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Il Sistema Limbico: la culla delle emozioni e delle memorie, il cuore nascosto della dolcezza e della paura

Il Sistema Limbico: la culla delle emozioni e delle memorie, il cuore nascosto della dolcezza e della paura

Sto studiando il cervello ed e’ cosi’ affascinante e incredibile che te ne voglio fare parte. Grazie!

Il sistema limbico è come un direttore d’orchestra emotivo nascosto nel profondo del nostro cervello. È composto da diverse strutture, ma le star principali sono  l’amigdala, l’ippocampo e l’ipotalamo.

 L’Amigdala e’ la centralina del “pericolo”
L’amigdala è spesso vista come il “campanello d’allarme” del cervello. Ma sai che ha anche un lato dolce?  Non si attiva solo quando proviamo paura, ma anche quando viviamo emozioni intense come gioia o amore. È lei che fa accelerare il cuore quando ci innamoriamo, e non solo quando siamo spaventati!

In alcune persone che hanno sperimentato traumi o situazioni di stress estremo, l’amigdala può restare “iperattiva”, come se fosse bloccata in modalità di allerta continua. Questo è spesso uno dei meccanismi alla base degli attacchi di panico o del disturbo da stress post-traumatico (PTSD o DAP)

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LA MUSICA SALVA!

L’Ippocampo e’ il custode della memoria
L’ippocampo è la nostra “chiavetta USB” biologica. Archivia ricordi ed esperienze, ma fa molto di più. Collega le informazioni emotive che arrivano dall’amigdala con i ricordi a lungo termine, creando quel legame tra emozioni e memoria.

Un ippocampo danneggiato può far sì che le emozioni si separino dai ricordi. Questo spiega perché, durante un attacco di panico, una persona può sentire un’enorme paura senza sapere perché. L’amigdala invia segnali di allarme, ma l’ippocampo non riesce a ricordare l’evento preciso che ha scatenato la reazione.

Quando l’amigdala e l’ippocampo litigano si scollega il circuito “emozione-memoria”
Pensa all’amigdala e all’ippocampo come due amici che dovrebbero lavorare insieme, ma a volte litigano. Se l’amigdala diventa troppo “rumorosa”, può soffocare l’ippocampo e impedire il corretto processare delle informazioni. Questo è proprio ciò che accade durante un attacco di panico o una crisi d’ansia.

Immagina una persona che una volta è rimasta intrappolata in un ascensore. Anni dopo, entra in un ascensore e all’improvviso ha un attacco di panico senza ricordare l’evento passato. L’Amigdala si ricorda e fa provare paura, ma l’ippocampo ha perso il file del ricordo cosciente.

Quando c’è una disconnessione tra amigdala e ippocampo, possono verificarsi situazioni in cui il cervello percepisce un pericolo anche quando non esiste. Questo è alla base degli attacchi di panico: la mente “si allarma” senza motivo apparente, creando sintomi come tachicardia, sudorazione,  forte terrore e sensazione di soffocamento

L’Ipotalamo e’ il ponte tra emozioni e corpo

L’ipotalamo è il traduttore universale delle emozioni. Quando l’amigdala lancia il segnale di pericolo, l’ipotalamo lo converte in reazioni fisiche: sudorazione, battito accelerato, respiro affannoso. È il responsabile della risposta “lotta o fuggi”

L’ipotalamo è così potente che anche un semplice pensiero può attivarlo. Hai mai sentito il cuore accelerare solo pensando a qualcosa di stressante? Ecco, è lui che trasforma il pensiero in una reazione fisica

La corteccia prefrontale e’ il “saggio” che calma le emozionie per fortuna che c’e’!
Sebbene il sistema limbico sia il centro delle emozioni, la corteccia prefrontale è quella che, in condizioni normali, ci permette di “raffreddare” le reazioni emotive.

Ma quando siamo sotto stress o siamo in ansia, questa connessione può essere momentaneamente disattivata, lasciando il sistema limbico a guidare la scena… ed ecco le reazioni a volte esagerate

Immagina di essere su un treno in corsa (l’amigdala) senza un conducente che freni (la corteccia prefrontale). Il risultato? Un’esperienza di panico che sembra fuori controllo, ma, tranquillo,  è solo temporanea

 La musica e il sistema limbico
Sai che la musica può parlare (metaforicamente) direttamente al sistema limbico, in particolare all’amigdala?  Ascoltare una canzone associata a un ricordo felice può calmare l’amigdala e stimolare l’ippocampo a riportare alla memoria momenti positivi , piacevoli  o rassicuranti

Infatti, la musica rilassante (come i suoni binaurali) può aiutare a ristabilire il collegamento tra amigdala e ippocampo, riducendo gli episodi di ansia. Non è un caso che molti percorsi terapeutici contro l’ansia includano la musica!

Piccolo trucco pratico: calmare l’amigdala in pochi secondi
Un modo per disattivare velocemente l’amigdala durante un attacco di panico è la respirazione diaframmatica profonda. Inspirare lentamente per 4 secondi, trattenere il respiro per 2 secondi, e poi espirare per 6 secondi aiuta a calmare la risposta di “lotta o fuga” in pochi minuti

Le terapie che possono ristabilire il dialogo tra amigdala e ippocampo

Per le persone che soffrono di attacchi di panico o disordini emotivi, esistono approcci terapeutici specifici che mirano a ristabilire il biofeedback naturale del cervello e a rielaborare i traumi non risolti

 Biofeedback neurocognitivo

Il biofeedback è una tecnica che permette di monitorare in tempo reale le risposte fisiologiche del corpo (come la frequenza cardiaca, la respirazione e le onde cerebrali) e di allenare il cervello a rispondere in modo più equilibrato agli stimoli emotivi.

funziona cosi: durante una sessione, la persona viene collegata a dei sensori che monitorano i parametri corporei. Il terapeuta guida il paziente attraverso esercizi di rilassamento, spesso usando tecniche di respirazione e visualizzazione. Col tempo, il cervello impara a ridurre la risposta di allarme e a ristabilire un corretto dialogo tra amigdala e corteccia prefrontale.

Il biofeedback insegna al corpo a riconoscere e disattivare i segnali di panico prima che si intensifichino È particolarmente efficace per chi soffre di attacchi improvvisi, poiché permette di controllare la risposta fisica e di riportare il sistema nervoso in equilibrio

L’EMDR è una terapia specifica per la rielaborazione dei traumi. Si basa sulla stimolazione bilaterale (tramite movimenti oculari o suoni alternati) per aiutare il cervello a riorganizzare i ricordi traumatici.  Il terapeuta chiede al paziente di concentrarsi su un ricordo traumatico o su un’emozione disturbante. Mentre il paziente ricorda l’evento, segue il movimento delle dita del terapeuta o ascolta suoni alternati.  Questo processo stimola entrambi gli emisferi cerebrali, favorendo la rielaborazione del trauma e riducendo la carica emotiva associata.

L’EMDR aiuta a ridurre i sintomi legati ai traumi, come ansia e attacchi di panico, favorendo una migliore integrazione dei ricordi nel sistema limbico. Il trauma non viene cancellato, ma diventa un ricordo “sicuro”, senza più innescare risposte di paura.

Per chi soffre di dappismo, attacco di panico o ansia legata al trauma, l’approccio migliore è spesso combinare diverse tecniche: Il biofeedback per allenare il corpo a rispondere meglio allo stress. L’EMDR per rielaborare i traumi non risolti.

Tecniche di respiro consapevole per calmare il sistema nervoso in tempo reale

naturalmente non dimentichiamo l’aiuto dello PSICOLOGO  O DEL COUSELLOR

Grazie!

 

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