POTASSIO E MAGNESIO- MANGANESE E COBALTO (NOI UTILIZZIAMO QUELLI DELLA OLIGOSOL IN FARMACIA)
POTASSIO:
Potassio nel sangue: a cosa serve e quali funzioni svolge:
Il potassio è implicato in diversi processi fisiologici importanti come:
Lo scambio idro-salino a livello cellulare;
La contrattilità dei muscoli lisci (come i vasi sanguigni) e di quelli striati (come i muscoli scheletrici);
Il rilascio dei secreti e degli increti da parte delle cellule endocrine e delle ghiandole esocrine (si tratta di ghiandole che versano il loro secreto all’esterno del corpo o in cavità comunicanti con l’esterno come quelle sudoripare, lacrimali e salivari);
La regolazione della pressione arteriosa;
Potassio e ritenzione idrica
La tanto odiata ritenzione idrica è una condizione multifattoriale alla cui base c’è uno squilibrio tra la quantità di potassio che si trova all’interno delle cellule (ambiente intracellulare) e la quantità di sodio presente nel liquido interstiziale, che circola all’esterno delle cellule (ambiente extracellulare).
In condizioni normali la proporzione di questi due sali dovrebbe essere abbastanza simile per permettere gli scambi necessari all’organismo. Ma uno squilibrio di questi due sali in favore del sodio induce l’organismo a trattenere una maggiore quantità di acqua per ottenere una normale diluizione, causando in questo modo la ritenzione di liquidi che spesso determina la presenza di edema con conseguente rigonfiamento.
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Questa caratteristica è dovuta a una proprietà del sale (o meglio del cloruro di sodio), l’igroscopia, e cioè la capacità di assorbire molecole d’acqua presenti nell’ambiente circostante.
Se si soffre di ritenzione idrica o se semplicemente si vuole prevenirla è consigliabile seguire questi consigli:
Seguire uno stile di vita corretto (senza fumo ed alcol);
Praticare regolare e quotidiana attività fisica, almeno mezz’ora al giorno, tutti i giorni, che corrisponde a 10 mila passi;
Scegliere un’alimentazione sana, preferendo cibi ricchi di potassio, riducendo il sale da tavola e tutti i cibi contenenti grandi quantità di sodio come il dado, i salumi, i formaggi stagionati, i prodotti confezionati come crackers salati, patatine, grissini e i piatti surgelati;
Mantenersi idratati quotidianamente, assumendo almeno 1,5 L d’acqua, preferendola a basso apporto di sodio (non più di 20 mg/L).
Potassio e ipertensione
Un recente studio del Research Center avrebbe dimostrato il ruolo fondamentale del potassio sul benessere cardiaco: aumentarne l’assunzione attraverso l’alimentazione contribuirebbe alla prevenzione e alla riduzione della pressione sanguigna nelle persone ipertese.
Se quindi soffrite di ipertensione potete ridurla effettuando regolare attività fisica, riducendo il peso in eccesso, assumendo meno alcol e sale (compresi gli alimenti ricchi di sodio) e aumentando il consumo di cibi ricchi di potassio.
Il potassio nella trasmissione nervosa
In questo delicato e preciso processo sono implicati diversi ioni, tra cui anche il sodio e una particolare struttura proteica (un enzima) che trasporta il sodio e il potassio chiamata appunto pompa sodio-potassio. Quando il neurone (la cellula nervosa per eccellenza) è a riposo la sua membrana risulta polarizzata: carica positivamente all’esterno e negativamente all’interno.
Questa differenza di carica è mantenuta proprio dalla pompa sodio/potassio che, con dispendio energetico della cellula, pompa attivamente ioni sodio fuori e ioni potassio all’interno. Quando, al contrario, il potenziale di membrana viene modificato in direzione contraria, avviene l’iperpolarizzazione.
Quando in un neurone la depolarizzazione supera il valore di soglia, si genera un potenziale d’azione, che è la base del trasferimento di segnali nervosi.
