RAPPORTO ALIMENTAZIONE E SALUTE : QUALE IMPATTO SULL’ UOMO, AMBIENTE, ETICA ED ECONOMIA
E’ noto da tempo che le scelte alimentari dell’uomo determinano il suo stato di salute fisico ed emozionale. Ma non solo, esse influenzano direttamente i rapporti fra uomo e natura nel suo insieme, perché tutto è Uno e ne diventiamo sempre più consapevoli. Se chiedessimo ad un astronauta cosa ha visto dallo spazio, ci risponderebbe che guardando il pianeta da lassù ha provato una grande emozione ed insieme la consapevolezza che siamo tutti “nella stessa barca” e che la Terra è la vita, la casa ed il bene di tutti. Guardare dall’alto rende osservatori privilegiati, e se tutti potessimo provare la stessa esperienza molti tornerebbero dallo spazio con la consapevolezza di vivere un viaggio straordinario con tutti i suoi compagni di viaggio: gli altri esseri umani, gli animali, le piante, e tutta la natura nel suo insieme.
Salute
Per comprendere meglio il rapporto alimentazione e salute, innanzitutto è bene sapere che la struttura della nostra specie, biologicamente discendente dalle scimmie antropomorfe, ci suggerisce che siamo animali vegetariani-frugivori anche se, rispetto ai nostri progenitori abbiamo il vantaggio evolutivo di poter, occasionalmente e per fini di sopravvivenza, avvalerci anche di cibi di origine animale, ovvero non propriamente consoni alla nostra struttura.
Che l’alimentazione naturale per l’uomo sia una alimentazione a base prevalentemente vegetale lo affermano oggi anche le più importanti organizzazioni di nutrizionisti al mondo come l’ADA (American Dietetics Association) ed i Dietisti del Canada, oltre alle più importanti associazioni scientifiche mondiali per la salute e la prevenzione delle principali malattie degenerative, cardiovascolari, tumorali e neurologiche.
Il 30% della popolazione italiana è obesa e il dato più allarmante per il futuro è che anche fra i bambini il 30% è obeso. In totale fra obesi e soprappeso, in Italia come nel resto della vecchia Europa, siamo a circa il 60%. Come è noto c’è una stretta relazione fra obesità e rischio cardiovascolare, la prima causa di mortalità, ma quello che è meno noto ai più è che numerosi e recenti studi scientifici longitudinali hanno messo in relazione l’insorgenza di numerose patologie tumorali (ad esempio al colon, al seno, alla prostata) con l’assunzione regolare o eccessiva di cibi carnei e di altri cibi di origine animale.
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Se è vero che siamo animali prevalentemente vegetariani come sembra, dobbiamo prendere atto che negli ultimi 50 anni forse abbiamo sgarrato un po’ troppo, esagerando con carni e salumi, alterando ed anzi invertendo il rapporto fra cibi sani e cibi voluttuari nella nostra dieta.
Per essere in sintonia con la nostra natura ed in armonia con il tutto dobbiamo privilegiare i cibi prodotti dalla terra, i vegetali che sono altamente protettivi e ci difendono da malesseri fisici ed interiori. Essi sono le verdure (frutti, foglie, gambi, tuberi, radici), frutta dolce fresca e matura, cereali integrali (farro, riso, orzo, miglio, avena, mais, segale, fiocchi, ecc.), legumi (ceci, lenticchie, soia verde, piselli, fagioli, ecc.), semi e frutti oleosi (zucca, girasole, pinoli, sesamo, nocciole mandorle olive, ec.) olio vegetale, zuccheri naturali (malto, miele, acero, agave, canna grezzo…).
Quali sono i cibi di cui abbiamo abusato e che dovremmo invece abolire o moderare fortemente? Carne, salumi, cibi in scatola, surgelati, cibi “spazzatura” con troppi zuccheri raffinati, grassi animali, cibi industriali, sale, alcool, caffè, fumo. Spesso poi sono anche ricchi di sostanze chimico-nocive come coloranti, conservanti, emulsionanti, addensanti, antifermentativi, antiputrefattivi, aromi artificiali, concimi chimici, pesticidi, antiparassitari, antibiotici, sostanze ormonali, ecc..
Tutto ciò oltre a privarci della salute, toglie al cibo quel significato di sacralità che ha sempre avuto da millenni nei nostri antenati: un atto d’amore cosciente proveniente dalle energie della terra e del cielo, di cui dovremmo essere sempre grati e mai dare per scontato.
