Gli Oligoelementi che possono aiutarci
Potremmo definire gli oligoelementi come elementi chimici presenti in piccolissime tracce nel nostro organismo.
Il termine oligoelemento deriva dal greco oligos (poco) e viene usato nei paesi latini per indicare alcuni particolari elementi chimici, presenti in piccolissime quantità nella materia vivente.
Fanno parte della molecola di un enzima e risultano assolutamente necessari al suo funzionamento.
Essi accelerano o inibiscono l’azione degli enzimi coinvolti nelle reazioni indispensabili alla vita.
A cosa servono gli oligoelementi?
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Gli oligoelementi sono indispensabili per la nostra salute e spesso non riusciamo a introdurli correttamente con l’alimentazione. Gli integratori possono aiutarci in questo. Non è vero che gli oligoelementi non hanno un effetto diretto, tutt’altro! Certo è che prima di assumerli è necessario lasciarsi consigliare da un esperto: la cosa importante infatti è trovare quello più adatto in quel momento e per la condizione necessaria.
Ci sono diversi oligoelementi nel nostro corpo e ognuno di questi sostiene una funzione diversa. A seconda della necessità o della situazione contingente che il corpo sta vivendo, necessitiamo di una o di un’altra tipologia di oligoelemento. Se scelto nella maniera giusta, può indurre grossi miglioramenti. È il caso dell’oligoelemento oro-rame-argento che è composto da tre elementi (oro, rame e argento, appunto) che se assunto quando serve, può portare a molteplici benefici.
PARLIAMO DELL’OLIGOELEMENTO ZINCO:
LO ZINCO
Descrizione
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Lo zinco è un minerale-traccia essenziale presente nell’organismo in quantità superiori a quelle di qualsiasi altro elemento traccia, al di fuori del ferro; infatti l’organismo umano contiene 1,8 gr di Zinco rispetto ai quasi 5 gr. di ferro. Lo zinco svolge svariate funzioni: 1) è in relazione con il normale assorbimento e con l’azione delle vitamine, in particolare quelle del complesso B; 2) è un elemento costitutivo di almeno 25 enzimi preposti alla digestione e al metabolismo; 3) è un componente dell’insulina e fa parte dell’enzima necessario per scomporre l’alcool; 4) svolge un ruolo fondamentale nella digestione dei carboidrati e del metabolismo del fosforo nonché nella sintesi dell’acido nucleico che controlla la formazione di varie proteine nelle cellule.
Lo zinco è essenziale per la crescita generale, per un corretto sviluppo degli organi della riproduzione e per il normale funzionamento della prostata; inoltre recenti rivelazioni mediche indicano che lo zinco è importante per la rimarginazione delle ustioni e delle ferite.
Questo minerale può anche essere necessario nella sintesi del DNA, che porta in sé tutti i caratteri ereditari e che dirige l’attività di ciascuna cellula. Le migliori fonti contenenti tutti gli elementi-traccia nel giusto equilibrio sono i cibi naturali non trattati, preferibilmente quelli coltivati in terreni fertilizzati organicamente. Diete ricche di proteine, di prodotti a base di cereali integrali, di lievito di birra, di crusca, di gemme di grano, e di semi di zucca sono di solito ricche di zinco. Il contenuto di zinco nella maggior parte delle acque potabili cittadine è tuttavia irrilevante.
Assimilazione e riserva
Lo zinco viene prontamente assorbito nella parte superiore dell’intestino tenue e la via principale per l’eliminazione è il tratto gastrointestinale; solo una minima parte viene persa con le urine.
Le riserve maggiori di zinco sono il fegato, il pancreas, i reni, le ossa, i muscoli volontari; questo è depositato anche in alcune parti degli occhi, nella prostata, negli spermatozoi, nella pelle, nei capelli, nelle unghie e nei globuli bianchi.
Una grossa assunzione di calcio e di acido fitico combinati, così come si trova in certi cereali, può impedirne l’assorbimento, quindi, se l’assunzione di calcio e di acido fitico è elevata, bisogna aumentare il consumo di zinco.
Interazioni con farmaci, vitamine o minerali
- Calcio: interferisce con l’assorbimento del calcio.
- Contraccettivi orali: abbassa i livelli di zinco nel sangue.
- Diuretici: aumentano l’escrezione di zinco. Se ne debbono prendere grandi quantità.
- Farmaci cortisonici: possono interferire con gli esami per la determinazione dello zinco.
- Ferro: diminuisce l’assorbimento di ferro. L’assunzione di alti dosaggi di zinco possono produrre questo effetto.
- Rame: diminuisce l’assorbimento del rame. L’assunzione di alti dosaggi di zinco possono produrre questo effetto.
- Tetraciclina: diminuisce l’assorbimento di tetraciclina a livello ematico. Tetraciclina e zinco non dovrebbero essere associati.
- Vitamina A: coopera nell’assorbimento della vitamina A.
