Chiunque voglia migliorare la qualità della propria vita, per ottenere un livello di salute sempre più alto, deve necessariamente tenere in serissima considerazione il proprio intestino. Oggetto ampiamente sconosciuto e bistrattato.
Nell’affermazione “siamo ciò che mangiamo” è contenuta la relazione inequivocabile tra il cosiddetto benessere e lo stato di salute della nostra pancia.
L’intestino è un organo chiave della nostra salute, al pari del cuore o del fegato. Tuttavia, nell’immaginario collettivo del nostro mondo occidentale, non gode certo della considerazione che normalmente viene rivolta agli altri organi. L’esempio è d’obbligo: se sopraggiunge una palpitazione siamo già al pronto soccorso, se ci viene una diarrea pensiamo, al massimo, di risolvere con qualche fermento…
Povero intestino, ci si occupa di lui solo quando sopraggiunge una stitichezza indomabile o qualche patologia. E pensare che nell’intestino avviene un’incredibile quantità di reazioni, che hanno ripercussioni forti in distretti corporei anche distanti. Questo fa si che, normalmente, non si mettano in relazione le varie patologie con la funzione intestinale.
L’intestino non è un semplice tubo di contenimento dotato di filtri per far passare gli alimenti con lo scopo di nutrire il resto del corpo (oltre che se stesso). Bensì un organo molto più complesso di quanto si possa immaginare.
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Il vero problema dell’intestino è che egli raramente segnala le disfunzioni che gli appartengono. Il risultato degli errori nutrizionali viene trasferito ad altri organi o distretti diversi. La nostra cultura, aristotelica e meccanicista, ci ha insegnato che una dermatite va curata e trattata a livello “locale” e non “centrale”. Che un’asma deve essere curata per quello che sembra e non per quello che è in risposta all’ingestione di un cibo sbagliato….
Per fortuna il mondo scientifico ci sta mettendo davanti ad una grande controtendenza: un numero sempre maggiore di ricerche mette in relazione lo stato d’animo, il comportamento violento ed i disturbi dell’umore con diversi squilibri fisiologici, tra i quali un posto importante è ricoperto dal nostro intestino. Tutte le antiche medicine (egizia, indiana, cinese, etc…) raccomandavano la “pulizia” dell’intestino per assicurare all’organismo un buon funzionamento. Oltre che per combattere le malattie qualora si fossero già manifestate.
Infatti, se la flora batterica intestinale è perturbata, le sostanze tossiche (provenienti da cibi, farmaci, agenti inquinanti, etc..) ristagnano. In questo modo il potere di selezione dei nutrienti gestito dalle pareti intestinali diminuisce, provocando il pericolosissimo riassorbimento delle tossine stesse.
Tonsilliti e otiti ricorrenti, presenti soprattutto nei bambini, hanno spesso la loro origine in un sistema immunitario intestinale inefficiente. Le forme asmatiche dei bimbi, con il tipico broncospasmo, hanno origine nell’ingestione di proteine “estranee” contenute in cibi ritenuti innocui. Alcune patologie autoimmuni, come l’artrite reumatoide ad esempio, hanno una sicura concausa in una disbiosi intestinale.
L’integrità anatomica e funzionale dell’intestino, in virtù delle sue molteplici funzioni, è fondamentale per il mantenimento del benessere dell’intero organismo. Con i suoi 300mq, la fine organizzazione nervosa (neuroni), la ricchezza di tessuto linfatico (sistema immunitario), la notevole e variegata attività endocrina (ormoni), esso è in grado di informare, modulare e condizionare tutte le strutture dell’organismo, cervello in primis.
Abbandonata, pertanto, l’antiquata visione di un mero canale di transito, l’intestino deve essere considerato unavera e propria centrale operativa di elaborazione dati. Centrale in cui arrivano, si generano ed escono dati fondamentali, quali: cibo, tossine, ormoni, neurotrasmettitori, modulatori del sistema immunitario, etc…
L’eterogeneità, la complessità e, soprattutto, la perfetta integrazione delle diverse funzioni fanno dell’intestino un organo “intelligente” in cui ben si concretizzano i principi dellaPsico Neuro Endocrino Immunologia
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(PNEI). Pertanto, appare evidente che il cattivo funzionamento dell’apparato gastro-enterico si ripercuoterà sui diversi organi e sistemi.
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