Una porzione di frutti di bosco a colazione potrebbe ridurre il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. Secondo uno studio dell’Università di Harvard, riportato sul quotidiano britannico ‘Daily Mail’, la demenza si combatte con alcuni tipi di ‘super-frutta’.
Gli uomini per esempio trarrebbero vantaggio anche da mele e arance, ricchi di flavonoidi. La ricerca ha coinvolto 49.281 uomini e 80.336 donne, sottoposti a un questionario per indagare l’apporto giornaliero di flavonoidi.
In particolare, i ricercatori hanno analizzato il consumo di cinque dei principali cibi ricchi di queste sostanze: tè, frutti di bosco, mele, vino rosso e arance (o succo d’arancia). I partecipanti sono stati seguiti per 20-22 anni. Durante questo periodo, 805 persone hanno sviluppato il morbo di Parkinson.
Il 20 per cento degli uomini che ha assunto flavonoidi i gran quantità ha avuto il 40 per cento di probabilità in meno di sviluppare il morbo rispetto al 20 per cento che ne ha mangiati di meno. Nelle donne questa relazione è risultata meno marcata. Tuttavia, nelle volontarie che hanno mangiato più bacche il rischio di sviluppare il Parkinson si è ridotto significativamente.
“I nostri risultati – ha spiegato Xiang Gao, che ha coordinato lo studio – suggeriscono che i flavonoidi, in particolare un gruppo chiamato antocianine di cui sono ricchi i frutti di bosco, potrebbero avere effetti neuroprotettivi”.
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Lo studio sarà presentato ad aprile al 63esimo meeting annuale dell’American Academy of Neurology che si terrà alle Hawaii.
Fonte: salute.agi.it
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