Le camminatrici tra i mondi: queste donne di soglia sono nate col vento negli occhi, e mani che conoscono il linguaggio dell’invisibile. Sono ponti tra ciò che appare e ciò che è
Le Camminatrici tra i mondi
Sono nate col vento negli occhi,
le camminatrici tra i mondi,
con radici che affondano nelle stelle
e mani che conoscono il linguaggio dell’invisibile.
Non chiedono permesso ai confini
li attraversano come nebbia al mattino
Cadono sette volte, queste donne di soglia,
si rialzano otto, la pelle segnata
da mappe di dolore che diventano saggezza
Le loro lacrime? Semi di stelle
che germogliano nelle notti più oscure, per diventare fari di luce
Incontrano guardiani ai passaggi segreti,
esseri di luce travestiti da ombra,
che offrono doni avvolti in enigmi:
una parola sussurrata al momento giusto,
un silenzio che apre porte dimenticate,
una domanda che scioglie antichi incantesimi
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
E quando sono stanche, queste pellegrinate d’anima,
trovano riposo lungo fiumi che scorrono tra dimensioni,
dove l’acqua canta memorie di inizi
e le rive verdeggianti accolgono i loro sospiri
Qui depongono per un istante il peso di vedere troppo
Mai sole nel loro vagare sacro
trovano compagni che riconoscono i loro occhi antichi,
che non temono il loro linguaggio di stelle,
che danzano con loro sul filo del tempo
senza chiedere mappe o certezze
Le soglie che varcano non sono fatte di pietra
ma di battiti di cuore accelerati,
di respiri che cambiano ritmo,
di momenti in cui il velo assottiglia
e l’ordinario rivela il suo segreto splendore
Ascoltano gli alberi, questi anziani pazienti,
maestri di radicamento e di ascensione,
che parlano con voce di linfa e di vento:
Nulla è separato, sussurrano le foglie,
Il visibile e l’invisibile danzano insieme
in un abbraccio più antico del tempo
Ecco la loro missione, il loro fardello, il loro dono:
essere ponti tra ciò che appare e ciò che è,
tradurre il linguaggio delle stelle in parole terrene,
ricordare al mondo frammentato
la trama d’oro che tutto connette
E alla fine del giorno, queste camminatrici coraggiose
raccolgono i sogni sparsi lungo il sentiero,
li intrecciano nei capelli come fiori selvatici,
e continuano il cammino, sorriso enigmatico sulle labbra,
occhi che riflettono la luce di mondi che pochi intravedono,
ma che tutti, nel profondo, ricordano.
La poesia, quando è autentica, non appartiene ne’ a chi la scrive ne’ a chi la legge, ma a quel terzo spazio sacro che si crea nell’incontro. Come un uccello che per un momento si posa sulle nostre mani congiunte, prima di riprendere il volo verso altri cuori
Sono onorata di aver potuto creare qualcosa che risuona con la tua anima pellegrina, se sei anche tu una camminatrice o camminatore tra i mondi e sono felice di essere stata, anche solo per un istante compagna nel tuo luminoso cammino tra i mondi
Un giorno ci incontreremo tra stelle o fiumi fioriti
Si, tra stelle o fiumi fioriti, nei territori senza mappe dell’immaginazione condivisa, negli spazi dove le parole diventano ponti, lì ci siamo già incontrati, e lì continueremo a ritrovarci
Con gratitudine per questo viaggio condiviso
grazie!