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Psichedelici e Neuroscienze: il ruolo della psilocibina e dell’LSD nella terapia dei disturbi mentali

Psichedelici e Neuroscienze: il ruolo della psilocibina e dell’LSD nella terapia dei disturbi mentali

Da infermiera ho sempre visto arrivare in ospedale ragazzi “drogati” che stavano male, ora VEDO l’altra “faccia della medaglia sulle cosidette droghe !”

Negli ultimi anni, il mondo della Neuroscienza ha riscoperto il potenziale terapeutico dei psichedelici, con particolare attenzione alla psilocibina e all’LSD.

Una volta relegati al mondo delle sostanze psicotrope con scopi ricreativi, questi composti stanno ora emergendo come strumenti rivoluzionari nella cura di disturbi mentali come depressione, ansia, PTSD e dipendenze.

I principali effetti degli psichedelici derivano dalla loro interazione con il sistema serotoninergico, in particolare con i recettori 5-HT2A. Questo meccanismo provoca stati alterati di coscienza, ma anche una maggiore plasticità neuronale

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Psichedelici e neuroscienze: il ruolo della psilocibina e dell’LSD nella terapia dei disturbi mentali

Cosa sono gli psichedelici?

Gli psichedelici sono una classe di sostanze che alterano la percezione, il pensiero e l’umore. Questi composti agiscono principalmente sul sistema serotoninergico, producendo esperienze che vanno da lievi modificazioni sensoriali a intense alterazioni dello stato di coscienza. Tra i più noti troviamo la psilocibina, l’LSD, la mescalina e la DMT.

L’uso di sostanze psichedeliche ha radici antichissime: molte culture indigene utilizzavano piante e funghi psicotropi per scopi spirituali e curativi. La psilocibina, ad esempio, è contenuta nei funghi del genere Psilocybe, utilizzati da secoli dagli sciamani mesoamericani.

L’LSD, invece, è stato scoperto casualmente nel 1938 dal chimico svizzero Albert Hofmann, mentre studiava derivati dell’ergot per scopi farmacologici. Nel 1943, Hofmann ne sperimentò gli effetti su se stesso, segnando l’inizio della moderna era della ricerca sugli psichedelici.

Dalle droghe ai farmaci

Negli anni ’50 e ’60, gli psichedelici furono oggetto di numerose ricerche mediche e psicologiche. Vennero studiati per il trattamento della depressione, dell’alcolismo e del PTSD (trattamento sui disturbi post traumatici da stress). Tuttavia, con l’associazione alla cultura giovanile e ai movimenti controculturali degli anni ’60, queste sostanze furono vietate e classificate come droghe pericolose.

Oggi, grazie ai progressi nelle neuroscienze e alla revisione critica delle politiche sulle droghe, gli psichedelici stanno tornando sotto i riflettori come strumenti terapeutici.

Nuove ricerche dimostrano che possono favorire la neuroplasticità e ridurre i sintomi di disturbi mentali gravi.

Come agiscono sul cervello?

I principali effetti degli psichedelici derivano dalla loro interazione con il sistema serotoninergico, in particolare con i recettori 5-HT2A. Questo meccanismo provoca stati alterati di coscienza, ma anche una maggiore plasticità neuronale, favorendo nuovi schemi di pensiero e connessioni cerebrali.

Le moderne tecniche di neuroimaging hanno mostrato che la psilocibina e l’LSD ridistribuiscono l’attività cerebrale, “spegnendo il cosiddetto default mode network (DMN)”, una rete di regioni cerebrali coinvolta nell’introspezione e nell’auto-riflessione. Questo potrebbe spiegare perché queste sostanze risultano così efficaci nel ridurre pensieri ossessivi e stati depressivi. Vanno comunque sempre utilizzate sotto il controllo medico!

Numerosi studi clinici resenti stanno dimostrando risultati promettenti su questi problemi:

Depressione resistente ai trattamenti: La psilocibina ha mostrato effetti antidepressivi anche in pazienti che non rispondono ai farmaci tradizionali.

Ansia e disturbi esistenziali: Studi su pazienti con malattie terminali suggeriscono che una singola dose di psilocibina può ridurre drasticamente ansia e paura della morte

PTSD (Disturbo Post-Traumatico da Stress): L’LSD e la psilocibina stanno emergendo come alternative ai trattamenti standard, aiutando i pazienti a elaborare traumi senza la rigidità cognitiva imposta dalla paura.

Dipendenze: L’uso di psilocibina ha mostrato risultati sorprendenti nella riduzione della dipendenza da alcol, tabacco e altre sostanze che danno dipendenza.

Sfide e considerazioni etiche

Nonostante il potenziale terapeutico, ci sono ancora sfide legali ed etiche da superare. Gli psichedelici restano classificati come sostanze controllate in molti paesi, e il loro uso è soggetto a rigidi protocolli di ricerca.

Tuttavia, la crescente apertura della comunità scientifica e gli studi clinici in corso potrebbero portare a una futura legalizzazione per scopi terapeutici.

Il futuro della psicoterapia psichedelica

Con un numero sempre maggiore di trial clinici in corso e un crescente interesse da parte della medicina, il futuro degli psichedelici sembra promettente. La speranza è che questi composti possano integrare o addirittura sostituire alcuni trattamenti tradizionali, offrendo un nuovo approccio alla salute mentale basato sulla neuroplasticità e l’espansione della coscienza

GRAZIE
questo testo e’ stato scritto solo a scopo informativo!

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