Dosaggi e tossicità
Il Consiglio Nazionale di Ricerca suggerisce che nella dieta sia somministrato all’organismo, quotidianamente un apporto di zinco pari a 15 mg per gli adulti; 15 mg in più vengono consigliati per il periodo di gravidanza e ulteriori 25 durante l’allattamento. Il contenuto medio di zinco, in una dieta mista, varia dai 10 ai 15 mg.
Lo zinco è relativamente atossico benché un avvelenamento possa essere causato dal consumo di cibi conservati in contenitori galvanizzati. Elevate assunzioni di zinco interferiscono con l’utilizzazione del rame, causando un metabolismo incompleto del ferro e del rame nel fegato. Quando lo zinco viene integrato alla dieta, occorre ingerire anche quantità maggiori di vitamina A.
Effetti:
Effetti da carenza e sintomi
La causa più comune di una carenza da zinco è una dieta squilibrata, benché altri fattori possano concorrervi; per esempio il consumo di alcool può causare una carenza in quanto spinge lo zinco depositato fuori dal fegato e nelle urine; tutto ciò causa un aumento di stanchezza, una maggiore esposizione alle infezioni e alle ferite, tempi prolungati di rimarginazione e una diminuita prontezza mentale; ritardo nella crescita, e ritardata maturità sessuale. Un’insufficienza di zinco, unita a quella del rame e del vanadio, può portare all’aterosclerosi, anche le smagliature della pelle e le macchie bianche sulle unghie possono esserne sintomi. Il cadmio, un minerale tossico, accentua i segni di carenza di zinco, depositandosi nell’organismo e provocando gravi danni, che possono essere superati aumentandone il consumo. Recenti studi dimostrano che una carenza di zinco causa sterilità e nanismo negli essere umani. Tale carenza determina cambiamenti dannosi: nel cancro alla prostata, i livelli di zinco nella ghiandola sono molto bassi. James A. Halstead e Cecil Smith, Jr., della Trace Element Research Laboratory, Washington, D.C., hanno condotto interessanti studi sullo zinco, riscontrando bassi livelli di zinco nel plasma sanguigno di persone affette da cirrosi alcolica e da altri tipi di malattie del fegato, ulcere, attacchi cardiaci, mongolismo e fibrosi cistica. Anche donne incinte e donne che prendevano contraccettivi orali presentavano nel plasma sanguigno bassi tassi di zinco. Un’eccessiva eliminazione di zinco si manifesta nella leucemia e nella malattia di Hodking, ma le cause sono sconosciute.
Sintomi da carenza
Carenza moderate:
- Perdita del gusto e dell’odorato.
- Crescita non ottimale dei bambini.
- Alopecia.
- Eruzioni cutanee.
- Lesioni multiple sulla pelle.
- Glossite.
- Stomatite.
- Blefarite.
- Sterilità.
- Oligospermia.
- Difficoltà a cicatrizzare.
Carenze gravi:
- Ritardo nella formazione delle ossa.
- Epatosplenomegalia.
- Riduzione del volume testicolare.
- Funzioni testicolari inferiori alla norma.
- Rallentamento della crescita o nanismo.
Esami di laboratorio rilevatori di carenza
- Zinco ematico (spettroscopia ad assorbimento atomico)
Chi necessita di quantità addizionali?
- I soggetti con introito dietetico calorico e nutrizionale inadeguato o che richiedono un incremento addizionale.
- I bambini in età pre-scolare.
- Le persone anziane (sopra i 55 anni di età).
- Le donne in gravidanza o allattamento.
- I soggetti che fanno abuso di alcool o altre droghe.
- I soggetti con malattie croniche logoranti, stress prolungati o coloro che hanno da poco subito un intervento chirurgico.
- I soggetti a cui è stato chirurgicamente rimossa una porzione del tratto gastrointestinale.
- I soggetti con gravi ustioni o lesioni.
- I soggetti che assumono diuretici.
Effetti benefici sulle malattie
Lo zinco aiuta ad eliminare i depositi di colesterolo ed è stato usato con successo nel trattamento dell’aterosclerosi. Può contribuire ad una rapida rimarginazione delle cicatrici interne o di qualsiasi ferita alle arterie. Lo zinco è benefico nella prevenzione e trattamento dell’infertilità; garantisce un perfetto sviluppo della maturità degli organi sessuali. La sua somministrazione è importante nel morbo di Hodking e nella leucemia, nel trattamento della cirrosi epatica e dell’alcolismo. Inoltre è efficace nella cura del diabete, grazie ai suoi effetti regolatori sull’insulina nel sangue; infatti, l’aggiunta di zinco all’insulina prolunga il suo effetto sullo zucchero. (Un pancreas diabetico contiene solo circa la metà dello zinco rispetto ad uno sano).
Effetti dimostrati
- Funziona come anti-ossidante.
- Regolarizza il gusto e l’odorato.
