IL VANGELO DI TOMMASO APOSTOLO COL TESTO COPTO A
FRONTE, TRATTO DAL MANOSCRITTO DEL NILO.
DI
MARIO PINCHERLE
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Nel 1945, all’inizio dell’Era dell’Acquario, vicino al villaggio di Nag Hammadi, in Egitto, lungo il
corso del Nilo, e stato scoperto un antico manoscritto, assieme ad altri antichi volumi.
Eranascosto in una brocca di terracotta profondamente sotterrata.
Si tratta del VANGELO SECONDO L’APOSTOLO TOMMASO.
Da questo antico scritto, sicuramente autentico, rimasto
per quasi duemila anni completamente inaccessibile, appare la figura di Gesu, cosi come la vide il
suo apostolo che gli era tanto vicino da venire da Lui chiamato “DIDIMO” cioe “Gemello
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spirituale”
Un Gesu umano oltre che divino, dolcissimo, spiritoso, amante della gioia.
Questo avvenimento e considerato dagli esperti il piu importante fatto spirituale della nostra
Era.
MARIO PINCHERLE. E’ nato a Bologna.
Ha fatto studi classici. Si e laureato in
ingegneria e si interessa alla
“paleotecnologia”. E’ ANCHE ARCHEOLOGO
A lui si debbono
fondamentali scoperte all’interno del
“Tempio del Sole”, la Grande Piramide
d’Egitto. ScriveVA libri di Archeologia.
E’ MORTO 2 MESI FA
NOI LO RINGRAZIAMO PER QUELLO CHE CI HA INSEGNATO
PREFAZIONE
È la primavera dell’anno 1945. Il sole sta sorgendo per la prima volta là dove si spengono le stelle
dell’Acquario, quella costellazione che gli antichi chiamavano “La Brocca”. Da poco tempo
tacciono gli ultimi echi della seconda guerra mondiale.
A una sessantina di chilometri da Luxor il Nilo volge bruscamente verso occidente, aggirando il
colle di Gebel el Tarif, poi riprende la sua direzione naturale verso nord. Sulla collina appaiono
numerose tombe scavate nella roccia. Risalgono a tutte le epoche: VI dinastia egizia, epoca
greco-romana ed infine ai tempi dei monaci dell’antico monastero di Pacomio.
Due contadini utilizzano dei ruderi antichi per costruire una cisterna per l’irrigazione.
Dallo scavo viene alla luce una grande giara di argilla. Ormai il piccone ne ha infranto la parte superiore e così è facile
allargare il foro ed estrarre una “brocca” di dimensioni minori. Aperta, ne viene fuori un rotolo di
lino cerato e bitumato. Srotolandolo si spacca. Ne escono molti manoscritti. Sono i codici detti di
“Nag Hammadi”, dal luogo del ritrovamento.
Alcuni manoscritti vengono distrutti o gettati via.
Altri, di apparenza migliore, sono portati al Cairo e venduti, per tre sterline, a un rigattiere che
si premura di dividerli e di cederli al migliore offerente. Un rotolo giunge nelle mani di un
antiquario. Un altro è comprato dal Museo Copto del Cairo. Lo stesso Museo, negli anni successivi,
riesce a raccogliere altri rotoli. Infine l’antiquario vende il suo rotolo all’Istituto Jung di Zurigo.
Gli studiosi possono finalmente tradurre le antichissime scritture vergate in caratteri copti
grecizzanti. Le parole dell’Acquario sono venute alla luce del sole.
Si tratta di tredici codici originariamente formati da più di 1350 pagine. Ce ne sono pervenute
1130. Quasi tutti i codici hanno una legatura di cuoio, sono stati scritti verso la fine del primo
secolo dopo Cristo. Si tratta di traduzioni in copto di manoscritti più antichi, forse redatti in
aramaico.
