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Oligoelementi – Cosa Sono E A Cosa Servono
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Oligoelementi – Cosa Sono e a Cosa Servono

Come le vitamine anche gli oligoelementi sono insostituibili e la loro carenza provocaalterazioni strutturali e fisiologiche favorendo le malattie.
” Gli oligoelementi sono quelle sostanze che senza partecipare essi stessi, producono reazioni le quali, in loro assenza o non verrebbero prodotte o necessiterebbero di condizioni molto spesso di difficile realizzazione” (J.Polonovski)

Gli oligoelementi, un tempo ignorati, sono fondamentali per la biochimica (chimica degli esseri viventi) anche perché fanno parte degli enzimi. Per una serie di fattori, tra cui gli immancabili (stress, alimentazione, pesticidi ed inquinamento) si può verificare che l’oligoelemento di un enzima perda la sua funzionalità, diminuendo così l’efficacia di catalizzazione.
Il deficit enzimatico dovuto alla carenza dei metalli, detto ametallosi, porta squilibri che ingenerano patologie funzionali.

L’inattivazione di un oligoelemento viene descritta con un termine molto espressivo: “chelazione”, nome che nasce dalle chele, e suscita l’immagine di una morsa che blocca.

L’oligoterapia, detta anche terapia delle funzioni o terapia catalitica dechelante, ripristina il funzionamento degli enzimi.

L’analogia tra le vitamine e gli oligoelementi ha spinto molti ricercatori a definire questi ultimi, vitamine inorganiche. Come le vitamine anche gli oligoelementi sono insostituibili e la loro carenza provoca alterazioni strutturali e fisiologiche favorendo le malattie.
Essi si integrano, in quanto naturali all’organismo, e non sono come i farmaci di sintesi che sostituiscono parzialmente un funzionamento deficitario; i farmaci vengono eliminati attraverso gli organi emuntori, mentre gli oligoelementi entrano nel tessuto cellulare riportando il corpo allo stato di equilibrio funzionale.

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Gli oligoelementi sono ioni inorganici, metalli e metalloidi presenti in tutti gli esseri viventi in piccole quantità ed il cui fabbisogno giornaliero è di alcuni milligrammi e talvolta anche di gran lunga inferiore. Alcuni di questi risultano essenziali per l’uomo dal momento che prendono parte in modo insostituibile ad alcune attività biochimiche-metaboliche. Sebbene le quantità indispensabili siano piccolissime, il loro apporto attraverso una corretta alimentazione è fondamentale. Il dosaggio di alcuni di essi sembra avere valori critici in particolari stadi come la gravidanza e l’allattamento, come per esempio lo zinco, altri invece come il cromo, sembrerebbero avere relazioni ancora poco chiarite con specifiche malattie come il diabete di tipo I .

Sono elementi nutritivi presenti nell’organismo e nei cibi in combinazioni organiche ed inorganiche; sebbene costituiscono circa il 4-5% del peso corporeo, sono basilari per il benessere fisico e mentale, perché costitutivi di tutti i tessuti e dei fluidi degli organismi.

Sono fattori importanti per il mantenimento dei processi fisiologici, rafforzano le strutture scheletriche, catalizzano molte reazioni biochimiche, sono importanti nella produzione di ormoni e anticorpi, e contribuiscono a mantenere il delicato equilibrio idrico. Tutti i minerali riconosciuti necessari per il corpo umano, devono essere presenti nella dieta, apportati come sostanze alimentari essenziali, che l’organismo non è in grado sintetizzare, o solo in quantità insufficienti.

Sono dei “BIOCATALIZZATORI”, ovvero aiutano, attivano, le reazioni chimiche e metaboliche indispensabili alla vita. La loro carenza induce alterazioni strutturali e fisiologiche, somministrati a giuste dosi prevengono e guariscono gli stati di carenza., e il loro impiego aiuta a ripristinare le funzioni deficitarie dell’organismo.

 

La CATALISI, deriva dal Greco “Katalysis” e significa dissoluzione, consiste nell’accelerazione di una reazione chimica tramite la presenza di una sostanza che pur partecipando alla reazione stessa, non viene né consumata, né trasformata nel corso di detta reazione. Sono gli enzimi che fungono da catalizzatori delle reazioni chimiche necessarie alla vita umana, ed essi per funzionare correttamente, hanno necessità degli oligoelementi

Per ATTIVITA’ CATALITICA degli OLIGOELEMENTI, si intende la capacità dei mimerali traccia di attivare importanti enzimi nel nostro organismo, che entrano nelle reazioni chimiche fungendo da catalizzatori, accelerandone di migliaia di volte la velocità. Proprio dalla CHELAZIONE “blocco”, degli oligoelemeti nel nostro organismo cosa che comporta la cessazione totale o parziale delle attività presiedute dagli enzimi, deriverebbe infatti, il blocco di talune reazioni chimiche, causa di patologie funzionali. L’esempio classico è quello del rame come oligoelemento, la cui presenza è indispensabile all’assorbimento del Ferro per combattere le anemie.