- Promuove una crescita e uno sviluppo regolare.
- Favorisce la cicatrizzazione delle ferite.
- Favorisce la sintesi del DNA e dell’RNA.
- Promuove la divisione cellulare, la riparazione e la sintesi.
- Regolarizza il livello ematico della vitamina A.
- Mitiga l’angina.
- Mitiga la cirrosi epatica.
- Migliora le difese immunitarie.
- Previene il cancro.
- Aumenta la virilità e l’energia sessuale.
- Supporta la terapia diabetica.
- Cura l’acne.
- Cura l’artrite.
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Avvertenze e precauzioni
Evitare l’assunzione nel caso di:
- Ulcere gastriche o duodenali.
Occorre intervenire nel caso di:
- Eventuale assunzione di dosi superiori a quelle indicate dal produttore.
- Integrazioni di calcio o di farmaci con tetraciclina. Lo zinco può interferire con l’assorbimento di tali farmaci.
Sopra i 55 anni d’età:
- Ci sono maggiori probabilità che si verifichino carenze.
Gravidanza:
- Molte diete hanno un basso apporto di zinco e possono non fornire quantità adeguate a sopperire l’aumentato fabbisogno di questo periodo. Valutare l’effettivo fabbisogno in relazione al quadro clinico.
- Un consumo eccessivo può portare a parto prematuro o ad esiti letali per il feto.
- Evitare le megadosi.
Allattamento:
- Molte diete hanno un basso apporto di zinco e possono non fornire quantità adeguate a sopperire l’aumentato fabbisogno di questo periodo. Valutare la necessità d’integrazioni.
- Evitare le megadosi.
Effetto sugli esami di laboratorio:
- Diminuisce i livelli delle lipoproteine ad altà densità (HDL) nei giovani maschi.
- Un alto dosaggio diminuisce il rame nel sangue.
Conservazione:
- Conservare in luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce diretta, ma non congelare.
- Tenere lontano dalla portata dei bambini.
Controindicazioni, effetti collaterali o sintomi da sovradosaggio
- Diarrea lieve: interrompere il trattamento. Occorre intervento medico.
- Dolori addominali: ricorrete ad un intervento d’urgenza.
- Nausea: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico immediato.
- Sanguinamento anormale: ricorrete ad un intervento d’urgenza.
- Ulcere gastriche: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico immediato.
- Vomito: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico immediato.
Interazione con altre sostanze
L’alcool, preso anche in quantità moderate, può aumentare l’escrezione di zinco e può diminuire la capacità dell’organismo di utilizzare lo zinco a livello epatico.
Bevande:
- Il caffè non dovrebbe essere consumato contemporaneamente all’assunzione di zinco perché potrebbe diminuirne l’assorbimento.
Oro-rame-argento: una spinta per ripartire
L’oligoelemento oro-rame-argento è consigliato in tutti quei casi in cui la persona si sente anergica (senza energie) e totalmente priva di forze, sia fisiche che psichiche. La persona in questione presenta una deficienza cronica di adattamento alle malattie e agli shock fisici.
La persona che ha bisogno dell’oligoelemento oro-rame-argento vede diminuire la sua vitalità, più rapidamente rispetto alle altre persone.
La noia e la spossatezza spesso predominano: le persone sono spossate lungo tutto l’arco della giornata e vivono un senso di tristezza di fondo che accompagna le loro giornate. Solo di rado questa tristezza viene interrotta da brevi momenti di euforia.
Chi necessita di oro-rame-argento spesso soffre di disturbi legati alla memoria, alla concentrazione e alle attività cognitive (che tende a rifuggire).
Si pone con indifferenza nei confronti di tutto e tutti: il mondo circostante non suscita interesse. Questo atteggiamento si accompagna ad una reazione di rinuncia, di abbandono per se stessi e la voglia di rinunciare a tutto.
Sono spesso persone agitate, nervose, indecise, capricciose, lunatiche: soffrono spesso di insonnia oppure hanno sonno irregolare, popolato da sogni irrequieti. Questo non gli permette di riposare correttamente e alimentano la catena di astenia e stanchezza che ogni giorno si ripete.
Per chi è consigliato oro-rame-argento?
In omeopatia, la diatesi corrispondente per questo rimedio è la diatesi astenica, ovvero della persona priva di energia. Ne sono più colpiti gli adulti e gli anziani, rispetto ai bambini.
Sono consigliati per quelle persone che hanno vissuto un trauma e hanno perso interesse nel presente o che hanno avuto problemi di salute gravi e hanno necessità di ripartire e riprendersi.
L’oligoelemento oro-rame-argento ridona energia e vitalità. È particolarmente consigliato per le persone anziane che si trovano a dover vivere momenti di solitudine e sconforto, nonché convalescenze dopo problemi di salute.
l manganese favorisce il metabolismo energetico, contribuisce al mantenimento delle ossa, promuove la formazione dei tessuti connettivi e protegge le cellule dallo stress ossidativo.
