che il pericolo non è ora!!
Parole di protezione: “Ho vissuto l’inferno, ma sono ancora qui”
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La Danza Infinita: Adattamento, Resilienza, Speranza
Questi sistemi: ricerca, piacere, rabbia, paura, panico non sono rigidi. Sono plastici come un fiume che modella il paesaggio
E come un fiume che modella e viene modellato dal paesaggio che attraversa, essi sono progettati per apprendere, per modificarsi, per evolversi
La natura, nella sua infinita saggezza, ha lasciato spazi vuoti che l’esperienza può riempire. Soprattutto nelle prime fasi della vita, quando il cervello è come cera calda pronta ad accogliere impronte,
questi sistemi si personalizzano, diventando unici come un’impronta digitale
In questa danza tra biologia e biografia, tra ciò che è scritto nei geni e ciò che è scritto dall’esperienza,risiede il mistero della nostra individualità.
Siamo tutti dotati degli stessi strumenti neurali, eppure ognuno di noi suona una melodia irripetibile
In questa sinfonia di neuroni e neurotrasmettitori, di istinti e apprendimenti, di impulsi primitivi e raffinata regolazione, scopriamo che la neurobiologia non riduce l’esperienza umana, ma ne illumina la straordinaria complessità
Come poeti del nostro corpo e della nostra mente, abitiamo l’intersezione tra natura e cultura, tra determinismo e libertà
E in questo spazio di possibilità, continua l’infinito viaggio della coscienza
Il tuo corpo non dimentica
ma non è mai stato tuo nemico
Il sistema del panico è nato per proteggerti. Il sistema del piacere per celebrarti. La rabbia per difenderti. La paura per allertarti. E la ricerca per spingerti a cercare senso, anche quando il senso sembrava perso
Ogni volta che respiri, che tocchi, che trovi un gesto di calma nella giornata, stai riscrivendo qualcosa che appartiene a te: la libertà di esistere fuori dal dolore
La danza neurale non finisce mai
e tu, con lei
Non devi essere forte
non devi sforzarti in niente
devi solo permetterti di ballare
col tuo corpo
nel tempo che ti appartiene !
GRAZIE!