No, non è una gag alla Crozza-Briatore, i Masai esterrefatti davanti a un pezzo di made in Italy piovuto dal cielo. Non siamo in Kenya, Crozza non c’entra e il made in Italy, qui, è sinonimo di bellezza al servizio dei bisognosi. Si chiama WarkaWater, detto anche “l’albero della vita”, e oltre a essere un bel prodotto di design – firmato dallo studio d’avanguardia Architecture and Vision di Viterbo in collaborazione con lo Iuav di Venezia – è in grado di erogare in modo naturale acqua potabile ad uso (gratuito) degli abitanti di un piccolo villaggio in Etiopia. Famiglie che, altrimenti, dovrebbero percorrere a piedi chilometri e chilometri per riempire un secchio d’acqua.
Dov’è il trucco? L’albero funziona come un deumidificatore gigante, in grado, attraverso un processo di condensazione, di raccoglie l’umidità dall’aria e trasformarla in acqua potabile. I materiali utilizzati sono bamboo, fil di ferro e polyethylene. Economico, semplice da costruire (bastano quattro persone) e da riparare in caso di danneggiamenti; ha anche un pannello solare incorporato per l’illuminazione notturna. Ma soprattutto produce fino a 100 litri di acqua potabile al giorno. «Il nostro lavoro è sviluppare soluzioni eleganti, ecologiche e a basso costo per il nostro pianeta in evoluzione, utilizzando le energie rinnovabili e tecniche eco-sostenibili» spiegano i designer Arturo Vittori e Andreas Vogler sul loro sito. Non sarà la parola fine al problema dell’accesso all’acqua potabile (off-limits per 783 milioni di persone nel mondo, secondo le Nazioni Unite). Ma è pur sempre un inizio, e un bell’inizio.@CorriereSociale
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