Il manganese favorisce il metabolismo energetico, contribuire al mantenimento delle ossa, promuove la formazione dei tessuti connettivi e protegge le cellule dallo stress ossidativo.
COBALTO
Descrizione
La principale caratteristica del cobalto consiste nel cambiare colore col variare dell’umidità. Il cobalto espleta una funzione essenziale per la vita in quanto parte della vitamina B12. Il gruppo planare della B12, detto corrina, consta ,come le porfirine ,di 4 anelli pirrolici che coordinano uno ione cobalto. Con altri due legami coordinativi lo ione Co ( che come il Fe ha numero di coordinazione 6 ) lega da una parte il 5,6-dimetilbenzimidazolo e dall’altra un radicale R. Questo radicale è il CN nella cianocobalamina, l’OH nell’idrossicobalamina, il metile e la deossiadenosina nelle due forme coenzimatiche pertinenti. Per azione del CN tutti i vitameri ed i coenzimi della B12 si convertono in cianocobalamina che è la forma più stabile, anche se si decompone spontaneamente per azione della luce. La vitamina di cui sopra è sintetizzata esclusivamente dai microrganismi. Pertanto il cobalto è fisiologicamente attivo solo sotto forma di cianocobalamina, contenuta negli alimenti di origine animale come prodotto della flora intestinale. Esso è pertanto comunemente somministrato per via orale o parenterale agli animali per la mancanza di cobalto nei foraggi e nei terreni. Si somministra anche associato al sale pastorizio (cobaltato) e si unisce al concime per arricchirne i terreni deficienti.
Tab. 15
Le migliori fonti dietetiche di cobalto sono:
Bietole verdi |
Cavolo |
Fichi |
Grano saraceno |
Molluschi bivalva |
Crescione d’acqua |
Latte |
Ostriche |
Lattuga |
Spinaci |
Fegato |
Rognone |
Assimilazione e riserva
Il fabbisogno giornaliero di questo micronutriente, come componente della B12, considerando che è contenuto in essa per il 4,34% e che il livello giornaliero raccomandato della vitamina è di 2 microgrammi, è estremamente bassa. a differenza di quanto si riteneva prima, sembra da recenti ricerche che l’assorbimento del cobalto sia considerevole e che sia eliminato principalmente attraverso le urine . Il reciproco antagonismo tra ferro e cobalto, le cui somiglianze sono già state evidenziate, a livello assorbitivo, fa supporre che i due elementi seguano una via comune di trasporto intestinale. Forse esiste un’altra funzione del cobalto dato che il suo assorbimento supera la sua capacità di utilizzazione finora accertata.
Effetti:
Effetti da carenza e sintomi
v Anemia perniciosa
Questo tipo di anemia è causata da deficienza, nella dieta, di B12 (mancanza di acido folico causa la medesima anemia).Essa è caratterizzata dalla presenza in circolo di elementi immaturi della serie eritrocitaria. Inoltre la carenza di B12 porta a degenerazione delle fibre nervose e ad altre anomalie del sistema nervoso. Invero l’anemia perniciosa è solo eccezionalmente causata da mancanza di B12 nella dieta ma più generalmente dal blocco del suo assorbimento intestinale che è condizionato dal fattore intrinseco di Castle e dall’HCl, entrambi presenti nelle secrezioni gastriche: la deficienza del fattore intrinseco per anomalia genetica o interventi di resezione gastrica compromettono il trasporto e l’assorbimento intestinale. La sintomatologia neurologica della conseguente anemia perniciosa consiste nella progressiva demielinizzazione del tessuto nervoso: la 5’deossiadenosilcobalamina (coenzima derivante dalla B12) è necessaria alla trasformazione del metilmalonil-CoA in Succinil-CoA. Il metilmalonil-CoA ,che conseguentemente si accumula, interferisce con la formazione delle guaine mieliniche . Inoltre l’altro derivato coenzimatico della B12 è la metilcobalamina, coenzima di numerose tranmetilasi, la più importante delle quali è quella che converte la omocisteina in metionina. Questa reazione è molto importante in quanto rigenera la metionina man mano che questa , in forma di adenosil-metionina, cede i suoi metili nelle reazioni di transmetilazione. Una mancanza di B12 comporta deficienza di adenosil-metionina, conseguentemente viene limitata la sintesi dei nucleotidi costituenti il DNA, oltre che di metili. E’ però l’assenza di questi ultimi a causare l’anomala formazione di globuli rossi a livello del midollo e a compromettere la sintesi della colina , nel sistema nervoso, con conseguente anemia e sintomatologia neurologica. Un dato diagnostico precoce per la deficienza di B12 è l’aciduria metilmalonica: l’eliminazione urinaria di acido metilmalonico segue l’idrolisi del metilmalonil-CoA, che si accumula nei tessuti per le ragioni sopra esposte. I sintomi dell’anemia sono debolezza, soprattutto alle braccia ed alle gambe, gonfiore alla lingua, nausea, inappetenza, perdita di peso, gengive sanguinanti, intorpidimento , formicolio a mani e piedi, difficoltà a mantenere l’equilibrio, ittero, respiro corto, depressione, confusione e demenza, cefalea e poca memoria.
