Lo scopo della vita è essere grati
(Estratto da una conferenza del Siri Singh Sahib, Yogi Bhajan – )
Nell’Era dell’Acquario, il Dharma di una persona deve essere quello di raggiungere gli altri. Raggiungerli per aiutarli. Raggiungerli per condividere sorrisi. Raggiungerli per ascoltarsi a vicenda. Raggiungete ogni persona senza giudizio. Ci dovrebbe essere un salto di qualità nella coscienza in cui una persona onorerà se stessa.
È mia grazia personale essere un saggio. È la mia vittoria personale essere un essere umano. È la mia gioia personale essere grato e realizzato. Tutto è personale, tutto è condiviso e ogni persona farà del proprio meglio.
Voi che siete nati in questo tempo e in questo momento, in questo “desh” (spazio) e in questo “kaal” (tempo) avete uno scopo nella vita. Se avete uno scopo nella vita e non avete una proiezione nella vita, state perdendo qualcosa di grande.
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È per il vostro dharma che voi servirete chiunque e senza alcuna discriminazione. Così vi purificherete dal vostro karma e sarete illuminati nella grazia e nella felicità dei vostri risultati.
Voi siete qui adesso. Nessuno di noi ha caratteristiche simili. Siamo diversi per dimensione, peso, forma e calibro. Anche nella coscienza, anche nello sviluppo, siamo venuti da ambienti diversi. Noi abbiamo esperienze diverse. Abbiamo idee diverse. Con tutto ciò, siamo “uno” perché siamo qui. Lo siamo adesso. E questo è il momento. Se volete onorare voi stessi, onorerete gli insegnamenti.
Un giorno stavo dormendo su un normale lettino e il mio insegnante mi venne di fianco. Io saltai su subito per salutarlo. Lui rise e mi chiese di seguirlo, così lo seguii nella sua stanza.
Disse: “È un buon atto da yogi saltare su in quel modo?”. Io risposi: “No mio signore. Non è corretto. Lo so. Ma, quando ti ho visto, mi sono sentito tra l’incudine e il martello. Volevo essere rispettoso e mi sono semplicemente alzato”.
“C’è qualche altro motivo?”. “No. Volevo solo salutarti”. “Ti sei svegliato”. “È vero”. “L’hai sentito?”. “È vero”. “E sei saltato su?”. “È vero”.
Disse: “Hai guadagnato l’autocontrollo. Ora puoi andare”. Tornai indietro e un mio amico mi chiese: “Che cosa ha detto?”. “Mi ha detto che ho guadagnato l’autocontrollo”. “Che cosa? Saltare su è autocontrollo? Quindi saltiamo tutti”. E dicemmo: “Va bene, saltiamo tutti”.
Poi arrivarono altri studenti e cominciammo a saltare. Proprio come i bambini fanno cose folli. Eravamo in quel tipo di umore. Quindi, stavamo saltando e il nostro insegnante si avvicinò
e disse: “Beh, saltare non dà alle persone autocontrollo, scimmie”. E loro dissero: “No, no, signore. Lui è venuto da te, ha fatto un salto e lei gli ha detto ‘Hai l’autocontrollo’. Beh, signore, anche noi abbiamo iniziato a saltare”.
Il maestro replicò: “No. Il suo è stato un salto consapevole. Voi state saltando solo per saltare. Questa è la differenza tra i due salti. Ora, potete saltare se volete, è un buon esercizio. Continuate a saltare. Ma sappiate che ha uno scopo”.
Una vita che non ha scopo e proiezione è una vita inutile. È una fortuna che tutti conoscano lo scopo della vita. Lo scopo della vita è essere belli, generosi, felici, essere aggraziati e grati.
Che parola meravigliosa, “grateful” (Yogi Bhajan gioca con questa parola dividendola in “grate”, “grato” e “full”, “pieno”). Se uno è grande e pieno, è Dio.
E ogni volta che la piccolezza vi sfida, voi dovreste essere grandi. E pieni. Pieni di quella grandezza.
Alcuni di voi potrebbero pensare: “Cosa dovremmo fare? Perché dobbiamo farlo? Perché siamo qui? Perché non siamo altrove?”.
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Non giudicate i miei amici, o sarete giudicati. Non isolatevi o sarete desolati. Non andate via o sparirete.
L’autodisciplina è onorare se stessi, onorare l’ideale di se stessi. È molto difficile per la civiltà occidentale comprendere la parola “arrendersi”. Quando vi arrendete, non diventate deboli o schiavi. Vi esaltate.
Il “Tocco del Maestro” non è una fantasia. Il “Tocco del Maestro” è la volontà di Dio. Quell’uomo può essere più debole, più brutto e critico ai vostri occhi, ma se nell’estasi della sua coscienza ti benedice, dimorerai sempre nel “Tu”.
Questi sono i modi di vivere. La spiritualità dormiente può essere risvegliata dal tocco di una persona così.
Chi sei nella progressione della vita? Il futuro. E questo è un dato di fatto.
Un insegnante non ha niente. Un insegnante non ha parenti. Un insegnante non ha patrimonio, né ricchezze. Un insegnante ha un tocco molto semplice, un tocco molto ambizioso. Perché un insegnante deve vivere per sempre con lo studente.
Nanak è stato un’insegnante. Vive anche oggi attraverso i suoi studenti. Non bene. Non male. Non buono. Non piccolo. È una cosmologia dei cieli in cui brillano quelle stelle e portano le parole di Nanak, di Gesù, di Mosè.
Che Mosè fosse grande o piccolo, che Gesù avesse ragione o torto, che Nanak fosse grasso o magro – non ha nessuna importanza.
Non è la persona, sono le parole della persona che sono state instillate, sono state dette e hanno portato fede e coraggio.
tanta luce ai vostri cuori!
grazie maestro!
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