La dose infinitesimale degli oligoelementi è assolutamente PRIVA DI TOSSICITA’.

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Gli attuali metodi di coltivazione, e soprattutto i concimi chimici, depauperano i prodotti alimentari di vitamine e di minerali, ed anche di conseguenza di oligoelementi, i quali agiscono sul “terreno” , non solo sul sintomo, ma soprattutto sulle cause profonde della malattia, risolvono le cause tissutali e metaboliche, rinforzano le difese immunitarie, sono un supporto terapeutico sostanziale e indispensabile, come integrazione totale alla terapia fitoterapica, e ad altre terapie naturali.

Si utilizzano sia per aiutare a superare alcune tendenze patologiche funzionali, squilibri, che caratterizzano alcuni tipi di persone, ed anche possono essere usati per intervenire sul singolo disturbo che si presenta. L’uso corretto degli oligoelementi porta a dei cambiamenti reali, ed essendo le DIATESI (predisposizioni) reversibili si può passare da uno stato di anergia, che è quello più grave, ad uno stadio di salute migliore.

Lo scopo dell’oligoterapia è quello di ristabilire le funzioni metaboliche bloccate, attraverso la somministrazione di attivatori di pronto impiego e di elevata bio-disponibilità. L’azione è regolatrice ed equilibratrice e si adatta e si applica all’insieme del caso clinico nei suoi elementi psichici e fisiologici.

L’oligoterapia riconosce come tendendeze patologiche, dette Diatesi Funzionali tre terreni che vengono definiti con il nome o le loro associazioni in Manganese-Cobalto, in Manganese-Rame, in Oro-Argento-Rame.

L’oligoterapia attuale si divide in : catalitica, nutrizionale, farmacologica.

Oligoterapia catalitica
Secondo l’oligoterapia catalitica, le moderne condizioni di vita, l’inquinamento alimentare, atmosferico e medicamentoso, le malattie, comportano fenomeni di blocco degli oligoelementi presenti nell’organismo, con l’inattivazione totale o parziale dell’attività degli enzimi, da loro presieduta. Tale fenomeno è definito “chelazione”.

Oligoterapia nutrizionale.
Storicamente l’oligoterapia nutrizionale è la seconda forma di utilizzazione sistematica degli elementi minerali. Si sviluppa negli anni ’60 grazie ai notevoli progressi della Scienza dell’ Alimentazione che consentono di determinare il ruolo dei vari oligoelementi e il loro fabbisogno. Più recentemente si è sviluppata la Medicina Ortomolecolare e la Nutriterapia. Oggetto di studio di tali discipline è lo studio del ruolo dei micronutrienti essenziali (oligoelementi, vitamine, aminoacidi e acidi grassi essenziali) e la loro somministrazione in caso di carenza.

Oligoterapia farmacologica.
E’ a forma più recente di utilizzazione terapeutica di elementi minerali; si basa sull’impiego di concentrazioni nettamente più elevate di oligoelementi, rispetto alla catalitica e alla nutrizionale. Se si esamina un grafico che evidenzia l’attività biologica ottimale di un oligoelemento in base al suo apporto e alla sua concentrazione, si può rilevare la presenza di una zona, detta “ergotropica”, interposta tra apporto ottimale e zona tossicologica, che corrisponde all’effetto farmacologico.
Alcuni esempi di utilizzazione clinica dell’oligoterapia farmacologia sono quelli dell’impiego del Fluoro nel trattamento dell’osteoporosi, del solfato di zinco nel trattamento dell’artrite psoriasica e del morbo di Wilson oppure del Rame, in associazione con Novocaina e salicilato di sodio, nel trattamento dell’artrite reumatoide.

L’Oligoterapia nasce nel 1894 con Gabriel Bernard il quale scoprì che gli elementi traccia nel nostro organismo non erano delle impurità, ma erano essenziali sia pure in minime quantità, alle funzioni metaboliche del nostro organismo, nel 1920 Sutter utilizzava un preparato a base di Manganese e Rame, per curare l’eczema e l’asma bronchiale,

negli anni ’30 Menetrier introduce in forma regolare l’uso degli oligoelementi in terapia definendola OLIGOTERAPIA CATALITICA, ed il suo modello biologico prevede l’inserimento nell’organismo di microquantità in soluzione gluconata, con assorbimento perlinguale o parenterale, per il trattamento dei DISTURBI FUNZIONALI, in contrapposizione ai disturbi lesionali. Fa seguito il Picard che ha fornito contributi eccezionali di sperimentazione con gli oligoelementi in vari campi della medicina.

