IN VIAGGIO VERSO LA PASQUA . LA SETTIMANA SANTA: LA PASSIONE, MORTE E RESURREZIONE DI GESU’ e LA NOSTRA TRASFORMAZIONE – gli attacchi di panico- :
5° e 6° TAPPA
Disegno di GESU’ della bambina AKIANE che ha avuto visioni su di lui
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IN CAMMINO VERSO LA PASQUA
5° tappa della passione di Gesu’ :
Tutte le volte che Cristo prevedeva un avvenimento frustrante relativo ai suoi discepoli, aveva almeno 4 grandi obiettivi.
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Primo, alleviare il proprio dolore. Prevedendo in anticipo le frustrazioni a cui sarebbe stato sottoposto,
attrezzava le sue difese emozionali per proteggere se stesso nel momento in cui si fossero presentate.
Quando i discepoli lo abbandonarono non fu colto di sorpresa.
Amava e si donava senza riserve agli esseri umani, ma non si aspettava molto da loro.
Non c’e’ niente che preservi l’emozione quanto ridimensionare le aspettative che nutriamo nei confronti delle persone che ci circondano.
Ogni volta che ci aspettiamo troppo, aumentano anche le nostre probabilita’ di cadere nelle grinfie della delusione.
Gesu’ aveva accettato in quei momenti l’abbandono e la solitudine.
Anche quando vide che Pietro lo rinnegava e gli altri dietro di lui, volle mostrare loro che non pretendeva cose impossibili.
Viste le lezioni che aveva impartito loro in quei singolari tre anni e mezzo avrebbe potuto essere esigente, ma non lo fu.
Poiche’ era il maestro dei maestri della scuola della vita sapeva che superare la paura, vincere l’ansia
ed elaborare le sofferenze erano le lezioni piu’ difficili da applicare nella vita.
Il Maestro utilizzo’ il dolore stesso che i discepoli gli avevano inflitto per aiutarli ad interiorizzarsi e ad espandere la loro comprensione della vita.
Che Maestro ha mai sacrificato tanto in nome dell’insegnamento ai suoi allievi?
Non li avrebbe mai abbandonati, nemmeno se loro avessero abbandonato lui
Quarto punto, voleva che fossero preparati a non perdere la fiducia in se stessi a prescindere dai loro errori.
Non voleva che si lasciassero prendere dal senso di colpa e dallo scoraggiamento.
Egli voleva fornire loro i mezzi e la strada per il ritorno.
Purtroppo Giuda non torno’. Il senso di colpa e un’intensa reazione depressiva lo portarono al suicidio.
Pietro anche se in lagrime torno’.
Gli educatori, i genitori, i manager di imprese si preoccupano di correggere gli errori immediati e di ridisegnare le rotte del comportamento. Si impongono.
Gesu’ invece voleva condurre i suoi discepolo allo sviluppo dell’arte del pensare, fosse anche al prezzo di errori umilianti.
Tuttavia prima che si sentissero in colpa, stava gia’ preparando loro il rimedio
Rispettando comunque il loro libero arbitrio…..(infatti Giuda decise di non tornare!)
MAESTRO GESU’ Insegnaci ad amare senza aspettative
Insegnaci a dare a chi ci ha offeso sempre un’altra possibilita’ di ritorno
Rispettando tuttavia il libero arbitrio
Grazie!
6° tappa nel percorso di Gesu’
ANSIA VITALE-ANSIA PATOLOGICA- ATTACCO DI PANICO
Abbiamo visto che nel Getsemani Gesu’ si dichiaro’ depresso
Si trattava di una malattia o di uno stato d’animo momentaneo?
Molti psichiatri e psicologi pensano che qualsiasi ansia sia patologica.
Non e’ cosi’.
Esiste invece un’ansia vitale e normale che abita l’intelligenza di ogni essere umano
ed e’ presente nella costruzione dei pensieri, nella ricerca del piacere e nella realizzazione di progetti
L’ansia vitale stimola la creativita’.
Anche Gesu’ aveva ansiosamente aspettato l’ultima cena con i suoi discepoli per veder portato a compimento il desiderio del suo cuore.
L’ansia diventa patologica quando ostacola la normale attivita’ intellettuale e riduce la liberta’ emozionale.
Le caratteristiche piu’ evidenti dell’ansia sono: labilita’ emozionale, irritabilita’, iperaccelerazione del pensiero, difficolta’ a gestire la tensione, perdita della capacita’ di concentrazione, deficit di memoria e comparsa di sintomi psicosomatici.
L’ansia patologica fa vivere in funzione dell’anticipazione costante di quello che potrebbe succedere.
Il Maestro della scuola della vita aveva vaccinato i suoi discepoli contro l’ansia patologica poiche’ coltivava in loro la liberta’ dalle preoccupazioni della sopravvivenza, coltivava in loro la tranquillita’, la solidarieta’, l’amore reciproco, la lucidita’, la coerenza, l’unita’; insegnava affinche’ imparassero ad affrontare i problemi reali della vita quotidiana anziche’ quelli immaginari creati dalla mente.
