UNO STUDIO POTREBBE PORTARCI INDIETRO DI QUASI 4 MLD DI ANNI E RIVELARCI LA NOSTRA EVOLUZIONE, SVELANDO INOLTRE SE SIAMO NATI IN ALTRI LUOGHI DELLO SPAZIO
Cellule-come-macchine-del-tempo
Sensazionale: siamo tutti quanti delle vere e proprie macchine del tempo viventi! Mi sembra di essere uno strillone che nel diciannovesimo/inizio ventesimo secolo vuol vendere un quotidiano per la strada.. mi sento anche molto dickensiano! Bhe, comunque per quanto la notizia possa sembrare sensazionale è vera: il corpo umano è costituito dalle cellule e queste avrebbero una specie di “scatola nera” di ciò che è accaduto in passato, cioè conserverebbero in loro la memoria del nostro passato evolutivo.
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Uno studio storico basato sulle cellule
Quanto indietro si può tornare? Quasi quattri milioni di anni.
Chi sono le navicelle temporali che ci permettono di fare questo balzo indietro? Le cellule viventi.
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Già, a quanto pare, attuando un attento studio sulle cellule, saremmo in grado (cioè gli scienziati, di certo non io!) di ritornare indietro nel tempo di modo da scoprire quali sono i meccanismi che hanno dato origine alla vita sulla Terra. Esse hanno dei veri e propri “archivi biologici” interni, rappresentati dai ribosomi, che porterebbero traccia di tutto ciò che è accaduto nei millenni e ha portato l’uomo al punto attuale di evoluzione. Lo studio è portato avanti dai ricercatori della Nasa, al Georgia Institute of Technology, che, grazie ai dati ottenuti da questo studio, potrebbero capire anche quali sono gli elementi che rendono possibile la vita, potendo così capire se nello spazio c’è realmente questa possibilità.
Prima domanda: ma su chi sono attuati questi studi?
Qualche dettaglio in più sullo studio
Lo studio è stato pubblicato sulla Pnas, cioè la rivista dell’Accademia Americana delle Scienze, e si concentra sui ribosomi, cioè quelle parti delle nostre cellule che producono le proteine. Questi ribosomi sono composti da un mix di Rna e proteine (anche qui parlavo di questa roba..) e sono in grado di registrare la loro storia, similmente a come fanno gli alberi accumulando, anno dopo anno, anelli nei loro tronchi, che ci svelano quanti anni ha l’albero in questione. Sì ma la domanda è sempre quella: ma le cellule di chi saranno studiate?
Prospettive spaziali
Lo studio ci potrebbe far tornare indietro di circa 3,8 miliardi di anni. Insomma, ci potrebbe far compiere un bel balzo indietro capace di svelarci come l’evoluzione è progredita. Infatti sappiamo che le proteine e gli acidi nucleici non avevano un ruolo fondamentale, così come lo hanno oggi. A questo Carl Pilcher, direttore ad interim dell’Istituto di Astrobiologia della Nasa, aggiunge che non solo lo studio sarà in grado di fornirci indicazioni utili a proposito di come siano avvenuti i primi passi sulla Terra e in che modo l’evoluzione è progredita, ma ci permetterà anche di individuare quegli elementi che rendono possibile la vita, che quindi potrebbe essere rintracciabile anche in ambienti extraterrestri.. certo, la vita di 3,8 miliardi di anni fa, ma come la mettiamo con gli alieni super evoluti che magari vanno a spasso per la nostra galassia grazie ad esempio alla Via Lattea o alle macchie solari?
Applicazioni pratiche e immediate
Bhe.. comunque, molto interessante è la scoperta di come siamo arrivati a questo punto e il sapere concretamente se nello spazio è possibile la vita, ma ci sono delle conseguenze che potrebbero avere una certa rilevanza per quanto riguarda la vita di tutti i giorni. Infatti i ribosomi e gli antibiotici sono strettamente legati, quindi uno studio attento della struttura dei ribosomi potrebbe avere un risvolto per la salute importante.
Comunque una domanda è rimasta irrosolta: sulla cellule di chi o cosa verranno compiuti gli studi? Le cellule di tutti riportano una storia relativa alle origini della nostra specie? O ci sono gruppi di individui le cui cellule sono “migliori” di quelle di altri gruppi? È necessario quindi anche uno studio antropologico?
Roberto Morra
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