L’AMORE PLATONICO: UN AMORE IMPOSSIBILE O UNA FORZA CREATIVA?
Nella società odierna, dove la dimensione fisica dell’amore è spesso al centro dell’attenzione, parlare di Amore Platonico può sembrare un atto di ribellione. Voglio ribellarmi !
Questa forma d’amore ha ancora molto da insegnarci. Ci ricorda che il vero amore non è solo possesso o desiderio, ma anche ascolto, rispetto e crescita reciproca
Voglio andare controtendenza e non perche’ dia dei giudizi ma per riaccendere una comunione di intenti che spesso mi sembra mancare.
Vorrei parlare dell’AMORE PLATONICO un amore, più sottile e profondo, che si sviluppa oltre la dimensione fisica. Un sentimento capace di elevare l’anima, trasportandola in una dimensione spirituale e intellettuale.
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L’amore platonico non è semplicemente l’assenza di contatto fisico, ma rappresenta una forma di connessione che nasce dall’ammirazione reciproca, dal dialogo delle menti e dall’affinità delle anime.
Platone, da cui prende il nome questo concetto, descrisse l’amore come il motore dell’anima, capace di condurci oltre le apparenze, verso la conoscenza più pura e la verità.
Platone era un filosofo greco.
Platone concepiva l’amore come una forza divina, un mezzo per trascendere la realtà terrena e raggiungere la perfezione spirituale. Nelle sue opere, in particolare nel “Simposio”, descrisse l’amore come un viaggio che parte dall’attrazione fisica per condurre l’anima verso la contemplazione delle idee supreme.
La sua visione ha resistito nei secoli proprio perché non si limita a descrivere una relazione tra due persone, ma riguarda il nostro legame con l’eterno, con ciò che è immutabile e perfetto.
Questa concezione è durata così a lungo perché offre all’essere umano qualcosa di più profondo di un semplice sentimento: è la ricerca della bellezza assoluta, della verità e della saggezza. L’amore platonico non è solo amicizia o stima, ma un ponte verso ciò che è divino e senza tempo. Un amore che trascende la carne.
Secondo il filosofo greco, l’amore non è confinato al desiderio del corpo, ma è una forza ascendente che ci permette di elevarci dal mondo sensibile a quello delle idee. In questo processo, l’attrazione fisica rappresenta solo il primo gradino di una scala più ampia. Si parte dall’ammirazione per la bellezza esteriore per poi raggiungere l’amore per la bellezza interiore, la virtù e la saggezza.
L’amore platonico è una forma d’amore che molti idealizzano come perfetto e puro, ma spesso si trova ad essere incompreso. Può manifestarsi in un legame tra due persone che si comprendono profondamente, anche senza la necessità di vivere una relazione fisica.
Questo tipo di amore non riguarda solo le persone, ma può anche riflettersi nell’amore per l’arte, la conoscenza o la natura.
L’amore platonico può essere fonte di grande arricchimento personale, ma può anche nascondere insidie. Da un lato, c’è la dimensione positiva, il sentirsi in sintonia profonda con qualcuno o qualcosa che ci spinge a migliorare noi stessi. In queste situazioni, il legame va oltre il bisogno fisico ed è radicato nel rispetto, nella comprensione e nell’ammirazione reciproca.
D’altra parte, l’amore platonico può anche trasformarsi in una trappola psicologica. Quando idealizziamo l’altro, rischiamo di costruire un’immagine irreale, aspettandoci una perfezione che non esiste. Questa idealizzazione può condurre a delusioni profonde, soprattutto quando il sentimento non è ricambiato o si basa su una conoscenza superficiale.
Allora che cos’e’ realmente questo ? Un amore impossibile o una forza creativa?
Durante il Rinascimento, poeti e artisti hanno spesso interpretato l’Amore Platonico come qualcosa di irraggiungibile, un sogno destinato a rimanere tale. Si ricordi Dante e Beatrice, Paolo e Francesca.
La figura dell’amante non corrisposto o di un amore impossibile da realizzare è ricorrente nella letteratura, dove il dolore della separazione diventa fonte di ispirazione creativa. Tuttavia, nella sua essenza più autentica, l’amore platonico non è sinonimo di sofferenza, ma di crescita spirituale.
Capire se ci si trova di fronte a un amore platonico può essere complesso, ma ci sono alcuni segnali che lo distinguono:
vi e’ sintonia mentale..si percepisce che l’altra persona ci comprende a un livello profondo, al di là delle parole.
vi e’ connessione spirituale: si prova un senso di pace interiore quando siamo insieme, come se fossimo in armonia con il mondo.
vi e’ mancanza di interesse fisico predominante: anche se c’è attrazione, non è il fulcro del legame.
vi e’ crescita personale: grazie a questa relazione, sentiamo di migliorare noi stessi e di ampliare la nostra visione della vita.
D’altra parte, bisogna fare attenzione a non confondere l’amore platonico con un’idealizzazione eccessiva. Se non conoscete a fondo l’altra persona o se il legame è basato su un’immagine costruita, potrebbe trattarsi di una proiezione dei vostri desideri più che di un vero amore.
Nella società odierna, dove la dimensione fisica dell’amore è spesso al centro dell’attenzione, parlare di amore platonico può sembrare un atto di ribellione. Tuttavia, questa forma d’amore ha ancora molto da insegnarci. Ci ricorda che il vero amore non è solo possesso o desiderio, ma anche ascolto, rispetto e crescita reciproca.