Tra essi vi è il “Vangelo secondo Tommaso”, che è anche conosciuto col nome di
“QUINTO VANGELO”, e dovrebbe invece essere chiamato IL PRIMO VANGELO, dato che è il
più antico e dato cheTommaso fu l’unico apostolo che avendo conosciuto personalmente Gesu’ ha scritto un vangelo
Questo testo contiene molte frasi di Gesù fino ad oggi sconosciute. In esse appare un concetto
nuovo: il Cristo non vince le forze del mondo servendosi del dolore. Sua arma non è la
sofferenza ma la conoscenza che, attraverso Gesù, esce dal tempo e diventa eterna, cosmica.
* * *
Il Vangelo secondo Tommaso, ossia le parole nascoste che Gesù il Vivente rivelò e che Tommaso
trascrisse, è il Secondo Codice di quella raccolta di scritti e contiene 114 Detti di Gesù, in forma
arcaica. Pertanto vengono ritenuti una fonte anteriore ai cosiddetti “Vangeli sinottici”, poi
entrati a far parte del Canone della Chiesa Cattolica Romana.
Questi Detti rientrano in quella congerie di Vangeli (cosiddetti “apocrifi”,
ma che, nella esatta accezione della parola greca, poi alteratasi, significano “scritti prima”)
i quali contenevano, oltre alla narrazione della vita di
Cristo, anche raccolte dei suoi detti e dei miracoli da lui compiuti.
I quattro “Evangelisti” non fecero che una scelta fra tutto questo materiale esistente,
ricavandone la loro propria forma letteraria ed un testo individuale, che poi venne canonizzato,
ossia riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa, mentre tutti gli altri scritti vennero lasciati cadere
nel dimenticatoio, non senza aver loro affibbiato l’etichetta squalificante di “apocrifi” intesa nel
senso di “falsi”, il che, come si è detto, non corrisponde alla realtà.
A conferma dell’autenticità del Vangelo secondo Tommaso, basterà ricordare che, fin dal 1897,
sempre in Egitto, nella località di Ossirinco nel Medio Egitto, erano stati rinvenuti due frammenti
di papiro a cui se ne aggiunse un terzo nel 1903, che contengono molte parole, ma tradotte in
greco, del testo copto del Vangelo di Tommaso.
Il Papiro n. 654 riporta il titolo e il nome di Tommaso.
La critica moderna e in particolare il glottologo francese Jean Doresse che per primo tradusse
questo testo, nel 1959, e il tedesco H.C. Puech che ne curò altre versioni in tedesco, inglese e
olandese, ritengono che il Vangelo secondo Tommaso sia uno dei più antichi della tradizione
scritta cristiana e lo fanno risalire alla metà del I° secolo dopo Cristo. La lingua copta era poco
diffusa in Egitto e conosciuta solo da una stretta cerchia di eruditi, per cui la Biblioteca di Nag
Hammadi doveva appartenere ad una comunità ristretta e di diretta estrazione gnostica. Il
messaggio contenuto nei suoi testi è infatti restato del tutto estraneo al mondo ebraico-cristiano
posteriore e a tutti i successivi filosofi e teologi che vi appartengono, particolarmente
dopo la condanna della eresia ariana, fatta dal concilio di Nicea nel 325 dopo Cristo.
* * *
I detti segreti di Gesù, rivelati all’apostolo prediletto, contengono invece un messaggio ben
diverso e legato non a quella tradizione, ma alla ricerca interiore e alla prevalenza di tutto ciò
che è spirituale ed eterno rispetto alle cose caduche e instabili. La famiglia e gli affetti terreni
vengono al secondo posto, rispetto allo Spirito e all’Amore Cosmico.
L’ascesi di cui si parla nel Vangelo di Tommaso, assai si avvicina all’Induismo, al Sufismo e al
Buddismo, fino a giungere al non interesse per la preghiera, il digiuno,l’elemosina.
Gesù è il Vivente in eterno, come il Padre e la Madre
(lo Spirito Santo che e’ amore tra loro che genera UN FIGLIO, i figli di Dio).
