Quando il Discepolo è pronto, il Maestro giunge
“Per conoscere gli esseri, per sapere se sono fedeli, sinceri, forti, saggi, generosi, basta osservare come attraversano le prove.
Finché va tutto bene e niente li preoccupa o li fa soffrire, è impossibile rendersi conto di ciò che essi valgono in profondità.
Altrimenti, perché credete che l’Iniziazione incominci con alcune prove?
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Conoscete le prove terribili alle quali, nell’antichità, gli Iniziati sottoponevano quelli che volevano diventare loro discepoli.?
Conquistare un Iniziato è molto difficile, e a ragione: egli non vi accetterà nel suo cuore, nella sua anima e nel suo spirito, prima di avervi un po’ esaminati, perché non può correre il rischio di mettere le sue ricchezze in un vascello che alla minima tempesta rischia di colare a picco.
Ma se vede che la nave è solida, che nonostante le tempeste il discepolo si mostra stabile, resistente e paziente, allora, sì, l’Iniziato gli dà tutto ciò che possiede: la sua fiducia, il suo amore, la sua stima, i suoi tesori.”
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Persone “strane” gli Inziati!!! E difficile è anche decifrarne il comportamento, i silenzi, i gesti, le parole; considerare che ogni Maestro è portatore di una propria umanità e di una consapevolezza di sé, spesso inaccettabile per gli altri.
Si premetta che, ovviamente, la nostra attenzione è qui rivolta alla figura del Maestro, con la M maiuscola, non a coloro che seppur dotati di considerevole saggezza, non hanno acquisito e ricevuto la cosiddetta iniziazione.
Infatti, non esiste Maestro senza iniziazione, peraltro, variando essa stessa da soggetto a soggetto, ed anche da tipologia a tipologia. Ma non vogliamo complicare la riflessione sulle diverse varianti, semplicemente sostenere che quando si è innanzi ad un Iniziato chi è dotato di media lux lo avverte. E spesso lo avverte tramite una sensazione preziosissima e complessa che è la prima in assoluto che sovviene all’ “impatto” energetico: in un primo momento, accade frequentemente un’empatia fortissima, un’attrazione fulminante, una sorta di innamoramento, il focalizzarsi di quasi tutti i pensieri su quel soggetto; in un secondo momento, lo sconvolgimento fisico avvertito il più delle volte come una sorta di malessere (mal di testa, spasmi al piloro, fuoco nelle viscere).
Fatto sta che, inspiegabilmente, comincia ad attivarsi un vortice d’energia che rapisce tutti i sensi e dà manifestazione di sé nella fame insaziabile, nella sete incalmabile, nel sonno alterato che porta ad una verbalizzazione comune ed evidentissima in tutti: iniziano i perché, le domande, la frenesia, la ricerca. In una parola, il desiderio.
Ovviamente che sia ben chiaro, non il desiderio sessuale (seppur taluni possano anche male interpretare il sintomo, credere di avvertire proprio quello e così sviare dall’approccio originario e naturale quel che è semplicemente il primo passo sulla strada verso la ricerca di stessi e delle risposte alle proprie domande); e non deve esserlo, sia per non confondere i piani quella questione, sia perché l’amore, l’infatuazione, l’attrazione in realtà non sono per il Maestro che ci sta di fronte, ma per tutto ciò che in noi stessi si sta svegliando, sconvolgendo ogni nostro ormone e pensiero.
Consideriamo che il Maestro, se è tale, già conosce se stesso, ossia è già pervenuto alla classificazione e alla armonica convivenza delle proprie emozioni e sensazioni con quelle altrui, e che le sappia gestire soprattutto; quindi verosimilmente non v’è nulla in lui che miri a fare del proprio interlocutore bottino di guerra.
Il vero Iniziato non è un collezionista di farfalle (per usar un eufemismo) e probabilmente, terrenamente parlando, ha già il proprio Giardino fiorito, se non addirittura sia giunto allo stadio della scelta del percorso “solitario” che non è la solitudine o l’esser single, ma qualcosa d’altro.
