OLIGOELEMENTI
Sono chiamati ”oligoelementi” (dal greco “olos”: poco ) quelle sostanze, che servono all’organismo in dosi piccolissime e che vengono misurate in microgrammi. Sebbene le quantità indispensabili siano piccolissime, il loro apporto attraverso una corretta alimentazione è fondamentale.
Sono elementi nutritivi presenti nell’organismo e nei cibi in combinazioni organiche ed inorganiche; sebbene costituiscono circa il 4-5% del peso corporeo, sono basilari per il benessere fisico e mentale, perché costitutivi di tutti i tessuti e dei fluidi degli organismi.
Sono fattori importanti per il mantenimento dei processi fisiologici, rafforzano le strutture scheletriche, catalizzano molte reazioni biochimiche, sono importanti nella produzione di ormoni e anticorpi, e contribuiscono a mantenere il delicato equilibrio idrico. Tutti i minerali riconosciuti necessari per il corpo umano, devono essere presenti nella dieta, apportati come sostanze alimentari essenziali, che l’organismo non è in grado sintetizzare, o solo in quantità insufficienti.
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Attualmente, della ditta SPECCHIASOL, PRENDO MANGANESE- RAME in fialettine da bere, gli oligoelementi sono indispensabilI
IL MANGANESE
Descrizione
Il manganese è un minerale-traccia e il suo ruolo consiste nell’attivare numerosi enzimi; favorisce l’utilizzo della colina ed è un attivatore degli enzimi necessari per l’attivazione della biotina, della tiamina e dell’acido ascorbico. Il manganese è un catalizzatore della sintesi degli acidi grassi e del colesterolo e partecipa alla produzione delle proteine, dei carboidrati e dei grassi. È necessario per uno sviluppo normale dello scheletro e può essere importante per la costituzione del sangue.
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Il manganese è un elemento rilevante per la produzione del latte durante la gravidanza e la formazione di urea, una parte dell’urina. Contribuisce a mantenere costante la produzione degli ormoni sessuali, aiuta a nutrire i nervi ed il cervello. I cereali integrali, il tuorlo d’uovo e i vegetali verdi sono tra le migliori fonti di manganese, ma il contenuto varia in relazione alla quantità presente nel suolo.
Tab. 8
Le migliori fonti dietetiche di manganese sono:
Alga marina Grano saraceno
Avocado More
Arachidi Nocciole
Caffè Noce americana
Castagne Orzo
Chiodi di garofano Piselli
Fagioli Spinaci
Zenzero Farina di avena
Assimilazione e riserva
Il manganese viene scarsamente assorbito mentre si trova nel tratto intestinale, grosse assunzioni di calcio e fosforo nella dieta ne diminuiscono il tasso di assorbimento. La maggior parte viene assorbita sotto forma di colina complessa nella bile, mentre l’eliminazione avviene attraverso le feci. L’organismo adulto contiene soltanto dai 10 ai 20 milligrammi di manganese; le concentrazioni più alte sono presenti nelle ossa, nel fegato, nel pancreas e nella ghiandola pituitaria.
Interazioni con farmaci, vitamine o minerali:
• Calcio.
• contraccettivi orali.
• Fosfato
• Magnesio
Dosaggio e tossicità
Il Consiglio Nazionale di Ricerca non stabilisce alcuna dose dietetica consigliata di manganese. La dieta giornaliera media ne contiene approssimativamente quattro milligrammi, che rientrano nei limiti della quantità (che va dai 3 ai 9 milligrammi) che si calcola necessaria ad un adulto. Una notevole assunzione di calcio e di fosforo aumenterà il fabbisogno di manganese. Dosaggi estremamente alti di manganese portano ad una riduzione della riserva e dell’utilizzazione del ferro. I lavoratori dell’industria frequentemente esposti alla polvere di manganese possono assorbire nelle vie respiratorie una quantità tale del metallo da dare luogo a sintomi di tossicità. Debolezza e difficoltà psicologiche e motorie possono manifestarsi in seguito ad un alto livello di manganese nei tessuti.
Posologia
Tab. 9
Fabbisogni giornalieri raccomandati:
Età RDA(*)
0-6 mesi 0.6 mg
6-12 mesi 1 mg
1-3 anni 1.5 mg
4-6 anni 2 mg
7-10 anni 3 mg
Maschi
11-14 anni 5 mg
15-18 anni 5 mg
19-24 anni 5 mg
25-50 anni 5 mg
51+ 5 mg
Femmine
11-14 anni 5 mg
15-18 anni 5 mg
19-24 anni 5 mg
25-50 anni 5 mg
51+ 5 mg
Gravidanza 5 mg
Allattamento 1-6 mesi 5 mg
Allattamento + 7 mesi 5 mg
*RDA = Recommended Daily Allowance
Nota: nelle adolescenti si propone di aumentare la quantità minima a mg 3.5 al giorno.
Come agisce questo minerale:
•Il manganese è concentrato nelle cellule dell’ipofisi, del fegato, del pancreas, dei reni e delle ossa. Influenza la sintesi dei mucopolisaccaridi, stimola la produzione del colesterolo da parte del feagto ed è un co-fattore di molti enzimi.
Altro:
• Il manganese si trova in abbondanza in molti cibi.
• I minatori e i lavoratori di alcune industrie corrono il rischio di tossicità per-inalazioni di questo minerale. L’inalazione cronica può condurre ai sintomi del morbo di Parkinson.
Effetti:
Effetti da carenza e sintomi
Una carenza di manganese può compromettere la tolleranza al glucosio, che si manifesta con l’incapacità di eliminare gli eccessi di zucchero nel sangue tramite ossidazione e/o deposito. L’atassia, una deficienza nel coordinamento muscolare, è stata collegata ad una inadeguata assunzione di manganese. Le carenze possono anche apportare paralisi, convulsioni, cecità e sordità ai neonati. Vertigini, ronzii nelle orecchie e perdita dell’udito possono manifestarsi negli adulti.
Effetti benefici sulle malattie
Il manganese si è rilevato benefico nel trattamento del diabete. Combinato con le vitamine B, ha aiutato bambini e adulti che erano affetti da grave debolezza stimolando la trasmissione degli impulsi tra nervi e muscoli. Il manganese contribuisce anche alla cura della miastenia grave (deficienza del coordinamento muscolare e perdita della forza muscolare);secondo alcuni studi condotti , si ritiene che il manganese può essere utilizzato nel trattamento della sclerosi multipla.
Effetti benefici non dimostrati:
• Attenua i disturbi asmatici.
• Aiuta nella cura contro la sterilità.
• Attenua i disturbi diabetici.
• Aiuta a sopportare la fatica.
• Ha un’azione anti-invecchiamento.
• Aiuta nella cura della schizofrenia.
• Svolge un ruolo essenziale nella riproduzione.
Sintomi da carenza:
• Crescita e sviluppo anormali nei bambini.
• In età adulta non si evidenziano sintomi da carenza.
Sintomi supposti non dimostrati:
• Rallentamento della crescita della barba e dei capelli.
• Nausea e vomito occasionali.
• Ipocolesterolemia.
• Perdita di peso.