I tre, sono UNO.
Il Regno di Dio è già sulla Terra e Gesù lo ha rivelato, ma gli uomini non hanno avuto occhi per
vedere ed orecchi per intendere il messaggio della Verità e della Vita e cioè la “RICERCA DELLA
PROPRIA DIVINITÀ INTERIORE”, attraverso la spiritualizzazione della carne.
E come si fa Spirito la carne? Non attraverso il digiuno. Chi digiuna si crea un inferno. Non
attraverso la tortura e il dolore, maestri di pazzia. La strada è un’altra. Tommaso l’ha capito. E
così lo ha capito quel suo ignoto discepolo che prepara la “brocca” e vi nasconde i manoscritti,
perché giungano a noi, generazione futura.
Anche Enoch trenta secoli prima ha fatto la stessa cosa. Le sue scritture sono nell’ombra e
attendono la maturazione dell’uomo.
È l’epoca della “brocca”, oggi. Se al mattino dell’equinozio di primavera saliamo su un monte
anche noi, come quei due contadini che hanno scavato il pozzo di Nag Hammadi, vediamo sorgere
il sole là dove sbiadiscono e scompaiono a poco a poco le stelle della BROCCA.
È questo l’evento segnalato dalle stelle: la parola di Gesù torna alla luce.
Così Tommaso scandagliò Cristo. Mettendo il dito nella piaga, non si fermò alla superficie.
Penetrò al di là dell’epidermide. Il suo occhio si affacciò in spazi siderali sconfinati. Al di là del
piccolo uomo sanguinante, apparve il Grande Uomo Cosmico. Tremando per la scoperta, Giuda
Tommaso Didimo gridò le parole di Gesù: “Meraviglia delle meraviglie: la carne si fa Spirito!”.
Gemello, in aramaico, si dice TAUMA, cioè Tommaso. Gemello, in greco, si dice DÌDUMOS. Non ci
sono dubbi, è una duplice conferma che l’autore del QUINTO VANGELO è il gemello spirituale di
GESÙ, e non il suo fratello gemello carnale. TAUMA è dunque il custode delle parole segrete.
Ascoltiamolo.
Nella collezione di libri gnostici, trovata a Nag Hammadi nel 1945, troviamo, accanto al Vangelo di Tommaso,
anche il Libro Segreto di Giovanni, tre Apocalissi di Pietro, una di Paolo e una di Giacomo, oltre il Libro di
Tommaso il contendente. Dodici volumi, legati in pelle e scritti su papiro, sono ora al Museo Copto del Cairo
(fra cui il “nostro” Vangelo) e uno è alla Fondazione Jung di Zurigo.
Il Vangelo secondo Tommaso è vicino alla tradizione della prima Chiesa cristiana, ma differisce dai Vangeli
sinottici per la sua natura esoterica.
Molte sette, sorte verso la fine del I° secolo in Siria, si trasferirono in Egitto; seguiva principalmente il
Vangelo di Tommaso quella dei Naasseni. In tutte le dottrine gnostiche si parla di un salvatore disceso dai
cieli, che dona agli uomini di buona volontà la conoscenza di ciò che è necessario per trovare la vita eterna.
La salvezza giunge soltanto ai pochi che vorranno comprendere queste verità nascoste.
Il Vangelo di Tommaso fu conosciuto e studiato anche dai Manichei. I padri della Chiesa lo conoscevano
anch’essi; ne parlano: ORIGENE (III° secolo) nell’Omelia a Luca, 1, 5: lo condanna come apocrifo e ricorda
che la Chiesa cristiana ha scelto solo 4 fra i molti Vangeli in circolazione ed uno fra quelli scartati fu
proprio quello di Tommaso.
S. AGOSTINO (Predica contro gli avversari dei profeti e della legge, 2,14) dichiara apocrifi tutti i Vangeli
al di fuori di quelli canonici.
EUSEBIO DI CESAREA: (Op. III, 25,6) respinge il Vangelo di Tommaso, dichiarandolo scritto da eretici.