Coltivare la terra con metodi biologici è anche un modo per ricambiare questo amore sapendo che essa ci offrirà sempre frutti buoni, nutrienti e salutari. Di conseguenza non ci ammaleremo di molte malattie cosiddette dell’abbondanza, ma che in realtà sarebbe più giusto chiamare malattie dell’ignoranza.
Il cibo biologico è più sano ed anche più buono. A volte ha il difetto, soprattutto nelle grandi città, di costare mediamente di più di quello non biologico. Possiamo difenderci dal caro prezzi del biologico? Si, possiamo fare molto in tal senso aumentando la produzione e la disponibilità di cibi biologici, acquistando direttamente dall’agricoltore, costituendo gruppi d’acquisto solidale, scegliendo prodotti di stagione e lasciando perdere le primizie, rifiutandoci di acquistare un prodotto quando lo riteniamo troppo caro.
In ogni caso essendo più nutrienti, i cibi biologici ed integrali saziano e nutrono meglio e quindi rendono di più. E poi ammalandosi meno si risparmia sui costi individuali e sociali della spesa sanitaria. Infine, mangiando secondo natura possiamo recuperare l’istinto ed imparare a riconoscere da noi stessi il cibo migliore.
La vita è bella è va goduta appieno, ne sono convinto, ma sono altrettanto convinto che sia unica, perché Uno è il corpo che abbiamo ed Una la vita che ci è stata concessa per fare esperienze ed evolverci. Credo che la vita sia troppo importante ed affascinante per potersela giocare alla roulette russa “sparando” letteralmente dentro al corpo cibi innaturali e inadeguati al nostro benessere.
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Ecologia (terra, acqua aria)
Ma la salute non è il solo fattore influenzato dalle nostre scelte alimentari. Pensiamo all’ecologia, alla tutela dell’ambiente, alle risorse naturali e torniamo ad amare la nostra Terra. Pensate che più di 300 sono solo i pesticidi usati in agricoltura, circa 5.000 i prodotti chimici usati negli alimenti legalmente, più quelli usati illegalmente. E’ stato calcolato che in Italia si producono circa 100 Kg per ettaro/anno di prodotti chimici inquinanti. Qualcuno a questo punto potrebbe chiedersi: dato che l’agricoltura utilizza tutte queste sostanze tossiche, non conviene mangiarsi una bistecca? No, non conviene, perché tutti i prodotti chimici usati in agricoltura vengono concentrati nella carne di 16 volte poiché le carni fungono da tessuto di deposito. Si pensi che per produrre 50 kg di proteine dalla carne un animale deve ingerire 790 kg di proteine da vegetali le quali se coltivate con sistemi non biologici apportano all’animale stesso e di conseguenza all’uomo che se ne ciba, un quantitativo 16 volte maggiore di sostanze chimiche. Inoltre il 70% del totale dei pesticidi e dei fertilizzanti usati in agricoltura sono prodotti per l’impiego in zootecnia (mangimi per allevamenti), quindi è facile comprendere come mangiando cibi prevalentemente vegetali, anche se non fossero biologici, ci si intossica molto meno, si inquina meno (terreno e falde acquifere) e, poiché la chimica costa, si risparmia un sacco di danaro.
A proposito di risorse naturali da tutelare e non sprecare, pensiamo all’acqua: un bene di assoluta importanza e necessità per tutta l’umanità, un bemne prezioso da non sprecare a cui miliardi di persone non hanno ancora un accesso sicuro. Per questo è certamente importante chiudere l’acqua della doccia mentre ci insaponiamo, oppure riempire il lavandino per lavare i piatti o farci la barba, ma perché non dire anche che quasi la metà dell’acqua consumata è destinata alle coltivazioni di alimenti per il bestiame? Una vacca da latte consuma 200 litri di acqua al giorno, ed il settimanale Newsweek ha calcolato che per produrre 5 chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in un anno. Per far capire le proporzioni del problema sull’acqua può essere utile ricordare che in Italia il consumo d’acqua è così ripartito:
– 6% è disperso lungo la rete di distribuzione
– 6% uso civile ed abitativo
– 15% all’industria
– 73% all’agricoltura (di cui la metà, circa il 40%, per gli allevamenti e la zootecnia).
