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La geografia del dolore: gli sfollati ambientali sono raddoppiati . Un’emergenza silenziosa che colpisce il mondo

La  geografia del dolore: gli sfollati ambientali sono raddoppiati . Un’emergenza silenziosa che colpisce il mondo

Il nostro pianeta sta affrontando una crisi umanitaria senza precedenti che raramente finisce sui titoli dei giornali. Nel 2024 sono arrivati a 123 milioni le persone costrette a fuggire dalle proprie case, una cifra che rappresenta non solo numeri ma vite umane spezzate, famiglie distrutte e sogni infranti e bambini senza futuro

Ma dietro questi numeri si nasconde una verità ancora più terrificante: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, con una temperatura media globale superiore di oltre 1,5°C rispetto alla media del 1850-1900. Per la prima volta nella storia dell’umanità abbiamo superato quella soglia critica che gli scienziati consideravano il limite invalicabile.

Il clima che si destabilizza per sempre

Nel 2024 la Terra è stata quasi 1,6 gradi più calda rispetto a 150 anni fa, quando iniziò l’era industriale. È stato l’anno più caldo mai registrato nella storia dell’umanità

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La concentrazione atmosferica di anidride carbonica ha toccato tassi record, raggiungendo 420,0 parti per milione, una quantità allarmante

Da record anche la quantità di vapore acqueo in atmosfera: il 5% in più rispetto alla media 1991-2020. Il vapore acqueo ha un ruolo climalterante e contribuisce ad aumentare l’effetto serra

 L’America che brucia: quando il clima diventa nemico

Solo gli Stati Uniti hanno contribuito con quasi un quarto del totale globale degli sfollati ambientali, ma dietro questo dato si nascondono storie di ordinaria apocalisse climatica. Uragani, tifoni e inondazioni, intensificati dai cambiamenti climatici, sono stati responsabili del 99,5% degli spostamenti.

Gli americani scappano dalle loro case non per guerre o persecuzioni, ma perché la natura stessa è impazzita. Il potente uragano Helene ha colpito la Florida causando danni catastrofici e oltre 200 vittime. Milton, un uragano di categoria 5, ha colpito ancora la Florida. Gli uragani devastano il Sud, gli incendi divorano l’Ovest, le inondazioni sommergono intere comunità

La siccità sta mettendo a dura prova diverse zone del mondo: nella regione amazzonica brasiliana il porto fluviale di Manaus è sceso ai livelli più bassi degli ultimi 100 anni.

 L’Asia nella morsa dell’acqua: quando la pioggia diventa morte

In Bangladesh, le alluvioni del 2023 hanno colpito 4,5 milioni di persone, lasciandone 190.000 senza casa. Altri paesi asiatici come le Filippine affrontano la stessa emergenza.

Il Pakistan è fra i primi dieci paesi del mondo per eventi ambientali estremi: nel 2022 un’ondata di calore estrema ha portato a lungo le temperature a 45°; successivamente inondazioni devastanti hanno colpito più di trenta milioni di persone e provocato 8,2 milioni di sfollati interni

In Asia, il tifone Yagi ha provocato almeno 829 vittime e devastato intere comunità, con danni economici che superano i 12 miliardi di dollari.

In Afghanistan, la situazione è critica: 1,3 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case a causa di eventi climatici estremi combinati con la crisi politica

 Africa: dove la siccità uccide come la guerra

In Africa la situazione è drammatica : Il Ciad registra 1,2 milioni di persone costrette a lasciare le proprie case e per la siccita’ e per la guerra. In Ciad si combatte da anni per il controllo delle terre in scontri fratricidi e intercomunitari tra le oltre 200 etnie del Paese

La Somalia soffre per la siccità che ha distrutto i raccolti e costretto milioni di persone a lasciare le proprie terre. 8,25 milioni di persone in Somalia hanno bisogno urgente di aiuti umanitari e milioni di bambini rischiano di essere gravemente malnutriti. Inoltre, dopo la più lunga siccità degli ultimi 40 anni, a causa di inondazioni improvvise, migliaia di famiglie già sfollate nel sud del Paese sono state costrette ad abbandonare nuovamente tutto