CIRILLO DI GERUSALEMME (Catech. 4,36) dichiara, falsamente, che è stato scritto, in epoca posteriore,
dai Manichei.
PAOLO infine, riconosce la possibilità dell’esistenza di un altro vangelo (Galati, 1,6) e di un altro aspetto di
Gesù (2 Cor. 11,4).
A NOI È CHIARA LA DISTINZIONE: C’era un culto pubblico ed ufficiale e uno segreto e condannato.
Ambedue facevano risalire il loro credo alla predicazione di Gesù. Pur usando lo stesso materiale dei vangeli
sinottici, Tommaso tratteggia un ben diverso ritratto di Gesù. Non si parla della sua nascita miracolosa,
della sua vita in famiglia, della sua tentazione diabolica, di guarigioni e di miracoli che, per gli altri
evangelisti, sono la testimonianza migliore della divinità del Cristo. Non vi è l’episodio della cacciata dei
mercanti dal tempio, del viaggio trionfale a Gerusalemme, dell’ultima cena, del tradimento di Giuda, della
comunione, del peccato e del perdono ed infine della morte sulla croce e resurrezione nel terzo giorno. Non
vi é alcun richiamo biblico come avveramento di profezie messianiche. Non si parla di ciò che i seguaci di
Gesù sono tenuti a fare. Preghiere, elemosine, digiuni, vengono rigettati. Non si parla nemmeno di buona
condotta morale e di opere buone e malvage (da compiere e da evitare).
La vita del popolo ebraico in Palestina in quell’epoca storica è ignorata.
Gesù rivolge i suoi detti all’uomo di sempre, a tutta l’umanità
del presente e delle generazioni future.
Non si occupa di ciò che gli uomini dovrebbero fare, ma di ciò
che dovrebbero imparare a conoscere con una ricerca di carattere interiore.
Gli apostoli e i discepoli che predicarono agli Ebrei, distorsero la vera immagine di Gesù ed i suoi
insegnamenti spirituali e riferirono i fatti e i detti secondo la loro personale interpretazione che
doveva essere per quanto possibile collegata e armonizzata con la loro antica religione.
Solo uno degli Apostoli, Tommaso, comprese la novità e l’unicità del messaggio di Gesù. Era l’unico capace di
comprenderlo, il suo gemello spirituale. Non ricorda di aver udito da lui nessun accenno al peccato ed
alla redenzione col sacrificio sulla croce per il perdono di quel peccato. Non sono importanti i Suoi
miracoli, sono importanti le Sue parole: il Regno di Dio é fuori dalla storia e dal tempo.
L’unica cosa, la sola essenziale, è l’autoconoscenza, la ricerca interiore; e la sola cosa da ricercare
per fare la volontà del Padre ed entrare nel suo Regno che è già, nascosto, all’interno dell’Io.
Il Regno è sempre presente, non deve venire in futuro. Non riguarda solo il popolo ebraico, ma ogni
uomo che vive e vivrà sulla terra e saprà comprendere il messaggio del Cristo. Il Regno si rivelerà, in
tutti gli uomini che, avranno raggiunto la conoscenza, la Verità, la Luce della divina eternità che è in
ogni uomo.
Non è difficile comprendere perché il Vangelo di Tommaso non sia stato accettato dalla Chiesa Cristiana
Occidentale, che finì per dominare su quella Orientale. Essa non ha mai ammesso l’esistenza di un
insegnamento segreto del Cristo, dedicato a pochi eletti.
Gli accenni esoterici contenuti nel Vangelo di Giovanni, sono sempre passati in sottordine ai principi stabiliti
dal canone ecclesiastico ortodosso.
Il messaggio di Tommaso non è però andato perduto: per suo mezzo ora sappiamo che Gesù è il Rivelatore di
una dottrina segreta che appartiene all’uomo da sempre. Questa dottrina, conosciuta da tutti i grandi
iniziati è la VERITÀ unica, eterna, la cui ricerca è il compito dato all’uomo su questa terra.