Gli oligoelementi sono presenti in concentrazione uguale o inferiore allo 0,01% del peso secco corporeo, sono presenti in tutti i tessuti sani di tutti gli organismi viventi, hanno una concentrazione tessutale relativamente costante, la loro carenza induce alterazioni strutturali e fisiologiche, il loro utilizzo, previene e guarisce le affezioni morbose provocate dallo stato carenziale.

Un oligoelemento si definisce essenziale quando possiede le seguenti caratteristiche:

·         è presente in tutti i tessuti sani di tutti gli organismi viventi

·         ha una concentrazione tissutale relativamente costante

·         induce, a seguito di una carenza, delle alterazioni strutturali e fisiologiche di vario tipo

·         previene o guarisce, attraverso il suo apporto, le affezioni morbose provocate dallo stato carenziale.

Gli elementi minerali essenziali svolgono, dunque, un ruolo fisiologico fondamentale nella chimica del vivente, al punto tale che un organismo non può crescere o completare il suo ciclo vitale senza di essi.
Gli elementi essenziali sono presenti in tutti i tessuti sani, svolgono un ruolo che non può essere sostituito da nessun altro ed hanno una concentrazione relativamente costante, che richiede un continuo controllo di tipo omeostatico.

Agli inizi degli anni ’60, solo una decina di tutti gli elementi minerali rispondeva ai requisiti descritti. Al momento attuale circa 1/3 degli elementi del sistema periodico possono essere considerati “essenziali”.

Tra gli oligoelementi 15 sono da ritenersi “essenziali”.
Di essi 4 sono metalloidi: Fluoro, Jodio, Selenio e Silicio.
Gli altri 11 appartengono al gruppo dei “metalli di transizione”: Cobalto, Cromo, Rame, Ferro, Litio, Manganese, Molibdeno, Nichel, Stagno, Vanadio, Zinco.

Esistono alcuni oligoelementi che pur non essendo considerati”essenziali” possono svolgere un’attività terapeutica: Alluminio, Argento, Oro, Bismuto, Germanio.

Meccanismo d’azione degli oligoelementi
I metalli e i metalloidi hanno la capacità di legarsi in vario modo alle strutture molecolari biologiche del nostro organismo; a seconda della natura della molecola con cui si legano gli oligoelementi possono ricoprire due ruoli:

1) un ruolo strutturale, quando la molecola partner è una sostanza organica non Enzimatica.
2) un ruolo funzionale, quando gli oligoelementi entrano a far parte della molecola di u n enzima o sono ad esso indispensabili per il suo funzionamento catalitico.

Una delle basi di utilizzo degli oligoelementi è la conoscenza delle diatesi di Menetrièr. Il termine diatesi nella medicina classica significava predisposizione a contrarre una determinata affezione patologica e tale affezione riconosceva un’unica causa costituzionale, generalmente di natura ereditaria.

 

 

 

 

Le diatesi sono predisposizioni costituzionali (dette terreno) che sono ereditarie e specifiche di ogni persona.
Sono tendenze a reagire a determinati stimoli sufficienti a provocare reazioni e malfunzionamenti nell’organismo, con coinvolgimento di aspetti fisici e psichici e che, nel tempo, possono degenerare in malattia vera e propria.
Ogni diatesi o terreno ha quindi delle “debolezze” intrinseche che possono trarre beneficio dall’uso di un oligoterapico di base.

Il concetto di diatesi secondo Menetrièr è sovrapponibile al concetto di terreno, ed è definibile come condizione reversibile, caratterizzata da sintomi che possono regredire, fino a scomparire del tutto, a seguito di una terapia con oligoelementi specifici, chiamati appunto diatesici.

Ciascuna diatesi riflette clinicamente variazioni dell’equilibrio biologico dato dai valori di Ph e rh 2 cioè di alcalinità, acidità, ossidazione e ossido-riduzione.

Esse corrispondono anche alla suddivisione delle 4 “costituzioni” e dei 4 “temperamenti” e, sempre con le debite distinzioni e precisazioni, vi corrispondono le costituzioni omeopatiche e in particolare gli aspetti clinici patologici dei 5 “movimenti” della medicina tradizionale cinese.

Per diatesi s’intende uno stato di squilibrio che riguarda sia la sfera psichica che fisica. Il dottor Menétriér individuò cinque tipi di diatesi, che si potrebbero chiamare anche terreni costituzionali del nostro organismo, ognuno con delle tendenze patologiche specifiche. Le diatesi o “modelli reattivi”, costituiscono la predisposizione a contrarre certe malattie, che coinvolge tutti gli aspetti fisici e psichici del soggetto. Secondo la sua ipotesi, le manifestazioni cliniche funzionali sono conseguenza di una particolare carenza di minerali che provoca blocchi a livello enzimatico o rallentamenti del metabolismo.