Per cui chiunque abusi o vi lascia intendere, con ammiccamenti espliciti o anche subliminali, un evidente interesse sessuale, statene pur certi, quella non è la persona giusta a condurvi dalla base alla cima della “scala” che vi siete prefissati di percorrere. In questo caso, attendete fermi, non è lui il Maestro che aspettavate.
Ecco, non perdersi dietro questo abbaglio è fondamentale perché il discepolo (a volerla dire con Aïvanhov) non incontra il Maestro per un’esperienza nuova d’amore terreno, ma finalmente per conoscere ed innamorarsi di se stesso. Il vero Iniziato sa tutto questo (ossia conosce il proprio magnetismo energetico e la reazione altrui ad esso che può virare in molteplici illusioni ottiche prima di comprenderne il nocciolo), e qualora dovesse accadere quel che è stato sopra descritto, saprà tenerlo nella giusta considerazione, rinnovando fiducia ed abbassando il livello di paura nell’allievo.
All’allievo PURO d’animo, non capiterà più di confondere i due piani, e più serenamente seguirà il proprio Maestro nel percorso verso se stesso. All’IMPURO di cuore, diversamente, in maniera esponenziale inizieranno a manifestarsi fobie, malesseri, ossessioni, su se stesso e sul Maestro fino addirittura all’abbandono del verso senso del percorso. E se vi sarà da pugnalare alle spalle altri allievi o il Maestro stesso, lo farà col sorriso sulle labbra. Ma a lui sfuggirà la verità, ossia che un vero Maestro è già andato oltre, mentre lui precipita nell’abisso. E non attendetevi – né giammai implorate – il perdono dal Maestro: questa è una parola inesistente nel suo vocabolario e nel suo cuore, perché in lui vi è la consapevolezza dell’altrui diritto all’errore, di cui non si interessa né si interroga, essendo esso stesso (l’errore) esclusivo manifestarsi del libero arbitrio altrui.
Questo, dunque, il primo passo affinchè poi conseguentemente vengano a svilupparsi nuove curiosità (che sono espressioni semplicemente delle energie che vanno rinnovandosi, quasi in una ripresa d’antica memoria), nuovi piccoli passi da cui scaturiranno amarezze, delusioni, contrasti, piccole soddisfazioni e piccole-grandi conquiste.
E sappiate che il vero (od un serio) Maestro, se è davvero un Maestro, è colui che non risponderà mai alle vostre incalzanti domande: MAI! Piuttosto è colui innanzi al quale vi sorgeranno innumerevoli quesiti: questo è il suo compito, a voi – invece – cogliere le risposte celate nel vostro cuore, e dopo averle colte, saperle decifrare per il reale significato che esse hanno, senza nessuna aggiunzione, modifica o falsificazione.
Un Iniziato, se tale realmente è, sa che non è suo compito percorrere la strada altrui, e sa tenersi distante al punto giusto. A lui non è consentito trovare la soluzione o le risposte agli ostacoli del cuore del discepolo, seppur probabilmente già le conosca. E’ suo obbligo tenere tutto per sé, perché nessuno ha il diritto di modificare o influire il modus procedendi dell’allievo anche nei rapporti che costui ha con gli altri (propri genitori, compagno, amici, fratelli, figli). Quand’anche lo vedesse perdersi, sbandare, sparire, fuggire, quand’anche provasse rabbia e delusione, il suo compito è passare oltre.
Un vero Maestro non si ferma più del necessario, giunge quando l’allievo è pronto a ricevere la sua energia, ma poi continua il proprio viaggio, come le meteore che a rotazione ciclica passano accanto, mai interrompendo il proprio moto. Umanamente questo spesso viene codificato come un “tradimento”, un ingiustificato allontanamento, una perdita, addirittura in casi estremi – molto frequenti – si arriva anche a demonizzare o a tacciare e diffamare il Maestro d’esser senza sentimenti, senza cuore. Ciò rientra nella norma, l’Iniziato lo sa benissimo, lo tiene in giusto conto e – sebbene possa sembrare all’allievo spietato – prova a far comprendere che il suo tempo è limitato, motivo per cui non può fermarsi a pensare cosa gli altri pensano di lui, seppur si tratti del suo allievo più amato, che mai immaginerà, invece, quanto sia stato caro ed importante per il Maestro stesso.