Esami di laboratorio rivelatori di carenza
• Manganese ematico.
Avvertenze e precauzioni
Evitare l’assunzione nel caso di:
• Individui sani con alimentazione bilanciata.
Occorre intervenire nel caso di:
• Malattie epatiche.
Sopra i 55 anni d’età:
• Non dovrebbero esserci problemi.
Gravidanza ed allattamento:
• Evitare le megadosi.
Effetto sugli esami da laboratorio:
• Un eccesso di manganese può ridurre la sideremia.
Sintomi da sovradosaggio:
• Cefalea.
• Crampi alle gambe.
• Disturbi alla respirazione.
• Impotenza.
• Inappetenza
• Stanchezza insolita.
LO ZINCO
Descrizione
Lo zinco è un minerale-traccia essenziale presente nell’organismo in quantità superiori a quelle di qualsiasi altro elemento traccia, al di fuori del ferro; infatti l’organismo umano contiene 1,8 gr di Zinco rispetto ai quasi 5 gr. di ferro. Lo zinco svolge svariate funzioni: 1) è in relazione con il normale assorbimento e con l’azione delle vitamine, in particolare quelle del complesso B; 2) è un elemento costitutivo di almeno 25 enzimi preposti alla digestione e al metabolismo; 3) è un componente dell’insulina e fa parte dell’enzima necessario per scomporre l’alcool; 4) svolge un ruolo fondamentale nella digestione dei carboidrati e del metabolismo del fosforo nonché nella sintesi dell’acido nucleico che controlla la formazione di varie proteine nelle cellule.
Lo zinco è essenziale per la crescita generale, per un corretto sviluppo degli organi della riproduzione e per il normale funzionamento della prostata; inoltre recenti rivelazioni mediche indicano che lo zinco è importante per la rimarginazione delle ustioni e delle ferite.
Questo minerale può anche essere necessario nella sintesi del DNA, che porta in sé tutti i caratteri ereditari e che dirige l’attività di ciascuna cellula. Le migliori fonti contenenti tutti gli elementi-traccia nel giusto equilibrio sono i cibi naturali non trattati, preferibilmente quelli coltivati in terreni fertilizzati organicamente. Diete ricche di proteine, di prodotti a base di cereali integrali, di lievito di birra, di crusca, di gemme di grano, e di semi di zucca sono di solito ricche di zinco. Il contenuto di zinco nella maggior parte delle acque potabili cittadine è tuttavia irrilevante.
Tab. 10
Le migliori fonti dietetiche di zinco sono:
Agnello Ostrica
Aringa Pesce
Crusca Prodotti integrali
Cuore di pollo Sciroppo d’acero
Gemme di grano Semi di girasole
Latte Semi di sesamo
Lievito Soja
Maiale Tacchino
Manzo magro Tuorlo
Melassa Zucchero bruno
Assimilazione e riserva
Lo zinco viene prontamente assorbito nella parte superiore dell’intestino tenue e la via principale per l’eliminazione è il tratto gastrointestinale; solo una minima parte viene persa con le urine.
Le riserve maggiori di zinco sono il fegato, il pancreas, i reni, le ossa, i muscoli volontari; questo è depositato anche in alcune parti degli occhi, nella prostata, negli spermatozoi, nella pelle, nei capelli, nelle unghie e nei globuli bianchi.
Una grossa assunzione di calcio e di acido fitico combinati, così come si trova in certi cereali, può impedirne l’assorbimento, quindi, se l’assunzione di calcio e di acido fitico è elevata, bisogna aumentare il consumo di zinco.
Interazioni con farmaci, vitamine o minerali
• Calcio: interferisce con l’assorbimento del calcio.
• Contraccettivi orali: abbassa i livelli di zinco nel sangue.
• Diuretici: aumentano l’escrezione di zinco. Se ne debbono prendere grandi quantità.
• Farmaci cortisonici: possono interferire con gli esami per la determinazione dello zinco.
• Ferro: diminuisce l’assorbimento di ferro. L’assunzione di alti dosaggi di zinco possono produrre questo effetto.
• Rame: diminuisce l’assorbimento del rame. L’assunzione di alti dosaggi di zinco possono produrre questo effetto.
• Tetraciclina: diminuisce l’assorbimento di tetraciclina a livello ematico. Tetraciclina e zinco non dovrebbero essere associati.
• Vitamina A: coopera nell’assorbimento della vitamina A.
Dosaggi e tossicità
Il Consiglio Nazionale di Ricerca suggerisce che nella dieta sia somministrato all’organismo, quotidianamente un apporto di zinco pari a 15 mg per gli adulti; 15 mg in più vengono consigliati per il periodo di gravidanza e ulteriori 25 durante l’allattamento. Il contenuto medio di zinco, in una dieta mista, varia dai 10 ai 15 mg.
Lo zinco è relativamente atossico benché un avvelenamento possa essere causato dal consumo di cibi conservati in contenitori galvanizzati. Elevate assunzioni di zinco interferiscono con l’utilizzazione del rame, causando un metabolismo incompleto del ferro e del rame nel fegato. Quando lo zinco viene integrato alla dieta, occorre ingerire anche quantità maggiori di vitamina A.
Effetti:
Effetti da carenza e sintomi
La causa più comune di una carenza da zinco è una dieta squilibrata, benché altri fattori possano concorrervi; per esempio il consumo di alcool può causare una carenza in quanto spinge lo zinco depositato fuori dal fegato e nelle urine; tutto ciò causa un aumento di stanchezza, una maggiore esposizione alle infezioni e alle ferite, tempi prolungati di rimarginazione e una diminuita prontezza mentale; ritardo nella crescita, e ritardata maturità sessuale. Un’insufficienza di zinco, unita a quella del rame e del vanadio, può portare all’aterosclerosi, anche le smagliature della pelle e le macchie bianche sulle unghie possono esserne sintomi. Il cadmio, un minerale tossico, accentua i segni di carenza di zinco, depositandosi nell’organismo e provocando gravi danni, che possono essere superati aumentandone il consumo. Recenti studi dimostrano che una carenza di zinco causa sterilità e nanismo negli essere umani. Tale carenza determina cambiamenti dannosi: nel cancro alla prostata, i livelli di zinco nella ghiandola sono molto bassi. James A. Halstead e Cecil Smith, Jr., della Trace Element Research Laboratory, Washington, D.C., hanno condotto interessanti studi sullo zinco, riscontrando bassi livelli di zinco nel plasma sanguigno di persone affette da cirrosi alcolica e da altri tipi di malattie del fegato, ulcere, attacchi cardiaci, mongolismo e fibrosi cistica. Anche donne incinte e donne che prendevano contraccettivi orali presentavano nel plasma sanguigno bassi tassi di zinco. Un’eccessiva eliminazione di zinco si manifesta nella leucemia e nella malattia di Hodking, ma le cause sono sconosciute.
Sintomi da carenza
Carenza moderate:
• Perdita del gusto e dell’odorato.
• Crescita non ottimale dei bambini.
• Alopecia.
• Eruzioni cutanee.
• Lesioni multiple sulla pelle.
• Glossite.
• Stomatite.
• Blefarite.
• Sterilità.
