L’ayurveda
L’ayurveda (in sanscrito: आयुर्वेद) è la medicina tradizionale utilizzata in India fin dal IV millennio a.C., diffusa ancora oggi nel sub-continente più della medicina occidentale. Ayurveda è una parola composta da ayu, vita e veda conoscenza, traducibile quindi come scienza della vita. Viene citata per la prima volta nel Charaka Samhita, un trattato di 500 principi medicinali compilato intorno al 1000 a.C. durante il regno dell’imperatore Kanishka
È attualmente annoverata dall’Unione Europea e dalla maggior parte degli Stati membri tra le medicine non convenzionali la cui erogazione è consentita da parte di medici qualificati.
Antico e complesso sistema, si è sviluppato nella sua forma attuale attraverso millenni di ricerche e sforzi innovativi. L’ayurveda si occupa da tutti i punti di vista del benessere dell’uomo, nel suo aspetto fisico, psichico e spirituale e si occupa delle patologie tanto quanto dello stato di salute normale. Lo scopo è quello di aiutare i malati a curarsi, e le persone sane a mantenere il proprio benessere e prevenire le malattie.
I principi medicinali utilizzati sono, in genere, minerali, metalli purificati e combinati con acidi fulvici ed erbe, in forma di polveri, pastiglie, infusi etc. La maggior parte è di natura fitoterapica, come l’Amalaki (emblica officinalis), il Trikatu, un composto di tre erbe, zenzero, pepe e pippali (piper longum), Haridra (curcuma), Brahmi (Bacopa Monnieri), Tulasi (Ocimum sanctum), Erand (ricinis communis), Guduchi (tinospora cordifolia), Kumari (aloe), Gokshur (tribulus terrestris). Ogni medicinale ha una specifica modalità di utilizzo, perché agisca alla sua massima efficacia.
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Alle diverse sostanze da assumere, l’ayurveda affianca esercizi di respirazione profonda, differenti secondo lo stato di salute.
I dosha
Nell’Ayurveda il corpo fisico è pervaso dai tre dosha, tre concetti energetico-materiali che determinano tramite il loro stato di squilibrio rispetto alla costituzione individuale (prakriti) lo stato di benessere o malattia dell’individuo. Ogni “dosha” è composto da due elementi (panca-mahabhutani) ed ha determinate qualità (gurvadi-guna) che lo definiscono a livello fisico, utili per il loro riconoscimento. Questi tre dosha sono:
Vata
composto da etere (akasha) e aria (Vayu), è il principio del movimento, legato a tutto ciò che è movimento nel corpo (sistema nervoso,respirazione,circolazione sanguigna..). Le sue qualità sono: freddezza, secchezza, leggerezza, sottigliezza, mobilità, nitidezza, durezza, ruvidità e fluidità. La sua sede principale è il colon ed i suoi 5 sub-dosha sono: Prana, Udana, Samana, Apana e Vyana.
Pitta
composto da fuoco (tejas) e acqua (jala), è il dosha legato alla trasformazione, alla digestione intesa sia a livello fisico (stomaco, fuoco digestivo detto anche agni) che mentale (elaborazione delle emozioni). Le sue qualità sono: caldo, untuoso, leggerezza, sottigliezza, mobilità, nitidezza, morbidezza, levigatezza, chiarezza e fluidità. La sua sede principale è l’intestino tenue ed i suoi 5 sub-dosha sono: Pacaka, Ranjaka, Sadhaka, Alochaka e Bhrajaka.
Kapha
composto da acqua (jala) e terra (prithvi), è il dosha legato alla coesione, al tener unito, è proprio dei fluidi corporei, lubrifica e mantiene il corpo solido ed uniforme. Le sue qualità sono: freddezza, umidità, pesantezza, grossolanità, stabilità, opacità, morbidezza, levigatezza e densità. I suoi cinque sub-dosha sono: Kledaka, Avalambaka, Bodhaka, Tarpaka e Slesaka.
I dosha consentono di classificare le tendenze psico-fisiche presenti nel corpo e le disfunzioni che ne possono derivare. Secondo l’ayurveda le patologie nascono quando si vengono a creare degli squilibri nei dosha (vikriti); l’individuazione degli squilibri in un dosha, corrispondente alla diagnosi, conducono a trovare i rimedi per ristabilirne lo stato di equilibrio individuale (prakriti) e quindi la guarigione. Le principali cause di squilibrio dei dosha sono tre:
* il prajna-aparadha, ovvero l’errore dell’intelletto che si concretizza nel ripetere azioni, tenere atteggiamenti che, pur sapendo intrinsecamente sbagliati, vengono perpetuati in nome di desideri o pulsioni materiali;
* il kala-parinama, ovvero le oscillazioni dei dosha all’interno del giorno, delle stagioni e della vita;
* l’ asatmyendriyartha-samyoga, ovvero l’errato uso dei sensi, intendendo con questo un uso improprio in eccesso o difetto dei sensi.
Circa le tecniche di riequilibrio dei dosha, si rimanda alla sezione delle terapie ayurvediche.
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