Ménétrier classificò in quattro diatesi gli stati individuali di terreno, più una quinta diatesi di disadattamento, suddivisa in due sindromi.

Ogni diatesi risponde al trattamento con un oligoelemento o associazione di più oligoelementi:

diatesi 1 o allergica (Manganese)
diatesi 2 o ipostenica (Manganese, Rame)
diatesi 3 o distonica (Manganese, Cobalto)
diatesi 4 o anergica (Rame, Oro, Argento)

disadattamento ipofiso-genitale (Zinco, Rame)
disadattamento ipofiso-pancreatico (Zinco, Nichel, Cobalto)

 

DIATESI ALLERGICA Mn, iperattiva
E’ detta anche del MANGANESE, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO, energico, volitivo, impetuoso, ottimista, fiducioso di sé, nervoso, irascibile, amante delle novità, memoria selettiva, emotivo, passionale.
Il comportamento fisico è caratterizzato da astenia, stanchezza, che scompare durante l’attività, è iperattivo la sera, ha un sonno irregolare.
La predisposizione è alle emicranie periodiche, a allergie agli agenti esterni, alle riniti, alle algie, ai disturbi digestivi o intestinali di tipo nervoso, alla gotta, disturbi mestruali.

DIATESI IPOSTENICA Mn-Cu, iporeattiva, ipostenica
E’ detta anche del MANGANESE-RAME, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO calmo, ponderato, indifferente, scarsa memoria, metodico, autocontrollato, non passionale.
Il comportamento fisico è caratterizzato dalla stanchezza di sera e allo sforzo, con mancanza di resistenza, bisogno di riposo, sonno abbastanza buono.
Come predisposizione alle malattie: fragilità delle vie respiratorie, infezioni, reazioni linfatiche e digestive, artrosi, cefalea, diabete, obesità, artrite.

DIATESI DISTONICA, Mn-Co, distonica
E’ detta anche del MANGANESE-COBALTO, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO ansioso, nervoso, malinconico, depresso, affaticabile, con cattiva memoria, cattiva concentrazione, invecchiamento organico.
Il comportamento fisico è caratterizzato da stanchezza progressiva agli arti inferiori, disturbi neurovegetativi, circolatori, digestivi, articolari, il sonno è mediocre, soffre di risvegli notturni.
La predisposizione alle malattie si evidenzia nei disturbi neurovegetativi, circolari, cardiovascolari, nella ipertensione, nelle ulcere, negli spasmi, nella colite nei calcoli, nell’artrosi, nella cefalea.

DIATESI ANERGICA, Cu-Au-Ag, astenica
E’ detta del RAME-ORO-ARGENTO, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono mancanza di vitalità, depressione, obnubilazione, indecisione, volubilità, mancanza di memoria e di concentrazione, grande rilassatezza.
Come comportamento fisico si ha stanchezza continua, nessuna autodifesa né fisica né morale, lassitudine generale, insonnia, incubi notturni , angoscia.

IN SINTESI:

Oligoelementi principali, o “diatesici” (rappresentano il rimedio catalitico per le diatesi corrispondenti):

Manganese per il terreno allergico

Manganese-Rame per lo sviluppo delle difese organiche

Manganese-Cobalto per le distonie neurovegetative

Rame-Oro-Argento
per ripristinare le forze e le reazioni vitali

 

Tra gli oligoelementi complementari, i più importanti sono:

Alluminio: regolatore delle funzioni cerebrali
Bismuto: rimedio delle malattie della gola
Cobalto: regolatore del sistema neuro-vegetativo
Rame: antinfettivo e stimolatore delle difese organiche
Fluoro: indispensabile nel metabolismo del calcio
Iodio: usato nelle affezioni tiroidee
Magnesio: implicato nel metabolismo delle cellule nervose
Fosforo: utilizzato nei fenomeni spasmodici e spasmofilici
Potassio: impiegato nei disturbi artrosici e del metabolismo idrico
Zolfo: regolatore dei disturbi dermatologici, epatici, artrosici
Zinco: indispensabile per la sintesi di vari enzimi

L’oligoterapia è una terapia naturale che anche se può essere associata ad altre terapie alternative, deve comunque rispettare le proprie modalità e tempi di assunzione e i propri dosaggi. E’ un aspetto, questo, molto importante affinchè l’oligoterapia abbia i propri effetti curativi e siccome si tratta di una cura che agisce in profondità, che va a modificare il “terreno”, cioè la natura propria del malato, è solo con la costanza della loro assunzione che potrà generare la guarigione.

