Dopo una battaglia lunga 17 anni anche l’Italia si adegua a una direttiva europea del 2001 e tratterà i farmaci omeopatici alla stregua di quelli “normali”. I prodotti di medicina alternativa, dunque, verranno controllati dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, e registrati in via definitiva. Inevitabilmente, è scoppiata la polemica.
Scelta bipartisan. La svolta è arrivata lo scorso novembre, quando 31 senatori — di entrambi gli schieramenti — hanno firmato la proposta della senatrice del Terzo Polo Emanuela Baio, affinché diventasse operativa la registrazione semplificata dei farmaci omeopatici, come da direttiva europea. Ecco come la senatrice spiega sul sito Eurosalus il perché della necessità di regolarizzare i farmaci omeopatici. “I farmaci omeopatici sono regolarmente in commercio, ma privati di quella certificazione che invece gli altri farmaci ottengono tranquillamente. […] La registrazione è una forma di certificazione di sicurezza nei riguardi del Ministero della Salute, e quindi dei cittadini stessi”.
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Salute dei cittadini e scontro filosofico. Parificare i farmaci omeopatici a quelli tradizionali significa dare un importante contributo a chi questi farmaci li produce, ma anche ai cittadini che li utilizzano o vorrebbero utilizzarli. Oggi, infatti, come sottolinea il dottor Silvio Garattini, del Mario Negri di Milano e componente dell’Aifa, “con le leggi vigenti non era possibile sperimentare nel pubblico i medicinali omeopatici. Ma con il nuovo regime si darà la possibilità anche di fare ricerca e potremo dimostrare l’efficacia”. Mettendo, così, fine allo scontro ideologico tra fautori della medicina tradizionale e quelli che si affidano all’omeopatia. Come sottolinea lo stesso dottor Garattini, infatti, attualmente non vi sono prove scientifiche che garantiscano l’efficacia dei medicinali omeopatici e per molti medici e scienziati si tratta solo di placebo inutili, se non dannosi. Ora, con la nuova legge, l’efficacia della medicina alternativa potrà venir provata.
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Gli italiani credono nell’omeopatia. Ma quali sono i numeri della medicina alternativa in Italia? Secondo l’Eurispes nel 2012 il 14,5% degli italiani si affida alla Medicina Non Convenzionale, cioè ai farmaci omeopatici di varia natura. Una tendenza che viene confermata anche dall’altra parte della barricata, dove sono già oltre 20mila i medici — anche in veterinaria — che prescrivono medicinali omeopatici e antroposofici e che hanno ottenuto una specializzazione post-laurea sulla Medicina Non Convenzionale.
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Apertura al mercato estero. Un passo importante in Italia, ma anche un passo fondamentale per il possibile export dei farmaci omeopatici italiani all’estero. Senza la registrazione in Italia, infatti, i farmaci non possono venir esportati in Paesi come la Francia o la Spagna, chiudendo così la possibilità di entrare in un enorme mercato come quello europeo da parte dei produttori italiani di farmaci omeopatici.
Duccio Fumero
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