Nostra Signora di Guadalupe: la presenza che sfida la ragione e illumina la Fede
Quando il cielo tocca la terra, non sempre lo fa tra tuoni e prodigi spettacolari. A volte sceglie la semplicità di un uomo qualunque, di un luogo polveroso, di un mantello logoro.
Così è accaduto a Juan Diego, un contadino messicano senza istruzione, che l’8 dicembre del 1531 vide con i suoi occhi qualcosa che avrebbe cambiato la storia
Maria gli apparve sul colle di Tepeyac, chiedendogli di farsi portavoce di un desiderio materno: costruire un santuario, una casa di preghiera, proprio lì, dove Lei era scesa. Juan portò il messaggio al vescovo, ma venne accolto con scetticismo se non con sgarbo. Fu chiesto un segno.
Quel segno arrivò, e nessuno avrebbe potuto immaginarlo. In pieno inverno, Juan Diego trovò rose castigliane fresche sul colle. Le raccolse e le avvolse nel suo mantello, LA TILMA, fatta di fibra vegetale di maguey, agave, una stoffa fragile che, secondo ogni logica, non avrebbe potuto durare più di vent’anni.
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Quando aprì il mantello davanti al vescovo, le rose caddero al suolo e sul tessuto apparve l’immagine di Maria. Un’immagine che ancora oggi, quasi 500 anni dopo, è lì, intatta, conservata nella Basilica di Guadalupe
Ma la vera meraviglia è quello che la scienza ha scoperto e continua a scoprire su quel mantello.
La TILMA è stata analizzata da chimici, medici, fisici e persino astronomi e ancora le ricerche continuano
Tra questi, il Dr. Philip Serna Callahan, esperto di radiazioni infrarosse della NASA, il biofisico Jody Brant Smith e l’ ingegnere José Aste Tönsmann, specialista in elaborazione digitale delle immagini.
Tutti concordano su un fatto: quell’immagine non è dipinta. Non esistono pigmenti riconducibili a tecniche conosciute. I colori non sono né vegetali, né animali, né minerali. Sono “sospesi” nel tessuto, come se fossero parte stessa della fibra, e restano vividi dopo secoli, senza alcun trattamento di conservazione!
Quando ho ascoltato e letto questo sono rimasta confusa e commossa. Non ho mai sentito dire una cosa cosi’ misteriosa per nessun dipinto di Maria. La Madonnina si lasciava percepire anche da me aprendomi il cuore alla riconoscenza ! Grazie Maria!
Un dettaglio poco noto, ma documentato e’ questo: nel 1921, una bomba nascosta in un mazzo di fiori esplose proprio davanti all’immagine. L’esplosione distrusse parte dell’altare, piegò un crocifisso di metallo, ma la TILMA rimase intatta. Neanche il calore dell’incendio che seguì riuscì a scalfirla. Solo una piccola macchia, appena visibile, testimonia quell’attacco !!!!
Poi ci sono gli occhi della MADONNA…
Esaminati al microscopio elettronico e successivamente digitalizzati dall’ingegner José Aste Tönsmann, quegli occhi racchiudono qualcosa di umanamente inspiegabile: riflettono esattamente la scena avvenuta nel momento in cui Juan Diego aprì il suo mantello: Tredici figure umane, tra cui Juan stesso, il vescovo Zumárraga e alcuni testimoni. Le leggi ottiche di Purkinje-Samson, valide per l’occhio umano, si applicano perfettamente a quegli occhi impressi sul tessuto.
Non è leggenda, è scienza
E c’è di più. Sulle stelle e sui fiori del mantello è stata fatta un’altra scoperta. La loro disposizione non è casuale: le stelle sono la mappa esatta del cielo sopra Città del Messico in quel dicembre del 1531, come se Maria si fosse rivestita di cielo e terra insieme
E tracciando un percorso musicale tra quei segni, si ottiene una melodia armonica, che gli studiosi hanno chiamato “musica celestiale”. Un canto silenzioso, nascosto nella trama! NON HO PAROLE!
Come è possibile che un povero contadino abbia portato un mantello che la scienza non sa spiegare? Come può una fibra di agave, destinata a sbriciolarsi in pochi decenni, resistere intatta per mezzo millennio? Come può uno sguardo dipinto contenere riflessi microscopici impossibili da dipingere, e rispettare le stesse leggi ottiche dei nostri occhi?
Non è solo una storia di fede. È una storia di fatti, studiata e documentata da chi voleva dimostrare che non c’era nulla di speciale ed invece ha trovato la prova che la materia può essere attraversata dal Mistero
Nostra Signora di Guadalupe non è un’icona, è un messaggio vivo: non servono privilegi, né poteri, per essere testimoni dell’invisibile. Basta un cuore aperto e un mantello povero come quello del semplice contadino Juan Diego, capace di custodire il Cielo e il cuore di una Mamma.
E forse è proprio questo il miracolo più grande ,che il Cielo si lascia custodire non nei templi d’oro, ma nelle pieghe stropicciate di un mantello povero e nel battito fragile di un cuore umano. Come Juan Diego. come noi se sappiamo ascoltare
GRAZIE MARIA, JUAN E VOI CHE LEGGETE