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Sla: Due Piante Indiane Per Rallentarne Il Decorso
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SLA: due piante indiane per rallentarne il decorso

La Withania somnifera e la Mucuna pruriens: negli estratti di questi due arbusti, utilizzati comunemente nella medicina ayurvedica, sarebbero presenti alcuni fitoderivati che contrasterebbero i sintomi e le alterazioni cellulari del morbo di Gehrig, patologia attualmente senza cura

Thinkstock

La SLA, sclerosi laterale amiotrofica, è una malattia degenerativa che colpisce le cellule cerebrali preposte al controllo dei muscoli, compromettendo progressivamente i movimenti della muscolatura volontaria. Come ogni malattia, anche la SLA manifesta un decorso variabile da soggetto a soggetto, ma ha comunque un carattere invalidante e presenta prognosi spesso negative. La progressiva debolezza muscolare ha diverse conseguenze: gli oggetti cadono spesso dalle mani, c’è incertezza nell’uso delle gambe, difficoltà nel lavarsi e nel compiere semplici gesti di vita quotidiana. Può presentarsi anche un cambiamento del timbro della voce, conseguente alla difficoltà di movimento della lingua. Con il progredire della malattia, aumentano i muscoli che vengono compromessi, come quelli che presiedono alla deglutizione o che sono coinvolti nella respirazione: il soggetto va facilmente in affanno, anche nel compiere i movimenti più semplici o gli sforzi più lievi.  Anche se rara – in Italia presenta un’incidenza di circa 2/3 casi su 100 mila persone ogni anno – la SLA è, dunque, una malattia terribile. (1.200-1.800 persone all’anno!)

Fortunatamente, buone notizie giungono ora da uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, effettuato da un team di scienziati coordinato da Anna Liscia, docente di Fisiologia all’Università di Cagliari, secondo il quale alcuni fitoderivati, estratti da due piante indiane abitualmente impiegate dalla medicina ayurvedica, aiuterebbero a contrastare gli effetti della sclerosi laterale amiotrofica; si tratta, specificatamente, della Withania somnifera e della Mucuna pruriens.

«La ricerca – afferma Anna Liscia – è stata realizzata sul comune moscerino della frutta, la Drosophila melanogaster, il quale possiede geni e un’organizzazione del sistema nervoso simili a quelli umani; cosicché si presenta come un potente modello traslazionale per lo studio delle basi biologiche di malattie neurodegenerative attualmente senza cure, come la SLA».

Secondo quanto emerso dallo studio, sembra proprio che gli estratti di queste piante siano in grado di diminuire i sintomi e le alterazioni cellulari in un organismo ammalato della sindrome laterale amiotrofica; cosicché esso potrebbe aprire nuove strade nell’affrontare trattamenti alternativi di questa e di altre malattie simili.

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Pubblicato il: 

14-02-2017
Di: Redazione Salute  –  http://salute.ilgiornale.it/news/25248/sla–malattia-soggetto-estratti/1.html
FONTE : Scientific Reports, Università di Cagliari

ALTRO STUDIO SU SLA e MERCURIO !  (21 febbraio 2017)

 Il metallo si trova soprattutto nel pesce spada, nello squalo,
nel tonno obeso e nel pesce marlin.

Servono però nuovi e più approfonditi studi (ce ne sono già!)
per poter affermare con maggiore sicurezza che ci sia

un nesso tra il mercurio e lo sviluppo della Sla

Portare in tavola almeno due volte alla settimana il pesce è assolutamente salutare. Fa bene a tutti, dai bambini piccoli, agli anziani, passando per gli adolescenti e le donne in gravidanza.
I benefici del pesce 
Il pesce è infatti un’eccellente fonte di proteine di alta qualità, contiene sali minerali preziosi come selenio, zinco, iodio e ferro e vitamine A, B e D. Generalmente considerato un alimento magro, il pesce è ricco per lo più di grassi polinsaturi “buoni”, come gli omega 3, che fanno bene a cuore e cervello.

Da anni c’è attenzione sui
pesci di grande taglia che hanno molto mercurio
(Giapponesi per primi, ghiottissimi di sushi-tonno!)

È già noto da anni che uno dei pochi limiti al consumo di pesce è dato dalla presenza di mercurio che è più facile ritrovare nei pesci di grande taglia, come ad esempio il pesce spada. Qui puoi trovare tutte le specie di pesci che puoi mangiare quanto vuoi, una volta a settimana o devi evitare.

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Ora (in realtà già da molto tempo, per il mercurio contenuto sui vacini!)
si pensa che possa favorire anche lo sviluppo della Sla 

Una nuova ricerca ha nuovamente puntato il dito contro la presenza di mercurio nel pesce di grandi dimensioni. L’alta presenza di questo metallo nel pesce può infatti aumentare il rischio di sviluppare la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, una delle più gravi malattie neurodegenerative.

Lo studio sarà presentato al Congresso dei Neurologi americani ad aprile 
Lo afferma uno studio condotto dal Dartmouth College di Hanover, nel New Hampshire, negli Stati Uniti, che verrà presentato all’American Academy of Neurology’s 69th Annual Meeting a Boston, nel mese di aprile.

Oltre 500 le persone analizzate
I ricercatori americani hanno sottoposto a un test 518 persone, 294 delle quali avevano la Sla.
Il questionario prevedeva domande sulla quantità di pesce e frutti di mare che erano soliti consumare e di quale tipo.

I risultati
I risultati hanno evidenziato che chi per assunzione stimata di mercurio annuale si collocava ai livelli più alti aveva un rischio doppio di sviluppare la Sla rispetto a chi ne consumava livelli più bassi. Il 61% del campione dei volontari con la Sla si trovava nella categoria del tasso più alto di consumo di mercurio, rispetto al 44 per cento delle persone che non avevano la malattia.

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Inquinamento dei mari: il pesce contaminato abbassa le difese immunitarie
“…gli inquinanti ambientali presenti nel pesce che portiamo in tavola ostacolano il sistema di difese naturali del nostro organismo
, impedendogli di espellere tossine nocive.   …le sostanze inquinanti interferiscono sulla proteina P-gp … che ha la capacità di proteggere le nostre cellule.
“Abbiamo dimostrato che questi inquinanti si trovano nel pesce che mangiamo ….. quando mangiamo pesce contaminato quindi si riducono le capacità del nostro corpo di difendersi”.
Il problema è che gli inquinanti possono essere trasmessi anche ai neonati,….
 
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