Le preparazioni degli oligoelementi assomigliano a quelle usate per l’omeopatia, sotto forma di gluconati. I preparati infatti sono in bassissima concentrazione, dell’ordine di un milionesimo di grammo. In altre parole sono a dosi deboli e la loro efficacia si basa sugli stessi principi dell’omeopatia. Infatti per curarsi con gli oligoelementi bisogna rivolgersi a dottori omeopati.

Infatti è importante che i preparati vengano presi per via perlinguale, cioè tenuti sotto la lingua per 2 minuti. Questa fase e’ importante perche’ permette agli elementi chimici dell’oligoelemento di procedere alla prime trasformazioni, direttamente su una zona, molto ricca di terminazioni nervose e di vasi sanguigni, come la parte inferiore della lingua.

Gli oligoterapici vanno assunti preferibilmente a digiuno perciò il medico indicherà la mattina, prima di colazione il momento ideale per la loro somministrazione. Mentre se avviene di sera, il momento indicato è 10 minuti prima di cena o 2 ore dopo aver cenato. Per i casi in cui sono stati prescritti 2 preparati, uno con l’oligoelemento di base (Manganese, Manganese-Rame,Manganese-Cobalto, Manganese-Oro-Argento) e l’altro con quello complementare, il primo va assunto al mattino e l’altro la sera prima di andare a dormire.

I tempi terapeutici di assunzione dei preparati durano circa 3 mesi, seguiti spesso da una sospensione di 15-30 giorni. La posologia non cambia in base all’età del paziente, se si tratta di bambini, adulti o anziani, ma varia in base alle reattività del paziente che risulta più alta laddove l’assunzione è più frequente. E’ possibile un aggravamento iniziale, una reazione opposta a quella curativa, soprattutto dopo l’assunzione di Manganese e per questo la somministrazione andrà sospesa per circa 10 giorni per poi riprendere con somministrazioni meno frequenti.

L’oligoterapia non è indicata quando ci si trova davanti a stati lesionali gravi ed evolutivi, oppure quando ci sono insufficienze d’organo, in presenza di psicosi e di nevrosi strutturate. Infatti se si proviene da una cura a base cortisonica della durata di più di un anno, o da una cura a base di psicofarmaci antidepressivi e neurolettici, l’azione degli oligoelementi non ha nessuna efficacia, perchè vengono “ostacolate” da queste altre sostanze curative. E’ possibile che via sia un’intolleranza al Cobalto, fino a qualche tempo fa era rara, ma ora si che è più diffusa bisogna stare attenti anche se viene assunto in forma di Mercurio-Cobalto. In entrambi i casi, assunto in forma semplice o altra induce a vertigini e sensazioni di malessere.

Anche il Rame, in alcuni casi, può generare turbe digestive insieme a crampi addominali. Ma se si cessa la somministrazione cessano anche questi disturbi. Il Manganese, invece, induce manifestazioni allergiche, ma di solito sono di tipo transitorio per cui basterebbe interrompere la somministrazione e riprenderla con una posologia ridotta. Mentre il Rame-Oro-Argento possono provocare turbe del sonno e irritabilità, ma ciò dipende dal fatto che con tali somministrazioni vi è una correzione di energia mentre si passa dalla quarta diatesi alla prima che è caratterizzata dall’insonnia e dall’agitazione serotina. In tal caso si deve passare alla sostituzione di questa somministrazione con quella di Manganese

I principali oligoelementi:

ALLUMINIO coadiuvante fisiologico, regolatore del sistema nervoso, può essere utile al bambino con ritardo nell’organizzazione delle attività cognitive e all’adulto in condizioni di stress.

ARGENTO trova impiego come coadiuvante fisiologico ad azione battericida, per il benessere delle prime vie aeree.

BISMUTO coadiuvante fisiologico per le manifestazioni infiammatorie del cavo orale.

CALCIO è il minerale più largamente rappresentato nell’organismo umano: nell’adulto è contenuto nella misura di 1200 g circa, il 99% del quale nello scheletro e nei denti. Il rimanente 1% è ripartito tra tessuti molli e liquidi extracellulari; in questi ultimi la quota ionizzata (45% circa) rappresenta la quota funzionalmente attiva.

Nelle ossa il calcio svolge un ruolo strutturale come componente dell ‘idrossiapatite e costituisce una riserva per il mantenimento della concentrazione plasmatica, che varia entro stretti limiti intorno a 2,5 mmolll (IO mg/dl) grazie alle note azioni omeostatiche svolte dagli ormoni calcioregolatori: paratormone, calcitriolo (1,25 OH-colecalciferolo) e calcitonina. Nell’ambito extra ed intracellulare il calcioione è richiesto per lo svolgimento di funzioni altamente specializzate (attivazioni enzimatiche, trasmissione dell’impulso nervoso, contrazione muscolare, permeabilità delle membrane, moltiplicazione e differenziazione cellulare).

