Chi è paralizzato può sperare in futuro di utilizzare il pensiero per interagire con l’ambiente circostante. È l’incredibile risultato di una sperimentazione condotta presso il Centre for Neuroengineering della Duke University di Durham, negli Stati Uniti.
I ricercatori statunitensi sono convinti che il loro studio possa rappresentare la base di partenza per la messa a punto di uno scheletro robotico esterno da utilizzare in caso di paralisi, ad esempio per i pazienti tetraplegici.
Gli scienziati hanno confermato l’efficacia del loro strumento su due scimmie che, grazie soltanto agli impulsi nervosi del cervello, sono state in grado di muovere le mani di un personaggio virtuale presente sullo schermo di un computer restando completamente immobili. Le mani hanno toccato tre oggetti, anch’essi virtuali, di forma e consistenza differenti, ognuno dei quali era connesso con diversi segnali elettrici.
Il coordinatore della ricerca Miguel Nicolelis spiega: “è la prima volta che osserviamo un cervello controllare un braccio virtuale che esplora degli oggetti mentre, contemporaneamente, il cervello riceve dei segnali elettrici che descrivono la consistenza degli oggetti ‘toccati’ dalla mano virtuale”.
Fonte : http://www.italiasalute.it
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