• Oligospermia.
• Difficoltà a cicatrizzare.
Carenze gravi:
• Ritardo nella formazione delle ossa.
• Epatosplenomegalia.
• Riduzione del volume testicolare.
• Funzioni testicolari inferiori alla norma.
• Rallentamento della crescita o nanismo.
Sintomi supposti non dimostrati
• Sterilità.
• Sintomi di malattia da immunodeficienze, come ad esempio infezioni ricorrenti, miastenia, diarrea, inspiegabile perdita di peso, febbre ingiustificata, ipertrofia delle ghiandole linfatiche.
Esami di laboratorio rilevatori di carenza
• Zinco ematico (spettroscopia ad assorbimento atomico)
Chi necessita di quantità addizionali?
• I soggetti con introito dietetico calorico e nutrizionale inadeguato o che richiedono un incremento addizionale.
• I bambini in età pre-scolare.
• Le persone anziane (sopra i 55 anni di età).
• Le donne in gravidanza o allattamento.
• I soggetti che fanno abuso di alcool o altre droghe.
• I soggetti con malattie croniche logoranti, stress prolungati o coloro che hanno da poco subito un intervento chirurgico.
• I soggetti a cui è stato chirurgicamente rimossa una porzione del tratto gastrointestinale.
• I soggetti con gravi ustioni o lesioni.
• I soggetti che assumono diuretici.
Effetti benefici sulle malattie
Lo zinco aiuta ad eliminare i depositi di colesterolo ed è stato usato con successo nel trattamento dell’aterosclerosi. Può contribuire ad una rapida rimarginazione delle cicatrici interne o di qualsiasi ferita alle arterie. Lo zinco è benefico nella prevenzione e trattamento dell’infertilità; garantisce un perfetto sviluppo della maturità degli organi sessuali. La sua somministrazione è importante nel morbo di Hodking e nella leucemia, nel trattamento della cirrosi epatica e dell’alcolismo. Inoltre è efficace nella cura del diabete, grazie ai suoi effetti regolatori sull’insulina nel sangue; infatti, l’aggiunta di zinco all’insulina prolunga il suo effetto sullo zucchero. (Un pancreas diabetico contiene solo circa la metà dello zinco rispetto ad uno sano).
Effetti dimostrati
• Funziona come anti-ossidante.
• Regolarizza il gusto e l’odorato.
• Promuove una crescita e uno sviluppo regolare.
• Favorisce la cicatrizzazione delle ferite.
• Favorisce la sintesi del DNA e dell’RNA.
• Promuove la divisione cellulare, la riparazione e la sintesi.
• Regolarizza il livello ematico della vitamina A.
Effetti benefici, supposti non dimostrati
• Mitiga l’angina.
• Mitiga la cirrosi epatica.
• Migliora le difese immunitarie.
• Previene il cancro.
• Aumenta la virilità e l’energia sessuale.
• Supporta la terapia diabetica.
• Cura l’acne.
• Cura l’artrite.
• Ritarda l’invecchiamento.
Avvertenze e precauzioni
Evitare l’assunzione nel caso di:
• Ulcere gastriche o duodenali.
Occorre intervenire nel caso di:
• Eventuale assunzione di dosi superiori a quelle indicate dal produttore.
• Integrazioni di calcio o di farmaci con tetraciclina. Lo zinco può interferire con l’assorbimento di tali farmaci.
Sopra i 55 anni d’età:
• Ci sono maggiori probabilità che si verifichino carenze.
Gravidanza:
• Molte diete hanno un basso apporto di zinco e possono non fornire quantità adeguate a sopperire l’aumentato fabbisogno di questo periodo. Valutare l’effettivo fabbisogno in relazione al quadro clinico.
• Un consumo eccessivo può portare a parto prematuro o ad esiti letali per il feto.
• Evitare le megadosi.
Allattamento:
• Molte diete hanno un basso apporto di zinco e possono non fornire quantità adeguate a sopperire l’aumentato fabbisogno di questo periodo. Valutare la necessità d’integrazioni.
• Evitare le megadosi.
Effetto sugli esami di laboratorio:
• Diminuisce i livelli delle lipoproteine ad altà densità (HDL) nei giovani maschi.
• Un alto dosaggio diminuisce il rame nel sangue.
Conservazione:
• Conservare in luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce diretta, ma non congelare.
• Tenere lontano dalla portata dei bambini.
Sovradosaggio/tossicità
È molto improbabile la tossicità ai livelli definiti dall’RDA.
Controindicazioni, effetti collaterali o sintomi da sovradosaggio
• Diarrea lieve: interrompere il trattamento. Occorre intervento medico.
• Dolori addominali: ricorrete ad un intervento d’urgenza.
• Nausea: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico immediato.
• Sanguinamento anormale: ricorrete ad un intervento d’urgenza.
• Ulcere gastriche: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico immediato.
• Vomito: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico immediato.
Interazione con altre sostanze
L’alcool, preso anche in quantità moderate, può aumentare l’escrezione di zinco e può diminuire la capacità dell’organismo di utilizzare lo zinco a livello epatico.
Bevande:
• Il caffè non dovrebbe essere consumato contemporaneamente all’assunzione di zinco perché potrebbe diminuirne l’assorbimento.
IL CROMO
Descrizione
Il cromo è un elemento minerale essenziale che si trova in concentrazioni di venti parti di cromo per 1 bilione di parti di sangue. E’ essenziale sia nella nutrizione degli animali che degli uomini, perché stimola l’attività degli enzimi coinvolti nel metabolismo del glucosio, aumentando l’efficacia dell’insulina, facilitandone così il trasporto, ed è utile per l’energia e per la sintesi degli acidi grassi e del colesterolo. Nel sangue compete con il ferro nel trasporto delle proteine e può anche essere coinvolto nella sintesi delle stesse attraverso la sua azione vincolante con le molecole dell’RNA. Riserve di cromo si possono ritrovare nell’olio di mais, nelle vongole, nei cereali integrali e carni; Frutta e vegetali ne contengono invece quantità minime; il lievito di birra ne fornisce una quantità sufficiente senza compromettere un’alta assunzione di carboidrati e, quindi, alti tassi di colesterolo.
Tab. 11
Le migliori fonti dietetiche di cromo sono:
Fegato di vitello Patate con la buccia
Frutta fresca Pesce e frutti di mare
Latticini Pollo
Lievito di birra Prodotti integrali
Manzo Uova
Ostriche
Assimilazione e riserva
Il cromo è un elemento difficile da assorbire; soltanto circa il 3% viene trattenuto nell’organismo, quantità che diminuisce in rapporto all’avanzare dell’età. Questo oligominerale si deposita soprattutto nella milza, nei reni e nei testicoli; piccole quantità vengono anche depositate nel cuore, nel pancreas, nei polmoni e nel cervello. Il cromo è stato ritrovato in alcuni enzimi e nell’RNA. L’eliminazione avviene principalmente attraverso l’urina, ed in quantità minori attraverso le feci. La quantità di cromo depositata nell’organismo diminuisce con l’età.