COBALTO è il grande regolatore del sistema neuro-vegetativo e agisce come equilibratore nelle distonie neuro-vegetative comportandosi, come suggerisce Jean SaI, da “tranquillante” e antiansia. Oltre a ciò è assai prezioso come antispasmodico vascolare arterioso.

CROMO è un nutriente il cui ruolo biologico non è ancora ben chiaro. Sembra che agisca potenziando l’azione dell’insulina, e pertanto influenza il metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine secondo meccanismi non ancora ben stabiliti (Offenbacher & Pi-Sunyer, 1988; Stoecker, 1990, Nielsen, 1994).
Si pensa che il cromo faciliti l’azione dell’insulina regolando il numero dei recettori di membrana o favorendo l’interazione fra recettore ed insulina o in entrambi i modi.

FERRO entra nella costituzione dell’emoglobina, della mioglobina e di diversi enzimi. Come tale svolge importanti funzioni, quali il trasporto di ossigeno ai tessuti, il trasferimento di elettroni nella catena respiratoria e l’attività di importanti sistemi enzimatici. Tra questi, quelli, della sintesi e degradazione delle amine biogene (tra cui i neurotrasmettitori dopamina e serotonina) e quelli devoluti alla degradazione metabolica di xenobiotici (citocromo P450 e b5). Il contenuto di ferro nell’organismo è di circa 3-4 g. Circa il 65% del ferro totale dell’organismo è presente nella molecola dell’emoglobina, mentre il 10% è contenuto nella mioglobina.

L’organismo mantiene l’equilibrio del ferro attraverso:

·         la costituzione di un pool di riserva,

·         la modulazione dell’assorbimento in funzione dei bisogni,

·         il recupero dal catabolismo degli eritrociti (Finch & Cook, 1984).

FLUORO: nell’organismo è di circa 2,6 g, principalmente nelle ossa e nei denti; la sua concentrazione nel plasma varia tra 0,15 e 0,20 mgll. Il fluoro ingerito viene assorbito nello stomaco e nel tratto prossima le dell’intestino tenue. L’assorbimento è rapido ed il livello plasmatico massimo viene raggiunto in 40-60 minuti. L’assorbimento del fluoro sotto forma di ioni fluoruro, forma nella quale si trova nell’acqua, è più veloce e più completo di quello del fluoro legato alle proteine, forma nella quale si trova negli alimenti.

FOSFORO presente nell’organismo (85%) è depositato nelle ossa insieme al calcio sotto forma di idrossiapatite; il rimanente 15% è situato nei tessuti molli e nei liquidi extracellulari, nei quali riveste un ruolo strutturale (fosfolipidi presenti in tutte le cellule e specialmente nel tessuto nervoso) ed un ruolo funzionale (fosfati) nel metabolismo intermedio, ed in una serie di composti adibiti a deposito e trasporto di energia (ATP) e alla trasmissione intracellulare di messaggi ormonali (AMPc).

Ad un aumento dell’apporto alimentare di fosforo fa seguito un rapido aumento dell’escrezione urinaria. Circa il 60% del fosforo alimentare è assorbito dall’intestino; l’assorbimento è influenzato favorevolmente dalla vitamina D (1-25 idrossicolecalciferolo), indipendentemente dal suo effetto sull’assorbimento del calcio (Kabakoff et al., 1982).

IODIO fa parte delle molecole degli ormoni tiroidei, tetraiodiotironina (T4) e triiodotironina (T3), e quindi la sua funzione principale è quella di assicurare all’organismo l’attività esercitata da questi ormoni nel processo di crescita e nella morfogenesi di diversi organi ed apparati. La loro azione si esplica a diversi livelli: nella termogenesi, nel metabolismo glucidico (aumento del consumo cellulare del glucosio, del suo assorbimento intestinale e riduzione della gluconeogenesi epatica), nel metabolismo proteico (attivazione della sintesi proteica), nel metabolismo lipidico (regolazione della sintesi del colesterolo), nel metabolismo fosfo-calcico (favorisce la deposizione del Ca++ nella matrice dell’osso).

LITIO in preparazioni catalitiche, viene utilizzato nelle forme depressive di tipo funzionale, Il vantaggio di usare il litio come oligoelemento, in soluzioni catalitiche oligoterapeutiche è quindi enorme, perchè consente l’impiego benefico di questo metallo, senza gli svantaggi che presentano le dosi ponderali allopatiche.