Farmaci quali l’acido para-aminosalicilico, colchicina, fenitoina e neomicina interagiscono con il cobalto provocando alterazioni negli esami di laboratorio riguardanti il cobalto o la vitamina B 12.
Dosaggio e Tossicità
Nell’animale da esperimento a partire da dosi corrispondenti a 4 mg per kg di peso corporeo si osserva una notevole riduzione dell’appetito e del peso corporeo ed anemia, dovuta forse al ridotto assorbimento del ferro. I disturbi dovuti a iperdosaggio di cobalto comprendono , nelle specie finora studiate ( ratto ed altri mammiferi) iperplasia del midollo osseo, aumento del volume del sangue, reticolocitosi e policitemia. Sintomi accertati sull’uomo sono ipertrofia cardiaca, ipertrofia della tiroide e policitemia. I livelli di Co che possono provocare segni di tossicità corrispondono a quantità notevolmente superiori rispetto ad una normale alimentazione. Sali di cobalto sono aggiunti alla birra nella concentrazione di 1,2-1,5 ppm per migliorare la formazione di schiuma; ma tali quantità, anche in caso di notevole consumo di birra sono ben lontane dalle dosi tossiche.
Avvertenze e precauzioni
Utilizzazione:
Il cobalto è aggiunto in quantità addizionali nei soggetti con gravi ustioni o lesioni e pare che anche soggetti affetti da bulimia o anoressia nervosa necessitino di quantità addizionali di cobalto che , non facilmente reperibile come integratore , deve essere principalmente ricercato nelle fonti di origine alimentare.
LO ZOLFO
Descrizione
E’ presente in alcuni amminoacidi, e di conseguenza in proteine ed ormoni, in cofattori enzimatici, ad esempio il coenzima A e nei mucopolisaccaridi come l’eparina ed i condroitin-solfati della cartilagine, tendini, matrice ossea.
Tab. 16
Le migliori fonti alimentari di zolfo sono:
Cavolo |
Manzo magro |
Fagioli secchi |
Molluschi bivalve |
Germe di grano |
Pesce |
Latte |
Uova |
Assimilazione e riserva
Il rifornimento riconosce fonti esogene ed endogene. La composizione esogena, più importante, è rappresentata dagli alimenti ed è costituita da zolfo organico (gruppi sulfidrilici, fosfolipidi, glicoproteine) ed inorganico (solfati di sodio, potassio, magnesio). La componente endogena è viceversa costituita, dalle modeste quantità di acido solfidrilico prodotta da batteri intestinali sulle proteine alimentari.
L’assorbimento dello zolfo di origine esogena ha luogo nel digiuno, nel duodeno e nell’ilio; quello di origine endogena, viceversa, è recuperato più distalmente. La funzione non assorbita è eliminata con le feci.
Il circolo portale veicola lo zolfo al fegato, dove avvengono importanti modificazioni metaboliche:
- Ossidazione dei gruppi tiolici degli amminoacidi in solfati inorganici.
- Parte non viene ossidato, ma utilizzato per la sintesi di sostanze contenenti gruppi tiolici ( solfidrilici) come l’insulina e ormoni dell’ipofisi anteriore.
- Si combina con varie sostanze fenoliche, prodotte per decomposizione batterica di amminoacidi, bilirubina, ormoni surrenali, previa attivazione ad 3′ adenosin- 5 fosfosolfato, rendendo questi composti più idrosolubili ed eliminabili con l’escrezione urinaria o biliare.
- Viene incorporato in alcuni proteoglicani.
- La metionina può cedere il proprio gruppo tiolico alla serina , trasformandola in cisteina.
In condizioni normali lo zolfo in circolo è presente in concentrazioni comprese tra 2,2-4,5 mg %; tale variabilità è funzione della quantità di proteine introdotte con la dieta.
La quantità totale dello zolfo circolante può essere così suddivisa:
- Zolfo neutro 1,7 a 3,5 mg % perché ha stato di ossidazione inferiore ai composti con solfati.
- Zolfo inorganico 0,5 a 1,1 mg %.
- Esteri solforici 0,1 a 1 mg %.
Interazioni con farmaci, vitamine o minerali
- Nessuna conosciuta
Interazioni con alte sostanze
- Il tabacco diminuisce l’assorbimento dello zolfo. Ai fumatori si potrebbe consigliare la assunzione di una maggiore quantità di zolfo.
Posologia
Fabbisogno giornalieri raccomandati (RDA): nessuna RDA è stata stabilita.
Come agisce questo minerale:
- Lo è una parte della struttura chimica della cisteina, metionina, taurina, glutatione.