ALFABETO COPTO
= A hl,PA
= B BETA
= G GAMMA
= D DELTA
= E EPSILON
= Z ZETA
= È ETA
= Th TETA
= I IOTA
= K KAPPA
= L LAMBDA
= M MI
= N NI
= X Xi
= O OMICRON
= P Pi
= R RO
= S SIGMA
= T TAU
= U IPSILON
= F FI
= CH CHI
= PS PSI
= O OMEGA
= Sc SCIAI
= F FAI
= K KAI
= H HORI
= F FENFIA
= Ş SIMA
= T TI
L’alfabeto COPTO comprende le ventiquattro lettere
dell’alfabeto greco, più sette lettere tipicamente egizie
IL VANGELO
DI TOMMASO
Ecco le parole segrete
che Gesù Vivente ha detto
e che Didimo, Giuda Tommaso, ha trascritto.
1.
E Lui ha detto:
“colui che trova il senso segreto di queste parole
non assaggerà la morte.”
2.
Gesù disse:
“chi cerca non smetta di cercare
finché non trova
e quando troverà
resterà sconvolto
e, così sconvolto,
farà cose meravigliose
e regnerà sul Tutto”.
3.
Gesù ha detto:
“Se chi vi guida vi dice:
sì, il Regno è nei Cieli,
allora gli uccelli del cielo saranno in vantaggio,
se vi dicono che è nel mare,
allora i pesci saranno in vantaggio.
Ma il Regno è dentro voi
e fuori di voi.
Quando voi vi conoscerete,
allora sarete consci
e saprete che siete voi
i figli del Padre Vivente.
Ma se vi capita di non conoscere voi stessi,
allora restate poveri
e siete la povertà stessa!”
4.
Gesù ha detto:
“l’uomo vecchio non esiti
a rendere i suoi giorni
come i sette giorni di un neonato
all’origine della vita,
e continuerà a vivere,
perché ciò che è prima diviene ciò che è dopo
e tutto si unisce”.
5.
Gesù ha detto: “Conoscerai il tuo futuro
e ciò che è nascosto ti sarà svelato,
perché non vi è nulla di nascosto che non apparisca”.
6.
I suoi discepoli lo interrogarono e gli chiesero:
“vuoi tu che digiuniamo,
in che modo pregheremo,
come faremo l’elemosina
e quali regole seguiremo riguardo ai cibi?”
Gesù rispose:
“Non dite sciocchezze
e ciò che non vi sentite di fare, non lo fate,
perché tutto si svela di fronte al cielo.
Non vi è nulla di nascosto che, in verità, non venga alla luce,
alla lunga non possa apparire”
COMMENTO
Provate ad aprire lo sportello della gabbia ad un uccellino prigioniero: potrà succedere che,
spinto da un coraggioso impulso, si precipiti fuori e voli verso la libertà, ma potrà anche
succedere che si ritiri timoroso in un angolo. Se esce, può andare a finire nelle fauci di un gatto ο
nel becco di un uccello rapace; se resta, perde un’occasione unica e può pentirsene per tutta la
vita. Ε la sua vita non sarebbe degna di questo nome, se dovesse trascorrerla tutta fra le sbarre
della sua prigione….
Anche l’uomo è in gabbia e, spalancargli troppo bruscamente la porta, può voler dire precipitarlo
nelle fauci della droga, del suicidio della violenza e del delitto. Ne sappiamo qualcosa al nostri
giorni.
Certamente la felicità non è dentro la gabbia, è fuori, ma tutti hanno paura di essere felici.
D’altra parte, le sbarre della sua gabbia l’uomo se le è costruite lui stesso, millennio dopo
millennio, con un lavoro estremamente minuzioso e nello stesso tempo assurdo. Ma vi è una
speranza per la vita di chi è ingabbiato: capire in che modo le sbarre sono sorte dal nulla.