Il Corno d’Africa nel corso del 2024 è stato duramente colpito da una siccità prolungata, che ha causato carestie diffuse e sfollamenti di massa. In Etiopia, Kenya  23 milioni di persone vivono in condizioni di grave insicurezza alimentare

La siccità persistente ha aggravato le crisi alimentari in ben 18 Paesi. I fiumi di tutto il mondo sono in estrema sofferenza: il 2023 è stato l’anno più secco degli ultimi tre decenni

 Sudan: la guerra che nessuno racconta

Mentre il mondo guarda Gaza, oltre 11 milioni di sfollati interni, 25 milioni di persone in insicurezza alimentare vivono l’inferno sudanese nell’indifferenza generale. Dal 15 aprile 2023 il Sudan è travolto da una guerra civile !!!

La gravità del conflitto spinse Edem Wosornu, direttrice delle operazioni dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, a dichiarare che quello del Sudan “è uno dei peggiori disastri umanitari a memoria d’uomo”

Su una popolazione che, prima dell’inizio della guerra, superava i 45 milioni di persone, 30 milioni sono identificati dalle Nazioni Unite come bisognosi di assistenza umanitaria e quasi 25 milioni sono esposti ad alti livelli di insicurezza alimentare. In totale, quasi tredici milioni di persone sono state forzatamente sfollate

La strategia dell’assedio urbano, il blocco sistematico degli aiuti e i bombardamenti indiscriminati riproducono dinamiche già osservate in altri teatri come la Siria o Gaza, dove la popolazione civile diventa obiettivo deliberato e la fame viene utilizzata come arma di guerra

La guerra in Sudan è la più grande crisi di sfollamento al mondo, con 14,3 milioni di sudanesi rimasti sfollati alla fine del 2024, ovvero quasi una persona su tre della popolazione nazionale.

Gaza: il genocidio sotto gli occhi del mondo

Sono 35.200 le persone uccise da gennaio e oltre 100mila i feriti dall’acuirsi del conflitto. Attualmente 3,3 milioni di persone a Gaza e in Cisgiordania hanno bisogno di aiuto umanitario. In 14 mesi sono stati distrutti più di 70mila edifici e a Gaza ci sono quasi 2 milioni di persone sfollate

 Ucraina: la guerra che ha cambiato l’Europa

L’Ucraina ha mostrato all’Europa che la guerra può arrivare anche li, che nessuno è al sicuro. La guerra in Ucraina continua a causare spostamenti su larga scala, con 740.000 ucraini sfollati di nuovo nel 2024

 Yemen: la guerra dimenticata che dura da nove anni

In Yemen, il conflitto attivo dal 2015 ha causato una delle peggiori crisi umanitarie del mondo: 18 milioni di persone hanno bisogno di aiuto, di cui 11 milioni sono bambini

Nel Yemen la gente muore di fame mentre il mondo guarda altrove. Una generazione di bambini che non ha mai conosciuto altro che guerra, bombe e carestia

 Il 2024: l’anno degli eventi estremi senza precedenti

Dalla siccità in Africa meridionale e America centrale, alle devastanti piogge in Spagna, fino al letale uragano Helene negli Stati Uniti, il 2024 si conferma un anno segnato da eventi meteo estremi. Il riscaldamento globale ha aggravato la portata di siccità, piogge estreme e cicloni tropicali.

Il mondo ha assistito a ondate di calore estremo con temperature superiori ai 50 °C in diversi paesi; devastanti cicloni tropicali, come quello che ha colpito Mayotte; incendi boschivi su vasta scala che hanno distrutto ecosistemi; forti alluvioni che hanno provocato la perdita di vite umane

Su 29 eventi estremi del 2024, ben 26 sono stati amplificati dai cambiamenti climatici. Con il riscaldamento globale, l’influenza dei cambiamenti climatici supera sempre più quella di altri fenomeni naturali.

 L’Italia in ginocchio: 351 eventi estremi in un anno

Nel 2024 l’Osservatorio Città Clima di Legambiente ha registrato 351 eventi meteo estremi (+485% rispetto al 2015). Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: nel 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi 6 volte.