Dosaggio e tossicità
Non vi è alcuna dose dietetica consigliata riguardo il cromo. L’assunzione quotidiana per gli esseri umani è stimata in ragione di 80-100 microgrammi, sotto forma di complessi multivitaminici\minerali. Necessitano di quantità addizionali: soggetti che fanno abuso di alcool o altre droghe; con malattie croniche logoranti, o nel trattamento post-operatorio, specialmente nel tratto gastrointestinale o che hanno riportato gravi ustioni o lesioni, e soggetti con un introiti alimentare calorico nutrizionale inadeguato, o ne che richiedono un incremento.
Agisce nel trasporto degli amminoacidi alle cellule del fegato e del cuore e nel migliorare l’effetto dell’insulina nell’utilizzo del glucosio.
La tossicità può derivare dall’eccessiva esposizione a i processi industriali quali ad esempio la concia delle pelli, la tintura tessile, la perforazione per la ricerca del petrolio, la fotografia, la produzione di prodotti per trattare il legno, la pulitura dei mobili, la lavorazione della pellicce, la fabbricazione del vetro, la produzione di acciaio, cemento, la riparazione dei locomotori diesel.
Posologia
Tab. 12
Fabbisogni giornalieri raccomandati (RDA(*)): nessuna RDA è stata stabilita. Valori giornalieri di sicurezza:
Età Introito
0-6 mesi 0,01-0,04 mg
6-12 mesi 0,02-0,06 mg
1-3 anni 0,02-0,08 mg
4-6 anni 0,03-0,12 mg
Sopra i 7 anni 0,05-0,20 mg
*RDA = Recommended Daily Allowance
Effetti:
Effetti da carenza e sintomi
Anche una leggera carenza di cromo avrà gravi conseguenze sull’organismo. La raffinazione dei carboidrati è una probabile causa della perdita di cromo. Una carenza di cromo può essere un fattore che inibisce la funzione dell’insulina, che si manifesta in diminuiti tassi di crescita e in una grave intolleranza al glucosio nei diabetici. Si ritiene anche che l’interazione del cromo e dell’insulina non sia limitata al metabolismo del glucosio ma valga anche per il metabolismo degli amminoacidi.
Il cromo può inibire la formazione di placche aortiche e una carenza può contribuire all’arteriosclerosi.
Sintomi da carenza
• Ridotta sensibilità dei tessuti al glucosio, simile al diabete.
• Disordine nel metabolismo del glucosio, dei grassi e delle proteine.
• Sintomi che si evidenziano in soggetti con una conclamata sintomatologia diabetica, quali sovrappeso, senso di fatica, aumento della sensazione di sete e dell’appetito, tenesmo urinario, diminuita resistenza alle infezioni, infezione al tratto urinario e batteriche di pelle, bocca e vagina.
Effetti benefici sulle malattie
Il cromo aiuta a regolare il livello di zucchero nel sangue.
Effetti dimostrati
• Promuove il metabolismo del glucosio.
• Coopera con l’insulina nella regolazione della glicemia.
• Diminuisce il fabbisogno d’insulina e migliora la tolleranza del glucosio in alcuni soggetti con un’insorgenza diabetica avanzata.
Effetti benefici supposti non dimostrati
• Cura l’arteriosclerosi e il diabete.
• Facilita il legame dell’insulina alla membrana cellulare.
Sintomi supposti non dimostrati
• Nessuno
Esami di laboratorio rivelatori di carenza
• Cromo ematico
• L’analisi del capello non è considerata attendibile per definire eventuali carenze e tossicità.
Effetto sugli esami di laboratorio:
• Studi sulla sopravvivenza di globuli rossi condotti dopo esalazione di cromo radioattivo, evidenziano livelli ancora falsamente elevati
Avvertenze e precauzioni
Evitare l’assunzione nel caso di:
• Gravidanza e allattamento
• Lavoro in ambienti con alte concentrazioni di cromo
Occorre intervenire nel caso di:
• Diabete
• Malattie polmonari, epatiche e renali
Sopra i 55 anni d’età:
• Non c’è un fabbisogno specifico in una dieta bilanciata.
Conservazione:
• Conservare in luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce diretta, ma non congelare.
Interazioni con altre sostanze
• Insulina: Può diminuire la quantità di insulina per la cura del diabete.
• Zucchero: è parzialmente distrutto dal cromo.
FLUORO
Descrizione
Il fluoro è presente nei tessuti corporei in quantità molto variabili; le maggiori concentrazioni si osservano nelle ossa e nei denti, dove svolge un ruolo importante nei riguardi della carie dentaria, particolarmente in età molto veloce, con un meccanismo non ancora completamente chiaro.
Nonostante si sia riscontrato in certe specie di animali un effetto positivo del fluoro nell’accrescimento, nella riproduzione, nell’emopoiesi e la mineralizzazione, non esistono ancora criteri sufficienti per attribuire a questo elemento un definitivo ruolo in questi processi. Sono state avanzate ipotesi circa l’interrelazione del fluoro nell’assorbimento e l’utilizzo di altri nutrienti; sembra infatti, che favorisca in qualche modo l’assorbimento del ferro.
Tab. 13
Le migliori fonti naturali di fluoro sono:
Fegato di vitello Salmone in scatola
Mele Sardine in scatola
Merluzzo Tè
Rognone Uova
Assimilazione e riserva
L’assorbimento del fluoro, principalmente attraverso lo stomaco, è ottimizzato sotto forma di fluoruri solubili; il livello massimo di fluoro nel sangue è raggiunto nell’uomo dopo un’ora dall’ingestione, e dopo 3-4 ore si rileva il 20-30% della dose nelle urine. Tuttavia piccole quantità sono escrete anche attraverso il sudore e le feci. I reni sono i maggiori responsabili della regolazione del contenuto di fluoro nel plasma e soprattutto il tessuto osseo: infatti lo scheletro rappresenta la sede di accumulo con il procedere dell’età, anche in caso di introduzioni molto basse dell’elemento con cibi o con l’acqua Il calcio e l’alluminio influenzano l’assorbimento inibendolo e così pure diete ad alto livello di grassi.
Il fluoro non è molto diffuso in natura; in genere gli alimenti di origine animale ne contengono circa 1g/g; alcuni prodotti della pesca ed il tè ne rappresentano le fonti più ricche.
Interazione con farmaci, vitamine o minerali:
• Idrossido di alluminio: diminuisce l’assorbimento di fluoruro.
• Integratori di calcio: diminuisce l’assorbimento di fluoruro.
Interazione con altre sostanze
Bevande:
Il latte diminuisce l’assorbimento di fluoruro. Fare assumere la dose due ore prima o due ore dopo averlo bevuto.
Dosaggio e tossicità
L’introduzione giornaliera media di fluoro (soltanto per il fluoro contenuto nell’acqua potabile) varia da 0.3 a 3.1 mg a seconda delle zone più o meno ricche di questo elemento.
L’aggiunta di fluoro all’acqua potabile in ragione di 1ppm è in grado di ridurre notevolmente la frequenza della carie dentaria, sembra senza alcun secondario effetto nocivo. Il fluoro solubile dell’acqua potabile è quasi completamente assorbito, mentre l’assorbimento del fluoro della dieta è di circa il 50-80%. Livelli di fluoro nell’acqua potabile superiori a 2 ppm determinano la fluorosi, una condizione endemica caratterizzata da particolari screziature dello smalto dei denti.