Ogni sbarra è un paraocchi e ogni benda è un “diavolo”. Così l’uomo si trova circondato da mille
diavoli che assolvono fedelmente alla loro funzione, facendo il loro dovere. Sono come tanti
segnali stradali: attento, lì c’è una curva, puoi uscire di strada. Fermati e lascia agli altri la
precedenza, spaventati, trema, terrorizzati…..
.
Andrebbe tutto bene se l’uomo capisse quei segnali. Purtroppo, là dove sembra segnata una
curva, la strada è dritta. La gabbia si risolve in una esasperante perdita di tempo. Tuttavia se
l’uomo troppo precipitosamente ne esce, la libertà raggiunta esteriormente, ma non ancora
interiormente, diventa pericolosa per lui. Occorre dunque rimettere i segnali al loro posto giusto
e soprattutto capirli: come sono nati? Come si sono formati? Che funzione hanno i “diavoli”?
* * *
Leggemmo con scandalizzata sorpresa nel libro di Enoch questa frase: “Guarda il demonio da ogni
lato e non da un lato solo, come tu fai. Lo vedrai ritornare ad essere Dio!”.
Il diavolo, in aramaico,è definito «stra “ahra” » cioé “l’altro punto di vista”,
la “visione parziale”, il paraocchi: ecco CHI E’ IL DIAVOLO !.
L’ambiente in cui si sviluppano i diavoli è quello sottoposto alle ristrettezze dello spazio e del
tempo. Regno del diavolo è il mondo dei corpi e delle anime.
Il diavolo ha effetti sulla materia e sulla mente, dato che l’anima è fatta di pensiero limitato.
Ma quando il pensiero ritornando Spirito si allarga, si completa e attinge alla verità e all’eternità,
uscendo dalle ristrettezze dello spazio e del tempo, allora l’uomo fa un salto di livello.
Ε questa la differenza fra l’anima e lo spirito. La prima, fatta di pensiero limitato, provvisorio,
mentre lo Spirito è pensiero vittorioso, che ha superato ogni visione parziale.
* * *
Il primo atto dell’ingabbiamento dell’uomo è consistito nell’aver spezzato “il frutto dell’albero
della Vita”, dividendo la Creazione in “buona” e “cattiva”.
La vita deve pulsare liberamente, spinta dalle due grandi energie cosmiche:
quella distruttiva e luminosa e quella costruttiva e tenebrosa.
Sia la luce che la tenebra sono fenomeni positivi, tutti e due creati da Dio. Dobbiamo vederli in
questo modo: la tenebra come luce che si spegne, la luce come tenebra che si illumina. La luce è
“bene”. La tenebra è un altro tipo di “bene”. Non avendo capito questa verità, restammo
meravigliati, quando leggemmo in Enoch: “Dio creò la luce e vide che essa era buona e creò le
tenebre e vide che anch’esse erano buone…”.
Le prime sbarre della gabbia che l’uomo si era costruito erano fatte di buio: aveva
arbitrariamente stabilito che le tenebre sono malvage. Conseguenze di questo pensiero
aberrante sono le frasi che anche oggi sentiamo pronunciare: Dio, abbi pietà di noi, Signore
misericordia, Signore non ci indurre in tentazione, liberaci dal male e dalle tenebre!
Coloro che conoscono l’Ebraico, sanno che questi imperativi in realtà sono verbi al presente: nella
preghiera di Gesù è detto: “… Tu ci liberi dal male, tu non ci induci in tentazione, tu ci rimetti i
nostri debiti nell’istante in cui li rimettiamo ai nostri debitori….!!!!!!!!!!!!
Così il piccolo uomo, chiuso nella sua gabbia, si è trovato all’inizio in una posizione di una certa
comodità.