Disponibile sotto forma di:
- Componente di molti preparati di multivitamina/minerale.
Effetti:
Effetti dimostrati
- Agisce nelle reazioni di ossidoriduzione.
- Favorisce la secrezione biliare.
Effetti benefici supposti non dimostrati
- Previene i processi d’invecchiamento.
- Attività antitossica.
Chi necessita di quantità addizionali?
- Con molta probabilità non sono necessarie integrazioni.
Sintomi da carenza
- Non sono stati registrati finora casi di carenza.
Esami di laboratorio rivelatori di carenza
- Nessuno disponibile se non per ricerca sperimentale.
Avvertenze e precauzioni
Evitare l’assunzione nel caso di:
- Non si conoscono controindicazioni.
Occorre intervenire nel caso di:
- Non si conoscono controindicazioni.
Sopra i 55 anni di età:
- Non si conoscono controindicazioni.
Gravidanza:
- Non si conoscono controindicazioni.
- Evitare le megadosi.
Allattamento:
- Non si conoscono controindicazioni.
- Evitare le megadosi.
Effetto sugli esami di laboratorio:
- Nessuno.
Conservazione:
- Conservare in luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce diretta, ma non congelare.
- Tenere lontano dalla portata dei bambini.
Sovradosaggio/tossicità
Ci sono poche probabilità che sia letale o che possa causare sintomi conclamati.
- Per i sintomi da sovradosaggio: interrompere il trattamento e valutare l’intervento. Vedi “Controindicazioni ,effetti collaterali o sintomi da sovradosaggio”.
- Per i sintomi da overdose accidentale(come nel caso di un bambino che ne abbia ingerita un’intera bottiglia):telefonare al Pronto Soccorso o al più vicino centro anti-veleni.
Controindicazioni ,effetti collaterali o sintomi da sovradosaggio
- Non se ne riscontrano.
Gli Oligoelementi
Potremmo definire gli oligoelementi come elementi chimici presenti in piccolissime tracce nel nostro organismo.
Il termine oligoelemento deriva dal greco oligos (poco) e viene usato nei paesi latini per indicare alcuni particolari elementi chimici, presenti in piccolissime quantità nella materia vivente.
Fanno parte della molecola di un enzima e risultano assolutamente necessari al suo funzionamento.
Essi accelerano o inibiscono l’azione degli enzimi coinvolti nelle reazioni indispensabili alla vita.
A cosa servono gli oligoelementi?
Gli oligoelementi sono indispensabili per la nostra salute e spesso non riusciamo a introdurli correttamente con l’alimentazione. Gli integratori possono aiutarci in questo. Non è vero che gli oligoelementi non hanno un effetto diretto, tutt’altro! Certo è che prima di assumerli è necessario lasciarsi consigliare da un esperto: la cosa importante infatti è trovare quello più adatto in quel momento e per la condizione necessaria.
Ci sono diversi oligoelementi nel nostro corpo e ognuno di questi sostiene una funzione diversa. A seconda della necessità o della situazione contingente che il corpo sta vivendo, necessitiamo di una o di un’altra tipologia di oligoelemento. Se scelto nella maniera giusta, può indurre grossi miglioramenti. È il caso dell’oligoelemento oro-rame-argento che è composto da tre elementi (oro, rame e argento, appunto) che se assunto quando serve, può portare a molteplici benefici.
PARLIAMO DELL’OLIGOELEMENTO: RAME
Gli Oligoelementi
Potremmo definire gli oligoelementi come elementi chimici presenti in piccolissime tracce nel nostro organismo.
Il termine oligoelemento deriva dal greco oligos (poco) e viene usato nei paesi latini per indicare alcuni particolari elementi chimici, presenti in piccolissime quantità nella materia vivente.
Fanno parte della molecola di un enzima e risultano assolutamente necessari al suo funzionamento.
Essi accelerano o inibiscono l’azione degli enzimi coinvolti nelle reazioni indispensabili alla vita.
A cosa servono gli oligoelementi?
Gli oligoelementi sono indispensabili per la nostra salute e spesso non riusciamo a introdurli correttamente con l’alimentazione. Gli integratori possono aiutarci in questo. Non è vero che gli oligoelementi non hanno un effetto diretto, tutt’altro! Certo è che prima di assumerli è necessario lasciarsi consigliare da un esperto: la cosa importante infatti è trovare quello più adatto in quel momento e per la condizione necessaria.
Ci sono diversi oligoelementi nel nostro corpo e ognuno di questi sostiene una funzione diversa. A seconda della necessità o della situazione contingente che il corpo sta vivendo, necessitiamo di una o di un’altra tipologia di oligoelemento. Se scelto nella maniera giusta, può indurre grossi miglioramenti. È il caso dell’oligoelemento oro-rame-argento che è composto da tre elementi (oro, rame e argento, appunto) che se assunto quando serve, può portare a molteplici benefici.
