Quando si Prega si entra nello SPAZIO SACRO.
Una bambina della tribu’ dei Seneca chiese a suo nonno dove vivesse lo Spazio Sacro ed il nonno cosi’ rispose:
“Piccola mia, Lo Spazio Sacro di ogni essere vive a meta’ strada tra il respiro inalato ed il respiro esalato.
Non e’ possibile vedere i suoi confini esteriori, ma il centro della sua dimora si trova nello Spazio tra due battiti di cuore”
(Jamie Sams)
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LUCE E PAROLA vanno insieme, hanno la stessa essenza. La prima luce che esplode nell’universo per farlo nascere contiene e richiama la luce della parola.
Essa e’ come un’indescrivibile vibrazione, un suono “magico” in grado di dare forma al caotico, a cio’ che non e’ ancora formato.
Questa LUCE-PAROLA che in-forma (da’ significato, forma ed essenza alla realta’), essendo vibrazione, e’ anche suono e colore. In questo senso, e’ in grado di colorare il mondo col suo arcobaleno e farlo vivere.
Allo stesso modo, poiche’ LA PREGHIERA STESSA E’ FORMATA DALLE PAROLE E DAI SUONI DELLE PAROLE, puo’ essere considerata musica e canto. In quanto tale, oltre ad essere ringraziamento diventa potenzialmente creatrice essa stessa, poiche’ tende a ripercorrere i livelli vibrazionali dell’essere.
E’ questo il caso del mantram OM che contribuisce a scuotere e liberare l’essere, a farlo vibrare in un rinnovato stato di salute.
Nella preghiera la dimensione eterna e’ spesso sinonimo di vittoria, sul tempo, sul male, sulle bassezze umane ed entrata nell’atemporalita’ che sembra sciogliere magicamente ogni nodo legato alla fatica del vivere e la lotta quotidiana implicita nell’imperfetto esistere nel tempo finito e de-finito.
L’eternita’ e’ percio’, per antonomasia la dimensione della perfezione divina.(Aur Kavalah)
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Le preghiere sono potenti mezzi di intercessione tra gli uomini e Dio.
La preghiera, per essere veramente efficace richiede un Puro Intento ed un cuore aperto e sincero.
E se la mia fede e’ piccola o non credo affatto?
La fiducia da piccolina crescera’ ogni giorno.
Se ci liberiamo completamente dall’io prima di fare qualsiasi cosa, allora la pace si diffondera’ in noi e vedremo il mondo, la Natura con altri occhi. I prodigi diventano palesi.
La fiducia nasce prima in noi stessi e poi potremo rivolgerci agli altri, al Divino che c’e’ in noi: ognuno deve fare la sua parte.
Non e’ piu’ il tempo di sedersi e aspettare che Dio “faccia Tutto”.
Non c’e’ un solo modo per pregare e noi vi trascriviamo qui le preghiere di molte tradizioni, sono tutte belle, sono intense, semplici o intimiste…
e’ il popolo degli Uomini che Prega… per conoscere, per lodare, per ringraziare, per chiedere aiuto, per elevare il proprio Spirito, per guarire… se stesso, gli altri e la Madre Terra…
Siamo un tutt’Uno. Siamo Uno nel Tutto.
E quando non c’e’ separazione viene spontaneo pregare, la Preghiera come ringraziamento, come cambiamento, come una nuova co-creazione assieme al Divino.
Vi sono
PREGHIERE DEL SILENZIO come la Meditazione
PREGHIERE DEL TOCCO come la cura
PREGHIERE DELL’AZIONE come la parola o la relazione di aiuto o il gioco…
infatti quando non ho voglia di pregare con le parole posso andare a giocare con i bambini, posso ridere e cantare:non e’ forse anche questo essere in preghiera se lo faccio con cuore sincero?
Si puo’ fare di tutta la propria vita una Preghiera e tutto il Mondo e’ o puo’ essere un luogo di preghiera
Quando non preghi con gli altri, puoi farti nella tua casa, nel tuo giardino o in un luogo quieto che frequenti, il tuo spazio di Preghiera: Uno SPAZIO SACRO.
Lo Spazio Sacro di ogni essere vive a meta’ strada tra il respiro inalato ed il respiro esalato.
Non e’ possibile vedere i suoi confini esteriori, ma il centro della sua dimora si trova nello Spazio tra due battiti di cuore”.
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In questo spazio chiudi gli occhi, respira, di’ il tuo mantra o rifletti su di un unica importante parola o pratica la meditazione. Riposa nella quiete.
