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In Viaggio Verso La Pasqua Settima E Ottava Tappa
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IN VIAGGIO VERSO LA PASQUA – SETTIMA E OTTAVA TAPPA

Venerdi’ Santo la Crocifissione

 

PASSIONE E MORTE DI GESU’

E per tutti coloro che soffrono e muoiono per la verita’

 

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AmatI, mi dispiace, ma so che e’

per amore! PER L’ESEMPIO, PER LA VITTORIA

Grazie!

 

Gesu’ non rinunciava mai a nessuno, nemmeno  se le persone lo abbandonavano

 

Come avra’ fatto il PADRE a far bere “il calice della passione” a Gesu’?

 

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Il figlio aveva compreso che il calice era inevitabile e per questo si arrese alla sua volonta’.

Egli pensava che se avesse fallito anche il piano di Dio  e quindi la redenzione dell’umanita’ non avrebbe avuto luogo,

ne’ si sarebbe realizzata la liberazione dalle miserie e nessuna creatura avrebbe raggiunto l’eternita’.

 

Mentre pregava nell’orto del Getzemani  la volonta’ di Gesu’ non ebbe risposta dal Padre ma non per questo egli smise di pregare.

Perche’ pregava?

Perche’ quel dialogo silenzioso lo sosteneva, irrorava la sua anima di speranza e gli restituiva le forze.

 

Forse per il Padre morire in croce sarebbe stato piu’ sopportabile che vedere il proprio figlio rimanere tranquillo pur essendo percosso, rimanere docile pur essendo ingiuriato, essere tollerante pur essendo flagellato, avere la liberta’ di riuscire ad amare e perdonare pur essendo annichilito sulla croce.

 

Gesu’ compi’ la volonta’ del Padre affinche’ “essendo Dio divenuto uomo, l’Uomo diventasse Dio”

Quindi bere l’amaro calice non corrispondeva a soffrire come un povero miserabile ,ma alla realizzazione dell’ambizioso progetto di Dio: infondere l’immortalita’ nell’uomo temporale.E nell’immortalita’ c’e’ l’amore! 

 

Il venerdi’ santo GESU’ muore sulla croce per questo.

8° tappa

– CRISTO  e’ una persona emozionalmente sana perche’:

–           Proteggeva le proprie emozioni nei momenti di maggior tensione

–           Filtrava gli stimoli stressanti

–           Non trasformava la sua memoria in una pattumiera delle miserie dell’esistenza

–           Non viveva in funzione delle offese e del rifiuto della societa’

–           Era convinto di cio’ che pensava e gentile nell’esporre le sue idee

–           Viveva l’arte del perdono, era cioe’ capace di riprendere in qualunque momento il dialogo con le persone che gli avevano creato frustrazioni

–           Investiva in saggezza per affrontare i momenti duri della vita

–           Non fuggiva di fronte alla sofferenza ma l’affrontava con lucidita’ e dignita’

–           Gestiva i suoi pensieri con liberta’  e non lasciava che idee negative prendessero il sopravvento nella sua mente

–           Era un agente trasformatore della sua storia

–           Non soffriva per ansia da anticipazione

–     ;     Spezzava ogni tipo di carcere intellettuale

–           era dotato di raziocinio brillante perche’ prendeva in considerazione ogni possibilita’

–           non gravitava intorno alla fama e non perdeva mai il contatto con le cose semplici

–           era socievole, gradevole e rilassante

–           sapeva condividere i suoi sentimenti e parlare di se’

–           viveva l’arte dell’autenticita’

–           viveva l’arte della motivazione

–           non si aspettava molto dalle persone che lo circondavano, nemmeno dai piu’ intimi anche se si donava intensamente a loro

–           aveva una pazienza enorme nell’insegnare

–           non rinunciava mai a nessuno, nemmeno se le persone lo abbandonavano

 

GRAZIE Gesu’

Carmen joti ed Emmanuel

 

Gesù non si occupava di RELIGIONI ma dell’UOMO

Si noti che Gesù non ha mai presentato una visione della sfera spirituale di tipo mercanteggiante, ovvero finalizzata a presunti benefici da realizzarsi nell’aldilà. Gesù è sempre concentrato sull’interiorità dell’uomo, sul suo essere qui-ed-ora, sulla mente.

A coloro che venivano guariti da malattie  (come la paralisi isterica, Gesù diceva: “la tua fede ti ha salvato”.  Nessun intervento magico o miracolistico, semplicemente Gesù riteneva che la nostra mente, la nostra fede, può “spostare le montagne”. Non la religione, non i riti né i sacrifici, ma la nostra fede, ovvero la profonda intenzione della nostra mente.

Basti pensare a celebri detti di Gesù come “chi vuole salvare la sua vita la perderà” oppure “non siate ansiosi per il futuro”.

Secondo Gesù, la condizione umana richiede di essere riscattata, “salvata”, dal proprio stato di sofferenza attraverso un cammino di illuminata comprensione e consapevolezza, basata NON SULLE COSE ESTERIORI (come appunto cerimonie religiose, ecc.) ma sull’INTERIORITA’

“Il Regno di Dio è dentro di voi”

che non ha bisogno di RIVERENTI OBBEDIENZE A POTERI RELIGIOSI

…”Non chiamate nessuno sulla terra vostro Padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli”…

ma di RITROVARE il Divino in SE’ STESSI,  NELLA MEDITAZIONE (“Quando preghi, chiuditi a chiave nella tua camera…..”).

Gesù, il Monoteismo e la “fede non religiosa”

Si potrebbe certamente osservare che Gesù, da bravo ebreo,  fa costantemente riferimento al concetto di Dio.

Tuttavia possiamo osservare alcuni elementi interessanti:

Innanzitutto, Gesù non teorizza un “intervento” divino nella sfera umana, e NON C’E’ una comoda “PROTEZIONE DIVINA” ma l’uomo deve comunque assumersi le sue responsabilità, valutare le sue possibilità e soprattutto gli EFFETTI del suo agire.

Infatti, quando Gesù prese posizione su una catastrofe che accadde in quel periodo (chissà perché ma questo è uno degli episodi dei vangeli meno conosciuti) ovvero il crollo della torre di Siloe, che uccise 18 persone, non disse che si trattava di una “punizione divina”

Si trattava di un  accadimento  che NON DOVEVA ESSERE STRUMENTALIZZATO per ricavarne alcun principio (vangelo di Luca, cap. 13).

Egli affermò tuttavia che sia chi muore in simili incidenti sia chi sopravvive, si trovano esattamente nella stessa condizione, perché il vero bene per dell’uomo non è “sopravvivere alla morte” ma “convertirsi”, ovvero ricercare quella trasformazione interiore senza la quale non c’è molta differenza qualitativa tra vivere, sopravvivere o morire.

Quindi Gesù è senz’altro concentrato non su un mero attaccamento alla vita fisica, ma su una dignità umana QUALITATIVA.

GRAZIE GESU’

 

GESU’ DEI DOLORI E DELLA BELLEZZA

GESU’ DELLA FORZA E DEL CORAGGIO

 

GESU’ DEI CIELI LIMPIDI E DELLE VALLI OSCURE

 

GESU’ DELLE PREGHIERE E DEI SILENZI

 

GESU’ DELLE SPINE E DELLE ROSE

 

GESU’ FIGLIO E GESU’ PADRE

 

GESU’ DELL’INTEGRITA’ E DELLA DOLCEZZA

 

GESU’ DELL’AMORE INCONDIZIONATO

 

GESU’ AMATO

 

GRAZIE!

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