I NEURONI SPECCHIO : UNA DELLE BASI BIOLOGICHE DELL’EMPATIA,ANCHE NEI NEONATI
Cari lettori mi sto appassionando sempre piu’ allo studio del cervello e voglio condividere queste “mie scoperte”, spero vi faccia piacere e che siano di aiuto. Grazie!
I neuroni specchio si trovano in diverse aree del cervello, principalmente nelle regioni coinvolte nel controllo motorio e nella percezione delle azioni.
Se vi interessa CONOSCERLE andate a fondo pagina.
I neuroni specchio, si attivano soprattutto durante l’empatia emotiva, per esempio quando osserviamo qualcuno provare dolore o gioia.
Questa rete complessa tra il lobo frontale e parietale dimostra quanto siano profondamente integrati i neuroni specchio nel cervello umano, influenzando sia il movimento che la comprensione sociale
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
I neuroni specchio rappresentano una delle scoperte più affascinanti nel campo delle neuroscienze. Questi neuroni si attivano sia quando compiamo un’azione sia quando osserviamo qualcun altro eseguirla, come se il nostro cervello fosse in grado di “rispecchiare” l’azione altrui
Questo succede anche nei neonati.
L’idea che il cervello possa rispondere in modo così profondo e immediato all’osservazione, ha rivoluzionato la comprensione delle dinamiche cerebrali legate all’apprendimento, all’empatia e alla codifica delle intenzioni
La loro scoperta risale agli anni ’90, quando un gruppo di ricercatori italiani, guidato da Giacomo Rizzolatti, osservò per la prima volta questa attività nei neuroni motori delle scimmie macao. Durante gli esperimenti, i ricercatori notarono che alcune aree cerebrali si attivavano non solo quando le scimmie compivano determinate azioni, ma anche quando osservavano altre scimmie o gli stessi ricercatori eseguire quelle azioni. Una scoperta casuale ma epocale.
Questi neuroni non si limitano agli esseri umani e alle scimmie. Studi successivi hanno dimostrato che esistono anche in alcune specie di uccelli e, più recentemente, persino nei ratti. La loro presenza in diverse specie suggerisce che i neuroni specchio siano parte di un meccanismo evolutivo profondo, che coinvolge la capacità di apprendere attraverso l’osservazione e di comprendere il comportamento altrui.
Un aspetto intrigante dei neuroni specchio è la loro capacità di codificare le intenzioni dietro le azioni.
Per esempio, se osserviamo qualcuno sollevare una tazza, i neuroni specchio si attivano diversamente a seconda che la persona la stia sollevando per bere o per pulirla. Questo perché il nostro cervello attribuisce un significato diverso alle azioni, dando priorità a quelle con una funzione biologica primaria, come bere, rispetto a quelle più neutre, come pulire.
La codifica dell’intenzione potrebbe essere la chiave per spiegare fenomeni complessi come l’empatia e l’imitazione.
Oltre ai neuroni specchio, un esempio affascinante di connessione cerebrale avviene quando i musicisti suonano insieme. Studi neuroscientifici hanno dimostrato che le loro onde cerebrali si sincronizzano durante l’esecuzione musicale, creando una sorta di connessione condivisa. Questo fenomeno, che coinvolge aree motorie, emozionali e creative, può essere amplificato dall’osservazione dei movimenti degli altri musicisti,
Studi neuroscientifici hanno dimostrato che le loro onde cerebrali si sincronizzano durante l’esecuzione musicale, creando una sorta di connessione cerebrale condivisa. Questo fenomeno non si verifica solo a livello motorio, ma coinvolge anche aree cerebrali legate all’emozione e alla creatività. La musica diventa quindi un ponte che collega i cervelli, favorendo una comunicazione profonda e spesso intuitiva tra i musicisti.
La sincronizzazione cerebrale tra i musicisti non dipende direttamente dai neuroni specchio, ma è un fenomeno che coinvolge più aree del cervello come la corteccia motoria, uditiva ed emozionale. Tuttavia, l’osservazione reciproca dei movimenti durante la musica attiva parzialmente i neuroni specchio per facilitare l’anticipazione delle azioni.
Un’altra curiosità riguarda la relazione tra i neuroni specchio e l’apprendimento motorio. Quando osserviamo una persona compiere un’azione specifica, come ballare o suonare uno strumento, i nostri neuroni specchio si attivano e, in un certo senso, il cervello si comporta come se stessimo compiendo noi stessi quell’azione. Questo processo di simulazione interna facilita l’apprendimento attraverso l’imitazione, una strategia che i bambini usano istintivamente per acquisire nuove competenze.
La scoperta dei neuroni specchio ha anche sollevato domande sull’origine dell’empatia
Quando vediamo qualcuno provare dolore o gioia, il nostro cervello risponde attivando aree simili a quelle che si attiverebbero se fossimo noi a vivere quelle emozioni !
Questo suggerisce che i neuroni specchio siano una delle basi biologiche dell’empatia, permettendoci di comprendere e condividere gli stati emotivi degli altri.
Infine, è importante ricordare che i neuroni specchio non sono solo un meccanismo passivo.
La loro attività dipende dal contesto, dalle nostre esperienze passate e dalla nostra capacità di attribuire significato alle azioni che osserviamo. Questa complessità rende il fenomeno dei neuroni specchio un argomento ancora in evoluzione, con molte domande aperte su come influenzino la nostra percezione del mondo e le interazioni sociali
Curiosità sui neuroni specchio:
Effetto camaleonte: La presenza dei neuroni specchio potrebbe spiegare perché tendiamo inconsciamente a imitare i gesti, la postura o persino il tono di voce delle persone con cui interagiamo. Questo fenomeno è chiamato “effetto camaleonte” e aiuta a creare connessioni sociali più forti.