Fonti alimentari di potassio
La normale alimentazione fornisce normalmente adeguate quantità di potassio in quanto tutti gli alimenti (tranne i grassi da condimento, lo zucchero e gli alcolici) sono una fonte di questo oligoelemento.
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In particolare gli alimenti di origine vegetali (frutta, verdura, legumi, erbe aromatiche e spezie) e le carni fresche possiedono una maggiore concentrazione di potassio e, soprattutto, un rapporto potassio/sodio maggiore. Per questa distribuzione ubiquitaria del potassio negli alimenti, è molto difficile che possa insorgere una sindrome da carenza alimentare.
Tabella con alcuni degli alimenti più ricchi di potassio (per 100 gr):
Albicocche disidratate
1260mg
Crusca di grano
1160mg
Fichi secchi
1010mg
Ceci secchi
800 mg
Datteri disidratati
750 mg
Fagioli
650 mg
Noci
603 mg
Patate
570 mg
Spinaci
530 mg
Valeriana
459 mg
Avocado
450 mg
Kiwi
460 mg
Cavoletti di Bruxelles
380 mg
Banane
350 mg
Carenza di potassio: cause e sintomi
Se è molto rara una sindrome da carenza alimentare di potassio esistono, invece, alcune condizioni che possono determinare una riduzione della quantità di potassio come avviene in alcune patologie dell’apparato digerente (vomito e/o diarrea protratti; abuso di lassativi), dell’apparato renale (alcune nefropatie croniche) o patologie endocrino-metaboliche (iperaldosteronismo e chetoacidosi diabetica).
In condizione di carenza di potassio i sintomi più comuni sono l’astenia (stanchezza), la confusione mentale (spesso presente nelle persone anziane per l’uso di diuretici e scambiata inizialmente per un principio di demenza senile), la riduzione dell’attenzione, l’ansia, l’anoressia e il torpore.
Gravi ipokaliemie (< 2,5 mEq/l) possono causare alterazioni della motilità intestinale con conseguente ileo paralitico, ma anche alterazioni del ritmo cardiaco anche mortali.
Tossicità: cause da eccesso
La tossicità acuta da eccessiva ingestione di potassio è un fenomeno più che altro accidentale, causato da somministrazione per via orale (enterale) o parenterale di oltre 17,5 g/die, soprattutto in caso di insufficienza renale oppure in associazione a farmaci potassio-risparmiatori (alcuni diuretici e farmaci antipertensivi).
In questo caso l’iperkaliemia acuta può determinare modificazioni ECGgrafiche importanti che possono causare anche l’arresto cardiaco.
In caso di iperpotassiemia è necessario seguire per alcuni giorni un’alimentazione povera di potassio, alimentazione indicata anche per chi soffre di insufficienza renale cronica.
MAGNESIO:
Il magnesio è un minerale importantissimo per la salute di tutto l’organismo. Interviene in numerose funzioni corporee e si trova soprattutto nelle ossa. Le fonti principali sono gli alimenti vegetali; il fabbisogno giornaliero dipende da numerosi fattori.
Ruolo del magnesio
Il magnesio è, come il calcio, fondamentale per salute e lo sviluppo delle ossa e dei denti. Il corpo di un adulto contiene circa 25 grammi di magnesio; più della metà è localizzato nelle ossa; circa un quarto si trova nei muscoli, compreso il muscolo cardiaco; il resto è distribuito principalmente nel fegato, nel sangue, nei reni e nell’apparato digerente.
Il magnesio svolge quindi numerose funzioni: partecipa alla costituzione dello scheletro; rinforza lo smalto dei denti; regola la sintesi delle proteine, il metabolismo di lipidi e glucidi, la pressione sanguigna, la trasmissione dell’impulso nervoso, le attività enzimatiche, le contrazioni muscolari, la coagulazione del sangue. Il magnesio interviene anche nei meccanismi di regolazione del sonno e del tono dell’umore.
La dose raccomandata giornaliera di magnesio non è uguale per tutti; dipende dal peso corporeo, dall’età, dal sesso e da particolari condizioni generali o di salute. Per esempio, in gravidanza il fabbisogno aumenta di circa 40 mg al giorno. Secondo la Commission of the European Communities (1993), la dose giornaliera raccomandata è compresa tra 150 e 500 mg/die.