L’uomo cosi’ diveniva sicuro di se’, stabile, un uomo che sa interiorizzarsi, che sa gestire coerentemente i suoi pensieri e le sue emozioni durante i momenti piu’ turbolenti della sua vita.
I giovani di oggi escono dalle scuole e dalle universita’ con un diploma o titoli accademici abilitati all’azione nel mondo fisico ma non sanno come comportarsi nel loro mondo personale ne’ essere agenti di trasformazione della propria storia emozionale intellettuale o sociale e la societa’ non li aiuta.
Quando siamo ansiosi qualunque problema diventa un mostro, siamo instabili e irritabili; la nostra gentilezza si dissolve .
In Gesu’, al culmine della sua angustia, la sua umanita’ riusciva ancora a brillare e benche’ si sentisse profondamente abbattuto era premuroso con le persone che lo circondavano. Non ha mai scaricato la propria tensione su di loro ne’ vi ha rovesciato il suo dolore.
Eppure la sua passione era intensissima.
Luca ci riferisce che l’ansia del maestro era cosi’ intensa che mentre pregava i suoi pori si aprivano e il sudore scorreva sul suo corpo fino a bagnare la terra ai suoi piedi.
GESU’ ebbe un attacco di panico nel giardino del Getsemani? NO !
Vediamo che cos’e’ la sindrome da attacco di panico o DAP
Il profilo psicologico di un dappista e’ caratterizzato da ipersensibilita’ emozionale, da preoccupazione eccessiva per il proprio corpo.
L’attacco di panico e’ caratterizzato da una paura improvvisa e drammatica di stare per morire o per svenire, ha una intensa reazione ansiosa, vi e’ tachicardia, accelerata frequenza respiratoria, forte sudorazione, eventuale perida delle urine, obnubilamento, spesso si ha l’impressione di avere un infarto e si corre da un medico perche’ rassicuri che non si sta per morire.
Se gli attacchi di panico si prolungano negli anni Si hanno problemi di autonomia la’ dove puo’ essere compromessa la capacita’ di uscire da soli e di non poter vivere senza un accompagnamento
La liberta’ allora e’ completamente persa poiche’, loro malgrado, queste persone diventano dipendenti. Soffrendo moltissimo per questo anche perche’ spesso non sono compresi dalla famiglia, dalla societa’ in cui vivono cosi’ piano piano diventano anche emarginati che si emarginano.
Nessuno muore per la sindrome di attacco di panico, ma queste persone soffrono piu’ di chi sta veramente avendo un infarto o si trova in reale pericolo di vita.
In America si e’ trovata solo da 10 mesi la spiegazione di questa patologia che non e’ assolutamente psicologica ma crea problemi psicologici.
Si e’ visto che essa viene creata da un problema fisico, un mancato biofeedback di due zone del cervello: corpo calloso e ippocampo e questo generalmente dopo forti shock o eventi traumatici che portano l’Amigdala fuori controllo.
Tuttavia, nell’attesa di una cura piu’ adeguata degli psicofarmaci (che sembra imminente) che tengono solo un po’ frenata l’ansia, o intontiscono e obnubilano la mente,sarebbe importante decaratterizzare nella memoria questo terrore della morte, recuperare il controllo dell’io nei momenti di maggior tensione e gestire i pensieri negativi, come fece il MAESTRO DI NAZARET nei momenti difficili del Getzemani.
Nel giardino del Getzemani tuttavia Gesu’ non ebbe un attacco di panico, sebbene abbia presentato diversi sintomi psicosomatici.
In quella fatidica notte l’ansia del maestro non aveva niente a che vedere con la paura della morte, ma piuttosto del tipo di morte a cui andava incontro e del comportamento che avrebbe dovuto mantenere in ciascuna delle tappe della sua sofferenza.
Poi Lui confidava completamente nel Padre ! Sapeva di non essere solo anche se, quella sua parte umana, ebbe un momento di sconforto.
(Cosi’ dicono alcuni Maestri spirituali, che se un dappista avesse cosi’ tanta fede da abbandonarsi al Divino Se’ Superiore, sarebbe libero da questa malattia che per loro e’ di origine karmica)
Le biografie di GESU’ ci raccontano che compiva molti miracoli fisici ma non nell’anima e nella personalita’ .
La personalita’ non ha bisogno di miracoli ma di trasformazioni.
Perfezionare l’arte del pensare, imparare a filtrare gli stimoli stressanti, investire in saggezza durante le stagioni fredde della vita sono nobili funzioni della personalita’ che pero’ non si conquistano in tempi brevi.
A noi tutti piacerebbe eliminare velocemente e istantaneamente le nostre sofferenze ma non e’ possibile.
Non esistono strumenti adatti a cio’ (a meno che non succeda un miracolo)
Dobbiamo imparare dal Maestro a veleggiare dentro a noi stessi e ad affrontare il dolore con dignita’ e coraggio e a usarlo per levigare la nostra Anima come ci ha insegnato lui
MAESTRO GESU’
Insegnaci ad arrenderci fiduciosi al Nostro Divino e a TUO PADRE/MADRE
Per incontrare la saggezza e l’amore
E liberarci dalla paura
Io ho fiducia in te!
Grazie!
www.spaziosacro.it
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