Ora pensate a quanto si risparmierebbe se diventassimo tutti un pochino più vegetariani, considerando che per produrre 1 kg di carne si consumano circa 3.200 litri di acqua, 1,5 litri di petrolio, 12 mq di foresta.
Ma se si considerano anche i consumi d’acqua necessari per gli imballaggi i trasporti e gli stoccaggi, si scopre che:
Per 1 kg di hamburgher ……..25.000 litri d’acqua
Per 1 kg di caffè tostato …….17.000 litri d’acqua
Per 1 kg di tè …….………….14.000 litri d’acqua
Per 1 kg di cotone………….…8.000 litri d’acqua
Per 1 kg di cereali o legumi ….1.100 -3.000 litri d’acqua
Sempre in tema di ecologia e salvaguardia dell’ambiente, non sfugga il problema delle deiezioni animali: essi equivalgono ad una popolazione aggiuntiva di 137 milioni di cittadini (negli USA) e sono la principale fonte di inquinamento organico delle falde acquifere.
Cosa pensiamo poi dell’effetto serra, del riscaldamento globale, del buco dell’ozono, dello scioglimento dei ghiacciai e dell’aumentato rischio di catastrofi ambientali che ne deriverebbero? Tutti noi speriamo che presto le moderne tecnologie ci possano fornire sistemi di produzione e di consumo energetico che ci consentano di non immettere nell’atmosfera eccessive quantità di anidride carbonica. L’auto ad idrogeno, l’energia solare ed eolica, le bio-masse ed altri sistemi naturali sono possibili fin da subito se solo lo volessimo. Ma è bene che si sappia anche che smettere di mangiare carne contribuisce in modo determinante alla lotta contro l’effetto serra. Si pensi solo che 10 vacche producono in un anno tanto metano da far percorrere ad un’auto 10.000 Km. I dati affermano che i bovini a livello mondiale sono responsabili di 1/5 della produzione di metano che provoca effetto serra nell’atmosfera.
Il celebre economista statunitense Jeremy Rifkin afferma che il peso complessivo di bovini nel mondo supera ormai quello dell’intera popolazione umana e che attualmente vivono 2MLD e 500 MLN di bovini che occupano più del 30% della superficie terrestre (dati in costante aumento).
L’effetto serra sarebbe efficacemente contrastato dalla presenza sulla terra di foreste, boschi e piante di ogni tipo che, si sa, assorbono grosse quantità di anidride carbonica (gas serra) e producono ossigeno. Ma per soddisfare le nostre attuali abitudini alimentari basate sul prevalente consumo di carni e derivati, contribuiamo in modo sostanziale alla diminuzione di ossigeno e all’aumento di anidride carbonica, non solo per le ragioni sopra esposte, ma anche per altre. Pensiamo ad esempio che nella foresta Amazzonica l’88% dei terreni disboscati è stato adibito a pascolo e circa il 70% delle zone disboscate del Costa Rica e del Panama sono state trasformate in pascoli. Dopo pochi anni di pascolo (mediamente 5) il suolo diventa sterile o poco produttivo, e gli allevatori passano ad abbattere un’altra regione di foresta.
Alimentazione ed economia
Alimentarsi di cibi vegetali è per l’uomo economicamente molto più vantaggioso che farlo con cibi carnei. Infatti, in passato, le famiglie meno abbienti o numerose basavano la loro alimentazione sui cibi vegetali, perché costavano meno della carne che potevano permettersi solo i ricchi. Non per niente per produrre 1 kg. di carne di manzo sono necessari: 15 kg di cereali. Calcoliamo che con 1 kg di carne si saziano in media, ad un pasto, 3-5 persone. Con 15 kg di cereali se ne saziano nello stesso pasto almeno 50, e senza provocare la gotta a nessuno, e senza affaticare reni e fegato per eccesso di catabolismo proteico!
Quale azienda seria spenderebbe 10 volte di più per ottenere un risultato peggiore di quello che si otterrebbe usando un altro sistema che costa 10 volte in meno?