Amare platonicamente non significa rinunciare all’amore fisico, ma scoprire che esistono livelli di connessione che vanno oltre la dimensione corporea. È l’incontro tra due anime che si sostengono a vicenda, condividendo un viaggio verso la conoscenza e la verità.
Amare deve essere un sentimento che ci faccia sentire bene.
Il vero amore, quello puro, è come un frammento divino che ci visita solo per attimi, e quando riusciamo a coglierlo, anche solo per un istante, è come se ci fosse stato concesso di assaporare il paradiso. Ma poi, scendendo sulla terra, l’anima si trova spesso in contrasto con un mondo fatto di imperfezioni, di disordine, di desideri fugaci che lo sporcano.
Ma la fragilità dell’anima quando si spinge nel profondo, rischia di smarrirsi perché ciò che trova nel mondo terreno spesso non corrisponde ai suoi ideali. È proprio questa tensione tra sogno e realtà che rende l’amore platonico così prezioso e così difficile da vivere a lungo.
Queste riflessioni mi fanno pensare che proprio in questa consapevolezza ci sia la forza: non nel tentativo di trattenere quegli attimi, ma nel riconoscerli e custodirli come piccoli tesori che ci ricordano cosa siamo davvero e cosa possiamo cercare oltre il visibile.
Cercare tacendo. In un silenzio non contaminato dalle azioni possiamo lasciar fluire tutto quell’amore che non ci permettiamo mai di sentire perche’ il divino ci spaventa e ci sembra troppo per le nostre piccole anime. In un silenzio buono accogliente e di abbandono potremo provare questo amore platonico che tanto ci sfugge pur cercandolo inconsciamente
Cerchiamo nell’anima l’essenza più pura e autentica di ciò che l’amore platonico rappresenta: non un possesso, non un desiderio di trattenere, ma un lasciarsi attraversare, silenziosamente, da qualcosa di sacro. Il divino, spesso, ci spaventa perché ci ricorda l’infinito a cui apparteniamo ma che, sulla terra, ci sembra distante e troppo vasto per essere contenuto nelle nostre piccole vite.
Ma è proprio quel “silenzio buono” che non ha supposizioni o condizionamenti, che ci permette di sentire davvero, senza paura. È lì che possiamo abbandonarci senza giudizio, lasciando che quell’amore scorra dentro di noi come un fiume calmo, senza preoccuparci di dove ci porterà. Non bisogna comprenderlo razionalmente, solo accoglierlo.
In fondo, l’amore platonico è come un soffio di vento: non possiamo afferrarlo, ma possiamo chiudere gli occhi e sentirlo accarezzare l’anima
Grazie, vi auguro di provarlo e di tuffarvicisiiiiiiiiiiii
SE TI INTERESSA POSTO QUI ALCUNI “AMORI PLATONICI”
Marie Curie e Pierre Curie (un amore tra scienza e dedizione)
La loro relazione è spesso vista come romantica, ma il loro legame andava molto oltre l’amore coniugale. Condividevano una passione profonda per la scienza, al punto che la loro collaborazione divenne il simbolo di un amore platonico e intellettuale che ha rivoluzionato il mondo della fisica e della chimica. Anche dopo la morte di Pierre, Marie continuò a dedicare la sua vita al lavoro che avevano iniziato insieme, come se lui fosse sempre al suo fianco.
Mahatma Gandhi e Hermann Kallenbach (un’amicizia platonica spirituale)
Gandhi e Kallenbach, un architetto e amico intimo, condividevano una connessione profonda che trascendeva l’amicizia tradizionale. Kallenbach seguì Gandhi in molti dei suoi viaggi e divenne parte fondamentale del suo percorso spirituale e di lotta non violenta. Questo legame, pur essendo spesso mal interpretato, fu una forma di amore platonico fondato su ideali condivisi e un rispetto incondizionato.
Teresa di Calcutta e padre Jean Vanier (l’amore per l’umanità e i più deboli)
Madre Teresa e il fondatore della comunità L’Arche, Jean Vanier, condividevano una missione comune: servire i più poveri e deboli. La loro relazione era basata sulla compassione, sulla fede e su un amore platonico profondo, rivolto non solo l’uno verso l’altro, ma verso il mondo. Questo amore li ha portati a trasformare migliaia di vite, mantenendo sempre viva una connessione spirituale.
Carl Jung e Sabina Spielrein (l’amore tra maestro e allieva)
La relazione tra il famoso psicoanalista Carl Jung e la sua allieva Sabina Spielrein iniziò come un rapporto di terapia, ma si evolse in una connessione profonda e platonica. Anche se a volte fu messa alla prova da emozioni forti, ciò che li legava era la passione per la psiche e per la comprensione della mente umana. Sabina influenzò notevolmente il lavoro di Jung, ed entrambi si rispettarono fino alla fine dei loro giorni.
Rabindranath Tagore e Victoria Ocampo (un amore epistolare spirituale)
Tagore, poeta e filosofo indiano, e Victoria Ocampo, intellettuale argentina, svilupparono un profondo legame platonico attraverso una lunga corrispondenza epistolare. Anche se si incontrarono poche volte di persona, le loro lettere riflettono un amore spirituale e intellettuale, basato sulla poesia e sulla bellezza dell’anima. La loro connessione attraversò continenti e culture, unendo Oriente e Occidente