Posologia
Tab. 14
Fabbisogni giornalieri raccomandati (RDA(*)): nessuna RDA è stata stabilita.
Valori giornalieri di sicurezza
Età Introito
0-6 mesi 0,1 – 0,5 mg
6-12 mesi 0,20 – 1,0 mg
1-3 anni 0,5 – 1,5 mg
4-6 anni 1,0 – 2,5 mg
7-10 anni 1,5 – 2,5 mg
Sopra gli 11 anni 1,5 – 4,0 mg
*RDA = Recommended Daily Allowance
Nota: la tabella denota il critico fabbisogno di fluoro dei primi anni di vita, con un graduale aumento della RDA. Se l’apporto di fluoruro è scarso per la povertà degli alimenti e delle bevande tipici dell’area in cui si opera, promuovere la somministrazione fino al sedicesimo anno. Applicazioni locali successive possono essere fatte una o due volte l’anno per prevenire la carie.
Come agisce questo minerale:
• Aiuta ad assorbire il calcio, contribuendo così al rafforzamento delle ossa ed alla formazione dei denti.
• Ostacola la crescita e lo sviluppo dei batteri che causano la placca dentale.
Disponibile sotto forma di:
• Compresse: ingoiare intere in un bicchiere colmo di liquido. Non masticare o frantumare. Ingerire durante i pasti principali o entro un’ora e mezza da essi, se non sotto diversa prescrizione.
• Gocce: diluire in almeno mezzo bicchiere di acqua o altro liquido. Ingerire durante i pasti principali o entro un’ora e mezza da essi, se non sotto diversa prescrizione. Evitare l’associazione con latte o latticini.
• Sciacqui: consigliare la piena aderenza alle norme espresse nei foglietti illustrativi e raccomandare una corretta igiene orale.
• Gel: seguire le istruzioni e raccomandare una corretta igiene orale dopo i pasti principali.
• Pasta: seguire le istruzioni e raccomandare una corretta igiene orale dopo i pasti principali.
Effetti:
Effetti dimostrati:
• Previene la carie dentale nei bambini quando il livello di fluoruro nell’acqua è inadeguato.
• Cura l’osteoporosi, associato a calcio e vitamina D. L’uso deve essere fatto sotto diretto controllo medico.
Effetti benefici supposti non dimostrati
Previene l’osteoporosi nelle persone anziane. Previene la presbiacusia
Chi necessita di quantità addizionali?
• I soggetti con un introito calorico o dietetico inadeguato o che richiedono un incremento nutrizionale.
• I soggetti che vivono in aree caratterizzate da un basso contenuto di fluoro nell’acqua. Valutare eventuali problemi alla dentizione, promuovere il consulto dentistico.
Sintomi da carenza
• Significativo aumento della carie dentale.
Sintomi supposti non dimostrati
• Osteoporosi nelle donne in periodo post-menopausale.
Esami di laboratorio rivelatori di carenza
Nessuno disponibile. L’esame obiettivo odontoiatrico, una o due volte all’anno, evidenzia, in presenza di eventuali carie, lo stato carenziale.
Avvertenze e precauzioni
Evitare l’assunzione nel caso di:
• Ridotto apporto di sodio o eccessivo apporto di fluoruro tramite l’acqua (superiore a 0,7 parti di fluoruro per milione). Troppo fluoruro macchia permanentemente i denti.
• Ipotiroidismo.
Occorre intervenire nel caso di:
• Osteoporosi
Sopra i 55 anni di età:
• Non dovrebbero esserci problemi particolari.
Gravidanza:
• Ci sono pareri contrastanti a proposito dei benefici o dei rischi per il feto.
• Evitare le megadosi.
Allattamento:
• Non dovrebbero esserci problemi particolari.
• Evitare le megadosi.
Effetto sugli esami di laboratorio:
• Fosfatasi acida ematica, calcemia e iodio legato alle proteine possono risultare falsamente diminuiti.
• Aspartato aminotrasferasi ematica (SGOT) può risultare falsamente aumentato.
Conservazione:
• Conservare in un luogo fresco ed asciutto, lontano dalla luce diretta, ma non congelare.
• Tenere lontano dalla portata dei bambini.
Altro:
• Un alto dosaggio, necessario per la cura dell’osteoporosi, causa con molta probabilità effetti tossici, fra cui un maggior numero di fratture ossee.
Sovradosaggio/tossicità
Crampi o dolori allo stomaco, debolezza, ematemesi, diarrea, feci nere, dispnea, tremore, salivazione abbondante, eccitabilità insolita.
• Per i sintomi da sovradosaggio: interrompere il trattamento e valutare l’intervento. Vedi “ Controindicazioni, effetti collaterali o sintomi da sovradosaggio”.
Controindicazioni, effetti collaterali o sintomi da sovradosaggio:
Una quantità eccessiva di fluoruro può causare:
• Costipazione: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico.
• Diminuzione del calcio nei tessuti seguito da dolori alle ossa e crampi alle gambe: continuate il trattamento. Occorre l’intervento medico.
• Dolore e sofferenza alle ossa: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico immediato.
• Eruzione cutanea: interrompere il trattamento medico. Occorre l’intervento medico immediato.
• Gonfiore in bocca: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico immediato.
• Inappetenza: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico.
• Marmorizzazione dei denti con colorazioni marroni, nere o bianche: continuate il trattamento. Occorre l’intervento medico.
• Nausea: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico.
• Perdita di peso: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico.
• Rigidità: interrompere il trattamento. Occorre l’intervento medico immediato.
COBALTO
Descrizione
La principale caratteristica del cobalto consiste nel cambiare colore col variare dell’umidità. Il cobalto espleta una funzione essenziale per la vita in quanto parte della vitamina B12. Il gruppo planare della B12, detto corrina, consta ,come le porfirine ,di 4 anelli pirrolici che coordinano uno ione cobalto. Con altri due legami coordinativi lo ione Co ( che come il Fe ha numero di coordinazione 6 ) lega da una parte il 5,6-dimetilbenzimidazolo e dall’altra un radicale R. Questo radicale è il CN nella cianocobalamina, l’OH nell’idrossicobalamina, il metile e la deossiadenosina nelle due forme coenzimatiche pertinenti. Per azione del CN tutti i vitameri ed i coenzimi della B12 si convertono in cianocobalamina che è la forma più stabile, anche se si decompone spontaneamente per azione della luce. La vitamina di cui sopra è sintetizzata esclusivamente dai microrganismi. Pertanto il cobalto è fisiologicamente attivo solo sotto forma di cianocobalamina, contenuta negli alimenti di origine animale come prodotto della flora intestinale. Esso è pertanto comunemente somministrato per via orale o parenterale agli animali per la mancanza di cobalto nei foraggi e nei terreni. Si somministra anche associato al sale pastorizio (cobaltato) e si unisce al concime per arricchirne i terreni deficienti.