Plasticamente, per rendere il concetto: nessuno mai ha potuto o potrà fermare il moto di una meteora, l’unico modo è farsi meteora a propria volta, e iniziare un moto comune, il più delle volte a distanza (spazialmente parlando), ma da fratelli; ricordando che tra due VERI Iniziati non v’è inibizione, non esiste anzianità di valore, c’è solo equidistanza da un punto: il Centro.
Una vera e propria “tavola rotonda”. Ma per farne parte?
Non basta volere, si deve essere adatti. L’adeguatezza è un responso che giunge dopo anni, anni e anni, spesso di dolori, di privazioni, di prove dure che (nella particolare ottica finalizzata all’iniziazione) per nostra fortuna, per chi come noi che scriviamo e voi che leggete, ha scelto “l’esperienza terrena”, giungeranno per il solo fatto d’aver emesso il primo vagito, d’esser nati.
L’esperienza terrena, sebbene bistrattata ed odiata delle volte, contestata e disprezzata, è la più completa e forte fonte di Conoscenza nell’intero Universo. Esistere sulla Terra è un privilegio, ed i privilegi sono fardelli. L’incarnazione di per sé, ma soprattutto quella sul dominio “Terra”, ha, appunto, il privilegio di poter sperare di ottenere stadi di conoscenza tali che in “altri posti” pervengono, per intenderci, con il decuplo dell’impegno e delle opportunità.
Quindi, quando giunge un Maestro (uno di quelli veri, intendiamo), e se sospettate che esso sia tale, innanzitutto rendetevi ancor più pronti, lasciate tutto e seguitelo (diceva la Bibbia, particolarmente pregna di messaggi esoterici). E se concretamente non potete lasciar tutto (com’è giusto che sia) non negatevi, però, un’occasione Unica. Potrebbe non ricapitarvi più nel vostro “viaggio”. La vostra indecisione potrebbe ledere quell’unica possibilità di comprendere il “perché siete su questa Terra”.
Insomma, le meteore continuano il proprio moto, e ciò a prescindere dal fatto che voi ci siate o meno al loro fianco. Così è il Maestro: fatevi, allora, meteora a vostra volta decifrando, nel silenzio del vostro Essere, i veri messaggi ricevuti dal Maestro, epurandoli dalle “lucine colorate” che, ovviamente, perché l’esperienza sia totalizzante e autentica, pressano e presseranno perché voi ritardiate la vostra emancipazione spirituale.
Ciò fino a quando, oltre alla Consapevolezza, non avete imparato a praticare la Devozione. Dopo difficilmente un’illusione ottica potrà deviare la vostra vista.
Vi saranno, poi, discepoli che tali resteranno, poi focalizzandosi sul potenziamento del proprio Maestro interno, e discepoli-iniziati che sceglieranno come destinazione prima l’Universo, accogliendo il moto perpetuo delle meteore più eccelse.
DA (METAFISICA DEL COLORE)
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Grande è il mistero della Divinità!
La parola andò a tutti i figli degli uomini, i Figli di Dio: Mostrate il sigillo di Dio. Abbandonate questo Luogo Elevato e, nel regno esteriore dell’oscurità, faticate e servite; fate emergere il Reale; svelate le profondità nascoste della luce. Rivelate la Divinità.
Così, attraverso le ere, i figli degli uomini, che sono i Figli di Dio, hanno incarnato in se stessi la Luce che risplende, la Forza che innalza e serve, l’Amore che perdura eternamente. Hanno percorso la Via della purezza, la Via del più recondito.
Noi li seguiamo.
Essi servirono il loro tempo.
Noi cerchiamo di fare lo stesso.
Intermezzo promozionale ... continua la lettura dopo il box:
(L’Antico Commentario)
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