MAGNESIO nell’organismo adulto è di 20-28 g circa: il 60% è presente nelle ossa, il 39% nei compartimenti intracellulari e circa 1’1% nei liquidi extracellulari. Il magnesio svolge un ruolo essenziale in un gran numero di importanti reazioni cellulari. E’ essenziale in molti processi metabolici (biosintesi dei lipidi, delle proteine e degli acidi nucleici, oltre che in processi di trasporto di membrana energia-dipendenti. Il magnesio partecipa all’attività di oltre 300 sistemi enzimatici (Wacker, 1980).
La sua concentrazione nei liquidi extracellulari è di importanza critica, insieme a quella del calcio e di altri cationi, per il mantenimento del potenziale di membrana dei nervi e dei muscoli e per la trasmissione dell’impulso nervoso: il magnesio è inoltre essenziale per i processi di mineralizzazione e di sviluppo dell’apparato scheletrico (Aikawa, 1981).

MANGANESE è rivelato elemento essenziale in ogni specie animale studiata. Il contenuto totale di manganese nell’organismo umano varia da 12 a 20 mg. Il manganese è noto come attivatore di numerosi enzimi in vitro, ed è costituente di alcuni metalloenzimi (arginasi, piruvato carbossilasi, glutamina sintetasi e superossido dismutasi mitocondriale) (Hurley & Keen,1987; Keen, 1990). I tessuti e gli organi più ricchi di manganese sono le ossa e gli organi ricchi di mitocondri (fegato, rene e pancreas). L’assorbimento avviene nell’intestino tenue; ferro e cobalto possono competere per l’assorbimento. Anche elevati livelli di calcio, fosforo e fitati compromettono l’assorbimento del manganese.

MANGANESE – COBALTO associazione che unisce all’azione antiaIlerglcie antiartritica del Manganese, quella del Cobalto, antidistonica a livello del sistema neuro-vegetativo. Si tratta di un potente rimedio per la 3° Diatesi. È un rimedio che consente dì bloccare i fenomeni distonici.

MANGANESE – RAME. Il Rame è implicato in numerosi processi enzimatìci che hanno importanti applicazioni terapeutiche di tipo antinfettivo e antinflammatorio. Manganese-Rame, in associazione, producono un notevole sviluppo delle difese organiche nella 2° Diatesi.

MANGANESE – RAME – COBALTO unisce le carateristiche antillergiche e antidistoniche del Manganese e del Cobalto, assieme alle proprietà stimolanti del Rame.

NICHEL – COBALTO è il rimedio della secrezione esocrina del pancreas; torna utile per i più vari disturbi digestivi e per l’aerofagia.

ORO catalitico è importantissimo per stimolare le difese naturali e la capacità di risposta dell’intero organismo, azione che avviene spesso in concomitanza con quella che migliora il sistema cardiovascolare, L’oligoelemento ha una sua specificità per le turbe funzionali proprie della presenescenza, del climaterio e dell’andropausa.

POTASSIO è il principale catione intracellulare, essenziale in quanto non sostituibile da altri elementi. Un milliequivalente di potassio (mEq) corrisponde a 39 mg. Un maschio adulto contiene circa 110-140 g di potassio (corrispondenti a circa 1,6- 2 g/kg di peso corporeo); almeno il 95% è intracellulare, ad una concentrazione di 150 mEq/1 (5,9 gli); la quota rimanente si trova nel liquido extracellulare, ad una concentrazione di 3,3-5,5 mEq (137-215 mg/l). La pur piccola quota di potassio extra-cellulare è coinvolta in processi fisiologici importanti, come la trasmissione degli impulsi nervosi, il controllo della contrattilità muscolare e della pressione arteriosa. Il potassio, analogamente al sodio, è contenuto negli alimenti in forma ionica, solubile e quindi disponibile all’assorbimento. Più del 90% del potassio di origine alimentare viene assorbito nel tratto prossimale dell’intestino tenue.

RAME partecipa all’attività di metalloenzimi che trasferiscono elettroni (ossidasi): citocromo-ossidasi, tiolossidasi, DOPA ossidasi e superossido dismutasi (SOD). Il rame risulta di conseguenza un elemento essenziale per il metabolismo energetico a livello cellulare, per la produzione di tessuto connettivo e per la sintesi di peptidi neuroattivi (catecolamine e encefaline). Partecipa alla catena respiratoria, interviene nella sintesi dell’emoglobina (con il ferro) e nell’attività di cheratinizzazione e pigmentazione dei capelli e della cute. Ha, inoltre, influenza sulla funzionalità cardiaca. Il contenuto totale nell’organismo varia da 50 a 120 mg di cui 40% nei muscoli, 15% nel fegato, 10% nel cervello, 10% nel sangue e il restante nel cuore e nei reni. L’assorbimento del rame introdotto con gli alimenti avviene a livello del tenue, tramite legame con una metallotioneina; la quota assorbita viene stimata tra il 35 e il 70%. L’assorbimento viene favorito in condizioni di pH acido, ed è inibito dai fitati, dal calcio, dall’acido ascorbico e da altri oligoelementi, in particolare dallo zinco, il cui metabolismo è strettamente legato a quello del rame.