Il magnesio deve essere assunto principalmente tramite l’alimentazione; in caso di carenza di magnesio il medico può consigliare una supplementazione con specifici integratori, che comunque non sostituiscono una dieta corretta.
Il mantenimento della concentrazione plasmatica di magnesio dipende in larga parte dall’apporto alimentare e dall’efficienza del meccanismo di conservazione a livello renale e intestinale.
Il magnesio si trova principalmente nei vegetali: nella frutta secca; nei legumi; nei cereali integrali; nel cacao e, di conseguenza, nel cioccolato; nella frutta e nella verdura fresca, soprattutto verdura a foglia verde e banane. Ne sono, inoltre, ricchi alcuni alimenti ittici. Anche carne e latticini contengono magnesio, ma in quantità inferiori rispetto ai vegetali. Circa l’80% del magnesio presente nei cereali si perde con la raffinazione; dunque, un cereale molto raffinato è povero di questo minerale.
Il momento migliore per assumere magnesio attraverso la dieta è a colazione: un esempio di colazione ricca di magnesio? Yogurt con cereali integrali, qualche noce e una banana e farete il pieno di magnesio!
In generale, una dieta ricca di alimenti vegetali contiene più magnesio di una maggiormente basata sull’assunzione di carne e derivati animali. L’organismo trattiene circa un terzo del magnesio assunto con il cibo, mentre il resto viene eliminato tramite le feci, l’urina e il sudore.
Chi suda di più ha bisogno di una dose giornaliera maggiore di questo prezioso oligoelemento; è quindi ancora più importante fare attenzione all’assunzione di magnesio in caso di attività fisica intensa, quando si fanno abitualmente saune e in altre situazioni in cui si può verificare sudorazione abbondante, per esempio in chi soffre di iperidrosi (eccessiva sudorazione) o nelle donne in menopausa.
MANGANESE:
Il manganese è un nutriente poco conosciuto, vediamo che funzioni ha nell’organismo, come integrarlo con la dieta e quali possono essere le conseguenza di carenza ed eccesso.
Il manganese è un attivatore enzimatico e interviene in numerose funzioni metaboliche. È importante soprattutto per:
La crescita delle ossa e delle articolazioni;
La sintesi del collagene;
Il metabolismo di glucidi, grassi, steroidi e alcuni ormoni proteici.
Nel corpo di un adulto sono presenti circa 15 mg di manganese, contenuti prevalentemente nelle ossa, ma anche in pancreas, reni e fegato.
Il manganese utilizza la stessa proteina del ferro, nel trasporto ematico: la transferrina. L’escrezione avviene principalmente per via biliare e non per via urinaria.
L’assorbimento del manganese è molto limitato ed è condizionato da ferro e cobalto, ma anche dai valori di fosforo, calcio e fibra alimentare.
Carenza di manganese e intossicazione
Stando alla letteratura scientifica, la carenza di manganese nell’uomo è un evento rarissimo e la causa principale sembrerebbe essere un cattivo uso dei terreni e dei fertilizzanti. Le manifestazioni carenziali non sono ancora state tracciate con certezza; si ipotizza, comunque, che possa causare danni a ossa e cartilagini, alla capacità riproduttiva e al metabolismo glucidico e lipidico. Sono stati studiati gli effetti della carenza di manganese sul sistema nervoso ed è stato ipotizzato che questa possa avere una relazione con l’epilessia.
L’intossicazione da manganese è rara e, comunque, sia per il suo scarso assorbimento, sia per la regolare escrezione tramite la bile, non sono noti casi di questo fenomeno correlati all’assunzione con la dieta. La tossicità del manganese può derivare piuttosto dalla sovraesposizione a fonti industriali e farmaceutiche ed è stata descritta prevalentemente nei lavoratori addetti all’estrazione e alla raffinazione di questo minerale;
i sintomi sono prevalentemente di natura neurologica e comprendono allucinazioni e disturbi comportamentali quali umore altalenante e comportamenti compulsivi, seguiti da disturbi caratteristici del parkinsonismo; nei minatori cileni sono stati osservati sintomi quali grave irritabilità e tendenza alla violenza, per tale motivo è stata coniata la definizione di “pazzia da manganese”.