Il RAME
Descrizione
Il rame è un minerale traccia presente in tutti i tessuti dell’organismo. Esso partecipa alla formazione dell’emoglobina e dei globuli rossi, facilitando l’assorbimento del ferro ed è presente in molti enzimi che scompongono o costruiscono il tessuto dell’organismo. Contribuisce alla conversione dell’amminoacido tirosina in un pigmento scuro che colora i capelli e la pelle. È anche coinvolto o nel metabolismo delle proteine e nei processi di cicatrizzazione. Il rame è necessario per la sintesi dei fosfolipidi, sostanze essenziali nella formazione delle membrane protettive della mielina che circonda le fibre nervose. Esso aiuta l’organismo ad ossidare la vitamina C e collabora con questa, alla formazione dell’elastina un elemento principale delle fibre muscolari elastiche di tutto il corpo. Il rame è necessario per un’adeguata formazione delle ossa, dei muscoli e per il loro mantenimento. È anche necessario per la produzione del RNA fra le migliori fonti.
Nota: le quantità di rame variano in alcune verdure in relazione al contenuto di minerale del suolo in cui vengono coltivate.
riserva
L’assorbimento, che dipende dalla proteina metallotioneina, avviene nello stomaco e nella parte superiore dell’intestino. Il rame si trasferisce dall’intestino nella corrente sanguigno 15 minuti dopo l’ingestione. La maggior parte del rame apportato dalla dieta è eliminata dalle feci e nella bile, con una piccola perdita nelle urine. Il rame è depositato nei tessuti. Concentrazioni massime di rame si ritrovano nel fegato, nei reni, nel cuore e nel cervello. Le ossa e i muscoli hanno minor concentrazioni di rame, ma a causa della loro massa contengono oltre il 50% del totale del rame presente nell’organismo.
Interazione con farmaci, vitamine, minerali
Il livello di rame nel plasma può dipendere anche dall’interazione con vitamine, minerali, farmaci come ad esempio:
- cadmio: può interferire con l’assorbimento e l’utilizzo del rame;
- contraccettivi orali: aumentano il livello del rame;
- fibra e fitati: possono interferire con l’assorbimento e l’utilizzo del rame;
- molibdeno: mantiene una giusta proporzione di molibdeno e rame nel corpo;
- vitamina C: diminuisce l’assorbimento di rame;
- zinco: può interferire con l’assorbimento e l’utilizzazione di rame.
Dosaggio e tossicità
Il consiglio nazionale di ricerca consiglia un’assunzione d’etica giornaliera di 2 mg di rame per gli adulti. La persona media ingerisce dai 2,5 ai 5 mg il giorno. Vi sono persone che necessitano di quantità addizionata. Esse sono:
- ;
- soggetti con malattie croniche logoranti;
- soggetti con stress prolungati
o sottoposti ad interventi chirurgici;
- soggetti cui è stato rimosso un tratto gastrointestinale;
- soggetti con ustioni o lesioni gravi;
- soggetti nutriti per lungo periodo per via endovenosa;
- persone anziane;
- donne in gravidanza o in allattamento;
- bambini mal nutriti.
soggetti che fanno abuso d’alcool e droghe
La tossicità è rara, poiché solo una piccola quantità di rame è assorbita e depositata, mentre la maggior parte è eliminata. In ogni modo, evitare l’assunzione nel caso di malattia di Wilson(un disturbo genetico raro che si manifesta con un metabolismo anormale del rame, da cui deriva una sua eccessiva ritenzione nel fegato, nel cervello, nei reni e nelle cornee degli occhi.
Nota: circa il 30% del rame ingerito viene usato dall’organismo.
Altro:
- I livelli di rame nel sangue possono aumentare in soggetti con artrite reumatoide, cirrosi epatica infarto microcardico, gravi infezioni, schizofrenia, malati di cancro, donne in allattamento.
I livelli di rame nel plasma diminuiscono con ipotiroidismo, protenuria anormale nell’infanzia, nevrosi e sindrome di Menk (una malattia genetica piuttosto rara associata ad un difettoso trasporto del micronutriente).
Effetti:
Effetti da mancanza di rame
I sintomi più frequenti dovuti a mancanza sono:
- ipercolesterolemia;
- leucopenia;
- demineralizzazione delle ossa;
- anemia;
- fragilità delle grosse arterie;
- demielinizzazione del tessuto nervoso;
Effetti benefici sulle malattie
Il rame agisce con il ferro nella formazione dell’emoglobina, contribuendo in questo modo al trattamento dell’anemia.
Esso è presente nella produzione di numerosi enzimi coinvolti nella respirazione.
Oltre a ciò, tale oligominerale promuove la formazione di tessuti connettivi e la funzione del sistema nervoso centrale.