Tab. 15
Le migliori fonti dietetiche di cobalto sono:
Bietole verdi Cavolo
Fichi Grano saraceno
Molluschi bivalva Crescione d’acqua
Latte Ostriche
Lattuga Spinaci
Fegato Rognone
Assimilazione e riserva
Il fabbisogno giornaliero di questo micronutriente, come componente della B12, considerando che è contenuto in essa per il 4,34% e che il livello giornaliero raccomandato della vitamina è di 2 microgrammi, è estremamente bassa. a differenza di quanto si riteneva prima, sembra da recenti ricerche che l’assorbimento del cobalto sia considerevole e che sia eliminato principalmente attraverso le urine . Il reciproco antagonismo tra ferro e cobalto, le cui somiglianze sono già state evidenziate, a livello assorbitivo, fa supporre che i due elementi seguano una via comune di trasporto intestinale. Forse esiste un’altra funzione del cobalto dato che il suo assorbimento supera la sua capacità di utilizzazione finora accertata.
Effetti:
Effetti da carenza e sintomi
v Anemia perniciosa
Questo tipo di anemia è causata da deficienza, nella dieta, di B12 (mancanza di acido folico causa la medesima anemia).Essa è caratterizzata dalla presenza in circolo di elementi immaturi della serie eritrocitaria. Inoltre la carenza di B12 porta a degenerazione delle fibre nervose e ad altre anomalie del sistema nervoso. Invero l’anemia perniciosa è solo eccezionalmente causata da mancanza di B12 nella dieta ma più generalmente dal blocco del suo assorbimento intestinale che è condizionato dal fattore intrinseco di Castle e dall’HCl, entrambi presenti nelle secrezioni gastriche: la deficienza del fattore intrinseco per anomalia genetica o interventi di resezione gastrica compromettono il trasporto e l’assorbimento intestinale. La sintomatologia neurologica della conseguente anemia perniciosa consiste nella progressiva demielinizzazione del tessuto nervoso: la 5’deossiadenosilcobalamina (coenzima derivante dalla B12) è necessaria alla trasformazione del metilmalonil-CoA in Succinil-CoA. Il metilmalonil-CoA ,che conseguentemente si accumula, interferisce con la formazione delle guaine mieliniche . Inoltre l’altro derivato coenzimatico della B12 è la metilcobalamina, coenzima di numerose tranmetilasi, la più importante delle quali è quella che converte la omocisteina in metionina. Questa reazione è molto importante in quanto rigenera la metionina man mano che questa , in forma di adenosil-metionina, cede i suoi metili nelle reazioni di transmetilazione. Una mancanza di B12 comporta deficienza di adenosil-metionina, conseguentemente viene limitata la sintesi dei nucleotidi costituenti il DNA, oltre che di metili. E’ però l’assenza di questi ultimi a causare l’anomala formazione di globuli rossi a livello del midollo e a compromettere la sintesi della colina , nel sistema nervoso, con conseguente anemia e sintomatologia neurologica. Un dato diagnostico precoce per la deficienza di B12 è l’aciduria metilmalonica: l’eliminazione urinaria di acido metilmalonico segue l’idrolisi del metilmalonil-CoA, che si accumula nei tessuti per le ragioni sopra esposte. I sintomi dell’anemia sono debolezza, soprattutto alle braccia ed alle gambe, gonfiore alla lingua, nausea, inappetenza, perdita di peso, gengive sanguinanti, intorpidimento , formicolio a mani e piedi, difficoltà a mantenere l’equilibrio, ittero, respiro corto, depressione, confusione e demenza, cefalea e poca memoria.
Farmaci quali l’acido para-aminosalicilico, colchicina, fenitoina e neomicina interagiscono con il cobalto provocando alterazioni negli esami di laboratorio riguardanti il cobalto o la vitamina B 12.
Dosaggio e Tossicità
Nell’animale da esperimento a partire da dosi corrispondenti a 4 mg per kg di peso corporeo si osserva una notevole riduzione dell’appetito e del peso corporeo ed anemia, dovuta forse al ridotto assorbimento del ferro. I disturbi dovuti a iperdosaggio di cobalto comprendono , nelle specie finora studiate ( ratto ed altri mammiferi) iperplasia del midollo osseo, aumento del volume del sangue, reticolocitosi e policitemia. Sintomi accertati sull’uomo sono ipertrofia cardiaca, ipertrofia della tiroide e policitemia. I livelli di Co che possono provocare segni di tossicità corrispondono a quantità notevolmente superiori rispetto ad una normale alimentazione. Sali di cobalto sono aggiunti alla birra nella concentrazione di 1,2-1,5 ppm per migliorare la formazione di schiuma; ma tali quantità, anche in caso di notevole consumo di birra sono ben lontane dalle dosi tossiche.
Avvertenze e precauzioni
Utilizzazione:
Il cobalto è aggiunto in quantità addizionali nei soggetti con gravi ustioni o lesioni e pare che anche soggetti affetti da bulimia o anoressia nervosa necessitino di quantità addizionali di cobalto che , non facilmente reperibile come integratore , deve essere principalmente ricercato nelle fonti di origine alimentare.
LO ZOLFO
Descrizione
E’ presente in alcuni amminoacidi, e di conseguenza in proteine ed ormoni, in cofattori enzimatici, ad esempio il coenzima A e nei mucopolisaccaridi come l’eparina ed i condroitin-solfati della cartilagine, tendini, matrice ossea.
Tab. 16
Le migliori fonti alimentari di zolfo sono:
Cavolo Manzo magro
Fagioli secchi Molluschi bivalve
Germe di grano Pesce
Latte Uova
Assimilazione e riserva
Il rifornimento riconosce fonti esogene ed endogene. La composizione esogena, più importante, è rappresentata dagli alimenti ed è costituita da zolfo organico (gruppi sulfidrilici, fosfolipidi, glicoproteine) ed inorganico (solfati di sodio, potassio, magnesio). La componente endogena è viceversa costituita, dalle modeste quantità di acido solfidrilico prodotta da batteri intestinali sulle proteine alimentari.
L’assorbimento dello zolfo di origine esogena ha luogo nel digiuno, nel duodeno e nell’ilio; quello di origine endogena, viceversa, è recuperato più distalmente. La funzione non assorbita è eliminata con le feci.
Il circolo portale veicola lo zolfo al fegato, dove avvengono importanti modificazioni metaboliche:
• Ossidazione dei gruppi tiolici degli amminoacidi in solfati inorganici.
• Parte non viene ossidato, ma utilizzato per la sintesi di sostanze contenenti gruppi tiolici ( solfidrilici) come l’insulina e ormoni dell’ipofisi anteriore.
• Si combina con varie sostanze fenoliche, prodotte per decomposizione batterica di amminoacidi, bilirubina, ormoni surrenali, previa attivazione ad 3′ adenosin- 5 fosfosolfato, rendendo questi composti più idrosolubili ed eliminabili con l’escrezione urinaria o biliare.
• Viene incorporato in alcuni proteoglicani.
• La metionina può cedere il proprio gruppo tiolico alla serina , trasformandola in cisteina.
In condizioni normali lo zolfo in circolo è presente in concentrazioni comprese tra 2,2-4,5 mg %; tale variabilità è funzione della quantità di proteine introdotte con la dieta.