I ghiacciai che scompaiono: l’apocalisse bianca

Nel 2023, secondo Copernicus, i ghiacciai hanno perso 600 gigatonnelate di massa, il valore annuale più alto mai registrato dal 1976. Nell’estate del 2024 i ghiacciai svizzeri hanno perso il 2,5% del loro volume

Lo scioglimento dei due maggiori ghiacciai antartici, Pine Island e Thwaites, ha raggiunto il punto di non ritorno. Ciò potrebbe portare ad un innalzamento di oltre 3 metri del livello dei mari

La calotta glaciale della Groenlandia sta scomparendo quattro volte più velocemente rispetto al 2003 e contribuisce già per il 20% all’attuale innalzamento del livello del mare.

In Italia la situazione è altrettanto grave: almeno 7 i ghiacciai d’Italia a rischio scioglimento a causa del cambiamento climatico: Miage, Monte Rosa, Forni, Sforzellina, Marmolada, Fradusta, Montasio

Mari che si alzano e città che affondano

Il livello medio degli oceani è cresciuto di oltre 21 cm negli ultimi 125 anni, un terzo solo negli ultimi 25 anni Ogni anno il livello del mare si alza di circa 3 mm e mezzo.

Per ogni centimetro di innalzamento circa un milione di persone rischia di dover lasciare le città costiere, determinando lo spopolamento di regioni intere

Secondo il New York Times, entro il 2050 l’innalzamento del livello del mare inonderà il 17% della terra e sfollerà circa 18 milioni di persone

Venezia rischia di scomparire a causa dell’innalzamento del livello del mare. La città sprofonda di circa 2 millimetri all’anno: nei prossimi 20 anni il livello del suolo di Venezia potrebbe scendere di 8 centimetri rispetto al mare.

 Le vere cause: quando clima e guerra si mischiano

Il rapporto ci racconta, infatti, come tutti i 45 Paesi e territori che l’anno scorso hanno registrato sfollamenti dovuti a conflitti, tranne tre, hanno registrato anche spostamenti forzati dovuti a disastri. I terremoti in Siria e in Afghanistan hanno colpito aree in cui viveva un gran numero di persone già sfollate a causa di anni di conflitti e guerre

È il caso, ad esempio, della guerra civile siriana  con 6 milioni e 700 mila sfollati interni in 10 anni collegata alla scarsa disponibilità idrica causata da una lunga siccità, un innesto climatico seguito da un intreccio di fattori come tensioni religiose, politiche e sociali.

Il numero di Paesi colpiti sia da conflitti che da disastri naturali è triplicato dal 2009.

 I dimenticati del mondo

Gli sfollati non solo hanno i problemi di andarsene dalle loro terre ma si trovano anche a dover affrontare i pericoli di criminali  nelle terre dove arrivano o a trovare un clima  di ostilita’ e disumanita’. La dignita’ distrutta, la precarieta’ della vita  , le famiglie con morti o “smembrate”

BANDE CRIMINALI SPECIFICHE CHE CONTROLLANO LE BARACCOPOLI:

HAITI (Port-au-Prince): Le gang controllano elettricità e acqua nelle baraccopoli usando minacce e violenza

KENYA (Kibera): Gli abitanti pagano una “tassa di protezione” mensile di 300 scellini per famiglia a bande locali che allacciano illegalmente l’elettricità

MUMBAI: 6 milioni di abitanti delle baraccopoli subiscono inondazioni sempre più frequenti

e condizioni climatiche avverse causano innanzitutto migrazioni interne che mettono in condizioni di estrema vulnerabilità gli sfollati, costretti a pagare l’affitto anche nelle baraccopoli alle bande locali. Il rischio è quello di contrarre debiti sempre più elevati, che si concretizzano in relazioni di dipendenza lavorativa, minacce e aggressioni.

