Un antico racconto indiano narra di un missionario cristiano che stava attraversando una foresta. Ovviamente credeva nell’amore per cui non aveva con sé alcun fucile. All’improvviso vide avvicinarsi un leone. Si spaventò. Iniziò a pensare: “ora il vangelo e la sua lezione sull’amore non serviranno. Sarebbe stato più saggio se avessi portato con me un fucile”. Ma doveva fare qualcosa, era una situazione di emergenza. E si ricordo che qualcuno gli aveva detto che se corri, il leone ti insegue e nel giro di pochi minuti sei preso e finito. Ma se fissi il leone negli occhi, hai qualche possibilità, può restarne impressionato, ipnotizzato. Può cambiare idea. E ci sono episodi che lo confermano. Valeva la pena tentare anche perché non aveva senso fuggire. Il missionario guardò il leone fisso negli occhi, a sua volta il leone si avvicinò e incominciò a guardare il missionario fisso negli occhi. Per cinque minuti si fissarono e all’improvviso il leone riunì le zampe, si inginocchiò e assunse una posizione di preghiera, sembrava stesse veramente pregando. Questo era veramente straordinario! Persino il missionario non si aspettava tanto, non avrebbe mai creduto che il leone si mettesse a pregare. Era felice ma poi pensò: “ora cosa dovrei fare?”. A quel punto lui stesso era ipnotizzato non solo il leone, per cui pensò: “è meglio che imiti il leone”. Si inginocchiò a sua volta e si mise a pregare. Passarono altri cinque minuti e alla fine il leone aprì gli occhi e disse: “Uomo cosa fai? Io sto recitando la preghiera prima del pasto, ma tu cosa fai?”. Il leone era pio, religioso, ma solo nel pensiero. Di fatto era pur sempre un leone e sarebbe rimasto tale. Avrebbe ucciso quell’uomo: si limitava a recitare una preghiera prima del pasto anche se così facendo dava all’uomo il tempo di scappare … carpe diem !
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