Se ha sbagliato: è Dio che lo ha indotto in tentazione. Il male lo fa soffrire? È Dio che
non è stato misericordioso. Ma la Verità è un’altra. Occorre che l’uccellino impari a pensare nel
modo giusto, altrimenti, appena uscito dalla gabbia verrà sbranato dal gatto, cioè divorato dalla
paura. Pensare nel modo giusto vuol dire liberarsi dalle opinioni sbagliate dalle false verità rubate
in un terreno lavorato dagli altri, cioè da coloro che nel lento trascorrere dei millenni hanno
trovato vantaggioso mantenere in gabbia i propri simili. Occorre Pensiero libero.
Puntualissimo, allo scattare dei segnali cosmici, questo Pensiero è venuto all’appuntamento.
l’uomo ha aperto gli occhi. Antichi manoscritti sono tornati alla luce.
Solo un secolo prima sarebbe stato troppo presto: li avrebbero bruciati a furor di popolo.
* * *
Una di queste voci nuove è quella di colui che fu così vicino a Gesù da respirarlo, di colui che non
si è fermato alla superficie del Salvatore ma ha voluto penetrare al di là dell’epidermide,
cacciando coraggiosamente il suo dito nel profondo. Più ο meno a partire da Giuda, tutti gli
apostoli sono stati interpreti non sempre fedeli ο, come nel caso di Simon Pietro, talvolta
rinnegatori di Gesù. Tutti meno uno. Soltanto uno che avesse capito Gesù avrebbe potuto
riportare fedelmente il suo messaggio spirituale.
Ma capire Gesù vuol dire “ESSERE GESÙ”. Ecco
il SEGRETO dell’essenza divina: Gesù è la STRADA, LA VERITÀ, LA VITA. Gesù è l’estremo
livello raggiungibile dall’uomo. Chi lo raggiunge si trova ad essere “LUI”. Il piccolo, nervoso Giuda
detto Tommaso Didimo, è passato al di là del traguardo e da quel momento è stato più che
fratello gemello di Gesù, il suo alter ego: Gesù stesso, specchiato.
Ora possono trovare un’eco nella nostra coscienza le parole segrete che egli ha udite. Sono
parole vere, eterne. Eccole:
“Ιο mi chiamo Giuda come l’altro apostolo, ma sono detto Τaυma, Tommaso, cioè Didimo, e vi dirò
quando e come Gesù mi ha chiamato così. “
* * *
Gesù dettava. Io scrivevo. Ora, attraverso tante sbarre e tante spade, giunge a voi la Sua Voce.
Sembrano parole oscure, ma colui che ne scopre il senso segreto si libera per sempre dalle morti.
Come sorrideva Gesù quando gli dicevano che il Regno è su nei cieli. Rispondeva: “Allora gli uccelli
chissà come sono in vantaggio su voi.” Poi diventava serio e con voce dolcissima aggiungeva: “Il
Regno è dovunque: fuori e dentro di voi, sopra e sotto.
Il Regno non è altro che il Pensiero Vivente, il Padre Vivente. Se lo riconoscete, siete recipienti
colmi di Vita. Ma se non lo riconoscete, siete il vuoto stesso! “
* * *
Quando noi lo chiamavamo: “Signore, vieni con noi a pregare e a digiunare?” Lui ci guardava con
occhi pieni di ironia e ci rispondeva: “Ma che male ho fatto?” Ε poi aggiungeva: “Non dite
sciocchezze e non perdete tempo a fare ciò che intimamente non vi sentite di fare”……….
* * *
SE VOLETE CONTINUARE A LEGGERE E SAPERE, E CI SONO TANTE FRASI DI GESU’ CHE “SCANDALIZZEREBBERO I “BENPENSANTI”,
SAREBBE APPROPRIATO IL LIBRO DI PINCHERLE…..QUI NON C’E’ DI PIU’, MA VE LO CONSIGLIEREMMO VOLENTIERI
MA TUTTAVIA NEL RISPETTO ASSOLUTO DELLA VOSTRA LIBERTA’ DI SCELTA……
CHE OGNI COSA SIA FATTA A MAGGIOR GLORIA DELLA LUCE
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