Manganese, quanto bisognerebbe assumerne?
Non esiste ad oggi una consesus sulla dose raccomandata di manganese. Si stima che la quantità consigliata sia compresa tra 2 e 4 mg al giorno, ma non tutti sono d’accordo. Alcuni studiosi, infatti, considerando che l’assorbimento reale del manganese risulta piuttosto scarso, consigliano dosi più elevate, che si aggirano intorno ai 20 mg/die. Il fabbisogno quotidiano di manganese, infatti, non è stato ancora definito in maniera precisa.
L’assunzione della pillola interagisce negativamente con l’assorbimento di manganese.
Non ci sono particolari controindicazioni alla supplementazione di manganese, fatta eccezione per l’ipertensione grave.
Il manganese, infatti, è un ipertensore.
Alimenti che contengono manganese
Tra gli alimenti più ricchi di manganese troviamo la farine non raffinate, il tè, le noci, i legumi, il riso integrale e molti tipi di verdure. Per esempio, 100 grammi di tè contengono circa 130 mg di manganese.
Questo minerale è contenuto in discrete quantità in molte spezie, per esempio zenzero, chiodi di garofano, zafferano, cannella, alloro, timo, curcuma e pepe.
Anche la menta essiccata ne contiene un discreto quantitativo.
ZINCO:
Lo zinco è un minerale meno conosciuto di altri ma è comunque molto importante per la salute dell’organismo, soprattutto in fase di crescita. Scopriamo tutte le funzioni dello zinco, quanto dovremmo assumerne e come inserirlo nella dieta.
Il nostro organismo contiene solo 1-2,5 grammi di zinco, eppure, grazie alle sue proprietà, lo zinco è un minerale importantissimo per il buon funzionamento del corpo. Lo zinco è, infatti, un componente di decine e decine di sistemi enzimatici e interviene in numerosi processi organici.
Si trova soprattutto nelle ossa, nei denti, nei capelli, nella cute, nell’occhio (iride e retina), nel fegato, nei muscoli e nei testicoli. Si trova, inoltre, in alcuni fluidi corporei e in particolare nello sperma.
Proprietà dello zinco, fisiologia e funzioni organiche
Lo zinco svolge numerose funzioni nel nostro organismo, in particolare è molto importante per:
La divisione cellulare; è dunque fondamentale in fase di crescita; è, inoltre, di primaria importanza per la riproduzione.
I meccanismi respiratori e, in particolare, l’eliminazione di diossido di carbonio.
Il funzionamento del sistema immunitario.
La cicatrizzazione delle ferite.
La costruzione delle proteine, del sangue e del nostro materiale genetico.
Gli uomini perdono circa mezzo milligrammo di zinco ogni volta che si verifica l’eiaculazione. Essendo coinvolto nei processi di crescita, la carenza di zinco andrebbe evitata soprattutto nei bambini e nelle donne in gravidanza.
Zinco e alimentazione
Gli alimenti vegetali più ricchi di zinco sono i semi oleosi; per integrare questo minerale nell’alimentazione è sufficiente inserire nella dieta quotidiana un pugnetto di semi di zucca, semi di girasole, mandorle, anacardi, pistacchi o nocciole. Anche i legumi, i frutti di mare e i cereali integrali sono buone fonti di zinco.
Quanto zinco dovremmo assumere con l’alimentazione? È stato stimato che l’organismo ha bisogno di circa 2,5 mg di zinco al giorno e che di quello che introduciamo con gli alimenti viene assorbito il 10-40%; la biodisponibilità, dunque, è molto importante quando parliamo di zinco.