L’empatia del cinema: Quando guardiamo un film e vediamo un personaggio piangere, possiamo sentire un nodo alla gola o addirittura commuoverci. Questo accade perché i neuroni specchio attivano nel nostro cervello una simulazione delle emozioni che stiamo osservando sullo schermo, facendoci “vivere” la scena come se fossimo parte di essa.
L’imitazione nei bambini: I neonati iniziano a imitare i gesti degli adulti gia pochi giorni dopo la nascita. Questo comportamento precoce è legato ai neuroni specchio, che permettono ai bambini di apprendere le espressioni facciali, come il sorriso, semplicemente osservando chi li circonda.
Molti potrebbero dirmi che i neonati non vedono bene i primi giorni dalla nascita
E APRIAMO UNA PARENTESI (visto che ho lavorato tanto sia in sala parto che in rianimazione neonatale)
È vero che i neonati nei primi mesi di vita non vedono bene, soprattutto a grandi distanze, tuttavia, riescono a distinguere molto bene i volti e le espressioni facciali a una distanza ravvicinata di circa 20-30 cm, quella tipica durante l’allattamento o il contatto con un adulto. Questo è sufficiente per attivare i loro meccanismi di imitazione precoce.
Dalla nascita a 2-3 mesi, i neonati possono imitare espressioni semplici come sporgere la lingua o aprire la bocca. Questo fenomeno è stato osservato da studi pionieristici come quelli del famoso psicologo Andrew Meltzoff
Nonostante il loro sistema visivo sia ancora in via di sviluppo, il cervello dei neonati compensa questa limitazione grazie a una predisposizione biologica.
La chiave sta nei neuroni specchio: Questi neuroni permettono ai neonati di riconoscere i gesti semplici e replicarli. È un meccanismo che non dipende tanto dalla visione nitida quanto dalla capacità del cervello di associare stimoli visivi ai movimenti.
A cosa servono queste imitazioni precoci? Principalmente, rafforzano il legame affettivo tra il neonato e la figura di accudimento, la mamma, il papa, la nonna il nonno e favoriscono l’apprendimento precoce e preparano il bambino a sviluppare l’empatia.
Alla nascita, i neonati vedono solo immagini sfocate, distinguendo luci, ombre e movimenti. Ma entro i 3-4 mesi, la loro visione diventa molto più precisa e dettagliata, permettendo loro di riconoscere perfettamente volti e oggetti anche a distanze maggiori.
Quindi i neonati iniziano a imitare fin dai primi giorni, ma lo fanno grazie alla visione ravvicinata e all’attivazione precoce dei neuroni specchio, non perché vedano nitidamente tutto il mondo.
Un’altra curiosità: sporgere la lingua sembra essere una delle azioni più imitabili perché coinvolge stimoli visivi facili da processare anche per un neonato
Neuroni specchio e sport:
Gli atleti d’élite possono trarre vantaggio dall’osservazione dei movimenti altrui per migliorare la propria performance. Guardare un avversario o un modello ideale eseguire un’azione vincente, attiva i neuroni specchio e può facilitare l’apprendimento motorio, anche prima di eseguire fisicamente l’azione.
La voce e i neuroni specchio: non solo i gesti visibili attivano i neuroni specchio, anche i suoni associati a un’azione, come il rumore di una mano che batte su un tavolo o il suono di un bicchiere appoggiato, possono innescare la loro attivazione. Questo suggerisce che il nostro cervello sia sintonizzato per interpretare il mondo con diversi sensi simultaneamente.
Potenziale terapeutico: I neuroni specchio sono oggetto di studio nelle terapie per persone con disturbi dello spettro autistico. L’idea è che potenziare la loro attivazione puo migliorare la loro capacità di interpretare le emozioni e le intenzioni altrui, facilitando le interazioni sociali.
DOVE SI TROVANO I NEURONI SPECCHIO NEL CERVELLO:
I neuroni specchio si trovano in diverse aree del cervello, principalmente nelle regioni coinvolte nel controllo motorio e nella percezione delle azioni.
Le due aree principali sono:
Corteccia premotoria (area F5)
Questa regione si trova nel lobo frontale e gioca un ruolo cruciale nella pianificazione e nell’esecuzione dei movimenti. Nell’area F5, i neuroni specchio si attivano sia quando compiamo un’azione, sia quando osserviamo qualcuno eseguire la stessa azione.
Lobo parietale (corteccia parietale inferiore)
Questa zona del cervello è coinvolta nell’integrazione delle informazioni sensoriali e nella percezione del movimento. Qui, i neuroni specchio aiutano a decodificare lo scopo e l’intenzione delle azioni osservate, contribuendo alla comprensione del comportamento altrui.
Corteccia motoria primaria Alcuni studi suggeriscono che i neuroni specchio possano essere coinvolti anche in questa regione durante l’esecuzione e l’osservazione delle azioni.
Corteccia cingolata anteriore e insula: queste aree, connesse ai neuroni specchio, si attivano soprattutto durante l’empatia emotiva, per esempio quando osserviamo qualcuno provare dolore o gioia.
Questa rete complessa tra il lobo frontale e parietale dimostra quanto siano profondamente integrati i neuroni specchio nel cervello umano, influenzando sia il movimento che la comprensione sociale
grazie per la lettura!