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La Cometa Lovejoy
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La Cometa Lovejoy

Non poteva arrivare che a Natale lo spettacolo meraviglioso della cometa Lovejoy, che nei giorni scorsi è misteriosamente sopravvissuta all’incontro ravvicinato con il Sole. Ad ammirarla e a diffondere le immagini davvero uniche sono stati gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). “E’ la cosa più sorprendente che io abbia mai visto nello spazio”, ha detto in un’intervista ad una tv americana il comandante della Iss, Dan Burbank.

 

Video da vedere :

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La cometa di ghiaccio larga 201 metri era scomparsa dietro la faccia posteriore del sole, riemergendo poi dall’altra parte.

 

Roma, 23 dicembre 2011 – Non poteva arrivare che a Natale lo spettacolo meraviglioso della cometa Lovejoy, che nei giorni scorsi è misteriosamente sopravvissuta all’incontro ravvicinato con il Sole. Ad ammirarla e a diffondere le immagini davvero uniche sono stati gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). “E’ la cosa più sorprendente che io abbia mai visto nello spazio”, ha detto in un’intervista ad una tv americana il comandante della Iss, Dan Burbank.

Le foto sono state diffuse dalla Nasa e presentate dall’agenzia spaziale americana come le più simboliche mai riprese dalla Stazione Spaziale. Il comandante Burbank le ha riprese dalla Cupola, la grande finestra-osservatorio della stazione orbitale.

E’ accaduto nella notte fra il 21 e il 22 dicembre, quando la cometa scampata alla distruzione è “emersa” dall’orizzonte terrestre mentre la Stazione Spaziale orbitava ad un’altezza di circa 400 chilometri dalla superficie del nostro pianeta. “Stavamo volando sulla Tasmania e avevamo appena osservato la tempesta che nel Sud del Pacifico ha colpito le Filippine. Era notte e i lampi riempivano tutto il cielo”, ha raccontato Burbank.

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“Poco prima che sorgesse il Sole – ha proseguito – l’orizzonte della Terra ha cominciato a illuminarsi, colorandosi di blu e porpora e in quel momento è comparso un lungo arco verde che si estendeva per circa 10 gradi dall’orizzonte”. Al momento l’astronauta non aveva idea di che cosa stesse osservando ed ha continuato a seguire il lungo arco finché non è stato nascosto dal modulo-laboratorio giapponese Kibo, agganciato alla Stazione Spaziale.

Dopo gli astronomi, che si aspettavano di vederla morire nel suo tuffo nel Sole, la cometa ha stupito così anche gli astronauti. “E’ la cosa più spettacolare che si possa immaginare e nello spazio – ha concluso Burbak – di cose straordinarie se ne vedono davvero molte”.

 

http://qn.quotidiano.net/tecnologia/2011/12/23/642448-cometa_lovejoy_illumina_natale.shtml

 

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Sembra l’abbia fatto apposta, Lovejoy, a sopravvivere all’abbraccio mortale del Sole e regalarci quest’immagine mozzafiato per Natale.La piccola cometina di 200 metri di diametro era sopravvissuta nei giorni scorsi a un incontro ravvicinato con la nostra stella, passando attraverso la sua atmosfera caldissima, qualche milione di gradi.

Ora se ne sta allontanando in gran fretta ma ha sviluppato una coda di migliaia e migliaia di chilometri, non visibile a occhio nudo, che è stata però immortalata dalla Stazione spaziale internazionale, ISS. 
L’astronauta Dan Burbank, con una normale macchina reflex di buona qualità, è riuscito a scattare questa foto e spedirla a terra.

Lovejoy il nome lo ha preso da quello del suo scopritore, come uso, un appassionato che l’ha intravista per primo in cielo come un piccolo puntino bianco in mezzo a mille altri, alla fine di novembre , e ha capito che era una cometa in arrivo e non una delle stelle di quel pezzo di cielo.