Oro-rame-argento: una spinta per ripartire
L’oligoelemento oro-rame-argento è consigliato in tutti quei casi in cui la persona si sente anergica (senza energie) e priva di forze, sia fisiche che psichiche. La persona in questione presenta una deficienza cronica di adattamento alle malattie e agli shock fisici.
La persona che ha bisogno dell’oligoelemento oro-rame-argento vede diminuire la sua vitalità, più rapidamente rispetto alle altre persone.
La noia e la spossatezza spesso predominano: le persone sono spossate lungo tutto l’arco della giornata e vivono un senso di tristezza di fondo che accompagna le loro giornate. Solo di rado questa tristezza viene interrotta da brevi momenti di euforia.
Chi necessita di oro-rame-argento spesso soffre di disturbi legati alla memoria, alla concentrazione e alle attività cognitive
Si pone con indifferenza nei confronti di tutto e tutti: il mondo circostante non suscita interesse. Questo atteggiamento si accompagna ad una reazione di rinuncia, di abbandono per se stessi e la voglia di rinunciare a tutto.
Sono spesso persone agitate, nervose, indecise, capricciose, lunatiche: soffrono spesso di insonnia oppure hanno sonno irregolare, popolato da sogni irrequieti. Questo non gli permette di riposare correttamente e alimentano la catena di astenia e stanchezza che ogni giorno si ripete.
«Le persone debilitate da stress fisici o psichici possono optare per il composto oligoelemto rame-oro-argento
Infatti
il rame si dimostra un rimedio dall’azione mirata e dalle caratteristiche uniche perché può svolgere diverse attività: antinfettiva, antinfiammatoria, depurativa.
Stimola il sistema immunitario, oltre a favorire la produzione di anticorpi. Ottimo se hai la bronchite.
Anche in caso di raffreddore il rame fluidifica il muco e accelera la guarigione, nella tonsillite disinfiamma ed è utile se hai sintomi reumatici come dolori diffusi, crampi e sensazione di ossa rotte e male agli occhi.
Alcune persone si sentono doloranti O STANCHE subito dopo l’assunzione di tali oligoelementi, FINO a circa il terzo o quarto giorno dopo l’inizio
.
Questo si chiama una crisi di guarigione.
Questo è quando il corpo espelle un gran numero di tossine radicate contemporaneamente.
Gli organi di eliminazione possono diventare sovraccarichi, si raccomanda cosi’ di bere molta acqua extra,
acqua pura per aiutare a eliminare le tossine dal corpo.
Bere molta acqua ridurrà i sintomi rapidamente.
ORO
1 il piano fisico o cellulare, che tutti conosciamo. A livello cellulare, la sua presenza contribuisce a creare le condizioni ottimali affinché le cellule possano operare al meglio. In questo senso si comporta come un catalizzatore che facilita le fisiologiche funzioni. In caso di alterazione di questi processi, contribuisce a riequilibrare le funzioni. Comprensibile, quindi che sia utile in moltissime patologie, anche di tipo degenerativo.
2 Il piano energetico, Questo livello è sconosciuto ai più, tuttavia non se ne può ignorare ne l’ esistenza tantomeno l’ importanza come la stessa fisica quantistica ha dimostrato recentemente. L’ oro innalza la frequenza di risonanza propria delle cellule che lo ospitano.
L’oro può essere usato per combattere moltissime malattie e tuttora nuovi studi riescono a fare luce sulle sue molteplici proprietà.
Può essere usato per curare l’ artrite i reumatismi .
Si è dimostrato utile contro la tubercolosi, la sclerosi multipla, disfunzioni sessuali, problemi spinali, lupus discoide, incoordinazione ghiandolare e nervosa, asma bronchiale. Nell’ Alzheimer in vitro si è visto che la combinazione di irradiazione a microonde e oro colloidale può distruggere le fibre e placche beta-amiloidi . L‘oro specie quello colloidale ha un effetto diretto sulle cellule in particolar modo su quelle del cervello e nervose, ha proprietà sedative che tuttavia non intaccano la trasmissione degli impulsi nervosi.
Pare che sia efficace per alleviare il dolore e il gonfiore causato da artrite, reumatismi, borsite e tendinite. In passato veniva usato per placare il bisogno di assumere alcol, per disturbi digestivi, problemi circolatori, depressione, obesità e ustioni. Si ritiene che sia molto efficace per ringiovanire le ghiandole, nel prolungare la vita e migliorare le funzioni cerebrali.
ARGENTO:
Oligoelemento Argento. Il suo potere antisettico è conosciuto fin dall’antichità. … L’argento in oligoelemento svolge un’azione catalitica nelle reazioni difensive dell’organismo, Ha caratteristiche antipiretiche, battericide polivalenti e completa mirabilmente l’azione dell’associazione Rame-Oro-Argento.
Psicotropi e corticosteroidi sono i soli farmaci ad avere una relativa incompatibilità con l’oligoterapia essendo sostanze in grado di bloccare tutte le reazioni di difesa e di regolazione.
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