Lo sapevate infine che sfruttando un ettaro dello stesso tipo di terreno si possono produrre 50 kg di carne oppure 8.000 kg di patate, oppure 10.000 kg di pomodori o 12.000 kg di sedano? Sembra che lo sfruttamento dei terreni coltivabili qualora fossimo tutti prevalentemente vegetariani come richiederebbe la nostra natura e struttura, sarebbe in grado di garantire il benessere oltre che la stretta sopravvivenza alimentare ad una popolazione mondiale almeno 7 volte superiore a quella attuale. Risolveremmo non solo il problema annoso della fame nei paesi poveri, ma affronteremmo più serenamente i continui incrementi demografici a cui stiamo assistendo. E tutto ciò migliorando la salute dell’umanità. Non è un bel sogno che varrebbe la pena contribuire a realizzare?
Etica e fame nel mondo
Nel mondo più di 1/3 della raccolta totale di cereali è impiegata come mangime alimentare per il bestiame di cui si vuole ostinatamente nutrire una parte della popolazione mondiale, mentre, circa 1MLD di esseri umani soffre la fame e la denutrizione cronica. Infatti i dati della FAO sono disarmanti: circa 24.000 persone muoiono ogni giorno a causa della fame, della denutrizione e delle malattie ad essa collegate. Di queste circa 18.000 sono bambini. Ciò significa che ogni settimana muoiono circa 170.000 persone, ogni mese circa 700.000, ogni anno 9 milioni. In totale, più di 800 milioni di individui non ha cibo a sufficienza, mentre un altro miliardo consuma carne in maniera smodata. Il bestiame consuma il 70% di tutti i cereali prodotti negli USA.
I cereali sono da millenni la base della sopravvivenza umana in tutte le civiltà. Possiamo davvero ignorare ancora a lungo che le nostre scelte alimentari possono determinare sofferenza e povertà di molti altri esseri umani? In un mondo globalizzato, a maggior ragione occorre diventare più consapevoli dei collegamenti materiali, energetici e spirituali che ci collegano tutti. Se vogliamo stare bene ed essere felici dobbiamo vivere nell’amore che è dare positività a noi stesi e a gli altri e ciò comprende anche la possibilità di sfamarsi, bere acqua potabile e respirare aria pura come diritto naturale e universale. E’ un problema etico di grande spessore.
La coscienza di molti uomini sta attraversando una grande fase di evoluzione a livello mondiale. Abbiamo bisogno ora di far scendere queste nuove sensibilità nel concreto, nelle scelte del vivere quotidiano di cui l’alimentazione è parte importante.
Etica e animali
L’uomo ha poi un debito etico enorme nei confronti degli animali che per millenni ci hanno sostenuto, hanno sudato per noi permettendoci di arare i campi e coltivare la terra senza ammazzarci di fatica. Essi hanno trasportato letteralmente i pesi della nostra vita. Ci hanno sfamato con i loro prodotti (latte, formaggi, uova, miele) quando ne abbiamo avuto bisogno per sopravvivere. Gli animali hanno sempre dato con generosità e continuano a darci tanto, curandoci con le loro energie quando siamo stressati e facendo compagnia a chi vive in solitudine. Sono fantastici quando curano i gli autistici, i disabili o i depressi (pet terapy), guidano i ciechi, salvano gli escursionisti in montagna, ecc., e noi invece come li ricompensiamo? Rinchiudendoli in allevamenti intensivi come lager, uccidendone 50 miliardi all’anno nei mattatoi per godere delle loro carni senza una vera necessità di sopravvivenza, spezzando un antico legame di amicizia e di reciproco aiuto. Noi siamo Uno con la Terra, gli animali, le piante e tutto ciò che vive; siamo tutti interconnessi. Dimenticarci di questo significa tradire l’antico scopo di riuscire a vivere un giorno in pace ed in armonia con tutto il creato sulla Terra. Tutto è Uno perché oltre i confini stabiliti dal perimetro della nostra pelle, nello spazio circostante il nostro corpo, c’è una zona di interscambio che ci collega tutti. Le nostre energie si incontrano, si leggono reciprocamente e si scambiano informazioni senza bisogno di dire una parola. Abbracciare una pianta, prendere in braccio un agnellino, accarezzare un bambino, abbracciare un altro essere umano con amore riescono spesso a dare emozioni simili, perché siamo simili. Siamo sistemi di energia avvolti da un campo energetico che è lo stesso per tutti: uomini, animali, piante, minerali. Tutto è uno. Non è solo un modo di dire.
Dott. Michele Riefoli
Articolo pubblicato sulla rivista “Totem n. 2”
Link Attivo: coscienzasalute.it
Societa’ Scientifica di Nutrizione Vegetariana
FONTE : http://www.liberamenteservo.it
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