Ma come fa un piccolo corpo di soli 200 metri di diametro a produrre una coda così bella, visibile e soprattutto estesa? Facile. Il Sole, con la sua luce ultravioletta e il vento solare formato da particelle che emette continuamente, incide sulla cometa e, sia per riscaldamento che per urto, stacca dal leggerissimo velo di ghiaccio disteso sulla superficie della cometa miliardi e miliardi di minuscole particelle di ghiacci e polvere, che vengono poi sospinti ulteriormente dalla radiazione solare.

È questa la coda della cometa, il cui nome significa appunto “stella con la chioma”, miliardi e miliardi di minuscoli catarifrangenti illuminati dalla luce solare, una coda tanto grande quanto impalpabile. Se potessimo idealmente metterla in un sacco non occuperebbe un volume maggiore quello di una lavatrice. Beati gli astronauti della ISS quindi che si godono lo spettacolo e grazie per questo regalo natalizio che ci hanno fatto.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-12-22/cometa-lovejoy-220432.shtml?uuid=AawO7qWE

 

Lovejoy: grande spettacolo dalla Stazione Spaziale

La notte tra il 21 e 22 dicembre il corpo celeste è stato avvistato dal comandante Burbank.

Dopo essere sopravvissuta all’incontro ravvicinato con il Sole la cometa Lovejoy ha regalato uno spettacolo unico agli astronauti della Stazione Spazioale Internazionale (Iss). Il comandante della Stazione, Dan Burbank, ha raccontato con toni entusiasti alla tv americana l’avvistamento della cometa: “È la cosa più spettacolare che io abbia mai visto nello spazio – ha detto l’astronauta -. E di cose straordinarie quassù se ne vedono davvero molte”.

 

Ora è la Cometa di Natale

Lovejoy, ribattezzata la “cometa di Natale”, è emersa dall’orizzonte terrestre la notte tra il 21 e il 22 dicembre, mentre la Stazione Spaziale orbitava ad un’altezza di circa 400 chilometri dalla superficie del nostro pianeta. “Stavamo volando sulla Tasmania e avevamo appena osservato la tempesta che nel Sud del Pacifico ha colpito le Filippine. Era notte e i lampi riempivano tutto il cielo”, ha raccontato Burbank.”Poco prima che sorgesse il Sole – prosegue – l’orizzonte della Terra ha cominciato a illuminarsi, colorandosi di blu e porpora e in quel momento è comparso un lungo arco verde che si estendeva per circa 10 gradi dall’orizzonte”.

 

Immortalata dalla Nasa

L’astronauta sul momento non sapeva di cosa si trattasse ma poi la Nasa ha chiarito che si trattava della cometa che qualche giorno fa è scampata alla distruzione dopo essersi avvicinata troppo al Sole.

 

Era stata avvistata per la prima volta qualche giorno fa da un astrofilo dilettante australiano, Terry Lovejoy, che ha avuto il privilegio di regalarle il suo nome. Lovejoy è una piccola cometa del diametro di 200 metri, che aveva puntato dritto verso il Sole. Durante la sua breve parabola è anche diventata una star di Twitter: esperti e semplici appassionati scommettevano sul web se avrebbe impattato contro il sole sciogliendosi completamente (il nucleo delle comete è fatto di ghiaccio).

Tornerà tra 800 anni

Alla fine Lovejoy è riuscita a sopravvivere, scampando la notte scorsa all’incontro ravvicinato col Sole dopo averlo circumnavigato. L’hanno immortalata i telescopi della Nasa, che hanno ripreso le varie fasi del possibile suicidio scampato. Certo, ne è uscita molto ridimensionata, vedendo evaporare il 90% della sua massa, ma almeno potrà ripresentarsi all’appuntamento con la nostra stella tra 800 o 900 anni.

http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=Lovejoy%3A+grande+spettacolo+dalla+Stazione+Spaziale&idSezione=13838

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