La solitudine ha la sua bellezza
Non so se vi siete mai sentiti soli: all’improvviso vi rendete conto di non essere in relazione con nessuno. Ve ne rendete conto non intellettualmente, ma effettivamente… Vi sentite completamente isolati; pensiero ed emozione si bloccano; non sapete da che parte voltarvi. Non c’è nessuno a cui possiate rivolgervi, né dei, né angeli. È come se se ne fossero andati tutti quanti oltre le nubi; e quando le nubi scompaiono vi accorgete che anche loro sono scomparsi e voi rimanete totalmente soli.
Ma c’è una solitudine completamente diversa, una solitudine ricolma di bellezza. Questa solitudine vi è necessaria.
Quando l’essere umano non ha più nulla a che fare con la struttura sociale, fatta di avidità, ambizione, invidia, arroganza, quando smette di desiderare una posizione e il successo e si libera da tutto questo, allora si ritrova in quella solitudine, completamente diversa dalla solitudine che ben conosciamo. Allora c’è una grande bellezza e il senso di una straordinaria energia.
.Una solitudine che non è isolamento
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Sebbene siamo tutti esseri umani, abbiamo costruito delle barriere che ci separano gli uni dagli altri, le barriere del nazionalismo, della razza, della casta, della classe sociale, che ci condannano a vivere nell’isolamento, nella solitudine.
Una mente rinchiusa nel suo isolamento, nella sua solitudine, non ha la minima possibilità di capire che cos’è la religione. può credere in qualcosa, può aggrapparsi a teorie, formule, concetti, può tentare di identificarsi con quello che essa chiama Dio, ma io ho l’impressione che la religione non abbia in realtà nulla a che fare con le fedi, i preti, le chiese e i cosiddetti libri sacri.
Si può capire quale sia lo stato di una mente religiosa solo quando cominciamo a comprendere la bellezza. E ci si deve accostare alla
comprensione della bellezza con quello stato della mente che è solo perché non ha confronti. Quando la mente vive in uno stato nel quale non ha bisogno di nulla, può conoscere la bellezza; nessun altro stato può consentirle di avvicinarla.
La solitudine di cui stiamo parlando non è isolamento e non è nemmeno legato, ad una capacità eccezionale in qualche campo; essa semplicemente
implica il sostegno della sensibilità, dell’intelligenza, della comprensione.
Questa solitudine richiede che la mente sia libera da qualsiasi influenza e capace di non farsi contaminare dalla società. Questa solitudine è necessaria per capire che cos’è la religione: religione significa scoprire per conto proprio se esiste qualcosa che è immortale, che è al di là del tempo.
innocenza e solitudine
Uno dei fattori che alimentano la sofferenza degli esseri umani è il loro isolamento. Fatevi pure tutte le amicizie che volete, venerate i vostri dei,accumulate una conoscenza straordinaria, datevi incredibilmente da fare nel campo dell’assistenza sociale, discutete all’infinito di politica – cosa che i politici fanno normalmente – ma non potrete minimamente scalfire quell’isolamento. Nel suo isolamento l’essere umano cerca di dare un
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significato alla vita o se ne inventa uno, ma la sua solitudine rimane. Ora,potete osservare questo isolamento per quello che è, senza fare confronti, senza tentare di sfuggirlo, senza tentare di nasconderlo, senza cercare di allontanarvene? Allora vedrete che questa solitudine diventa qualcosa di completamente diverso.
.Noi non siamo integri. Siamo il prodotto di un’infinità di influenze, di migliaia di condizionamenti, di deformazioni psicologiche; siamo il frutto della propaganda e della cultura. Noi non siamo integri e quindi siamo esseri di seconda mano. Quella solitudine che è assoluta integrità implica il non appartenere ad una famiglia, per quanto si possa avere una famiglia, il non appartenere ad una nazione, ad una cultura, il non dipendere da
un’occupazione particolare. Significa avere la sensazione di essere degli estranei, estranei ad una nazione, ad una famiglia e ai loro modi di pensare e di agire. In quella solitudine che è integrità c’è innocenza, un’innocenza che libera la mente dal dolore.
Cominciate da qui
Un uomo religioso non cerca Dio lo ha.. Per l’uomo religioso quello che importa è la trasformazione della società, perché la società è lui stesso. Religioso non è
colui che celebra una quantità infinita di rituali, non è colui che segue le tradizioni o che vive immerso in una cultura ormai morta, continuando a
cantare litanie, a fare il sanyàasi, a spiegare senza sosta la Gita o la Bibbia. Un uomo simile non è affatto religioso, è semplicemente una persona che si rifiuta di affrontare i fatti. Quello che veramente interessa all’uomo religioso e capire fino in fondo la società, in ogni suo aspetto, perché la società è lui stesso; egli non è separato dalla società.
Il fatto di aver prodotto dentro di sé una trasformazione radicale, che implica la totale scomparsa dell’avidità, dell’invidia, dell’ambizione, fa sì che egli non dipenda dalle circostanze, sebbene ne sia il prodotto, a causa del cibo che mangia, dei libri che Legge, dei film che va a vedere, dei dogmi, delle credenze, delle cerimonie religiose che sono alla base della cultura in cui è stato educato. Egli è un essere responsabile e quindi deve capire se stesso
deve capire che è lui il prodotto della società che egli stesso ha creato. E allora,se vuole scoprire la realtà deve cominciare da qui;
Il vostro Dio non è Dio
Colui che crede in Dio non lo troverà mai. Se siete aperti alla realtà, non
avete alcun bisogno di credere. Se siete aperti all’inconoscibile,
non avete
alcun bisogno di crederci. La mente che si aggrappa ad un a fede lo fa solo per
autoproteggersi e solo una mente meschina può credere in Dio. Gli aviatori,
che durante la guerra andavano a bombardare le città nemiche, dicevano che
Dio era con loro mentre sganciavano tutte quelle bombe! Voi credete in Dio
anche quando uccidete, anche quando sfruttate il vostro prossimo! Venerate
Dio e poi continuate a estorcere spietatamente denaro, a finanziare eserciti…
Eppure dite di credere nella misericordia, nella compassione, nella gentilezza.
Finché vi aggrapperete alle vostre fedi non potrete pensare all’inconoscibile,
all’incommensurabile.
La mente è frutto del passato, è il prodotto di quello che è accaduto ieri.
Come può una mente simile aprirsi all’inconoscibile? Può solo proiettare
immagini che però non sono la realtà: così il vostro Dio non è Dio; è
un’immagine che vi siete creati perché possa darvi soddisfazione. La realtà affiora solo quando la mente comprende la totalità dei processi che la
costituiscono e si dissolve in modo definitivo. Solo la mente che è del tutto vuota possiede la capacità di ricevere l’inconoscibile. La mente non può
purificarsi finché non capisce il significato della sua relazione con la proprietà, con la gente e non scopre il modo giusto di essere in relazione con qualsiasi cosa.
La mente non potrà mai essere libera, finché non capite come nasce il conflitto nelle sue relazioni.
Quando nella mente c’è un silenzio assoluto, una
calma assoluta, quando la mente non proietta più nulla, quando non cerca più
nulla, in quell’assoluto silenzio affiora l’eterno, affiora Dio, cioè quello che è al di là del tempo.
OSHO
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