RAME – ORO – ARGENTO è stato rilevato sperimentalmente che, nell’associazione Cu-Au-Ag i tre metalli in sinergia producono una potente azione terapeutica di tipo catalitico. Dove si riscontra una situazione Anergica, il Rame-Oro-Argento rappresenta il rimedio d’obbligo, con risultati molto significativi.

SELENIO è usato per eliminare i radicali liberi in sinergia con la Vitamina E e in molti enzimi antiossidanti e gioca anche un ruolo importante nel funzionamento della ghiandola tiroide; può essere usato in sindromi a livello del sistema cardiovascolare, soprattutto come cofattore per il controllo della pressione arteriosa e nella prevenzione del morbo di Keshan, dovuto probabilmente ad un enterovirus (coxsackie), favorito dalla degenerazione delle membrane dovuta ai radicali liberi. Il selenio nella dieta viene da cibi come cereali, pesce e uova. Le Noci del brasile sono particolarmente ricche di selenio.

Il contenuto totale di selenio nell’organismo umano mostra ampie variazioni (da 3 a 30 mg) nelle diverse popolazioni, in rapporto all’assunzione con la dieta nelle varie zone geografiche.che a sua volta varia con la composizione del terreno.La dose consigliata di selenio per gli adulti è di 55 microgrammi al giorno; più di 400 microgrammi al giorno possono provocare una intossicazione da selenio (selenosi). La tossicità nell’uomo si evidenzia con diversi sintomi, con degenerazione degli annessi cutanei quali capelli e unghie, diarrea e febbre. Si possono inoltre osservare dermatosi vescicolare, disturbi neurologici (parestesie, paresi) e danni epatici, più rari.

ZINCO è distribuito in tutti i tessuti, ma si concentra in particolare nella muscolatura striata (60%), nelle ossa (30%) e nella pelle (4-6%) (Jackson, 1989). Solo lo zinco epatico può essere in parte mobilizzato in caso di deficit limitato nel tempo, ma non esistono riserve specifiche di zinco, per cui è necessario un apporto regolare con l’alimentazione. Lo zinco svolge un ruolo importante, insieme con il selenio e lo iodio, nel metabolismo degli ormoni tiroidei. Inoltre mantiene la configurazione di alcune proteine non enzimatiche, quali i fattori di trascrizione del DNA, l’insulina e la timulina, e quindi è importante per la maturazione delle cellule del sistema immunitario che derivano dal timo (Beisel, 1990). Svolge anche un’attività antiossidante, prevenendo la perossidazione lipidica e riducendo la formazione di radicali liberi (Bray & Bettiger, 1990).

Lo zinco è necessario per la formazione di ossa e muscoli e può, in caso di carenza, diventare un nutriente limitante per tale sintesi. Dello zinco introdotto con gli alimenti, circa il 10-40% viene assorbito a livello dell’intestino prossimale. La quota assorbita varia a seconda della sua forma chimica, della sua concentrazione ematica, della contemporanea presenza nel lume intestinale di microelementi in competizione per il trasporto, di agenti chelanti e della concentrazione di metallotioneina sintetizzata dalla cellula mucosale. Questa proteina, la cui sintesi è stimolata dalle elevate concentrazioni seriche dell’oligoelemento, lega lo zinco con elevata affinità. Due terzi dello zinco così assorbito vengono legati all’albumina mentre l’altro terzo per essere trasportato si lega ad una à -macroglobulina. Lo zinco viene eliminato principalmente con le feci ma anche con le urine (il 2-8% dello zinco in circolo è ultrafiltrabile).

In associazione con il Rame, il Nichel e il Cobalto, forma complessi catalitici attivi a livello dell’asse ipofiso-genitale e ipofiso-pancreatico.

ZINCO – RAME accanto agli oligoelementi diatesici, quelli collegati alla Sindrome di disadattamento e più precisamente la Zinco-Rame per le disfunzioni ipoflogenitali.

ZINCO – NICHEL – COBALTO nella Sindrome di disadattamento è il rimedioipofiso-pancreatico.

ZOLFO è implicato in moltissimi sistemi enzimatici.

I campi di impiego sono:
1) forme allergiche dermatologiche e respiratorie;
2) dìsfunzioni epato-biliari;
3) forme artrosiche e artritiche.

 

 

http://www.erboristeriarcobaleno.com/oligoelementi_.html

 

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