La quantità totale dello zolfo circolante può essere così suddivisa:
• Zolfo neutro 1,7 a 3,5 mg % perché ha stato di ossidazione inferiore ai composti con solfati.
• Zolfo inorganico 0,5 a 1,1 mg %.
• Esteri solforici 0,1 a 1 mg %.
Interazioni con farmaci, vitamine o minerali
• Nessuna conosciuta
Interazioni con alte sostanze
• Il tabacco diminuisce l’assorbimento dello zolfo. Ai fumatori si potrebbe consigliare la assunzione di una maggiore quantità di zolfo.
Posologia
Fabbisogno giornalieri raccomandati (RDA): nessuna RDA è stata stabilita.
Come agisce questo minerale:
• Lo è una parte della struttura chimica della cisteina, metionina, taurina, glutatione.
Disponibile sotto forma di:
• Componente di molti preparati di multivitamina/minerale.
Effetti:
Effetti dimostrati
• Agisce nelle reazioni di ossidoriduzione.
• Favorisce la secrezione biliare.
Effetti benefici supposti non dimostrati
• Previene i processi d’invecchiamento.
• Attività antitossica.
Chi necessita di quantità addizionali?
• Con molta probabilità non sono necessarie integrazioni.
Sintomi da carenza
• Non sono stati registrati finora casi di carenza.
Esami di laboratorio rivelatori di carenza
• Nessuno disponibile se non per ricerca sperimentale.
Avvertenze e precauzioni
Evitare l’assunzione nel caso di:
• Non si conoscono controindicazioni.
Occorre intervenire nel caso di:
• Non si conoscono controindicazioni.
Sopra i 55 anni di età:
• Non si conoscono controindicazioni.
Gravidanza:
• Non si conoscono controindicazioni.
• Evitare le megadosi.
Allattamento:
• Non si conoscono controindicazioni.
• Evitare le megadosi.
Effetto sugli esami di laboratorio:
• Nessuno.
Conservazione:
• Conservare in luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce diretta, ma non congelare.
• Tenere lontano dalla portata dei bambini.
Sovradosaggio/tossicità
Ci sono poche probabilità che sia letale o che possa causare sintomi conclamati.
• Per i sintomi da sovradosaggio: interrompere il trattamento e valutare l’intervento. Vedi “Controindicazioni ,effetti collaterali o sintomi da sovradosaggio”.
• Per i sintomi da overdose accidentale(come nel caso di un bambino che ne abbia ingerita un’intera bottiglia):telefonare al Pronto Soccorso o al più vicino centro anti-veleni.
Controindicazioni ,effetti collaterali o sintomi da sovradosaggio
• Non se ne riscontrano.
Il RAME
Descrizione
Il rame è un minerale traccia presente in tutti i tessuti dell’organismo. Esso partecipa alla formazione dell’emoglobina e dei globuli rossi, facilitando l’assorbimento del ferro ed è presente in molti enzimi che scompongono o costruiscono il tessuto dell’organismo. Contribuisce alla conversione dell’amminoacido tirosina in un pigmento scuro che colora i capelli e la pelle. È anche coinvolto o nel metabolismo delle proteine e nei processi di cicatrizzazione. Il rame è necessario per la sintesi dei fosfolipidi, sostanze essenziali nella formazione delle membrane protettive della mielina che circonda le fibre nervose. Esso aiuta l’organismo ad ossidare la vitamina C e collabora con questa, alla formazione dell’elastina un elemento principale delle fibre muscolari elastiche di tutto il corpo. Il rame è necessario per un’adeguata formazione delle ossa e per il loro mantenimento. È anche necessario per la produzione del RNA fra le migliori fonti.
Tab. 17
Le migliori fonti dietetiche del rame sono:
ARACHIDI MIELE
AVENA NOCI
COZZE ORZO
FUNGHI OSTRICHE
GERME DI GRANO SALMONE
LENTICCHIE ZUCCHERO BRUNO
MELASSA
Nota: le quantità di rame variano in alcune verdure in relazione al contenuto di minerale del suolo in cui vengono coltivate.
riserva
L’assorbimento, che dipende dalla proteina metallotioneina, avviene nello stomaco e nella parte superiore dell’intestino. Il rame si trasferisce dall’intestino nel corrente sanguigno 15 minuti dopo l’ingestione. La maggior parte del rame apportato dalla dieta è eliminata dalle feci e nella bile, con una piccola perdita nelle urine. Il rame è depositato nei tessuti. Concentrazioni massime di rame si ritrovano nel fegato, nei reni, nel cuore e nel cervello. Le ossa e i muscoli hanno minor concentrazioni di rame, ma a causa della loro massa contengono oltre il 50% del totale del rame presente nell’organismo.
Interazione con farmaci, vitamine, minerali
Il livello di rame nel plasma può dipendere anche dall’interazione con vitamine, minerali, farmaci come ad esempio:
• cadmio: può interferire con l’assorbimento e l’utilizzo del rame;
• contraccettivi orali: aumentano il livello del rame;
• fibra e fitati: possono interferire con l’assorbimento e l’utilizzo del rame;
• molibdeno: mantiene una giusta proporzione di molibdeno e rame nel corpo;
• vitamina C: diminuisce l’assorbimento di rame;
• zinco: può interferire con l’assorbimento e l’utilizzazione di rame.
Dosaggio e tossicità
Il consiglio nazionale di ricerca consiglia un’assunzione d’etica giornaliera di 2 mg di rame per gli adulti. La persona media ingerisce dai 2,5 ai 5 mg il giorno. Vi sono persone che necessitano di quantità addizionata. Esse sono:
• soggetti che fanno abuso d’alcool e droghe;
• soggetti con malattie croniche logoranti;
• soggetti con stress prolungati o sottoposti ad interventi chirurgici;
• soggetti cui è stato rimosso un tratto gastrointestinale;
• soggetti con ustioni o lesioni gravi;
• soggetti nutriti per lungo periodo per via endovenosa;
• persone anziane;
• donne in gravidanza o in allattamento;
• bambini mal nutriti.
La tossicità è rara, poiché solo una piccola quantità di rame è assorbita e depositata, mentre la maggior parte è eliminata. In ogni modo, evitare l’assunzione nel caso di malattia di Wilson(un disturbo genetico raro che si manifesta con un metabolismo anormale del rame, da cui deriva una sua eccessiva ritenzione nel fegato, nel cervello, nei reni e nelle cornee degli occhi.
Posologia
Fabbisogni giornalieri raccomandati: dal Food and Nutrition Board of the National Research Council,1980.
ETÀ RDA(*)
0-6 mesi 0.6 mg
6-12 mesi 0.7 mg
1-3 anni 1 mg
4-6 anni 1.5 mg
7-10 anni 2 mg
Maschi
11-14 anni 2.5 mg
15-18 anni 2.5 mg
19-24 anni 3 mg
25-50 anni 3 mg
51+ 3 mg
Femmine
11-14 anni 2.5 mg
15-18 anni 2.5 mg
19-24 anni 3 mg
25-50 anni 3 mg
51+ 3 mg
Gravidanza 3 mg
Allattamento 3 mg
*RDA = Recommended Daily Allowance
Nota: circa il 30% del rame ingerito viene usato dall’organismo.
