LA COSCIENZA: TEORIE VARIE
La coscienza esiste al di fuori degli usuali vincoli dello spazio/tempo e sfugge alla tradizionale comprensione delle leggi della fisica classica.
Essa è energia non locale e il suo campo d’azione non va concepito entro i confini del corpo fisico ma al contrario, in modo esteso all’infinito, non esaurendosi a livello dell’interno, ma trovandosi ovunque.
Teorie di Hamenoff e Penrose:
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Tale principio è ciò che anima le avveniristiche concettualizzazioni di “neurodinamica quantistica” di due scienziati di fama mondiale, lo studioso americano Stuart Hameroff e il fisico inglese Roger Penrose, i quali partendo dalla visone del nostro cervello come di un computer biologico, sostengono che la nostra esperienza di coscienza sia il risultato di vibrazioni quantiche che avvengono nei microtubuli, ovvero strutture intracellulari che collegano i processi neuronali ai processi di auto-organizzazione nella struttura quantica proto-cosciente della realtà. Tale processo è stato definito con il nome di “riduzione obiettiva orchestrata” e spiega come si genererebbe un atto di coscienza sulla base di informazioni quantistiche.
L’anima di ognuno di noi è perciò molto più che il prodotto della semplice interazione dei neuroni nel cervello, ma è della stessa composizione vibrazionale dell’universo, una formazione naturale presente fin dall’inizio nella materia che arriva alla sua piena e completa essenza nell’uomo acquistando sempre più ordine e informazione, nell’interazione continua e costante con la sorgente della creazione a cui appartiene
Teoria di CALIGIURI , ECCLES e DOBBS
Senza dubbio LA COSCIENZA è un fenomeno soggettivo che ognuno può interpretare come vuole, ma che non può in alcun modo essere negato, poiché è davvero una riserva inesauribile di sensazioni, emozioni, intuizioni, ispirazioni, attraverso cui, ciascuno è in grado di discernere il bene dal male, il vero dal falso, ma soprattutto ciascuno, grazie ad essa, trova in sé la potenzialità per costruirsi una realtà scevra dai condizionamenti, dalle credenze limitanti, dai pregiudizi, dalle manipolazioni vere e presunte di chi controlla i nostri modelli mentali.
In ogni caso, sono troppe le evidenze grazie alle quali la coscienza non può essere considerata come una “semplice” manifestazione della neocorteccia cerebrale. Anzi, quelle stesse evidenze dimostrano come essa, lo afferma il fisico Luigi Maxmilian Caligiuri, «sia caratterizzata da un’esistenza propria, con tutta probabilità attinente a un livello più profondo di realtà, e sia in grado di interagire con la materia. Ciò è indicativo di come la coscienza potrebbe avere essa stessa una connotazione materiale, ma di quale tipo di materia possa trattarsi e a quale dinamica essa risponda sono interrogativi tutt’altro che semplici cui rispondere».
Nonostante ciò sono molti i ricercatori che hanno tentato di dare una risposta alla natura della coscienza.
Per essi, a cominciare dal neurofisiologo John Eccles (1903-1997), coscienza e mente sono la stessa cosa, in ogni caso differenziata dal cervello. In altre parole, abbiamo la mente, una struttura fisica ancora sconosciuta, e il cervello che ha il compito di garantire ed eseguire le attività fisiologiche necessarie alla vita dell’organismo cosciente.
Nel 1967 il matematico inglese A. Dobbs ha proposto un modello fisico della mente secondo cui la materia pensante sarebbe costituita da un sistema complesso composto di unità quantistiche elementari denominate “psitroni”, ovvero particelle, simili ai tachioni, aventi massa propria immaginaria e, di conseguenza, caratterizzati da una velocità superiore a quella della luce nel vuoto.
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La coscienza secondo Roberto Assagioli -il padre della psicosintesi-
Lo psicologo transpersonale italiano, Roberto Assagioli [fondatore della Psicosintesi) fa ricorso all’archetipo uovo per rappresentare l’essere umano come un microcosmo.
Nella sua Psicosintesi, Assagioli vede la psiche umana come una figura ovoidale galleggiante nel grande mare dell’inconscio collettivo. Il cerchio tratteggiato al centro della figura rappresenta il campo di consapevolezza. Tutto ciò che non appartiene al campo, secondo Assagioli, è il subconscio e ancor più in basso l’inconscio profondo. È l’oceano tumultuoso nel quale sono immersi gli impulsi primari, le nostre abitudini, gli automatismi, i programmi autobloccanti, i problemi irrisolti. È la sede da cui originano spesso i nostri pensieri e stati d’animo negativi. C’è poi tutta una zona superiore al campo dell’Ego, che è dominio del super conscio, il livello dal quale provengono creatività, genialità, intuizioni, illuminazioni. «È qui che risiedono allo stato potenziale», dice Assagioli, «le energie superiori dello Spirito».
Se osserviamo bene la figura ovoidale, ci sono altri due punti degni di considerazione. Il puntino al centro del campo di consapevolezza rappresenta l’Io cosciente, autoconsapevole della propria individualità. L’Io cosciente, tuttavia, è soltanto un pallido riflesso dell’Io universale, la Coscienza primaria, l’Osservatore del Tutto, la vera essenza del nostro essere. Assagioli la descrive come una stella sulla punta dell’uovo, a metà sommersa nell’ovoide psichico individuale e metà partecipe del “Campo di coscienza universale” o “Inconscio collettivo”, dove esiste tutto ciò è stato, è e sarà.
La coscienza per Antonio Damasio
Per Antonio Damasio (1944), brillante neuroscienziato portoghese, la coscienza è un particolare stato della mente in cui vi è consapevolezza dell’esistenza propria e dell’ambiente circostante. La conoscenza del proprio esistere è determinata dal lavoro di concerto di aspetti diversi del Sé che Damasio definisce Proto-Sè (alla cui base sono le emozioni, sulle quali a loro volta si sviluppano i sentimenti), il Sé nucleare (è ciò che fornisce all’organismo il senso del qui e ora), il Sé autobiografico (livello di coscienza che richiede l’uso del linguaggio giacché solo grazie ad esso è possibile formulare la propria storia personale, fatta di ricordi, rimpianti, speranze). Il Sé, pur nelle sue diverse estensioni, è in ogni caso una manifestazione del corpo ,e in questo caso va riconosciuto a Damasio il merito di avere introdotto il corpo nella discussione scientifica sulla coscienza.
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