Gli uomini consumano più zinco delle donne e dunque dovrebbero assumerne un quantitativo maggiore. Considerando un assorbimento medio pari circa al 20%, le donne dovrebbero assumere 8/10 mg di zinco al giorno, mentre per gli uomini la dose raccomandata giornaliera sale a 11/13,5 mg. In gravidanza e durante l’allattamento, il fabbisogno di zinco aumenta ed è pari a 15 mg nel primo caso e a 19 mg nel secondo caso.
Biodisponibilità dello zinco
Esistono fattori che favorisco l’assorbimento di zinco e altri che lo inibiscono, il loro equilibrio ne determina la disponibilità effettiva per l’organismo. Si tratta di un meccanismo molto complesso e ancora non completamente noto. L’insieme, all’interno di un pasto, di zinco, fitati e calcio, in grandi quantità, può ridurre l’assorbimento di zinco.
Fattori che possono inibire la biodisponibilità dello zinco sono:
Consumo di latte e latticini in grandi quantità;
Bevande e alimenti vegetali arricchiti con sali di calcio in grandi quantità;
Assunzione prolungata di integratori di calcio, in associazione ad alimenti che contengono zinco e fitati (per esempio, legumi e cereali integrali).
Fattori che favoriscono la biodisponibilità dello zinco sono:
Mettere in ammollo i legumi, i semi oleosi o i cereali prima di cucinarli;
Consumo di alimenti lievitati a base di farina di grano integrale (ricca di zinco);
Consumo di alimenti fermentati (per esempio pane lievitato naturalmente, in cui l’acido lattico che si forma può favorire l’assorbimento di zinco);
Consumo di semi oleosi tostati.
Uso di alimenti germogliati.
Fonti: Diventare vegani, Brenda Davis e Vesanto Melina, Macro Edizioni
Manuale Merk di diagnosi e terapia, Robert S. Porter, Springer Verlag
COBALTO:
Cos’è il cobalto
Simbolo chimico: Co3+
Il cobalto è un elemento ferromagnetico di colore bianco argenteo. Stabile in aria e inalterato in acqua, a temperatura ambiente è poco resistente e scarsamente duttile.
Non si trova allo stato puro in natura e viene estratto da altri minerali quali la cobaltite e la linneite come sottoprodotto dell’estrazione di nichel e rame. È usato in leghe particolarmente resistenti al calore in vari settori dell’industria.
Il cobalto è un minerale essenziale per il normale funzionamento e mantenimento dei globuli rossi e delle cellule dell’organismo umano, anche se presente soltanto in tracce.
Benefici e proprietà
Il cobalto rientra nella struttura della vitamina B12 e come tale interviene nella sintesi degli acidi nucleici, in molti processi enzimatici e nel metabolismo del metabolismo del ferro e inoltre è indispensabile all’accrescimento al mantenimento del peso corporeo.
Stimola l’attività di alcune ghiandole endocrine (tiroide, pancreas e surrenali) e la produzione di globuli rossi, accelerandone il processo di maturazione e allungandone la vita. Una carenza di cobalto è responsabile di disturbi circolatori ed emicranie, in caso di deficit, può determinare l’anemia perniciosa e lentezza nello sviluppo.
Fabbisogno giornaliero di cobalto
Non ci sono specifiche raccomandazioni sulle dosi raccomandate di cobalto da assumere con l’alimentazione. Il fabbisogno di questo minerale, infatti, è basso (dai 5 agli 8 microgrammi) e può essere facilmente soddisfatto attraverso la dieta, poiché è molto diffuso nella maggior parte degli alimenti.
Effetti del cobalto sulla psiche e sullo spirito
Il cobalto intensifica l’esigenza di cambiamento, risveglia la curiosità e la naturale attitudine verso una visione spirituale dell’esistenza. Genera gioia di vivere, attenua la malinconia e la nostalgia.
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GLI OLIGOELEMENTI NON SI PRENDONO PIU’ DI 2 AL DI’ SI TENGONO SOTTO LA LINGUA PER 1 O 2 MINUTI
MANGANESE COBALTO SOLO TRE VOLTE IN UNA SETTIMANA A GIORNI ALTERNI…noi prendiamo quelli della OLIGOSOL DELLA LABCATAL
CHIEDERE AL MEDICO DI FAMIGLIA
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