Altro:
• I livelli di rame nel sangue possono aumentare in soggetti con artrite reumatoide, cirrosi epatica infarto microcardico, gravi infezioni, schizofrenia, malati di cancro, donne in allattamento. I livelli di rame nel plasma diminuiscono con ipotiroidismo, protenuria anormale nell’infanzia, spume, nevrosi e sindrome di Menk (una malattia genetica piuttosto rara associata ad un difettoso trasporto del micronutriente).
Effetti:
Effetti da mancanza di rame
I sintomi più frequenti dovuti a mancanza sono:
• ipercolesterolemia;
• leucopenia;
• demineralizzazione delle ossa;
• anemia;
• fragilità delle grosse arterie;
• demielinizzazione del tessuto nervoso;
Effetti benefici sulle malattie
Il rame agisce con il ferro nella formazione dell’emoglobina, contribuendo in questo modo al trattamento dell’anemia. Esso è presente nella produzione di numerosi enzimi coinvolti nella respirazione. Oltre a ciò, tale oligominerale promuove la formazione di tessuti connettivi e la funzione del sistema nervoso centrale.
Il SELENIO
Descrizione
Il selenio è un oligo-minerale essenziale che si trova in quantità minime nell’organismo. Lavora in sinergia con la vitamina E in alcune delle sue azioni metaboliche per stimolare lo sviluppo normale del corpo e la fertilità. Il selenio è un antiossidante naturale e sembra conservi l’elasticità dei tessuti ritardando l’ossidazione degli acidi grassi polinsaturi, che può causare una solidificazione delle proteine dei tessuti.
Le migliori fonti dietetiche di selenio sono
AGLIO GERME DI GRANO
BROCCOLI LATTE
CAVOLO POLLO
CETRIOLI PRODOTTI INTEGRALI
CIPOLLE ROGNONE
CRUSCA SEDANO
FEGATO TONNO
FRUTTI DI MARE TUORLO
FUNGHI
Nota : il contenuto di selenio nel cibo dipende dalla misura in cui è presente nel suolo; le piante alimentari lo assumono direttamente dal suolo, mentre gli animali lo assumono indirettamente.
Assimilazione e riserva
Il fegato e i reni contengono una quantità di selenio quattro-cinque volte maggiore di quella presente nei muscoli e negli altri tessuti. Il selenio è normalmente eliminato attraverso le urine; la sua presenza nelle feci è un’indicazione d’assorbimento improprio.
Interazione con farmaci, vitamine e minerali
Il selenio interagisce con: la vitamina C, che ne diminuisce l’assorbimento e con la vitamina E, che ostacola l’ossidazione provocando la degradazione delle sostanze chimiche corporee.
Dosaggio e tossicità
La dose dietetica consigliata di selenio per gli adulti è estremamente bassa; ciò è dovuto alla sua tendenza a sostituire lo zolfo nei composti biologici e a inibire la reazione di alcuni enzimi. Il selenio può rivelarsi tossico allo stato puro; per questo motivo gli integratori alimentari dovrebbero essere presi con attenzione. Casi di tossicità si sono manifestati in quelle zone dove il contenuto di selenio nel suolo era elevato.
Posologia
Fabbisogno giornaliero raccomandato: valori giornalieri raccomandati dal
Food and Nutrition Board of the National Research Council 1980.
ETA’ RDA(*)
0-6 mesi 8 mcg
6-12 mesi 10 mcg
1-3 anni 20 mcg
4-6 anni 20 mcg
7-10 anni 30 mcg
Maschi
11-14 anni 40 mcg
15-18 anni 50 mcg
19-24 anni 70 mcg
25-50 anni 70 mcg
51+ 70 mcg
Femmine
11-14 anni 45 mcg
15-18 anni 50 mcg
19-24 anni 55 mcg
25-50 anni 55 mcg
51+ 55 mcg
Gravidanza 65 mcg
Allattamento 75 mcg
*RDA = Recommended Daily Allowance
Nota : studi metabolici condotti sull’uomo hanno evidenziato che i fabbisogni dipendono non soltanto dalla massa corporea ma anche dalla storia delle ingestioni di
selenio per fenomeni di adattamento.
Effetti :
Effetti da sovradosaggio
Tra gli effetti collaterali dovuti al sovradosaggio di selenio abbiamo:
• atrofia della pelle e del cuoio capelluto;
• capogiri e nausea senza causa apparente;
• odore persistente di aglio nell’alito e sulla pelle;
• unghie nere o fragili.
Effetti da mancanza e sintomi
Una mancanza di selenio non solo può apportare invecchiamento precoce, mica anche cardiopatie e morti miocardiche. Altri sintomi supposti non dimostrati, dovuti alla carenza di questo oligominerale, sono:
• cataratta;
• distrofie muscolari;
• ritardo della crescita;
• problemi epatici;
• sterilità;
• alcune forme di cancro.
Effetti benefici sulle malattie
Il selenio promuove, sia autonomamente sia legato alla vitamina E, un’efficiente azione anti-ossidante. Oltre a ciò, è in grado di stimolare il sistema immunitario, diminuire l’agglutinamento delle piastrine nella circolazione sangue e prevenire i coaguli a livello dei vasi sanguigni danneggiati nel cuore e nel cervello. Il selenio è anche in grado di proteggere l’organismo da ictus e malattie cardiovascolari nonché dai danni del fumo.
Conclusioni:
Nonostante le concentrazioni estremamente esigue tanto in circolo nelle correnti sanguigne quanto nei tessuti, la maggior parte degli oligoelementi ha, grazie alle ricerche condotte in questi ultimi anni, mostrato di svolgere un ruolo fondamentale in funzioni biologiche essenziali per la conservazione della vita quali la conduzione nervosa, il trasporto attraverso le membrane cellulari, la concentrazione cellulare, la produzione di energia mitocondriali, ecc.. Anche se le più recenti tecniche di analisi quantitative, come la spettrometria di assorbimento atomico e l’attivazione neutronica, hanno considerevolmente allargato le nostre conoscenze sia sulla concentrazione circolante ed intratissutale, che sul ricambio degli oligoelementi, buona parte delle funzioni e dei più fini aspetti metabolici tuttora ci sfugge.
Le conseguenze di una riduzione del contenuto di oligoelementi risultano molto più evidenti in campo sperimentale che non in sede clinica, grazie alla adozione di diete carenziali selettive. Nell’uomo, viceversa, l’ovvia impossibilità di riprodurre siffatte carenze specifiche e l’eventuale concomitanza di uno stato di denutrizione o di malassorbimento generalizzato concorrono nell’attenuare la possibile patognomicità di taluni quadri morbosi.
Un deficitario apporto di oligoelementi durante la gravidanza può avere effetti teratogeni ed incrementare anche considerevolmente l’incidenza di malformazioni congenite.
Bibliografia:
Materiale fornito dal:
• Dipartimento di Prevenzione A.S.L. CE-1 Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN)
Responsabile: Dr. Vincenzo Pontieri
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