Nel 2024, il 61% degli sfollati interni viveva in paesi a basso reddito e il 19% in paesi a reddito medio-basso. Sono i più poveri del mondo che pagano il prezzo più alto per una crisi climatica o di guerre che non hanno creato 

Dei 123 milioni di persone costrette alla fuga, 49 milioni  sono bambini  sotto gli 8 anni. Questi piccoli esseri umani si ritrovano a confrontarsi con orrori che neanche gli adulti riescono ad elaborare

Il trauma che spegne l’umanità

Quando i bambini vivono eventi traumatici, il loro organismo reagisce con meccanismi di difesa che possono compromettere lo sviluppo fisico e psicologico. Molti sviluppano sintomi dissociativi, perdendo il contatto con la realtà circostante. A livello fisiologico, la mancanza di cibo, acqua potabile e cure mediche aggrava ulteriormente il trauma, creando un circolo vizioso di sofferenza che compromette il normale sviluppo neuromotorio e cognitivo.

Studi preliminari sui bambini siriani hanno trovato disturbi post-traumatici da stress nel 26%

Il trauma vissuto collettivamente può influenzare il modo in cui le società gestiscono gli eventi traumatici in futuro. I sintomi legati al trauma spesso presenti nei rifugiati vengono banalizzati. Questa indifferenza rappresenta forse la perdita più grave: quella della compassione umana

 Il futuro che fa più paura del presente

I rapporti dell’IPCC suggeriscono che durante il XXI secolo la temperatura media della Terra potrebbe aumentare da 1,1 a 6,4 °C in più. La maggioranza dei modelli prevede che il riscaldamento sarà maggiore nella zona artica e comporterà una riduzione dei ghiacciai, del permafrost e dei mari ghiacciati

Noi abbiamo visto questo in estate a Zacinto dove il mare sempre gelido si e’ preso molte spiagge!

Due ghiacciai su tre potrebbero andare perduti . Anche se dovessimo ridurre significativamente le emissioni  dei gas serra nei prossimi decenni, più di un terzo dei ghiacciai rimanenti nel mondo si scioglierà

Nei 26 eventi meteorologici estremi analizzati nel 2024, i cambiamenti climatici avrebbero causato almeno 3.700 morti e milioni di sfollati.

E le guerre? che senso ha distruggerci a vicenda quando intorno a noi vi e’ gia’ distruzione?

 La speranza che resiste nell’apocalisse

L’IDMC sottolinea l’importanza delle evacuazioni preventive, che nel 2024 hanno permesso di salvare migliaia di vite in Paesi come Stati Uniti, Filippine e Bangladesh.

Quasi 2 milioni di siriani sono riusciti a tornare a casa dopo oltre un decennio di esilio. In totale, 9,8 milioni di persone costrette alla fuga sono tornate a casa nel 2024

Ma la vera speranza sta nel cambiare tutto prima che sia troppo tardi. Ma…..

gli impegni delle Parti a mitigare le emissioni di gas serra sono ancora tristemente al di sotto di quanto necessario per rimanere entro il limite di 1,5°C. Le conseguenze sono tangibili: gli eventi climatici estremi continuano ad aumentare, anche in territorio europeo. E le guerre continuano aspre

 Il prezzo dell’indifferenza

Ogni giorno che passa senza azione concreta aumenta il prezzo umano di questa emergenza planetaria che non possiamo più permetterci di ignorare. La crisi climatica, le guerre continue non sono più un problema futuro: è il presente devastante che spazza via vite, sogni e futuro

Il clima si destabilizza, i ghiacciai scompaiono, i mari si alzano, gli eventi estremi si moltiplicano, le guerre non si fermano. Quello che sta accadendo al nostro pianeta non è più una minaccia futura: è la realtà del presente. E ogni grado in più, ogni bomba in più, significa milioni di vite in più spezzate dall’indifferenza del mondo

La vera sfida ora è riconoscere che questi non sono solo numeri ma persone che hanno perso tutto e che meritano protezione e dignità. In un mondo che sembra aver dimenticato cosa significa essere umani, forse è proprio attraverso la cura di chi ha perso tutto che possiamo ritrovare la nostra umanità perduta

attraverso la cura di chi ha perso tutto possiamo ritrovare la nostra umanità perduta

 

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