Sei vivo, sveglio, attento. Ora puoi pregare: riversa le tue lodi al Creatore e al creato, riversa benedizioni su tutti coloro che ami e sul nostro piccolo meraviglioso Pianeta.
Dio conosce gia’ i nostri bisogni per cui non e’ opportuno pregare come se inviassimo a Lui sempre lettere o e-mail per ottenere questo o quello.
Ci viene raccomandato di lasciarci andare, di non tormentare il Signore, eppure, tutte le tradizioni ci consigliano di Pregare senza mai smettere…
ma come pregare di continuo se la nostra vita e’ frenetica e ha pochi spazi per noi stessi?
Sophi Burnham, dovendo andare da Washington a New York ha passato 5 ore alla guida della sua macchina, a ripetere sempre il PADRE NOSTRO. All’inizio, racconta, le sembrava un gioco, poi una forzatura, poi un piacevole passatempo e che verso la fine del viaggio, questo strano spazio di preghiera si e’ aperto ad una totale adorazione.
Da — Dio nutrici, perdonaci, proteggici–Sophi e’ arrivava ad una adorazione totale.
e ha sentito suo il PADRE NOSTRO di Neil Doglass:
“O Vita che Respira, il tuo nome risplende in ogni dove.
Libera uno Spazio, cosi’ da potervi piantare la tua presenza.
Concepisci il tuo “io posso”, ora.
Incarna il tuo desiderio in ogni luce e in ogni forma.
Fa crescere per mezzo di noi l’abbondanza e la saggezza di questo momento.
Sciogli i nodi degli errori che ci legano, cosi’ come noi lasciamo cadere le funi con cui teniamo legati gli errori degli altri.
Aiutaci a non dimenticare la nostra fonte, ma liberaci dalla distrazione e dall’oblio:liberaci dal non essere nel momento presente.
Da Te proviene ogni visione, ogni potere e ogni canto, ogni volta che ci riuniamo.
Cosi’ sia:possano le nostre azioni crescere e partire da qui”.
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Tuttavia, prima di riuscire a Pregare sarebbe importante Perdonare
L’ARTE DEL PERDONARE
e’ la chiave del benessere interiore.
Il perdono e’ un atto che si compie per-dono!
Prima perdoniamo noi stessi e potremo perdonare gli altri e chiedere perdono a nostra volta.
Energeticamente c’e’ sempre una “complicita’ o un “legame” tra chi fa del male e chi lo riceve, per questo il Perdono deve essere reciproco!
Quando perdoniamo chi ci ha feriti, eseguiamo un intervento di chirurgia spirituale sulla nostra anima, asportiamo il male che ci e’ stato fatto in modo da vedere il “nemico” attraverso gli occhi magici che possono guarire l’anima. Separiamo quella persona dal male che ci ha fatto e la lasciamo libera , come un bambino che apre le mani e lascia libera la farfalla.
Poi la invitiamo a rientrare purificata nella nostra mente, come se un episodio della nostra storia fosse riscritto e il suo dominio sulla nostra memoria infranto. Invertiamo il corso della sofferenza interiore che pareva irreversibile. Il primo dono che riceviamo e’ una maggiore comprensione.
Si percepisce una nuova verita’. Chi ci ha fatto del male era, prima di ferirci un essere umano e lo e’ anche dopo averci ferito.
Era bisognoso e debole prima di farci del male e lo e’ anche dopo avercelo fatto.
Aveva bisogno del nostro aiuto prima e ne ha bisogno anche dopo.
Il nostro odio vorrebbe ammantarlo dalla testa ai piedi con gli stacci delle sue azioni malvage. Ma gli occhi magici del perdono vedono attraverso quei cenci logori e ci consentono di percepire la verita’.
Tuttavia chi e’ sincero nel perdonare non finge di non soffrire. Non fa finta che l’ingiustizia subita non abbia importanza.
Il perdono e’ una liberazione onesta, e’ onesta perche’ accompagnata da un “giudizio” onesto, da una sofferenza onesta.
Naturalmente non e’ possibile separare fisicamente dal male la persona che lo ha commesso, possiamo liberarla dal male soltanto nella nostra memoria.
Dice Yogi Bhajan, chi perdona dimentica. Chi non riesce a dimenticare non perdona neppure se stesso.
Sapremo che il perdono e’ cominciato (chiedendo l’aiuto divino) quando ricordando chi ci ha fatto del male avremo la forza di augurargli del bene.
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